Only ITA (scritti) - COS'E' STATO IL POSTMODERNISMO? Parte 1 [by voiceoff]

in #ita6 years ago
Ho deciso di raccogliere tutti i racconti e gli scritti passati che ritengo più interessanti in un luogo unico e di pubblicarne di nuovi, così da tener traccia, nella continua e ossessiva opera di riordinamento che riempie le mie giornate, di ciò che ne è degno.

Ogni traduzione è un tradimento, a maggior ragione se la lingua di approdo non è conosciuta perfettamente. Qui si scriverà solo in italiano.





Cos'è stato il Postmodernismo? Prima Parte.




1200px-Quartier_Schützenstrasse_Berlin.jpg

Quartiere Schützenstrasse, Berlino, 1994-98, Aldo Rossi [immagine di pubblico dominio]

__divisore.png


In questi anni spesso si guarda al Postmodernismo con malcelata diffidenza, dimenticandosi di ciò che ha prodotto (e in taluni casi continua a produrre) e di ciò che ha significato nel travalicamento di un'epoca. Ormai celebre la critica che ne venne fatta sul "Memorandum" del NIE (New Italian Epic) di Wu Ming, nel 2008. Sicuramente interessante nel tentativo che reca e nelle intenzioni di superamento di un qualcosa che si intuiva agli albori della propria morte.
Una corrente che dai primi anni '80 sino al 2000 ha caratterizzato le produzioni in molti campi del sapere (non solo artistici o pseudo-tali) e che oggi, come dicevo, viene talvolta colpevolmente snobbata.
In questa sede ne parlerò dal punto di vista architettonico, quello che mi è più consono, ma non solo per questo, anche perché forse è proprio in questo ambito che il Postmodernismo ha prodotto le cose più interessanti e degne di nota.

Colgo anche l'occasione per riprendere una serie di 15 articoli che postai qualche tempo fa a proposito delle crisi nella Storia dell'Arte, di cui questo nuovo potrebbe essere una continuazione.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15.




Dalla Biennale di Venezia del 1980 in poi.

Si può certo dire che un determinato processo di sfaldamento e cambiamenti epocali già in atto da tempo troverà il suo apice rappresentativo nella Biennale di Venezia del 1980. Nasce l'era telematica; il consumismo inizia a far intravedere alcune problematiche, scricchiola (pensiamo alla crisi energetica del decennio precedente). Si affacciano all'orizzonte nuove malattie come l'AIDS, che colpiscono profondamente l'opinione pubblica.

E' dunque un momento di profondi cambiamenti e, come spesso è accaduto nel corso della storia, l'architettura si fa in un certo qual modo premonitrice di determinate istanze che stavano iniziando a manifestarsi nella società. La Biennale arriva proprio in questo momento. Il tema della mostra è "La presenza del passato"; un passato che i vari architetti che interverranno tenteranno di reinterpretare creativamente, rifuggendo da rivisitazioni passatiste.

Postmodernità significa raccogliere le energie del sogno (si sprecano i riferimenti a De Chirico); le architetture diventano oggetti di utilizzo quotidiano, si trasformano. Assistiamo all'idea che abiti e mobili possono essere autoprodotti nell'ironia critica con cui viene visto il "movimento moderno".

Gli elementi attraverso i quali si dipanò la mostra possono essere schematizzati in due opere: il "Teatro del Mondo" (di Aldo Rossi) e la Strada Novissima, un percorso sul quale si affacciavano le opere dei vari architetti chiamati in causa in quell'occasione. Ma prima qualche parola sulla scelta della location: l'Arsenale di Venezia.

1280px-GIUSEPPE_BERNARDINO_BISON_VIEW_OF_THE_ARSENALE,_VENICE.jpg

L'Arsenale nel 1835, dipinto di Giuseppe Bison [immagine di pubblico dominio]


Dunque si decide di tenere la mostra sulle corderie dell'Arsenale. Chiaramente si trattava di un luogo a vocazione militare; nel 1979 si potevano ancora vedere macchine di guerra abbandonate. Uno spazio che non era stato riprogettato e si presentava tale e quale quello che era nel 1943. Si pensò di ricostruire la storia di questo luogo sin dal 1500 e vennero raccolte immagini che ne testimoniavano la composizione e il cambiamento della stessa nel corso dei secoli.

Dalla battaglia di Lepanto (1571, scontro tra Oriente e Occidente) l'Arsenale inizia a essere il cuore pulsante di tutte le attività "internazionali" veneziane. Fino al 1700, periodo in cui il luogo inizia a perdere la propria importanza e si inizia quasi ad abbandonare. Si incentra la ricerca su tutto ciò che ha a che fare con "fabbrica" e "macchina" ed è chiaro come le corderie risultavano essere una delle aree più interessanti nonostante in questo luogo siano presenti anche spazi per la socializzazione e per il pubblico, come i giardini.

Teatro_del_mondo,_Aldo_Rossi.JPG

Il Teatro del Mondo, Aldo Rossi [immagine di pubblico dominio]


Il Teatro del Mondo progettato da Aldo Rossi è stata una delle opere/installazioni più suggestive nell'ambito della Biennale del 1980. Fu un'anticipazione della stessa (venne inaugurato nel 1979) fino a diventare emblema (quasi uno spot pubblicitario) della mostra, con la sua architettura "da favola" richiamante un aspetto evidentemente infantile. Venne costruito su una chiatta; un vero e proprio teatro itinerante che poteva accogliere 400 spettatori. Nel 1981 l'opera venne smontata per poi essere ricostruita nel 2004 a Genova, in occasione di "Genova Capitale Europea della Cultura". La foto soprariportata si riferisce a quella occasione.

