Cronache del Nibbio Bianco - Cap. 12: Il Reame del Crepuscolo

in #ita6 years ago (edited)

Il tempo sembrò rallentare intorno a Madre Aurora.

Le orecchie ancora le fischiavano quando entrò nell'arena il soldato, portando la notizia di un esercito di non-morti all'interno della città.

Strinse gli occhi cercando di mettere a fuoco l'immagine quando una spada poco affilata spuntò dal petto dell'uomo, e dietro di lui comparvero le orbite vuote di un teschio umano, le mascelle piegate in un eterno sogghigno di morte.

Cercò di rialzarsi faticosamente dalla polvere e si guardò attorno: tutti erano immobili, in attesa di capire cosa stesse succedendo. Nessuno parlava... non si udiva nessun rumore, tutta Greened stava trattenendo il fiato. Aurora pensò di essere diventata sorda, fino a quando una donna tra le prime file degli spalti emise un urlo di puro terrore... seguito da un secondo, un terzo e poi tanti altri che si unirono in un’unica sinfonia; ed il mago dalle vesti grigie che galleggiava in aria era il loro direttore d'orchestra.

  • UCCIDETELI TUTTI

Ripeté, con un tono di voce più alto: dai cancelli entrò un esercito silenzioso di scheletri semoventi, armati di spade, asce e randelli. Si riversarono nell'arena, si arrampicarono sugli spalti, si gettarono sugli uomini, sulle donne e sui bambini, colpendo ciecamente qualsiasi bersaglio in movimento.

Ma sulla polvere del campo di battaglia, avrebbero trovato pane per i loro denti.

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CC BY-ND 2.0 Image, click for source

Aurora fissava la figura di Flamberga sopra di sé: l’omone sogghignava, incurante di quello che gli accadeva intorno.

  • Sai pollastrella... mi sei sempre piaciuta. Adoro le donne che sanno combattere; e ancor di più quelle in armatura: tirarle fuori dalla latta prima di farle mie è una sfida tremendamente appagante...

Aurora ebbe un brivido di paura: si rese conto di avere sopra di sé un mostro, qualcuno capace di ignorare la carneficina intorno a lui per puro sadismo; e quel mostro era armato, mentre lei... lei non riusciva a trovare la sua spada.

Lui tentò di bloccarla a terra, Aurora rispose tirandogli un pugno col guanto d'arme sul naso. Lui si leccò il sangue dalla ferita e le bloccò anche l'altra mano.

Nel caos delle grida e del combattimento Aurora udì una voce... che chiamava il nome di Flamberga.

  • Brutto porco, il tuo padrone ti sta chiamando.

Gli disse lei.

  • Bel tentativo, tesoro. Ora stai buona...

Aurora gli sputò in faccia.

Lui si pulì con una spalla ed alzò il braccio per colpirla... ma qualcuno fermò il suo pugno a mezz'aria.
Era Cuspide, che lo fissava con occhi di fuoco: era la prima volta che Aurora lo vedeva infuriato.

  • Alzati. SUBITO. I non morti sono i nostri avversari, NON I VIVI.

Flamberga sospirò, alzandosi lentamente. Un gruppo di sei scheletri li circondava, proteggendoli dai loro stessi compagni. Pugnale alzava il simbolo sacro, controllandoli grazie alla forza della sua fede; era un tipico potere da sacerdote malvagio... ma che in quel momento, era loro alleato.

Aurora si alzò in piedi; prese al volo la sua spada che era volata via a qualche metro di distanza e corse via, verso i suoi compagni, senza voltarsi indietro.

Gli avventurieri stavano rispondendo all'attacco degli scheletri al meglio delle loro forze.

La Canzone del Mare era salita sugli spalti e si stava occupando di difendere il pubblico dal feroce assalto; Finn Etrius riusciva agilmente a tenere a bada una decina di scheletri da solo, mentre la giovane Atrona disponeva trappole e lanciava reti per impedire agli assalitori di arrivare alla popolazione indifesa.

I Coraggiosi Contadini si erano divisi su due fronti: i guerrieri Mel e Jeff combattevano nell'arena respingendo le orde con la spada. La maga Morr Delathis invece stava impiegando le sue forze nel contrastare il mago vestito di grigio: a lei si erano uniti altri due maghi vestiti di bianco che sembravano comparsi dal nulla. Il rimbombare di fulmini ed il crepitare del fuoco magico coloravano il cielo di sfumature innaturali.

Le Lame Nere, contro ogni pronostico, non sembravano in combutta con le schiere del male: Flamberga si era spostato all'ingresso dell'arena e con la sua mole immensa cercava di farsi strada verso l'esterno, assistito dalle frecce di cuspide e dalla magia sacra di Pugnale. Daga sembrava scomparso.

Ed il Nibbio Bianco? Aurora arrivò ad assistere Teclis e Quellolì, circondati da scheletri che li stavano quasi sopraffacendo; strinse il suo medaglione sacro e gridò alzandolo al cielo:

  • Io vi BANDISCO creature delle tenebre! PER BELLATOR!

Il simbolo sacro si illuminò di una bianca e candida luce: metà degli scheletri che circondavano Teclis e Quellolì si ritrassero impauriti, l'altra metà venne ridotta in polvere.

  • Aurora! Dobbiamo andare ad aiutare Sciacallo!

Disse Teclis annaspando e indicando gli spalti.
Si era alzato un gran polverone, ma Aurora cercò di aguzzare la vista: lì, dove fino a poco prima era seduta la famiglia imperiale... ora, c'era il caos.

