Le "crisi" nella Storia dell'Arte (#13): Astrattismo e Kandinskij
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Non appartengo solo a questa vita, perché io vivo bene con i morti, come con i non nati, più vicino di altri al cuore della Creazione, ma sempre troppo lontano.
P. Klee
Astrattismo ai primordi.
L'Astrattismo ha origine (come detto nella parte 10) dal movimento Der Blaue Reiter (ancora all'interno dei recinti figurativi canonici dell'espressionismo), per mano di due importantissime figure, Franz Marc e Vasilij Kandinskij. Va però detto come molti altri artisti erano già arrivati alle soglie come Monet o Klimt.
Immagine CC0 creative commons V. Kandinskij, Copertina Almanacco del Cavaliere Azzurro, 1912. Nell'illustrazione sono combinati assieme San Giorgio e San Martino, emblemi di lotta contro le forze maligne.
Si tratta di un passaggio fondamentale nella crescita dell'artista K., che lo condurrà gradatamente alla non figuratività, qualche anno dopo, alle prime proposte astratte.
Si inizia a usare in maniera consapevole la forza emotiva del colore, sulla scia di quello che già facevano i primi espressionisti, alla ricerca di una particolare empatia con lo spettatore; accordi cromatici saturi, paesaggi fantastici, animali come idoli senza tempo.
Immagine CC0 creative commons F. Marc, Cavalli rossi e blu, 1912.
La marcia verso l'astrattismo per Kandinskij inizia sin dal 1909 e si svilupperà fra passaggi vari, per tutto il periodo del Cavaliere Azzurro. Osserva l'opera di Matisse e Picasso, si getta in studi teosofici e filosofici, fino a mettere a punto una visione che cerca di interpretare colori e forme come simboli spirituali, capaci di rappresentare appieno l'interiorità dell'artista.
Questo soggettivismo lega profondamente la sua opera agli espressionisti, risulta però arricchito da queste speculazioni spirituali che ne decretano il superamento dei limiti e la definitiva conquista della non-figuratività.
Immagine CC0 creative commons V. Kandinskij, Quadro con cerchio, 1911. Primo quadro astratto.
E' necessario che l'arte non sia più schiava dell'imitazione della natura, come scrive egli stesso, con l'obbiettivo di manifestare appieno la propria stimolante forza profetica. L'abolizione dell'oggetto dalla rappresentazione è quindi dettata da un bisogno interiore, con l'intento di scavalcare le limitazioni imposte dal materialismo.
E' chiaro che l'armonia dei colori è fondata solo su un principio; l'efficace contatto con l'anima.
L'opera dell'artista può essere suddivisa in tre categorie:
- Impressioni: suggestioni fornite dalla natura;
- Improvvisazioni: traduzione dell'interiore in segno e colore;
- Composizioni: sperimentazioni della nuova grammatica.
Immagine CC0 creative commons V. Kandinskij, Starnberger See, 1908.
Immagine CC0 creative commons V. Kandinskij, Improvvisazione 28, 1912.
Immagine CC0 creative commons V. Kandinskij, Composizione 8, 1923.
Nell'ultimo quadro, del 1923, salta subito all'occhio la ricerca più geometrica e razionalistica della non figuratività, non è un caso. Sono le influenze del Bauhaus dove K., dal 1922 al 1933 insegnerà pittura murale e teoria della composizione. Arricchendo quindi la propria opera di altri input e esperienze.
Sai ho scoperto di recente, nonostante la materia un po' mi interessi, che il primo quadro astratto pare sia stato di František Kupka: amorpha.
In mostra a Parigi (il pittore è di origine Ceca), venne snobbato da tutti, compreso Picasso credo. Bel post come sempre.
Ciao grazie voiceoff 👍
ah... buono a sapersi non conosco bene la sua opera...
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