Non è un social per vecchi

in #ita7 years ago (edited)

The importance of being resteemed (and resteem as well)

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Lo so, è bello vedere i propri post uno in fila all'altro, tutti belli ordinati. Giuro, anche a me piace. Dà quel senso di armonia, come dire...E poi è più facile votarli così no?

Eppure mi pare di aver letto da qualche parte che la condivisione nei social fosse importante per qualche ragione oscura...Ah, sì per costruirsi un pubblico.

Leggevo un po' in giro degli ultimi accadimenti nella Community italiana dopo una domenica passata a debita distanza dal monitor del PC...Pare che i voti automatici non partano più, che bisogna fare una faticaccia a leggersi tutti i post e commentarli...E hanno per giunta levato il Podium a data da destinarsi! What a shame!

Insomma, pare qualcuno stia complottando per trasformare Steemit in un social vero e proprio...Oh Wait!

About me

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Ho cominciato a usare Steemit nel giugno 2016, quando ancora nessuno - me compreso - aveva ancora capito di cosa si trattasse realmente. Poi l'estate, le foglie che cadono, lo Steem con loro...Alcuni amici che avevano iniziato assieme a me hanno continuato ad usarlo senza sosta, altri, come il sottoscritto, hanno perso la password salvo poi ritrovarla verso fine novembre. Fattostà che ci si trova qua a scrivere, come tanti.

Mi sono unito alla Community Ita poco più di un mese fa, quasi per caso come molti di voi. Vuoi per gli impegni di lavoro, per le vacanze natalizie di mezzo e per una serie di problemi, non sono mai entrato così a fondo nella dinamiche di un gruppo fatto di persone che da diverso tempo interagiscono e si aiutano a vicenda, motivo per cui questi cambiamenti mi hanno toccato fino a un certo punto.

Considerazioni di un perfetto sconosciuto

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I social sono spietati, ingiusti, sono social insomma. Ed era un po' questo il senso che si stava perdendo, almeno da quel poco che mi è parso di intuire. Tutti in prima linea a piazzare il link sulla sezione post di Discord, qualche refresh alla pagina per vedere "Se 'sti voti sono arrivati", una decina di like sparati a caso ai post/autori più influenti, altro refresh "Cazzo ancora non m'hanno votato mi sa che mi tocca postà in emergenza", due-tre commenti di un paio di righe massimo "pé' creà un po' de hype" e anche per oggi è tutto.

Il gioco può andar avanti finché la ruota gira, ma poi? Poi ci si trova a dover fare i conti con un pubblico, con dei gusti differenti, col fatto che porca miseria bisogna interagire, commentare, condividere, upvotare...Ma che é Facebook?

L'erba del vicino

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E' inutile arrovellarsi per capire il motivo per cui quel tale autore riesca a farsi i suoi 100 SBD a post mentre noi siamo lì a fissare il counter fermo a unovirgolasettantaquattr... Settantacinque. Che tanto l'invidia non paga.

C'è chi si è svegliato prima, chi si è sbattutto in precedenza, chi ci ha creduto anche quando lo Steem valeva meno di una figurina Panini, chi è riuscito a crearsi un pubblico, chi gli amici giusti. Sempre a sbirciare con un pizzico di gelosia l'orticello altrui piuttosto che capire per quale motivo il nostro blog su Steemit proprio non ne vuole sapere di diventare virale.

Lavoro nei media da circa quattro anni e diamine, quanto è difficile crearsi un pubblico. E quanto lo è ancora di più interagire con le persone, mantenere vivo un discorso, fare in modo che l'indomani lo stesso utente torni a bazzicare sulla pagina.

Fino a poco tempo fa chi non scriveva i propri post in inglese era tagliato fuori da Steemit. Quando lo scorso anno provavo a convincere chiunque a farsi un account la risposta più gettonata era "Eh, ma con l'inglese come faccio?" Ora siamo un po' di più e quel che sembra scontato, ovvero ricevere delle buone ricompense scrivendo nella propria lingua, non lo è affatto.

Si ma...Quindi?

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Il fatto di poter disporre di una chat di gruppo, confrontarsi, scambiarsi due link e qualche parere è un vantaggio. Lo è rispetto a tutti gli utenti che invece non hanno questa possibilità e devono inventarsi chissàcosa per guadagnarsi quel pizzico di visibilità in più e giustificare il tempo speso sulla piattaforma. Lo è dal momento in cui questo strumento viene usato nel modo appropriato, ma senza una vera interazione rimane fine a sé stesso.