Lascio il link a un documentario di Rai Cultura abbastanza interessante.


Per quanto riguarda la Strada Novissima, anima della mostra, riproponeva il tema di una classica calle veneziana. Su di essa erano affacciate le installazioni di vari architetti, messe in opera dai tecnici di Cinecittà. Era un luogo dove dovevano convivere fisica e metafisica e doveva rappresentare uno spazio di meraviglia in una realtà effimera.

Dardi propose una facciata alla Mondrian; Bofill un teatro-palazzo che era il suo atelier; Ghery un palazzo alla Brunelleschi (una prospettiva che si apriva su una finestra); Graves una situazione classica; Greenberg la Villa Adriana; Kleihues un teatro-presepio. Per citarne alcuni. Poi Hollein poneva l'accento sulla contrapposizione tra colonne vere e colonne fittizie; Koohlaas costruisce una tela dove conficca un'asta rossa per ricollegarsi allo spirito delle avanguardie storiche; Purini e Thermes evocano Piranesi... e via di questo passo (lascio il link a un video interessante dove vengono sintetizzate le proposte di ognuno). Quindi numerosi spunti di riflessione che vennero offerti nella rilettura del passato.

Paolo_Monti_-_Servizio_fotografico_(Venezia,_1982)_-_BEIC_6354245.jpg

Casa Cicogna alle Zattere, Venezia, Ignazio Gardella [immagine di pubblico dominio]


Accanto al Teatro e alla Strada Novissima si vollero rappresentare progetti di tre architetti che passarono dal razionalismo al postmodernismo: Gardella, Ridolfi e Johnson.
Durante il ventennio fascista Gardella è un razionalista sulla scia di Terragni, ma ha anche un occhio di riguardo verso l'opera di De Chirico e inoltre nutre un certo interesse a proposito dell'aspetto artigianale del saper fare. E' un architetto che ha attraversato in maniera naturale la transizione da un periodo all'altro (interessante osservare i particolari giocosi dei parapetti della casa di Venezia, progettata nel 1957, soprariportata in una foto di Paolo Monti).
Johnson rimase invece più legato all'aspetto classico, riproponendo un ritorno al neoclassicismo georgiano per poi adattare questi prodromi a tematiche tipicamente postmoderne. E' suo uno dei "monumenti" del Postmoderno: il Sony Building a New York del 1984.
Per quanto riguarda Ridolfi fu invece un precursore della dimensione decostruttiva, in un'esperienza che abbracciò gran parte delle esperienze novecentesche.

800px-Sony_Building_by_David_Shankbone_crop.jpg

Sony Building, New York, Philip Johnson [immagine di pubblico dominio]


Ci furono anche vari giovani architetti (in fase di allontanamento dal razionalismo) che esposero. Nella volontà di stabilire una connessione fra il presente e il passato classicista si orientavano più propriamente verso un aspetto artistico puro. Muovendosi verso scelte antitetiche rispetto al recente passato dove la forma potrebbe anche proporre qualunque funzione, slegando quindi il concetto di bellezza dalla funzione stessa.
Fra questi ad esempio Batey e Mack che realizzano modelli abitativi ottocenteschi inseriti in contesti molto aperti (California) con richiami allo stile georgiano. Oppure Jean-Pierre Buffi che propose una casa a Milano rifacendosi all'opera del grande maestro Loos. Giusto per citarne un paio.

Tendenze e crogioli di proposte e idee, magari irrealizzabili, ma che testimoniano bene i nuovi orizzonti e il travalicamento di quello che era stato il passato, talvolta riproponendolo ma evidenziandone i corto circuiti che derivano dal confronto con la contemporaneità.

A breve la seconda e ultima parte.

Naturalmente non è un caso che il post sia uscito oggi, visto che proprio oggi apre la Biennale 2018. Mi raccomando andatela a visitare! Chi può...



__divisore.png


Bibliografia


__divisore.png



Thanks for your time!


up.gif


__divisore fine.png

Sort:  

Articolo veramente interessante e fluido.
Congratulazioni.

Ti ringrazio :)

Congratulations @voiceoff! You have completed some achievement on Steemit and have been rewarded with new badge(s) :

Award for the number of posts published

Click on any badge to view your Board of Honor.

To support your work, I also upvoted your post!
For more information about SteemitBoard, click here

If you no longer want to receive notifications, reply to this comment with the word STOP

Do not miss the last announcement from @steemitboard!

Do you like SteemitBoard's project? Vote for its witness and get one more award!

Hello @voiceoff, thank you for sharing this creative work! We just stopped by to say that you've been upvoted by the @creativecrypto magazine. The Creative Crypto is all about art on the blockchain and learning from creatives like you. Looking forward to crossing paths again soon. Steem on!

Coin Marketplace

STEEM 0.19
TRX 0.14
JST 0.030
BTC 62487.83
ETH 3340.96
USDT 1.00
SBD 2.46