Cronache del Nibbio Bianco - Cap. 10: Il Segreto di Laenei

in #ita6 years ago (edited)

Quellolì si avvicinò di soppiatto al vicolo dove Sciacallo di Pietra e la giovane ragazza stavano parlottando: era incredibile come lo gnomo, solitamente così vivace e rumoroso, sapesse muoversi nel più completo silenzio quando l'occasione lo rendeva necessario.

  • Sciacallo... appena ho udito la notizia della morte di uno dei partecipanti ho avuto una bruttissima sensazione... ho temuto potessi essere tu.

Laenei era vestita con una tunica di colore blu scuro, le guance rigate da due lacrime. Sciacallo era evidentemente in imbarazzo per tutta la situazione.

  • Laenei... non ti preoccupare per me, ho la pelle dura. -
  • Ma... questa cicatrice sul volto è nuova... hai combattuto? Sei stato ferito? -

Sciacallo sfiorò la cicatrice inflitta da Flamberga nelle segrete e fece un sorriso amaro.

  • Non è niente. Un moscerino che a breve sarà schiacciato come merita. -
  • Oh, Sciacallo! Ero così preoccupata! -

Laenei lanciò le braccia intorno alle spalle del nomade delle pianure che, sorpreso, ricambiò l'abbraccio. La giovane donna alzò lo sguardo e fissò Sciacallo negli occhi... gli occhi di lei erano azzurri come il mare, il suo volto perfetto e le sue labbra così vicine. Lei chiuse gli occhi. Sciacallo avvicinò il volto al suo ma, un attimo prima di baciarla, vide un movimento dall'imbocco del vicolo, poi udì il suono di un accordo di liuto ed una voce, terribilmente famigliare, che cantava:

Di Sciacallo il grande amore
Per la bella dama in blu
è sbocciato come un fiore
Che non morirà mai più

I suoi occhi azzurro cielo
Sembran quasi discostare
dallo stoico cuore il velo
che gli impedì inver d'amare

Oh Sciacallo i tuoi calzoni
Ormai pieni d'ardor compìto
Esploderanno in un...


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Ad un cenno del nomade, il suo Coyote si gettò all'attacco delle natiche dello gnomo a fauci spalancate, cosa che interruppe improvvisamente la performance canora, fece scappare lo gnomo a gambe levate e attirò l'attenzione di tutti gli astanti.

Laenei si scostò rapidamente da Sciacallo coprendosi il volto col cappuccio: poi si avvicinò al suo orecchio:

  • Ci vediamo domani Sciacalluccio.

Gli stampò un bacio sulla guancia, poi sussurrò velocemente un paio di parole e sparì alla vista.

La consapevolezza che Laenei fosse una maga sorprese molto il nomade delle pianure: l'attimo di sconcerto venne interrotto da un lungo lamento di dolore da parte dello gnomo in lontananza.


Il gruppo del Nibbio Bianco si ritirò in locanda: la locanda del Cervo Dorato, una tra le migliori di tutta la città per la qualità degli alloggi e per l'ottima birra che vi servivano.

Madre Aurora era intenta a controllare le ferite di Quellolì, che fissava Sciacallo di Pietra imbronciato.

  • Non è niente, Alberico... è solo un graffio.

Aurora non aveva una grande vena umoristica, ma Teclis stava cercando di nascondere le risate dietro il suo libro degli incantesimi: il segno di un morso prendeva posto sulla natica destra dello gnomo, e la sacerdotessa era messa in una posizione tale da sembrare una madre che sculaccia il proprio figlio.

Lo gnomo si tirò su i pantaloni e si sedette a bere il suo boccale di birra; Aurora riprese la parola, ignara della scena comica che della quale era protagonista.

  • Allora, cerchiamo di ripassare la strategia della Grande Mischia: il gruppo più pericoloso è sicuramente quello delle Lame Nere. Ho già parlato con Mel Lionhammer: loro ci assisteranno nel combatterli durante le prime fasi dello scontro. Quindi: Morr Delathis e Teclis cercheranno di mettere KO Flamberga con i loro incantesimi; Mel, Jeff ed io attaccheremo in corpo a corpo mentre Sciacallo resterà dietro a protezione dei maghi. Quellolì ci fornirà supporto con la balestra e con la sua musica. Tutto chiaro?

Teclis annuì.

  • Ho proprio un paio di incantesimi che farebbero al caso nostro!

Quellolì fece una smorfia.