Una specie di grande portale vorticante si era aperto a poca distanza dalla tribuna d'onore: l'imperatore era rannicchiato in un angolo mentre suo figlio Vallion e le guardie imperiali tentavano di proteggerlo dall'assalto furioso di dieci guerrieri vestiti in armatura completa nera, dai tratti umanoidi... ma con un volto di tenebra.

  • SCIACALLO... AIUTO!

Era la principessa Elaine Greywind... conosciuta come Laenei. Un’altra figura la stava trascinando per i capelli verso il portale. Era alto almeno due metri e mezzo, indossava un'armatura di maglia... un orco.


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L'imperatore urlava qualcosa nella sua direzione, ma quando una delle guardie imperiali tentò di recuperare la principessa un fendente da parte delle guardie nere gli mozzò la testa di netto.

Aurora si rese conto che non stavano solo rapendo la principessa imperiale, chiunque fosse stato ad ordire questo complotto, stava per mettere le mani su ciò che era al suo collo… il Medaglione del Cielo.

Sciacallo Di Pietra era partito da solo al salvataggio: stava correndo verso gli spalti urlando il nome di Laenei, incurante degli scheletri che lo stavano martoriando. Un paio di guardie nere notarono il movimento nella folla e si staccarono dal combattimento, pronti a ricevere Sciacallo con le loro spade ed i loro scudi.

Fu allora che al suo fianco comparvero Aurora, Quellolì e Teclis, armi e reagenti magici in pugno.
Quellolì urlò mentre suonava il suo liuto:

  • Il Nibbio Bianco al completo, contro ore di esseri maligni per salvare una principessa in pericolo: signori, qui stiamo per scrivere un nuovo poema epico! Sarà SENSAZIONALE!

Il Nibbio ingaggio in combattimento le due guardie nere, colpendo, parando e lanciando incantesimi. Nel frattempo l'orco trascinò la principessa all'interno del portale con una risata di scherno.

  • Laenei…NO!

Urlò Sciacallo; il portale si stava richiudendo velocemente... ma all’improvviso un raggio di luce lo colpì in pieno, bloccando la sua chiusura. In alto, l'anziana Maga dalle vesti bianche Morr Delathis era concentrata in uno sforzo immane, nel tentativo di difendersi dagli attacchi del mago vestito di grigio e quello di tenere aperta l'unica speranza di salvezza per la principessa.

L'imperatore era in lacrime ed urlava disperatamente:

  • SALVATELA! Salvate mia figlia! Coprirò d'oro dalla testa ai piedi chi la riporterà da me! Il mio impero per la principessa Elaine!

Appena udita la promessa di ricompensa, i tre membri della Canzone del Mare, eroi di Greened e moralmente obbligati al salvataggio, si gettarono a capofitto nel portale.

Dopo il loro ingresso, il portale si assottigliò nettamente, mentre il raggio di luce lanciato dalla maga si indeboliva sempre di più.

Non c'era tempo: Aurora guardò i volti dei suoi compagni... l'angoscia di Sciacallo, l'eccitazione di Quellolì e la preoccupazione di Teclis. Poi improvvisamente urlò:

  • CORRETE!

Teclis pronunciò lanciò in aria un pizzico di polvere gialla: un lampo di luce accecante apparve di fronte ai volti d'ombra dei loro avversari, frastornandoli.

Era il diversivo di cui avevano bisogno: ignorarono i guerrieri neri, gli scheletri, le frecce ed i fendenti delle spade, il rumore della battaglia ed il boato degli incantesimi. Ignorarono qualunque cosa... e si gettarono nel portale, un attimo prima che si chiudesse dietro di loro.

Un urlo di spavento... poi solo buio.
Buio, silenzio... e dolore.

Aurora si sentiva uno straccio.
Tentò di rialzarsi e si mise seduta a terra. Si sentiva strana.

MOLTO strana.

  • Sciacallo, Teclis, Quellolì... ci siete?

Rispose per primo Teclis:

  • Io ci sono ma non riesco a muovermi.

Poi Sciacallo:

  • C’è qualcosa che non va...

Seguito da un ronzio e la voce di Quellolì.

  • Aurora... credo che ci sia un problema.

Infine una voce sconosciuta.

  • Shhhhh... state zitti o ci scopriranno... cosa volete... cosa ci fate qui? Mi è quasi preso un infarto!

Aurora replicò allarmata cercando di mettersi in piedi e sfoderando l'arma... il problema è che non riusciva a mettersi in piedi e non riusciva a trovare la sua spada.

  • Cosa... chi sei tu? Dov'è la principessa? Fatti vedere!

Si udì un rumore di passi e qualcuno scostò una pesante tenda impolverata dalla finestra. Fuori era il tramonto; la luce giallastra e malsana illuminò la stanza e Aurora dovette coprirsi il viso con una zampa per schermarsi dalla luce.

Una... zampa?

Era ricoperta da un folto pelo nero e la sua zampa aveva dei cuscinetti morbidi. Si guardò attorno: era stato un gigantesco coniglio con le orecchie piegate indietro dalla paura ad aprire le tende. Vedeva inoltre una statua d'argento di Teclis, un camaleonte e...

  • Aurora! Ti sei trasformata in un gatto nero!

Disse una zanzara che gli ronzava intorno con la voce di Quellolì.
Il coniglio parlò.

  • Non ho idea di chi siate... ma benvenuti nel Reame del Crepuscolo.


CC0 Creative Commons Image, click for source

FINE PRIMA PARTE

Così giungiamo alla fine della prima parte delle avventure di Aurora ed il suo scalcinato gruppo di avventurieri. Nel caso in cui voleste leggere i precedenti capitoli sul mio blog:


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