Le "crisi" nella Storia dell'Arte (#1): età classica

in #art6 years ago

Salve Steemians!

Visto il recente crollo nel mondo delle criptovalute mi è venuta in mente la parola crisi, così ho pensato di prepararvi un bell'articolo sulle crisi nella Storia dell'Arte. Probabilmente sarà un lavoro lungo da spezzettare in diversi post, cercherò però di renderlo il più commestibile possibile per gli interessati a queste tematiche.


Le crisi, come immagino saprete, generano sempre nuova linfa nel tentativo di rispondere alle nuove istanze che provengono dalla società, che il più delle volte corrispondono ai motivi scatenanti la stessa crisi.

La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

A. Einstein


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Sfaldamenti della visione classica e destrutturazioni tardo-antiche.

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La visione dell'arte andata a consolidarsi nel mondo Greco e poi in quello Romano (visione classica) aveva alcune caratteristiche particolari.
Ad esempio il tentativo di rappresentare il mondo secondo un criterio di fedeltà (visione binoculare), che implicitamente reca la necessità di una terza dimensione. Sostanzialmente un sistema connotativo definibile come mimesis.
Ma il momento mimetico, che è il cuore della classicità e la conquista più grande della stessa, non è sempre esistito; ci si è arrivati per gradi.
Dal periodo Greco arcaico a Fidia c'è una differenza enorme.

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Immagine di libero utilizzo >>>>> - Kleobis e Biton, dedicati al dio Apollo, 585 a.C.

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Prendiamo ad esempio i Kouroi (statue di tipo votivo offerte alle divinità). In periodo arcaico vengono rappresentati come se fossero un elenco, addendi: non hanno un atteggiamento gestuale attivo. Nelle produzioni di Fidia (siamo in periodo pericleo) invece c'è una forte presenza sintattica: le varie parti della rappresentazione interagiscono e si coordinano, ovvero, la rappresentazione diventa epos, racconto.

E' fra questi due estremi che è andata creandosi la classicità.

Si pensi anche ai vari frontoni del Partenone, dove è subito ravvisabile la ricerca di un'organicità dei corpi, una narrativa delle scene, anche nello sfruttamento dello spazio a disposizione (triangolare), con le figure umane gradatamente stese su un fianco, sedute e in piedi.

Reconstruction_of_the_west_pediment_of_the_Parthenon_1.jpg

Immagine di libero utilizzo >>>>> - Ricostruzione modello

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In Oriente non è possibile trovare nulla che abbia a che fare con queste tipologie rappresentative mimetiche. Ad esempio, gli Egizi, avevano una concezione sicuramente mentale ma non percettiva di mimesis. Si tratta di una differente concezione spaziale riconducibile a certi significati propri del simbolismo.

Hegel in "Estetica" costruisce un'ipotesi sui momenti dell'arte suddividendo il tutto in:

  • momento simbolico (il contenuto prevale sulla forma, l'espressione si ferma all'accenno, all'allusione;
  • momento classico (equilibrio fra contenuto, significato e forma - un altro modo per definire la mimesis) che secondo lui si è protratto fino al 1800;
  • momento romantico (prevalenza della forma sul contenuto).

Per vedere la prima vera crisi, profonda, del sistema classico, bisognerà attendere qualche secolo, in epoca romana. Ne parleremo prossimamente, per ora accontentiamoci di questa premessa...
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Grazie voiceoff 👍Seguo i prossimi post
È senz'altro un argomento di mio interesse.
Tutto quello che riguarda le modalità di espressione mi affascina
Ciao grazie

Ti seguo, non voglio perdere le prossime puntate

Eccoci qui a riscoprire e riavvicinarci alla storia dell arte (altra mia vecchia passione purtroppo non più coltivata nel tempo...)
Grazie x la premessa e alla prossima!

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