LE STORIE DI GERARDO: Le canne di una volta…

in #ita6 years ago (edited)

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Un altro racconto di Gerardo. In molti mi dicono che meriterebbero di essere raccolti in un libro. Sono stato contattato persino dall’India e mi hanno chiesto il permesso di pubblicarli in Indi…

Lo scrivo sempre, in premessa ad ogni racconto. In accordo con sua moglie, sto raccogliendo i suoi racconti, le poesie, il vocabolario dei termini dialettali, i disegni, le foto,… per farne una pubblicazione. Ne avevamo parlato… Glielo avevo promesso…

I suoi ricordi, sono la nostra storia. La nostra memoria.

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Una squadra di operai stava lavorando alla pavimentazione della piazza dove sorgeva l’antica chiesa, crollata per il terremoto del 1915.

Il maestro Rampa, appaltatore e direttore dei lavori, assisteva, con il suo giornale sotto braccio. Un operaio si rivolse a lui dicendo:

”Sor mae’, mi presteresti un momento il giornale?”
”Ma non è di oggi, è dell’altro ieri.”
”Non fa niente, sor mae’, va bene lo stesso.”

Rampa gli allungò il giornale e l’uomo cominciò a sfogliarlo con attenzione, come se volesse leggere. Poi, con calma, da un bordo, dove la stampa era quasi assente, ne ritagliò un rettangolino. Quindi, ripiegò il giornale e lo restituì al proprietario, ringraziando.

Con le dita squadrò un po’ meglio il pessetto di carta e poi tirò fuori dal taschino dei blusotto la tipica scatola di metallo porta-tabacco. Con dentro quel trinciato forte che aveva un odore degno del suo nome.

Con calma ed abilità, versò un pizzico di trinciato nella cartina, la arrotolò, la leccò per tutta la sua lunghezza, ne strinse un po’ meglio l’estremità per non far cadere il tabacco e …voilà, la sigaretta era pronta per essere fumata.

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Quando Rampa realizzò che cosa stesse facendo quell’uomo, gli porse una delle sue sigarette nazionali.

”No, grazie sor maè, con quelle non ci provo niente, so’ troppo leggere.”

Dalla tasca dei pantaloni tirò fuori uno zolfanello, dalle nostre parti chiamato prospero. Lo sfregò sul muro, lo tenne per un attimo lontano dal viso, per non respirare lo zolfo che bruciava, quindi si accese quello zampirone che, alla prima tirata, fece una piccola fiammata.

L’odore di quel tabacco, misto a carta e un po’n d’inchiostro, non lo può immaginare chi non lo ha mai sentito. Nè scordare chi lo ha annusato tante volte, anche senza fumare, come accadeva a quei tempi girando per i vicoli e le stradine del paese.

Non era raro, infatti, assistere a scene del genere.

La gente povera, senza un soldo in tasca, raccattava spesso le cicche da terra, per farsi una scorta e potersi poi fare le sue sigarette. Allora non esisteva il filtro e nel mozzicone c’era solo tabacco…

Purché non piovesse… Il tempo inclemente, rischiava di rovinare loro il raccolto

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I racconti precedenti:

I miei primi sci
Polenta e panuntella. Due pietanze, due ceti
Il nostro Natale
Primo amore, prima bugia…
Due cari compagni di giochi
Uno scippo d’altri tempi
Serate di vita intorno al camino
In ricordo di due bravi ragazzi
Presepe vivente
Scene di guerra

Il racconto e la foto sono di Gerardo e sono pubblicati con il consenso della moglie.

Sort:  

bel racconto Marco. Continua.

molto bello, lo farò leggere anche a mio padre

Grazie Marco. Fagli leggere anche i racconti precedenti...

Scrivi davvero bene, non mi stancherei mai di leggere questi racconti. Mi sembra di leggere le storie raccontatemi dal mio caro nonno relative al periodo della guerra, scritte però da un moderno Giovanni Verga. Hai mai pensato di farne un libro vero e proprio?

Se leggi la premessa, lo dico... Ne faremo un libro...
Gerardo ha lasciato tanti racconti. Io li sto aggiustando con uno stile più moderno. Il mio...
Ma mi sembra che funzioni...
Grazie!

