Cronache del Nibbio Bianco - Cap. 7: Extrema Ratio

in #ita6 years ago (edited)

Il Nibbio Bianco corse per i freddi e umidi corridoi del labirinto, inseguendo l'eco delle urla di dolore che lentamente di trasformavano in flebili lamenti. Il rumore dei loro passi rimbombava tra le mura di roccia quando, dopo aver svoltato un angolo, entrarono all'interno di una grande stanza.

Poggiate sulle mura c'erano delle cuccette marcescenti e rastrelliere di armi arrugginite alle pareti. Sul pavimento giacevano frammenti di alcune statue distrutte, esseri alati dal volto mostruoso.

  • Altri Gargoyle...

Sussurrò Teclis tra sé e sé.

Il gruppo continuò a correre verso un corridoio dal quale provenivano bassi singhiozzi. In fondo, la luce tremolante di una torcia illuminava i volti rigati dalle lacrime di Larry Hawk e Jun Trappedtreasure, membri dell'Alba di Corallas. Il mago Gil Golden era poggiato al muro, scuro in volto, mentre scrutava a terra il corpo immobile di Clara Redstorm, sacerdotessa di Mallian.

Aurora e Sciacallo si chinarono sul corpo, entrambi imponendo le mani e pronunciando alcune breve preghiere... una tenue luce illuminò per un attimo il petto macchiato di sangue di Clara, ferita mortalmente da un quadrello di balestra... ma a parte questo non successe niente.


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Aurora alzò lo sguardo verso Larry, scuotendo debolmente il capo.

Teclis e Quellolì si occuparono di perlustrare l'area: al lato della porta era montata una balestra, collegata tramite un ingegnoso sistema di fili e carrucole ad un cavo quasi invisibile che era stato teso tra le due pareti del corridoio.

Aurora stava ascoltando la ricostruzione di Larry Hawk, ancora distrutto dal dolore.

  • Stavamo esplorando il labirinto... abbiamo affrontato altri topi ed un grosso ragno. Niente di ingestibile... fino a quando non siamo capitati nella stanza delle guardie. Lì abbiamo visto quei frammenti di roccia, qualcuno deve aver distrutto di proposito delle statue. Abbiamo sentito un rumore nel corridoio: siamo andati a vedere... verso metà lunghezza c'è stato un rumore sordo, uno schiocco... un dardo di balestra aveva colpito Clara in petto. Non so se fosse il dolore... ma non riusciva più a muoversi. Solo ad urlare... fino a quando si è spenta

La sacerdotessa di Bellator posò con gentilezza una mano sulla spalla di Larry.

Sciacallo invitò il suo compagno animale ad annusare il quadrello di balestra. Si fissarono per un attimo negli occhi senza dire nulla, poi il nomade prese la parola.

  • Il dardo è avvelenato. Dall'odore e dai sintomi sembra essere "Bacio del ragno", un veleno che paralizza le vittime provocando arresto cardiaco.

Larry e Jun ricominciarono a singhiozzare.

Teclis si avvicinò a Madre Aurora, chiedendole di poter conferire con lei in privato. I due si allontanarono di qualche metro e l'elfo le sussurrò all'orecchio.

  • Aurora... qualcosa non torna. Il meccanismo della trappola e la balestra... sono di buona fattura, praticamente nuovi. Una trappola del genere rimasta per secoli in questo labirinto, con questa umidità... sarebbe piena di muffa e probabilmente si sarebbe inceppata.

Aurora inarcò un sopracciglio.

  • Mi stai dicendo che qualcuno dei concorrenti ha montato questa trappola? A quale scopo?

Teclis scrollò le spalle.

  • Per rallentare gli altri gruppi ed evitare di essere seguiti. Il siniscalco aveva espressamente vietato il combattimento tra avventurieri ma in questo caso non c'è stato un vero scontro diretto. Comunque possono essere stati solo i membri della Canzone del Mare oppure...

Pronunciarono il loro nome contemporaneamente.

  • ...Le Lame Nere.

Mel Lionhammer si offrì volontario per scortare i sopravvissuti dell'Alba di Corallas verso l'uscita: il corpo di Clara venne trasportato su una portantina di fortuna costruita legando alcune lance arrugginite ed un mantello.

Aurora li salutò.

  • Larry, ti prometto che scopriremo chi è stato a commettere questo omicidio. Clara sarà vendicata.

Larry annuì gravemente tirando su col naso, e si allontanò continuando a tenere la mano di Clara nella sua.

Il Nibbio Bianco proseguì esplorando i corridoi bui e seguendo la scia di frammenti di roccia, porte sfondate e corpi di animali selvaggi. Durante la loro esplorazione trovarono un bauletto a terra in un vecchio magazzino... il baule, al contrario del resto dell'arredamento, sembrava in ottimo stato.

Quellolì si sfregò le mani.

  • Finalmente un po' di bottino!

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Lo gnomo trotterellò fischiettando verso il baule ma venne trattenuto per il colletto da Aurora. La sacerdotessa fece un cenno a Teclis che, pronunciando due parole nel linguaggio della magia, puntò il dito verso il baule da una distanza di sicurezza: il baule si aprì lentamente quando il gruppo udì un "CLICK".

BOOOOOM!

Il baule esplose con un enorme boato, distruggendo parte del pavimento sul quale era riposto. Quellolì guardò i resti del baule con un’espressione mista di terrore e sincera ammirazione.

  • CHI VA LA?

