Il Tramonto - Capitolo V
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
CAPITOLO V
Sentivo voci. Danzare come note di un violino. Gocce intermittenti di un rubinetto infame.
A passo lento camminavano le vie dei contatti neurali.
Can you hear me? La voce era flebile. Loop. Riesci a sentirmi?
Sento e non dovrei. Dove sei? Chi sei?
Volevo urlarlo, ma la voce era un soffio timido sulla fiamma della candela.
Troppo poco per spegnerla.
La vedevo ondeggiare, ridursi a barlume di luce e poi riprendersi vigorosa.
Ci si scotta col fuoco. Una fiamma o un incendio bruciano ugualmente ossigeno.
Respiravo. La vita ritmata da un affanno claustrofobico.
Can you hear me? Puoi sentirmi? Loop.
Quella voce!
Chi sei? Cosa vuoi da me?
Poi il giorno che muore e porta via gli inganni.
O forse ho sempre creduto lo facesse.
Ma in realtà scendeva solo un velo.
Una mistificazione della realtà.
Questo è la notte!
La mattina ero a pezzi, come schegge di uno specchio che va in frantumi, a migliaia e sparpagliati ovunque. Ero nel vortice degli eventi, sballottato dalle emozioni contrastanti e la testa immersa nel mare di dubbi e fottute circostanze da decifrare. Ero attonito e confuso. Ero un birillo colpito ripetutamente dalla palla da bowling, un cortocircuito di mancate distrazioni, una estasi di ansia e perdizione.
Mi sentivo così, ma tutto sommato, forse, ero fortunato.
Ero ancora vivo! Cazzo!
La vita e la morte.
...ci tieni sulle spine eh!!!!!!!!
ovvio. ahahah