Una interazione che parte dal web e può benissimo sfociare nella vita reale: giusto il mese scorso ho avuto il piacere di organizzare un meetup assieme a due cari amici @yoganarchista e @sature nella città in cui vivo - Berlino - ed è stata una bellissima esperienza, sotto tutti i punti di vista. - Qui le mie impressioni in merito

Ma, ma...Ma così ci vuole un sacco di tempo! Già. Trasformare un social in un lavoro non è cosa semplice. Richiede tempo, energie, collaborazione, fantasia. "Va a vedere che 'sta cosa di scrive du' stronzate su internet per piglià qualche soldo è 'na fregature come le altre..."

Purtroppo è così, non tutti dobbiamo necessariamente diventare dei blogger provetti. C'è chi ci investe di più e chi di meno e non sempre gli sforzi vengono ripagati. Si può essere fortunati, sfortunati, bravi, meno bravi...Fa tutto parte del gioco, prendere o lasciare. Io sono il primo a voler investire su questa piattaforma trasportando - nel futuro immediato - buona parte del lavoro che svolgo da freelance presso alcune redazioni. E se fallirò? Pace!

 


Per chi sentisse la nostalgia dei mondiali di calcio: Deliri mondiali

Per chi si fosse perso il racconto precedente: Io, la poesia, ce l'ho nel sangue

Per gli amanti della poesia di bassa lega: Franco

Mentre per dei racconti a buon mercato: Berlin Calling

Infine, per gusti più ricercati invece: riflessione: E se fosse il tempo a essere denaro

Condividete, commentate e seguitemi @bronsedi

Sort:  

Un post davvero interessante. Ormai è un anno che sono qui su Steemit e, nonostante mi fossi ripetuto più volte di volerlo utilizzare come mia piattaforma di blogging principale, alla fine ho passato la maggior parte del tempo a postare poco ed interagire ancora meno.
Solo durante questa ultima settimana ho iniziato, almeno in teoria, ad essere un pochino più attivo. E proprio in questa ultima settimana, ho anche iniziato a valutare la possibilità di scrivere dei post (magari non tutti) in italiano o, addirittura, in italiano ed in inglese.
Però, non saprei. Come è la community italiana qui su Steemit? Ci sono contenuti di qualità ed interazioni vere, o tutto si riduce ad un "condivido il link al mio post su Discord e aspetto che le persone vengano a dare un upvote"?

Tutti in prima linea a piazzare il link sulla sezione post di Discord, qualche refresh alla pagina per vedere "Se 'sti voti sono arrivati", una decina di like sparati a caso ai post/autori più influenti, altro refresh "Cazzo ancora non m'hanno votato mi sa che mi tocca postà in emergenza", due-tre commenti di un paio di righe massimo "pé' creà un po' de hype" e anche per oggi è tutto.

Perché, ecco, è questo che mi preoccupa, e che mi rende davvero titubante quando si tratta di approcciarmi alla community italiana in un nuovo social network...

E' un social e funziona come tale, con tutti I pro e I contro. Ci sono delle differenze rispetto agli altri?Certo, cosi come Facebook e' diverso da Twitter e via dicendo. Ma qui ci sono I soldi...Ci sono anche dalle altre parti, soltanto che altrove li si comincia a vedere solo dopo una certa soglia mentre qui si può ottenere una ricompensa anche senza essere dei re della comunicazione o dei blogger affermati. Se la gente si scambia le preferenze? Sono preferenze appunto e arbitrarie per natura. Le cosiddette 'balene' o 'delfini' sono persone che hanno creduto in questo strumento quando nessuno ci avrebbe scommesso, investendo tempo ed energie e se ora l hanno trasformato in un buon business buon per loro. Il mio consiglio, che e' quello che seguiro anche io, e' fare tutto con basse aspettative, tanta cura e possibilmente in inglese. E' una strada dura e comporta il fatto di credere nel progetto a lungo termine. Per chi vuole solo passare dal via per ritirare le 20 mila lire la realta potrebbe non essere cosi dolce. Good luck man, u've got a follower ;)

Non è facile qui, come non è facile diventare virali su youtube, influencer su twitter, ricondivisi migliaia di volte su facebook... Il risultato è comunque proporzionale (anche se non proporzionato nella misura che si spererebbe) all'impegno che ci si mette, non solo nella creazione del post, ma in tutta la serie di azioni collaterali che ci girano intorno, proprio come nella campagna di vendita di un prodotto.

