Il Tramonto - Capitolo IX
CAPITOLO IX
La vita è affamata, come le formiche d’estate prima della morte d’inverno.
Morii per la prima volta quell’inverno.
Forse era amore, forse no. Persi la mano che mi tirava sull’isola. Persi Federica.
La morte fa schifo.
La morte a quindici anni lo fa di più.
E’ freddo questo lettino. Sempre più freddo. Ma questa volta sono io a ghiacciarne la pelle tesa e impunturata. Un disegno a rombi sterili di monotonia. Io la monotonia l’ho sempre ripudiata ed ora ci sto scomodo sdraiato su. Ma tant’è. Mi sta guardando. Non lo vedo ma sento i suoi occhi che si scrutano. Li odio gli occhi fissi su di me. Di chiunque. C’è chi dice che lo sguardo fiero è solo di chi ti parla guardandoti negli occhi. Per me è solo una sfida ed in me cresce l’ansia e il nervosismo. Io non fuggo mai.
Io non fuggo più.
Image CC0 Creative Commons – Pixabay
Federica aveva lasciato quella spiaggia come gli uccelli migratori alla fine dell’estate. Ma non sarebbe più tornata. Ne l’anno dopo ne quello dopo ancora. E anche io non sarei più tornato su quella riva. Avrei vegetato per altri sei mesi tra i banchi di scuola e quel mulino abbandonato. Chiuso in un mutismo chiassoso di pensieri fragili e volenti. Un continuo flashback di quegli istanti. Gli occhi che si chiudevano per riaprirsi sulla morte.
Marta mi guardava triste. Aveva saputo di ciò che era accaduto ma, discreta e timida com’era, non ne aveva mai fatto parola. Ma i suoi occhi parlavano. Gli occhi che abbassava dopo pochi secondi per non farsi scoprire. Era primavera ormai. Una primavera che aveva il sapore dell’estate per il caldo eccessivo.
Scuola e mulino.
Questo era il mio programma.
Ci vediamo dopo la scuola, potremmo andare al parco a passeggiare
Le guance rosse e la voce fioca. Il suo sorriso accennato a squarciare la tensione.
Una mano. La sua mano, quella di Federica, non c’era più.
Restava il mare, restavo io. Ma c’era qualcuno che nuotava al mio fianco.
Il mare si acquietò di colpo.
Mamma mia.. Che tristezza mi hai trasmesso. Come sempre arrivi in un modo pazzesco con le tue parole.
Farti i complimenti ormai è diventato scontato.
Attendo impaziente l'avvenire ..
In effetti è una storia triste. Che dici la facciamo riprendere?
Si dai, diamogli na gioia :]
Meglio le storie che mettono gioia!!