  • Non so se voglio restare con Sciacallo nelle retrovie. Ho paura che sguinzagli nuovamente il suo cane contro di me... ho come l'impressione che non gli piaccia la mia musica.

Sciacallo guardava fuori dalla finestra, con l'aria sognante. La sacerdotessa guerriera si alzò passandogli una mano davanti agli occhi per farsi notare.

  • Eh? Oh, sì sì, va bene penso io allo gnomo.

Quellolì trasalì.

  • In che senso?

Sciacallo ricominciò ad ignorarli fissandosi sul fuoco; Aurora scosse il capo, facendo un cenno agli altri.

  • Signori, è l'ora di andare a dormire... domani ci aspetta una lunga giornata e dobbiamo essere pronti a tutto. Buon riposo.

Quella notte quasi nessuno riuscì a dormire serenamente, chi per un motivo, chi per l'altro.


L'arena allestita in piazza era spettacolare: in una sola notte erano state erette delle enormi gradinate sulle quali prendevano posto centinaia di persone... la folla urlava grida di incitazione verso i gruppi schierati sulla terra battuta, ai quattro angoli dello stadio quadrato.

All'angolo Nord, il Nibbio Bianco: Aurora con la visiera dell'elmo calata sul volto, Sciacallo impugnando la sua scimitarra e con il suo Coyote al seguito, Teclis giocava nervosamente con una bacchetta e Quellolì aveva la balestra carica e pronta.

Nell'angolo Ovest, i Coraggiosi Contadini: Mel era vestito nella sua armatura e Jeff impugnava, al posto della zappa usata nella giostra, un grande spadone a due mani. Morr Delathis galleggiava nell'aria, i suoi piedi a trenta centimetri da terra.

Nell'angolo Sud, le Lame Nere: Flamberga e Daga erano uno accanto all'altro, spade corte e spadone pronti a fendere l'aria. La massiccia figura del guerriero nascondeva Pugnale e Cuspide, il primo recitava una silenziosa preghiera mentre il secondo aveva già incoccato due frecce nell'arco.

Nell'angolo Est, la Canzone del Mare: Finn Etrius stava affilando la sua spada, Lance accordava il liuto e Atrona aveva l'arco in una mano ed uno strano sacchetto nell'altra.

Improvvisamente, le trombe squillarono ed il pubblico si zittì: sulla tribuna d'onore fece il suo ingresso il Siniscalco Crelius Hengis, che si guardava attorno nervoso come sempre. Poi entrarono le dieci guardie Imperiali: indossavano un'armatura completa verniciata di bianco, uno scudo a torre recante le effigi di Greened ed impugnavano spade scintillanti.

Fece poi l'ingresso la famiglia imperiale.

L'imperatore Mercadior Greywind era ben piazzato e con un volto mite: una folta barba bianca e ben curata gli incorniciava il volto tondo. Era vestito con un farsetto e pantaloni rossi con finiture d’oro, un lungo mantello di pelliccia ed indossava la corona imperiale, che gli stava piccola sulla sua grande testa. Si sedette sul trono al centro della tribuna d'onore, sorridendo e salutando il pubblico.

Poi venne suo figlio che si sedette accanto a lui: Vallion Greywind: alto, biondo, aitante, dall'aria seria e risoluta. Al contrario del padre, abbastanza sguaiato, si sedette accanto a lui in maniera composta e facendo un cenno col capo al resto della popolazione.

Poi venne sua figlia: indossava un lungo abito di seta azzurra ed una tiara d'argento sui folti capelli corvini, legati in una lunga treccia che gli arrivava fino alla schiena. Aveva un portamento nobile e passi sicuri; si sedette accanto al padre con leggiadria e salutando il pubblico con una graziosa piroetta.

Madre Aurora sentì accanto a sé un rumore metallico: Sciacallo aveva fatto cadere la scimitarra e guardava la bellissima nobildonna inebetito.

La principessa Elaine Greywind, dall'alto della pedana, gli rivolse un sorriso ed un saluto grazioso con la mano.

Quellolì la indicò con la bocca spalancata quando capì cosa stava accadendo.

Sciacallo aveva quasi baciato la principessa dell'impero.

Siete confusi su chi sia il Nibbio Bianco, gli Eroi del Crepuscolo o l'isola di Miralis? Visita i precedenti capitoli de "Le Cronache del Nibbio Bianco" sul mio blog:

Next Week -> Nuovo capitolo delle Cronache -> @gianluccio

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