Esatto. E non tutti quelli riescono ad avere successo, non tutti quelli che meritano vanno avanti cosi come ci sara sempre qualche idiota ad avere un successo smisurato. Se mi piace questo sistema? Non avendo soluzioni alternative proponibili e realizzabili nel breve periodo si fa di necessita' virtu'

Come a me non piace che una delle presentatrici più amate sia la De Filippi, che ho sempre detestato, ma che ci vuoi fare? non la guardo e non contribuisco al suo successo, ma non mi ci faccio il sangue amaro :D

Avere a che fare con un 'pubblico' e' difficilissimo. O lo si seleziona accuratamente a patto di rimanere in disparte e spendere una quantita immane di energie o si cerca di capire come suscitare interesse anche in chi normalmente non lo presterebbe a quel contenuto. A breve pubblichero una bella intervista fatta a mario adinolfi, che tutto gli si puo dire tranne che coi social non ci sappia fare :) Quello che bisognerebbe fare e' capire perche alla gente piace o meno una DeFilippi, imparare (perche c e sempre da imparare) le cose che ci son sfuggite e migliorarci. Il pubblico da il pubblico leva...

adinolfi?? ahhhhhhhhhhh

Risposta sotto ;)

Condivido molto le tue riflessioni (sarà questione di etnia? ) . Ne abbiamo discusso anche off-line. Aggiungo due riflessioni. Sta cosa della interazione ..per forza mi ha anche preso un poco alle balle. Mi spiego: se dovessi interagire con tutti quelli che conosco , con i nuovi, con i meritevoli, con quelli che vorrei conoscere...non mi basterebbero 24 ore e dovrei praticamente bivaccare su Stemmit. Quindi, non raccontiamola... certo che diamo anche voti al buio , una volta che abbiamo conosciuto un utente e ne abbiamo aprezzato capacità e condiviso contenuti e passioni. E' un modo per sostenere la "qualità" sulla piattaforma. Naturalmente parlo di una "qualità" che è un concetto del tutto personale e non inquadrabile certamente in regole e regolette..patetico e in malafede chi lo fa. Il pubblico : come te lo fai? Che vuoi che ti dica, io sono approdata su steemit un anno fa. Da allora ho sempre fatto almeno 2 post al giorno e non ho mai interrotto. Ho passato mesi con post a 0.1 e poi piano piano ...e senza aiuti, medaglie e palchetti sono andata avanti. Nessun gruppo, nessuno stipendo...Penso sia la strada migliore.Lo è sicuramente per me. Non è stato facile, anche perchè appena ho iniziato a vedere buone remunerazioni sui miei post, sono finita dentro la guerra di bandiere fra balene, eppoi il H 19...altra miseria...Ma Steemit è un luogo delle grandi possibilià se lo si vive con libertà. La reputazione te la fai o, come anche nel mio caso, te la porti dietro da altri social analoghi (come TSU) che hanno chiuso . Molti utenti che conosco arrivano da li...insomma la storia è lunga e, credimi, è anche un social per vecchi!

Apprezzamento ricambiato @sardrt, la tematica richiede sicuramente più approfondimenti e gli aspetti che hai sottolineato sono solo alcuni tra quelli che ho tralasciato. Sulla preferenza al buio mi trovi d'accordo, tutti le danno e tutti le daranno a prescindere dai gruppi di 'sostegno' o meno. Certo, se queste preferenze diventano 100 invece che 10 il discorso cambia sostanzialmente, anche perché 100 utenti a cui dare la mia fiducia al buio non penso che esistano proprio su Steemit e anche se esistessero non è detto che debba conoscerli per forza. A parer mio ovunque ci siano soldi di mezzo spuntano i problemi, su Steemit come in qualsiasi altra cosa. Nello specifico qui c'è gente che non pensa certo alla qualità dei post ma si compra 100K di Steem e mercanteggia per avere un ritorno economico spropositato. Queste stesse persone convivono sia con quell'ampia fetta di utenza che non ha mai letto o scritto una sega nella vita ma che d'improvviso scopre questo bisogno di comunicare, tutti peace and love, viva la community e balle varie, quando l'unico obiettivo è sfruttare l'onda e cercare di portare a casa sto par di cento euro che male non fanno in tasca. Essendo i soldi a far la differenza su Steemit, perché la 'potenza' dell'account altro non è che vil denaro, si ripresentano le stesse dinamiche troviamo nella vita reale: utilitarismo, servilismo nei confronti dei più forti, accondiscendenza e poca onestà, giusto per citarne qualcuna eh. Tutti pronti a fare la rivoluzione a parole per poi vendere il culo al miglior offerente, che tanto 'del doman non v'è certezza'. Rispetto a quando ho cominciato, estate 2016, Steemit è cambiato profondamente e la forbice tra balene e pesciolini si è allargata a dismisura, innescando una reazione che abbiamo tutti sotto gli occhi. Chi ha davvero il potere di voto o lo vende, o è legato a filo diretto con qualche altro 'potente', o senza andare a fare una lista infinita cerca di trarre il massimo profitto e sticazzi della morale, dei principi, della community e di tutte ste cazzate, che poi cazzate non sono ma lo diventano dal momento in cui vengono strumentalizzate per ottenere consenso e perseguire i propri fini. Io sono un semplice osservatore che non ha mai avuto il senso degli affari nella vita, o meglio che proprio non riesce a scendere troppo a compromessi con se stesso e con ogni probabilità ricco non lo sarò mai, ma che importa...Per il resto ammiro tantoil tuo percorso, l'amica con cui ho cominciato, @yoganarchista, ha fatto esattamente come te...ma che fatica! Per questo vorrei proprio vedere quanti 'fedeli alleati della causa Steemit' saranno ancora qua a scrivere l'anno prossimo, accontentandosi delle briciole e degli avanzi.

