Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

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I colleghi

Dentro quegli sguardi vedevo, più che felicità o gioia, un senso di pace dovuto forse all'ozio, alla piacevole mancanza di stimoli, all'inedia, una sorta di droga nella quale si può forse cadere per caso o per predisposizione e dalla quale è difficile uscire, smettere, com'è sempre capita per ogni tipo di droga.
Io però non mi sento così, mi sento perduto, solo, senza una spiegazione a tutto quanto mi sta capitando ma, almeno domani mattina, so che mi tornerà la voglia di cercare vie d'uscita, non riesco ad arrendermi al fatto che tutto questo mi scorra addosso senza che io possa farci nulla. Questo enigma devo affrontarlo, una via che mi riporti alla mia vecchia vita deve pur trovarsi nascosta da qualche parte.
Se anche non ci fosse una via di uscita deve esserci un modo per iniziare una nuova vita, differente, sconosciuta, ma pur sempre una vita che possa valere la pena di vivere. Camminare senza motivo se non far passare il tempo stimola la mia tendenza ad ingarbugliarmi le idee, come se già non lo fossero abbastanza. Guardo l'orologio, che ho aggiustato su quello della stazione, sono le 22:43, posso incamminarmi sulla via del ritorno verso quello che spero possa essere il giaciglio dove dormirò, quel poco che sarà possibile, questa notte.
Sono passate meno di tre ore e la stazione è molto più tranquilla e vuota. Nella notte partono e arrivano diversi treni, ma certamente il traffico è limitato rispetto a quello che c'è di giorno.
Faccio finta di guardare il grande tabellone, il mio ipotetico treno partirà tra parecchie ore, chissà quante, mi dirigo verso la sala d'aspetto senza fretta, fretta che infatti non ho per nulla. Non sono così sicuro che sia semplice riuscire a passare la notte in sala d'aspetto, la mia è più una speranza che una certezza.
Per entrare passo davanti a un tipo seduto dentro a specie di guardiola che non mi degna nemmeno di uno sguardo, vado a passo lento verso il fondo dell'enorme stanzone. Sulle prime panche, vicine all'entrata ci sono famiglie coi bagagli, persone che leggono il giornale o un libro, due ragazze che si baciano, gente che pare veramente in attesa di partire o che sta aspettando qualcuno che deve arrivare. Nel mezzo ci sono molte panche vuote, mi dirigo decisamente verso il fondo e vedo che ci sono parecchie persone sdraiate sulle grandi panche in legno.
Non si può dire se stanno dormendo o meno, di certo non mi pare che stiano aspettando il prossimo treno per chissà dove. Trovo una panca in posizione abbastanza defilata e ancora vuota e mi siedo, non ho ancora il coraggio di sdraiarmi, mi guardo in giro e intorno a me tutte le sedute occupate sono di gente sdraiata, mi faccio coraggio e mi allungo anche io. Appoggio il borsone sotto la testa, a mo' di cuscino, essendo pieno di vestiti fa egregiamente il suo lavoro.
Mi metto in posizione fetale, la faccia verso il muro di fronte a me, sono teso, mi aspetto da un momento all'altro che arrivi qualcuno a dirmi di sedermi in modo civile o che ci butti tutti quanti fuori.

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...continua

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One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

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The colleagues

Inside those gazes I saw, more than happiness or joy, a sense of peace perhaps due to idleness, to the pleasant lack of stimuli, to starvation, a sort of drug into which one can perhaps fall by chance or by predisposition and from which one is difficult to go out, to quit, as is always the case with any type of drug.
But I don't feel like this, I feel lost, alone, without an explanation to everything that is happening to me but, at least tomorrow morning, I know that the desire to look for ways out will return, I cannot give up on the fact that all this runs over me without my being able to do anything about it.
This enigma I have to face, a way to take me back to my old life must be hidden somewhere.
Even if there was no way out, there must be a way to start a new life, different, unknown, but still a life that may be worth living. Walking for no reason other than letting time pass stimulates my tendency to get tangled up with ideas, as if they weren't enough already. I look at the clock, which I have adjusted on that of the station, it is 10:43 pm, I can set out on the way back towards what I hope will be the bed where I will sleep, what little that will be possible, tonight.
Less than three hours have passed and the station is much quieter and empty. During the night several trains depart and arrive, but certainly the traffic is limited compared to what there is during the day.
I pretend to look at the big board, my hypothetical train will leave in several hours, who knows how many, I head towards the waiting room without haste, a hurry that in fact I am not at all. I'm not so sure it's easy to spend the night in the waiting room, mine is more a hope than a certainty.
To enter, I step in front of a guy sitting inside a kind of gatehouse that doesn't even deserve a glance, I walk slowly towards the back of the huge room.
On the first benches, near the entrance, there are families with luggage, people reading the newspaper or a book, two girls kissing, people who really seem to be waiting to leave or who are waiting for someone to arrive. In the middle there are many empty benches, I definitely head towards the back and I see that there are several people lying on the large wooden benches.
There is no telling if they are sleeping or not, I certainly don't think they are waiting for the next train to who knows where. I find a bench in a fairly secluded position and still empty and I sit down, I still don't have the courage to lie down, I look around and around me all the seats occupied are of people lying down, I take courage and stretch myself too. I put the bag under my head, like a pillow, being full of clothes it does his job very well.
I put myself in the fetal position, my face towards the wall in front of me, I am tense, I expect at any moment someone will come and tell me to sit in a civilized way or to throw us all out.

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......to be continued

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