LE STORIE DI GERARDO: Scene di guerra

in #ita6 years ago

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Un ricordo dei tempi di guerra. Un breve episodio.

I suoi racconti, le poesie, il vocabolario dei termini dialettali, i disegni, le foto,… li sto raccogliendo per farne una pubblicazione. Perché i suoi ricordi, sono la nostra storia. La nostra memoria.

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Sardegna. Fine estate.
Il turismo è scemato, le spiagge sono quasi vuote. E nei locali la ressa vociante ha lasciato il posto al silenzio e ad un servizio più accorto e garbato.

Abbiamo appena trascorso una piacevolissima serata in uno splendido agriturismo.

Un oggetto esposto come cimelio nel giardino, mi ha emozionato e mi ha riportato indietro nel tempo, quando gli invasori tedeschi si stavano ritirando. Un fusto per il carburante, proprio come quelli che recuperammo nel nostro paese, dopo che gli invasori se ne erano andati.

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Sotto le rocce del monte Arunzo, in località Santo Pietro, c’era il deposito delle munizioni e dei carburanti, che servivano per il rifornimento delle guarnigioni che erano d’istanza a Montecassino. Quando i tedeschi si ritirarono, rimasero sul posto un enorme numero di fusti di benzina vuoti. Erano di lamiera zincata e spessa, rinforzati da due robusti cerchi in ferro.

Tutti gli abitanti di Petrella si affrettarono ad accaparrarseli. Sarebbero stati utilissimi per numerosissimi usi.

Anche da casa mia accorremmo. Io, mio padre e le mie due sorelle maggiori.
In quel terreno sotto strada, proprio davanti la fonte di Santo Pietro, di fusti ce ne erano tantissimi. Ricordo che alcuni erano trapassati da proiettili. Certamente erano la conseguenza dell’avvenimento di una di quelle notti che precedettero la ritirata.

Io non ne ho ricordo, perché dormivo il sonno degli innocenti. Ma la vissero le mie sorelle e mia madre. Raccontavano che la valle era completamente illuminata dai bengala. Gli aerei alleati volavano a bassa quota e il rumore delle armi da fuoco si mescolava al rombo degli aerei.

Le mie sorelle urlavano terrorizzate. Erano convinte che fosse giunta la fine del mondo. Così come l’avevano appresa dagli insegnamenti religiosi di allora… “Fiamme di fuoco scenderanno dal cielo…la valle di Giosafat…”

”Mamma aiuto, mamma corri, vieni, vieni a morire qui insieme a noi!…”

Mio padre scelse e mise da parte cinque o sei di quei fusti. Ognuno di noi ne prese uno e lo fece rotolare a spinta verso il paese. E anche io portai il mio, nonostante avessi solo poco più di sei anni! Ma a quell’età, in quei tempi, …si era quasi adulti…

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Proseguivamo come in processione.
Qualcuno, giovane e robusto, se ne spingeva avanti due. Chi aveva il carretto se ne caricava direttamente cinque o sei.

Sembravamo tante formiche che spingevano avanti i lori chicchi di grano. E proprio per conservare il grano, molti di quei fusti vennero poi utilizzati. Altri come cassoni dell’acqua o come tinozze per il bucato…

Quell’anno Alfredo, il fabbro ferraio, si ritrovò un sacco di lavoro da svolgere: togliere i cerchi dai fusti, aprire i fusti con martello e scalpello per farne uno grande o due più piccoli e munirli, eventualmente, di manici…
Di recipienti ce ne era gran bisogno. Non era stata ancora scoperta la plastica e questi in lamiera zincata erano veramente utili e resistenti.

I cerchi, robusti e pesanti, venivano riciclati per realizzare qualche inferriata o come travetti in qualche opera muraria.

Noi ragazzi ci giocavamo, facendoli rotolare per le strade.
Altri giocattoli non ne avevamo.

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I racconti precedenti:

I miei primi sci
Polenta e panuntella. Due pietanze, due ceti
Il nostro Natale
Primo amore, prima bugia…
Due cari compagni di giochi
Uno scippo d’altri tempi
Serate di vita intorno al camino
In ricordo di due bravi ragazzi
Presepe vivente

Il racconto e la foto di Gerardo sono pubblicati con il consenso della moglie. Le altre foto sono tratte dal web e sono libere da Copyright.

