Words of Life, Words of Music - Episodio 12. Giovane da un po'. Un innocente confronto generazionale, con Fulminacci [ITA-ENG]

in Italy3 years ago

Hi guys, this is the twelfth episode of the series Words of Life, Words of Music. I hope that you like this kind of post! If any of you want that I talk about a specific song, just tell me! The post has been written both in Italian and in English.

GIOVANE DA UN PO’

Un innocente confronto generazionale, con Fulminacci

Troppo spesso si sentono frasi, dibattiti e discussioni riguardanti il classico confronto generazionale che sfociano in un banale e superficiale “i giovani di oggi non hanno voglia e non sanno fare nulla”. La canzone che ho deciso di portare oggi, nel dodicesimo episodio della serie Words of Life, Words of Music, concerne proprio questa tematica. Sto parlando di: Giovane da un po’, di Fulminacci.

Con questa canzone, il giovane cantautore romano scrive una vera e propria lettera a una persona di un’altra generazione, sicuramente più vecchia di lui. La lettera si trasforma in un innocente confronto generazionale dove il cantautore non assume minimamente un tono critico, bensì un linguaggio maturo, consapevole e, come ho detto, con un velo di innocenza.

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A photo of my autographed vinyl of the last album of Fulminacci: Tante care cose.

Il brano inizia subito con la descrizione dei protagonisti (“tu sandali e bamboo e i tuoi figli dei figli dei fiori, io giovane da un po’”, e più avanti nel testo “tu legno e Malibu che aspettavi le onde di notte”) e con il senso di vuoto, che accomuna gran parte dei giovani attuali, riempito con “i film e le foto” che vanno ad indicare una voglia continua di svagarsi e di distrarsi, forse di avere un motivo per vivere.

Motivo per vivere che il cantante riconosce sempre presente nelle vecchie generazioni che, come si suol dire, hanno lottato per noi. Tuttavia è qui, nel ritornello, che Fulminacci mostra un tono consapevole e innocente chiedendo scusa di non poter aver dato una mano (“grazie che avete lottato, mi spiace se non ero nato”). Il cantante spiega come davvero si può star bene anche oggi, anche senza un motivo per lottare (“noi stiamo bene davvero”, “mi basta che il cielo è sereno”).

Il tono, come ho detto, non assume alcuna linea critica. Fulminacci, piuttosto, mostra la sua ammirazione per il passato e il rispetto per le vecchie generazioni (“correre a cento all’ora che bello deve essere stato”), continuando in ogni caso ad affermare che anche i tempi attuali saranno degni di essere raccontati, anche senza aver, apparentemente, un valido motivo (“quello che vorrei è un motivo in più, quello ce l’avevi tu, ma ehi, questi giorni miei li racconterò”).

Infine, nella strofa finale, emerge un senso di nostalgia per i tempi passati evidenziando comunque il fatto che forse, in fondo, non viviamo in due contesti completamente differenti (“la solita stupida barca, il solito fradicio mare”) e che, oggi come allora, subiamo la costante frustrazione del scegliere se vivere meglio sottomettendoci alle sovrastrutture sociali o differenziarci, forse isolandoci, dalla società (“decidi se farti un bagno o guardare gli altri che se lo fanno”).

Termino lasciandovi il testo della canzone e una breve descrizione riassuntiva. Grazie per aver letto il post, spero che vi sia piaciuto!

TheBigPas

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Testo di Giovane da un po’

Tu sandali e bamboo
E i tuoi figli di figli dei fiori
Che assomigliano ai tuoi genitori
È andata così
Io giovane da un po'
C'ho una specie di senso di vuoto
L'ho riempito con i film e le foto
E va bene però

Io tutto quello che ho detto
In realtà non è vero me lo hanno cantato
Io sempre fuori
Io già tornato
Dentro le mani c'ho un sacco di schiaffi che non ho mai dato

E noi stiamo bene davvero
Perché non abbiamo un pensiero
Non voglio la verità
Mi basta che il cielo è sereno
E grazie che avete lottato
Mi spiace se non ero nato
E correre a cento all'ora
Che bello deve essere stato

Tu legno e Malibu
Che aspettavi le onde di notte
Ogni tanto ci hai preso le botte
Ma niente di più

Sai quello che vorrei è un motivo in più
Quello ce l'avevi tu ma ehi
Questi giorni miei li racconterò
Io che ho accettato quel sogno
Come un volantino e ci ho fatto un aereo
Sempre promosso, sempre compreso
Dentro la faccia c'ho un sacco di schiaffi che non ho mai preso

E noi stiamo bene davvero
Perché non abbiamo un pensiero
Non voglio la verità
Mi basta che il cielo è sereno
E grazie che avete lottato
Io non me lo sono scordato
E correre a cento all'ora
Che bello deve essere stato

D'estate con il vento che canta
Sbirciamo negli anni '60
C'è aria da respirare
La voglia che è tutta da immaginare
La solita stupida barca
Nel solito fradicio mare
Decidi se farti un bagno
O guardare
Gli altri che se lo fanno


CanzoneGiovane da un po’
AutoreFulminacci
Data di uscita2021
AlbumTante care cose




Episodi precedenti




[ENG]

GIOVANE DA UN PO’

An innocent generational confrontation, by Fulminacci

Too often, we hear phrases, debates and discussions regarding the classic generational confrontation that result in a banal and superficial “today's young people have no desire and do not know how to do anything”. The song that I have decided to bring today, in the twelfth episode of the series Words of Life, Words of Music, concerns precisely this theme. I'm talking about: Giovane da un po’, by Fulminacci.

With this song, the young Roman singer-songwriter writes a real letter to a person from another generation, certainly older than him. The letter turns into an innocent generational confrontation where the author does not assume a critical tone at all, but rather a mature, aware language and, as I said, with a veil of innocence.

The song begins immediately with the description of the protagonists ("tu sandali e bamboo e i tuoi figli dei figli dei fiori, io giovane da un po’", and later in the text " tu legno e Malibu che aspettavi le onde di notte ") and with the sense of emptiness, which is common to most of today's young people, filled with “film e le foto” that indicate a continuous desire to have fun and be distracted, perhaps to have a reason to live.

Reason to live that the singer always recognizes in the old generations who, as they say, have fought for us. However, it is here, in the refrain, that Fulminacci shows a conscious and innocent tone, apologizing for not being able to help (“grazie che avete lottato, mi spiace se non ero nato”). The singer explains how you can really feel good even today, even without a reason to fight (“noi stiamo bene davvero”, “mi basta che il cielo è sereno”).

The tone, as I said, does not take any critical line. Fulminacci, rather, shows his admiration for the past and respect for the old generations ("correre a cento all’ora che bello deve essere stato"), continuing in any case to affirm that even the present times will be worthy of being told, even without apparently having a valid reason ("quello che vorrei è un motivo in più, quello ce l’avevi tu, ma ehi, questi giorni miei li racconterò”).

Finally, in the final verse, a sense of nostalgia for the past emerges, highlighting however the fact that perhaps, after all, we do not live in two completely different contexts ("la solita stupida barca, il solito fradicio mare") and that, today as then, we suffer the constant frustration of choosing whether to live better by submitting to social superstructures or to differentiate ourselves, perhaps by isolating ourselves, from society ("decidi se farti un bagno o guardare gli altri che se lo fanno").

Thanks for reading the post, I hope you enjoyed it!

TheBigPas

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