Tuonò una voce profonda dalla stanza posta alla fine del corridoio: la porta era aperta e dall'uscio filtrava una luce troppo forte per essere quella di una torcia. Il Nibbio non perse tempo e si diresse verso la soglia, armi in pugno.

Il Nibbio entrò in una gigantesca sala dalla strana forma.

Il soffitto era a cupola, alto una ventina di metri. Agli angoli nord, sud, est ed ovest della stanza prendevano posto delle alcove semi-circolari che davano alla sala una forma simile ad un fiore a quattro petali. Il pavimento era di marmo bianco e lucido, tutte le pareti erano meravigliosamente affrescate ripercorrendo visivamente la Leggenda degli Eroi del Crepuscolo.

In tre di queste alcove, erano posti dei piedistalli mentre nell'alcova a nord era presente un telaio rotondo con un diametro di circa 40 centimetri, posto su un’asta. Al centro c'era un grande altare di marmo coperto da un pesante telo di raso rosso. Lo stato di conservazione della stanza sembrava perfetto, come se qui non fosse passata l'umidità delle altre stanze.

Poggiato sull'altare c'era Flamberga, il gigantesco guerriero delle Lame Nere. Nell'alcova ad ovest, c'erano il mezzelfo Pugnale e l'elfo Cuspide che si stavano avvicinando cautamente all'oggetto che illuminava tutta la stanza.

Era un medaglione di un metallo simile all'oro, intagliato nella sezione di una corona circolare di 120 gradi, grande quanto un piccolo piatto. Emetteva una candida luce dorata e sulla sua superficie era inciso un simbolo incomprensibile, che pulsava di un bagliore bluastro.

Quellolì era senza parole: osservò gli affreschi, i piedistalli, l'altare ed infine il medaglione... poi lo indicò, urlando:

  • È IL MEDAGLIONE DEL CIELO! L'artefatto donato al Reame Dorato dagli gli dei!

Teclis allargò gli occhi spaventato, mettendo mano al sacchetto dei reagenti.

  • Secondo la leggenda chi entra in possesso del Medaglione del cielo può esaudire qualsiasi desiderio!

Aurora si mosse verso Cuspide e Pugnale ma si trovò la strada sbarrata da Flamberga che in un unico fluido movimento sguainò l'enorme spadone di metallo nero dal fodero che aveva appeso dietro le spalle.

  • Ehi ehi bellezza, dove vorresti andare? Se è un uomo che cerchi lascia perdere gli elfi, ci sono qui io a soddisfare i tuoi bisogni.

Fece un terribile sogghigno leccandosi le labbra. Sciacallo si piazzò accanto al suo leader, scimitarra in mano, fissando Flamberga con freddezza.

  • Siete stati voi a piazzare le trappole nei corridoi del labirinto?

Flamberga rise.

  • E se anche fosse?

Prese la parola Quellolì.

  • Una delle trappole ha ucciso Clara Redstorm! Se l'avete messa voi non solo siete squalificati dalla gara... ma siete anche degli assassini!

Pugnale, il mezzelfo cantante, si voltò verso Quellolì con uno sguardo triste.

  • Caro amico gnomo... gli avventurieri qui sotto hanno firmato una liberatoria. La possibilità di decesso era preventivata. Tutti dobbiamo morire, chi prima chi dopo... mi spiace che sia accaduto alla sacerdotessa. Pregherò per la sua anima.

Aurora interruppe gli scambi di battute urlando con tutto il fiato.

  • CUSPIDE! È così che ti chiami vero?

l'elfo arciere che stava per mettere le mani sul medaglione si voltò lentamente verso la sacerdotessa.

  • Siete stati voi a posizionare la trappola? Se non siete stati voi promettimelo sui tuoi dei e sui tuoi antenati... perché se è colpa vostra giuro sul nome di Bellator che assaggerete l'acre sapore della giustizia sulla vostra pelle.

...

Silenzio.

Un lungo attimo di silenzio nel quale il tempo sembrava essersi fermato... nel quale tutti trattennero il respiro in attesa che succedesse qualcosa.

Poi l'elfo, leader delle Lame Nere, incoccò con deliberata lentezza due frecce nel suo arco, parlando con calma studiata e senza nessuna emozione nella voce.

  • Cavaliere Blackpanther... se ci attaccherete andrete contro le regole del torneo. Non avete prove della nostra colpevolezza. Nonostante questo ci state minacciando. Quindi vi chiedo... siete pronta ad alzare le armi contro di noi? Siete pronta a prendervi questa responsabilità?

Aurora prese il tempo per riflettere un attimo sulla sua prossima decisione. Si voltò osservando Teclis e Quellolì pronti al combattimento. Accanto a lei, Sciacallo ed il suo coyote erano tesi come corde di violino; notando il suo sguardo, lui le annuì lievemente.

Il Nibbio Bianco era pronto al combattimento.

La sacerdotessa e Cavaliere di Bellator, Aurora Blackpanther, sapeva che il Nibbio Bianco l'avrebbe appoggiata nelle sue scelte, che avrebbe continuato a combattere contro il male in ogni sua forma, che avrebbe raddrizzato i torti e punito l'ingiustizia.

Aurora fece un sorriso amaro... poi disse tra i denti:

  • A mali estremi... estremi rimedi.

E tutto cominciò nello scintillio delle lame.

Siete confusi su chi sia il Nibbio Bianco, le Lame Nere o di quale labirinto stia parlando nella mia storia? Visita i precedenti capitoli de "Le Cronache del Nibbio Bianco" sul mio blog:

Martedì prossimo -> Nuovo capitolo delle Cronache -> @gianluccio

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