Cronache del Nibbio Bianco - Cap. 6: il Labirinto di Greened

in #ita6 years ago (edited)

La foga con la quale il Nibbio Bianco entrò nell'oscurità li fece quasi capitombolare giù per una lunga scalinata che portava sempre più in basso, sotto il livello del fiume. Il loro gruppo era ben rodato: la linea di marcia prevedeva Sciacallo di Pietra ed il suo compagno animale primi della fila; Teclis e Quellolì in mezzo e madre Aurora a chiudere la retroguardia e a far luce, grazie alla sua spada incantata.

I gradini sembravano non finire più: lo stretto corridoio nel quale si procedeva in fila indiana era scavato nel tufo. L'odore stantio della muffa riempiva le narici e l'umidità era quasi tangibile.

Dopo dieci lunghissimi minuti di discesa, la scala terminava con un pianerottolo ed una porta di metallo aperta, di ottima fattura: qui il tufo grezzo lasciava spazio alla pietra lavorata.


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Sciacallo si voltò verso il resto del gruppo, quando i passi dietro di loro si fecero più forti ed i due gruppi rimasi indietro li raggiunsero: i Coraggiosi Contadini e L' Alba di Corallas.

Senza dire una parola, gli avventurieri oltrepassarono l'antico portale trattenendo il fiato.

I tre gruppi entrarono in una grande stanza con le pareti costituite da grandi mattoni di pietra ed un pavimento di roccia lavorata grezzamente. La spada di Aurora emetteva una luce che squarciava la cappa di oscurità che ammantava la stanza; delle librerie marcescenti erano posate sulle pareti, e al centro della camera erano presenti quattro panchine. Intorno a loro, un olezzo di muffa e di escrementi.

Sciacallo si chinò ad esaminarli.

  • Topi.

Disse con tono pratico.
La maga bianca Morr Delathis emise un flebile urlo, quando da un foro nella parete uscirono tre topi grandi quanto un cane di media taglia, che attaccarono gli avventurieri. Nessuno fu molto preoccupato per l'imboscata: Aurora e Mel lasciarono l'incombenza agli inesperti guerrieri dell'Alba di Corallas che riuscirono a respingere l'assalto con efficacia.

  • ...Grossi topi.

Si corresse Sciacallo, alzandosi lentamente.

Dietro di loro, udirono un lungo sospiro ed il tonfo di un corpo: Morr Delathis era svenuta a terra. Mel Lionhammer e Jeff Dunthar si avvicinarono subito a lei: Jeff, sbraitando furioso, se la caricò in spalla e la portò di nuovo su per la scalinata di ingresso. Mel Lionhammer, Il Cavaliere di Bellator, si avvicinò ad Aurora.

  • Perdonate, reverenda Madre. La mia compagna ha un problema molto serio con... i topi. Jeff l'ha portata fuori per fornirle le cure del caso. Io intendo comunque partecipare alla tenzone e, se me lo permetterete, vorrei assistere Vossignoria. Noi cavalieri dobbiamo essere uniti di fronte alle avversità, sotto la guida attenta di Bellator.

Aurora tese una mano per stringere quella dell'attempato cavaliere.

  • Il vostro aiuto è ben gradito, Sir Lionhammer. Come due candele le cui fiamme si uniscono brillando di luce splendente, così noi porteremo Pace e Giustizia in questo luogo dimenticato.

Dietro di loro, lo gnomo Quellolì si destreggiò in una divertente pantomima, imitando in modo concitato la gestualità cavalleresca di Aurora e Mel. La sacerdotessa di Mallian dai folti capelli rossi, conosciuta come Clara Redstorm, cercò a stento di trattenere le risate... che comunque si interruppero quando Teclis tirò lo gnomo per un orecchio ponendo fine alla sceneggiata.

Sulla stanza si aprivano due archi di pietra identici, uno a destra ed uno a sinistra.

Kerrik Hawterin, leader dell'Alba di Corallas, prese la parola:

  • Nibbio Bianco, propongo di dividere le nostre strade in modo da non intralciarci nell'esplorazione di questo luogo... noi andremo a sinistra se a voi va bene.

Aurora guardò gli altri membri del Nibbio che fecero spallucce.

  • Noi allora andremo a destra. Buona fortuna.

I due gruppi si divisero perdendosi nell'oscurità.

Il Nibbio Bianco oltrepassò un corridoio ed una stanza che sembrava un'antica libreria. Teclis esaminò uno dei tomi marcescenti: era scritto in un alfabeto sconosciuto composto da tratti dritti e squadrati.

  • Non ho mai visto niente di simile in tutti e cento gli anni della mia vita. Posso supporre che sia scritto nella stessa lingua usata dall'imperatore per far aprire le porte.

Un sussurro trasportato da un alito di vento arrivò alle sensibili orecchie di Teclis, che si voltò di scatto... senza però vedere niente.

  • Questo posto mi mette i brividi

Disse l'elfo, quando Quellolì esplose in un gridolino d'eccitazione. Ora, il Nibbio Bianco aveva affrontato armate di orchi, scheletri animati dalla magia nera, maghi malvagi e briganti sanguinari; eppure niente faceva gelar loro il sangue quanto il gridolino d'eccitazione dello gnomo.