Sarebbe entusiasmante partire alla grande con tanti voti e persone che ti seguono, soprattutto quando impieghi del tempo a scrivere un articolo. Ancora mi sto chiedendo se ne valga la pena, ma è poco che uso steemit. Al di là degli obiettivi di crescita, trovo che si possano leggere tanti articoli interessanti e trovare curiosità che solo qui vengono pubblicate.

Da buon pokerista cerco sempre di valutare le cose nel lungo periodo e Steemit non è fatto per chi pensa di prender i soldi e scappar via. Non a caso buona parte del valore prodotto finisce altrove e si può cashare nell'arco di tre mesi...Ma ne varrà davvero la pena a quel punto? =) Io farei questo mestiere comunque, giusto prima della fine dell'anno ho aperto un nuovo sito a cui sto ancora lavorando. Steemit mi ha preso un po' alla sprovvista e ora la mia intenzione è quella di differenziare il lavoro e puntarci seriamente, sebbene stia ancora gigioneggiando per esser cortesi =) Di conseguenza per me ha senso solo se si hanno le idee chiare su cosa scrivere domani e a chi rivolgersi, essendo ovviamente consapevoli delle dinamiche specifiche che caratterizzano questa piattaforma, diverse da Twitter, Facebook e tanti altri social, ma non troppo.

Già... è assurdo come possa esistere in alcuni utenti la pretesa del tutto e subito senza alcun tipo di riflessione in merito...
Ma penso che per essi la strada sia breve, si staccheranno, si arrabbieranno (per cosa poi?!?!) E cambieranno direzione... anche questa è una sorta di evoluzione naturale,

Mah, qualcuno scoprira di esser sempre stato un blogger, altri di non aver nemmeno mai capito cosa diamine significasse la parola blogger. =)

Fantastico post... hai sintetizzato alla grande... e mi è piaciuto un sacco lo stile.
Io ancora non ho ben capito in che direzione andare... son qui che vivo con un manichino e ogni tanto converso pure con lui, haha... roba da ricovero, LOL.
Un salutone dalla Svizzera
Lucas & Steemitri The Mannequin

Ahhahah! Sinceramente penso che sul dove andare sia un azzardo per tutti. Dipende da cosa vogliamo costruire su questo social, se il nostro intento e' fare quattro soldi con un singolo post o pensare piu nel lungo periodo.

E verrebbe da dire: "e meno male che è un social!"
Sarebbe stato sterile e molto più "povero" senza il cuore delle interazioni più o meno vere che si possono instaurare con gli altri utenti. Per costruire qualcosa insieme, è necessario avvicinarsi.
D'altra parte, si scrive sempre perché ci sia qualcun altro che possa leggerlo. Si scrive sempre per qualcun altro. E se riesci a far leggere ciò che scrivi al destinatario, allora ciò che si ha da dire trova un senso.
:)

D'accordissimo. Infatti in molti, abituati a ricevere/elargire voti senza leggere/essere letti, hanno completamente dimenticato di costruirsi un pubblico di lettori veri, indagare se quell'argomento o quel post fossero davvero interessanti per la comunita'. Occuparsi di social non e' come un qualsiasi lavoro 9 to 5, c'e' molto altro dietro. Fondamentalmente per chi non ha pensato di dedicarci piu tempo di quanto speso a scrivere un post il sistema funzionava. Con quelle decine di voti la pagnotta si portava a casa e ogni tanto arrivava il podium a lenire i mal di pancia. Sempre piu vicini, sempre piu distanti.