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Le due guerre mondiali hanno reso evidente che la guerra moderna ha raggiunto un livello di perversione che mai era stato raggiunto in precedenza. la principale causa che porta alla guerra è che l’uomo è incapace di convivere sulla stessa terra con un suo simile che ha origini o tradizioni diverse da esso.

Erano altri tempi...

We always have a different time, even tomorrow there will be another time.

Quello che hai scritto è la pura verità, aggiungo che spesso vige l'egoismo e l’alter ego che sono la fonte principale di guerre e di rifiuto sociale

Petrella Liri. Un luogo magico

Non possiamo nemmeno immaginare al giorno d'oggi cosa voleva dire "accontentarsi" e arrangiarsi. Ora è tutto a portata di mano per qualsiasi vizio. Non possiamo che riflettere,leggendo le tue righe, e abbassare la testa. Grazie, come sempre 😊

Grazie a te. Grazie ancora.

La povertà aguzzava l'ingegno.. oggi si compra qualsiasi cosa ci serva, all'epoca si riciclavano anche i cimeli di guerra.
Bellissima testimonianza, tempestiva in questi giorni di memoria..

Grazie @miti. Sei sempre presente e puntuale...

Caro Marco, sai che ti stimo e quindi è sempre un piacere poter leggere quello che racconti. Sono molto selettivo sulle persone da seguire "seriamente" ;-)

Sembra una di quelle storie che mi raccontava mio nonno. Altra area geografica (centro Italia), ma stesse condizioni e sensazioni.
Uno di quei cerchi ce l'ho in cantina.
Grazie per questa storia.

Ma dai...?!!
Gerardo era abruzzese...

Io sono in Sabina, fra Roma e Rieti.

Beh... più o meno le stesse parti...

Oggetti fatti per durare! Oggetti da trasformare! Oggi parliamo di riuso come una moda ma a quei tempi era ricchezza sia per chi li utilizzava che chi sapeva trasformarli.

Noi ragazzi ci giocavamo, facendoli rotolare per le strade.
Altri giocattoli non ne avevamo.

Mi fai venire in mente i racconti di mio padre e di mia nonna e... una recente chiacchierata con mio figlio durante un viaggetto!
Dai che provo a scriverci un piccolo post...
Un saluto, nicola

Dai, Nicola. Scrivi...

queste cose le dovresti raccogliere in un libro, Marco

Tengo molto al tuo parere, Paolo. Grazie.
Lo dico sempre, in premessa. Gerardo ha lasciato storie, poesie, foto, disegni. E un dizionario dialettale... Avevamo parlato tante volte di farne una pubblicazione...
L'ho preso come un (piacevole) impegno.
La moglie sta raccogliendo il materiale. Io mi preoccupo di fare un po' di editing, lavorare le foto al photoshop, mettere insieme l'impianto generale,... insomma un bel lavoro...
Calcola che per ogni post, tra una cosa e l'altra, non ci metto mai meno di un'ora. Spesso due. Talvolta ne ho messe anche di più...
Pensa cosa sarà la pubblicazione...
Ma tu, infatti, puoi ben capire!
Ancora grazie e alla prossima.

è davvero materiale notevole. spero che si arrivi a pubblicazione. magari tramite un crowdfunding su steemit ;)

Si, potrebbe essere una strada, certo...
A marzo tornerò ad avere un po' più di tempo a disposizione e penserò a qualcosa in merito.
Non escludo affatto di contattarti per qualche consiglio... ;)

Complimenti, bellissimo racconto

Poetico.
Ogni volta con queste storie si fa un tuffo nel passato. L'Italia del dopoguerra era fatta da grandi uomini che sono ripartiti da zero e ci hanno lasciato tanto. Non solo in termini materiali, ma soprattutto dal punto di vista della forza, del coraggio e della capacità di non arrendersi mai.

Una generazione molto solida.
Quando ne ho l'occasione, mi faccio sempre raccontare storie. Spesso bevendo un bicchiere di vino. Come piace a loro. E anche a me...

Grazie infinite per aver pensato di condividerle con tutti noi. 👏🏼

Great again. Waiting for hours to read but missed 4 hours.

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