Non so davvero come mi sia sfuggito, e andando a rileggere i precedenti post mi sono accorto che lo hai sempre scritto. Ma è colpa tua, scrivi talmente bene che uno salta direttamente al racconto tralasciando l'introduzione XD. Scherzi a parte, hai davvero uno stile fantastico, riesci a catturare completamente il lettore (o almeno me) creando un'atmosfera tutta particolare che trascina dentro alla storia, che, anche in poche righe riesce a fartela vivere. Ancora complimenti e buon proseguimento, non vedo l'ora di leggere il prossimo ;)

Eccolo... Appena pubblicato! ;)

ancora oggi si usa il tabacco sfuso ma in un modo moderno.un mio collega compra il tabacco sfuso assieme alle cartine e ai filtri per lui questo tipo di sigarette fa meno male delle sigarette già confezionate.

E già... Allora con il giornale...
Una volta, a Mosca, in un mercato popolare, presi dei pezzi di carne da un tipo che li abbrustoliva su una graticola posta sopra ad un grosso bidone che conteneva il fuoco...
Me li incartò con il giornale!
Altri tempi...

Un altro spaccato di vita.. ci si arrangiava, eccome se lo si faceva. Ma sempre con dignità. Grazie Marco per questo altro pezzo di storia 😉

Oddio questa volta non voglio ripetermi... Però mi ritorna in mente... Questa è di mio nonno materno...

Un tizio, del tutto simile al tuo racconto, era solito raccogliere i mozziconi da terra. Con tre mozziconi riusciva a farsi una sigaretta, un pochino più sottile di quelle normali, ma a lui andava bene così. In un pomeriggio ha raccolto nove mozziconi da terra. Quante sigarette si è fumato?

Un saluto, nicola

Te l'ho detto... è la nostra storia... Quanti ricordi... :)

E l'indovinello non ci provi? 😀

ho capito! devo far tutto io @marcodobrovich :) :)

Mio nonno sapeva che mi piace la matematica, è per questo che mi ha posto l'indovinello. Io, sicurissimo, ho risposto "semplice! nove diviso tre .. tre sigarette", mio nonno sorrise e rispose
(in lingua madre)
"thei bocia! quatro el ne fuma! quando l'ha finì de fumar i tre zighereti el g'ha ancor tre cicoti!" ...seguita da una fragorosa risata.
Hei ragazzino! ne fuma quattro! (perché) quando ha finito di fumare le prime tre sigarette, si ritrova con altri tre mozziconi

Foorte...!! Troppo forte!!!

Che bei racconti...sono le parole dell'epoca e del posto la cosa che mi piace di più.

Nel fare l'editing, aggiustare, accorciare le frasi con l'interposizione di punti (Gerardo scriveva frasi lunghissime, piene di punti e virgole, come si usava una volta...), ho fatto attenzione a non cambiare le parole (alcune ormai antiche) e le formule delle frasi.
Grazie per i complimenti. Alla prossima...

Hai fatto un bel lavoro, é importante preservare il linguaggio altrimenti si perde l'anima della storia. Alla prossima ;)

Che bel racconto! Complimenti davvero!

Si riesce a percepire tutto come se si stesse accanto ai personaggi d'epoca, come se si osservasse le scene coi propri occhi.
Condivido l'entusiasmo già espresso dagli altri commentatori, spero anche io che prima o poi tutte queste storie siano raccolte in una pubblicazione.

Memorie di un'epoca in cui tutto era essenziale, persino una cicca usata diventava un tesoro; una bella lezione di vita per tutti noi, che siamo circondati dalle cose e non riusciamo quasi a distinguere quelle realmente utili da quelle superflue.

Attendo la prossima storia! Grazie!

Grazie a te. Sono davvero contento che ti piacciano queste storie. Sarebbe contento anche Gerardo...
Alla prossima, dunque! ;)

Un altro racconto fantastico; è bellissimo leggere le tue parole e vedere le scene scorrere davanti agli occhi. Potenza della scrittura, della lettura e dell'immaginazione che sono molto meglio di qualsiasi tv o pc, non che disdegni la tecnologia per carità, ma leggere è molto più bello ed oltretutto preferisco sentire l'odore della carta ed avere un libro tra le mani quando leggo proprio per questo mi auguro che tu riesca a raccogliere tutti questi racconti nella pubblicazione di cui parli sin dall'inizio. Grazie come sempre per questi fantastici spaccati di tempi andati!

Quando ero piccolo, d'estate al mare, ci facevamo raccontare...
No. Niente. Mi hai fatto venire l'idea per un post. Te lo racconto lì! :)
A parte gli scherzi... grazie ancora.

Eh eh e grazie di che, comunque ora mi hai incuriosito scrivi presto questo post. sono felicissimo di averti ispirtato un'idea!!! ;-)

Don't worry. Quando verrà il momento, citerò la mia fonte di ispirazione... :)

Adoro i tuoi racconti!

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