vuoi vedere che la scomparsa del voto automatico sarà un toccasana? altro che tragedia... personalmente non utilizzo regole, posto quello che mi va, spesso e volentieri cose poco masticabili per le masse, upvoto a volte scegliendo e dosando, altre volte un pò meno... in genere faccio selezione partendo da titoli o argomenti e via.
Regola numero 1: non avere regole insomma... un saluto :)

Avrei un intero post da scrivere a riguardo ma preferisco lasciarlo nelle mani del futuro. Per molti e' stata una manna cominciare a scrivere OGGI e ricevere subito un discreto sostegno solo perche si fa parte di una chat comune senza mai realmente misurarsi col pubblico. Una soluzione che puó andar bene all'inizio ma se poi non si impara a camminare da soli...Eh ma nelle regole non c'era scritto!!!Io ricordo ancora molto bene quando si buttavano le ore a scrivere i post della vita senza ricevere non.dico un upvote ma uno straccio di commento/interazione!

Una cosa credo di aver maturato in cinque settimane su steemit, non fare bilanci dopo cinque settimane su steemit. Le domande se siamo sulla rotta giusta ce le poniamo tutti, naturale che sia così. Ma prendiamoci anche il tempo di crescere... questo è il mio pensiero.
Un saluto, nicola

Mi hai tolto le parole di bocca @knfitaly! prendiamoci il tempo di fare tutto, di evolvere e di vedere se questo progetto ci piace. Per il momento io mi diverto e ho fatto pure qualche soldo...e ho conosciuto un pò di gente simpa, che non fa mai male ;) Grande @Bronsedi, una bella lettura.

Ma infatti i problemi nascono solo dalle aspettative che la gente si pone. Su Facebook nessuno ne ha, eppure tutti lì a postare come assatanati. L'intento di Steemit, o almeno, quello che mi aveva affascinato all'inizio, è proprio redistribuire il valore generato da un contenuto (e dall'interazione che ne scaturisce) agli stessi autori/curatori. Un'idea fantastica dato che l'alternativa fino ad ora era far arricchire qualcun altro. Io onestamente apprezzo molto il lavoro fatto da chi si è sbattuto per creare tutto ciò, perché significa che ci ha creduto in un momento in cui nessuno lo faceva o che ci ha visto semplicemente più lungo. Mi riferivo maggiormente a chi, fino ad ora, ha conosciuto Steemit solo attraverso la community e ora si trova/probabilmente si troverà/probabilmente no, un po' spaesato.

@camomilla @bronsedi Allora facciamo un gioco. Prendiamo il link di questo post, andiamo sul calendario e mettiamo un appuntamento. Ci risentiamo fra... non so, altre 6 settimane? O la data che volete voi

6 settimane. Ci sto!

Non capisco il tuo punto...Penso che pure fra 6 settimane per avere successo sui social sarà essenziale interagire, condividere ecc. Magari non son stato chiaro ma il senso del post è: ben venga il fatto di poter interagire in una community, ben venga che qualche volta uno si pigli gli upvote delle balene, ben venga che ci sia fermento, si creino discussioni ecc. Meno bene dare tutto questo per scontato e intendere Steemit come una sorta di ufficio online, dove però scrivi un po' di quel che ti pare, per cui senza il supporto della community sei tagliato fuori/ti aspetti qualcosa dagli altri. In pochi ad esempio resteemano i post e trovo che questo sia dannoso a lungo termine: se non si è i primi a condividere perché ci si deve aspettare che lo facciano gli altri?

Capisco cosa intendi ma credimi e' solo una coincidenza che il post sia uscito oggi. Anzi no, dato che si tratta del mio mestiere ho proprio colto la palla al balzo per parlarne oggi, visto che il topic e' caldo. Conosco la piattaforma e le sue dinamiche da quasi due anni e qualcosa l'ho intuita - anche se non l'ho sfruttata a dovere sin dall'inizio - perciò le considerazioni fatte sopra. Per me che son arrivato l'altro giorno nella community ita non è che esista un pre-votoauto/podium e post. Facevo soltanto delle riflessioni dopo aver letto diversi post a riguardo, magari avrò ragione, magari no. Che importa :)

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