  • Sono gli Eroi del Crepuscolo!

Disse Quellolì, mostrando al resto del gruppo un mosaico posto in un angolo scuro della stanza. Su di esso erano raffigurate cinque figure umanoidi completamente vestite di bianco: una in armatura e spada, un'altra con una grande mazza ferrata, una con tunica e bastone, la quarta con un giustacuore di cuoio ed un arco e l'ultima con in mano un'arpa dalla forma strana. Le figure fronteggiavano un gigantesco mostro dalle fattezze demoniache che occupava metà mosaico.

  • Sono gli Eroi del Crepuscolo! Forse l'artefatto che l'imperatore vuole recuperare è parte del loro equipaggiamento! Forse la spada del cavaliere, o l'arco dell'arciere! O magari stiamo inavvertitamente liberando il malvagio conquistatore della leggenda! Non sono sicuro che saremo in grado di batterlo...

Disse lo gnomo, poggiando un dito sulla figura del mostro. Al contatto del dito, i tasselli del mosaico rientrarono nel muro, si udì un rumoroso CLICK ed il soffitto cominciò a tremare, facendo scendere polvere millenaria sulla testa degli avventurieri.

Quellolì tolse velocemente la mano dal mosaico e la nascose dietro la schiena.

  • Ops.

Madre Aurora spostò la luce della spada: appesi sull'alto soffitto, come dei giganteschi pipistrelli, prendevano posto due statue di esseri alati. Lentamente, questi uscirono fuori dal loro torpore, si staccarono dal soffitto, aprirono le ali e si gettarono sul Nibbio Bianco con gli occhi che emanavano una malevola luce scarlatta.

  • Gargoyle!

Disse Teclis, che li aveva studiati nell'accademia di magia ma che avrebbe fatto volentieri a meno della lezione pratica.

Aurora e Mel si ersero subito a difesa dei membri più deboli del gruppo: gli artigli di pietra delle bestie si schiantò contro i loro scudi con uno stridio assordante. Aurora rispose con un feroce contrattacco, colpendo il Gargoyle con fendenti e stoccate micidiali; nessun colpo però riuscì a scalfire la loro pelle rocciosa.

Accanto a lei, Mel abbandonò la spada e intercettò l'attacco del suo avversario con un possente colpo di scudo, che gli frantumò la mano artigliata. Ci fu un rapido cenno di intesa tra i due cavalieri, ed Aurora gridò:

  • Quellolì! Il mio mazzafrusto!

Lo gnomo fu preso alla sprovvista; staccò dallo zaino che aveva sulle spalle una piccola sacca e cominciò a frugare al suo interno, inserendo il braccio per tutta la sua lunghezza (nonostante non sarebbe mai potuto fisicamente entrarci). Ne estrasse una lunga asta di legno, alla quale era fissata una catena ed una palla di metallo chiodata. La lanciò ad Aurora che la prese al volo e, con un unico fluido movimento, la infranse contro la spalla del Gargoyle che esplose in una miriade di schegge.

In quel preciso istante, Teclis pronunciò una singola parola: un dardo di pura energia si staccò dal suo indice e colpì l'avversario di Aurora in un occhio. Sciacallo di Pietra si era invece scagliato contro l'avversario di Mel, colpendolo con un pesante randello di legno e distruggendogli l'ala destra.

Lo gnomo imbracciò il suo liuto e pizzicò le corde: intonò un canto epico le cui note rimbombarono nella stanza, incoraggiando i suoi compagni di gruppo... che colpirono gli avversari con ancora maggior foga.

Dopo qualche istante lo scontro finì ed i due Gargoyle si sgretolarono in un mucchietto di polvere. L'armatura di Aurora era contusa sulla spalla, ma era Mel quello che se l'era vista peggio: aveva una profonda ferita sulla tempia dalla quale perdeva sangue copiosamente.

Aurora si chinò sul vecchio cavaliere e pronunciò una breve preghiera a Bellator: in pochi secondi l'emorragia si fermò, e dopo un altro istante la ferita si richiuse, come se non fosse mai esistita.

  • Sono in debito con voi, Reverenda Madre

Disse Mel, rialzandosi faticosamente da terra.

Aurora non fece in tempo a rispondergli: un urlo di dolore eruppe attraverso uno dei corridoi che portava fuori dalla biblioteca. Era un urlo femminile, un urlo di dolore straziante che rimbombò a lungo tra le pareti dell'antico labirinto.

Il Nibbio non era sordo alle richieste di aiuto; il gruppo partì rincorrendo i flebili echi con le armi in pugno.

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I love that photo. Reminds me of the castle ruins, I visited in Europe.

Well, I'm writing about a fantasy adventure in a sort of medieval Europe setting, so it is good that it reminds you those ruins :) unfortunately it is written in italian, I don't know if you can understand it :(

ah, great! just got some steem power up so i upvoted it. thanks for the reply.

Salam dari ACEH.
Semoga selalu diberikan kesehatan aamiin

Halo, semoga harimu menyenangkan! :)

wow gianluccio, in che lingua ti sei parlato con quel ragazzo, che mi sembra indiano?? complimenti davvero per tutto!!!

Indonesiano :) Ma bisogna ringraziare google translate, qui punto a farmi un pubblico international! :D

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