LE STORIE DI GERARDO: L’osteria

in #ita6 years ago (edited)

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Torna Gerardo. Di nuovo con una poesia.

Sto raccogliendo i suoi racconti, le poesie, il vocabolario dei termini dialettali, i disegni, le foto,… per farne una pubblicazione.

I suoi ricordi, sono la nostra storia. La nostra memoria.

——o-----

L’osteria

Sempre cara fu questa piazzetta,
dove l’odore forte d’osteria,
veniva su dagli aliti, impregnati
di vino ed acre fumo di toscano.

Ripenso a quando l’oste era Salsetta,
con quei suoi bei baffoni ed il gilè,
me lo rivedo, come fosse ieri,
quando portava al tavolo i bicchieri
tenendoli con dentro le sue dita,
perché, quando finiva una partita,
gli uomini ordinavano del vino.

E si fermava qui Don Serafino,
per farsi “indegnamente” una scopetta
per un caffè o per qualche altra cosa..

Rivedo Filomena, prosperosa,
e rubiconda, lì dietro al bancone,
e, con l’aspetto calmo e pacioccone
torna alla mente il mitico Quintino,
che serve gli avventori al tavolino,
col sigaro incollato sulla bocca.

Vedo seduti uomini impegnati
con il tresette, briscola e primiera;
ed all’avvicinarsi della sera,
appare qualche capra, che ritorna;
si gratta un po’ la schiena con le corna,
e va per la sua strada, che le è nota,
verso una casa, ormai rimasta vuota.

E passa col suo carico il somaro,
talvolta anche la mucca col vaccaro;
e la donna che va, con il suo secchio,
verso le stalle a governar galline.

E sento ancora giungere all’orecchio,
voci paesane, frasi genuine:
quel parlare fiorito d’osteria,
con moccoli, con lazzi, amenità,
e improvvise risate ed allegria;
scorci di vita di tanti anni fa.

C’è, poi, chi siede ed ordina un quartino,
e c’è chi passa e va per la sua strada,
perché s’è alzato presto, quel mattino,
ed è stata assai lunga la giornata.

E c’è chi ha sempre fatto vita dura,
che saluta e si accomoda a sedere,
sperando di annegare in un bicchiere
quella stanchezza, e quella strana arsura.

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I racconti precedenti:

I miei primi sci
Polenta e panuntella. Due pietanze, due ceti
Il nostro Natale
Primo amore, prima bugia…
Due cari compagni di giochi
Uno scippo d’altri tempi
Serate di vita intorno al camino
In ricordo di due bravi ragazzi
Presepe vivente
Scene di guerra
Le canne di una volta…
Una salsiccia di legno

La poesia e l'autoritratto di Gerardo sono pubblicati con il consenso della moglie. La foto di copertina è tratta dal web ed è libera da Copyright.

Sort:  

Filomena e Quintino mi ricordano dei personaggi felliniani e la poesia mi riporta a quando ho modo di fermarmi nei piccoli bar dei paesini del nostro entroterra. Per prendere un caffè e fare due chiacchiere dopo un giro a tartufi 👍

Molto realistica e piacevole.

Questa poesia è bellissima,curata,ben strutturata,rime baciate...e poi racconta in modo chiaro e scorrevole ciò che viveva in quell'osteria.😊

Belle righe che fanno sognare....Filomena prosperosa 😆

Thank you John! 😉

Bella poesia,veramente!

Pazzesco come leggendo il racconto ti senti così immerso che sembra di percepire l'odore del Toscano , vedi quel velo di foschia che avvolge il locale e ne senti davvero l'odore che fuoriesce dalle loro bocche.

Succede anche a me...
Bisogna saper scrivere. E Gerardo sapeva scrivere...
Ma bisogna anche... saper leggere... 😉

Osteria... Se devo fare un paragone credo che l'osteria sia al pari di un nodo internet di oggi, all'epoca era il punto di incontro di un paese, radio scarpa. La diffusione era capillare.
Noto con stupore che Gerardo scrive che era frequentata anche dai preti... da noi era off-limits, la bestemmia era sovrana! Come faceva un uomo di fede varcare tale soglia.

"...la bestemmia c'entra con la sintassi, essa sostituisce tutti gli articoli e le congiunzioni tra una parola e l'altra; cavi la bestemmia, non scorre più il discorso!"

a proposito delle osterie ne Vajont 9 ottobre '63 di Marco Paolini.

Fantastico!
Di dove sei? Mio padre era istriano (triestino, va...) e la bestemmia era proprio questo...
Io, che ho preso un marcato accento romano, ne ho memoria e costume e talvolta la uso come rafforzativo! Dio non c'entra niente...
So che non è molto urbano e spesso mi freno. E talvolta vengo redarguito da qualche amico troppo bacchettone, o vittoriano. o preoccupato per me, che non faccia brutta figura... Ma tant'è...

io sono Trentino, vivo a i piedi della "Valle Incantata" di Goethe
si son cresciuto in un ambiente dove la bestemmia era proprio un rafforzativo, ma confermo che il rapporto con Dio non centra nulla, probabilmente avevano un rapporto con la fede molto più profondo allora che adesso
un saluto, nicola

grazie per la condivisione.
di quanti pagine sarà formato il libro?

Per ora stiamo raccogliendo, selezionando, sistemando,... Chissà...
Non poche, comunque...

L'inizio alla Leopardi (sempre caro mi fu..) mi ha fatto trasalire, per poi riportarmi in quelle che ormai sono le familiari parole e lo stile bucolico di Gerardo.
Altro bel pezzo di storia, devo ammettere che Gerardo mi è mancato nei due giorni passati..

Anche a me... Credimi.
Ogni tanto mi dico “ora basta”, ma poi... “vabbè, ancora questa. È troppo carina”...
E quando la pubblico sono tutto contento...

bella davvero...io ci provo ma faccio una fatica immane con le rime!

Eh... scrivere una poesia non è facile...

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