Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

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Camarilla Brilla

L'unica volta che mi sono fatto una canna fu a casa di Rita “LaGranda”. Per la verità non mi fece nessun effetto particolare, considerando che non fumavo nemmeno, non sono sicuro di averlo fatto per bene, forse non aspirai abbastanza, oppure Rita mi fece uno scherzo e mi diede da fumare della paglia, non posso dire con certezza come andò, fatto sta che per me fu solo una delusione. Tutto, quella sera, fu una delusione, non solo le canne.
Erano passate diverse settimane da quando io ed Elena avevamo deciso di lasciarci. Era la seconda volta che lo facevamo e sembrava proprio una cosa definitiva. L'anno dopo invece ci sposammo. Allora però mi sentivo libero e quella sera era la prima volta che ci andavo a casa di Rita, eravamo nello stesso gruppo ormai da anni ma non ci frequentavamo per nulla al di fuori dell'ambito musicale.
Avevamo iniziato a suonare insieme come fanno molti ragazzi, scimmiottando gruppi americani, facendo musica che non capivamo e scrivendo testi in una lingua che non conoscevamo. Scrivere testi in inglese senza sapere l'inglese non è facile, la nostra fortuna era che il nostro pubblico di provincia ne sapeva meno di noi e che le canzoni fossero in inglese lo capivano dal fatto che non le capivano, l’inglese lo apprezzavano perché era molto fico.
Il gruppo aveva un nucleo di fondatori, io, Dario e Massimo. Più che altro eravamo amici e suonare era una scusa in più per fare casino insieme. Ci trovavamo a provare nel vecchio fienile della casa di Dario, all'inizio non c'era nemmeno la corrente elettrica quindi chitarra e basso si sentivano a malapena e io cantavo solamente perché le tastiere senza energia elettrica non facevano uscire nessun suono. Dopo un paio di mesi Dario riuscì a convincere il padre e così cominciammo a fare casino sul serio.
Non avevamo un batterista, eravamo solo in tre: io alla tastiere, Massimo al basso e Dario alla chitarra elettrica. Io i miei concerti, concerti veri, dal vivo, già li facevo con Jerry e non sentivo la necessità impellente di fare figuracce davanti alla gente con i miei amici. Dario e Massimo pensavano solo a far casino e il fienile era il posto ideale. Avremmo continuato così all'infinito, almeno credo sarebbe andata così. Il salto di qualità lo facemmo quando in paese arrivò Rita. I suoi si erano trasferiti in paese dalla provincia di Cuneo e una come lei non poteva passare inosservata nemmeno in città, figuriamoci da noi.
Era alta, molto alta, capelli ricci, un'enorme testa di capelli ricci e rossi, così rossi da sembrare finti: sembrava una parrucca. Invece erano proprio veri.
Provammo a turno a tirarglieli via dalla testa, ma restavano attaccati e sulla nostra faccia si manifestava immediatamente un'ombra rossa in tutto e per tutto simile alle cinque dita della sua mano.
Anche le sue mani erano grandi. Insomma Rita aveva il fisico di uno scaricatore di porto, il viso di un angelo, le lentiggini, gli occhi azzurri, quasi blu, la pelle bianca come il latte e le sberle che dava erano così forti che ti facevano girare la testa.

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...continua

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One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

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Camarilla Brilla

The only time I had a joint was at Rita ""LaGranda ""'s house. Actually it didn't have any particular effect on me, considering I didn't even smoke, I'm not sure I did it right, maybe I didn't inhale enough, or Rita made a joke on me and gave me some straw to smoke, I can't say for sure how he went, the fact is that for me it was just a disappointment. Everything that evening was a disappointment, not just the reeds.
It had been several weeks since Elena and I had decided to break up. It was the second time we had done this and it seemed like a definitive thing. The following year we got married instead. But then I felt free and that evening was the first time I went to Rita's house, we had been in the same group for years now but we didn't meet at all outside the musical sphere.
We started playing together like a lot of kids do, mimicking American bands, making music we didn't understand and writing lyrics in a language we didn't know. Writing lyrics in English without knowing English is not easy, our luck was that our provincial public knew less than us and that the songs were in English they understood it from the fact that they did not understand them, they appreciated English because it was very cool.
The group had a core of founders, me, Dario and Massimo. More than anything else we were friends and playing was one more excuse to make a mess together. We found ourselves rehearsing in the old barn of Dario's house, at the beginning there was not even the electric current so the guitar and bass could barely be heard and I sang only because the keyboards without electricity did not let out any sound. After a couple of months Dario managed to convince his father and so we began to make some serious noise.
We didn't have a drummer, we were only three: me on keyboards, Massimo on bass and Dario on electric guitar. I my concerts, real concerts, live, I was already doing them with Jerry and I didn't feel the urgent need to make a fool in front of people with my friends. Dario and Massimo thought only of making a mess and the barn was the ideal place. We would have continued like this indefinitely, at least I think it would have gone like this. We made the leap in quality when Rita arrived in the village. Her family had moved to town from the province of Cuneo and someone like her could not go unnoticed even in the city, let alone with us.
She was tall, very tall, curly hair, a huge head of curly red hair, so red it looked fake: she looked like a wig. Instead they were really true.
We tried taking turns to pull them off her head, but they remained stuck and a red shadow immediately appeared on our face in all respects similar to the five fingers of her hand.
Her hands were also large. In short, Rita had the physique of a longshoreman, the face of an angel, freckles, blue eyes, almost blue, skin as white as milk and the slaps she gave were so strong that they made you dizzy.

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......to be continued

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