Words of Life, Words of Music - Episodio 5. La leva calcistica classe '68. Parlare di calcio per parlare di vita, con Francesco De Gregori [ITA-ENG]

in Italy3 years ago (edited)

Hi guys, this is the fourth episode of the series Words of Life, Words of Music. I hope that you like this kind of post! If any of you want that I talk about a specific song, just tell me! The post has been written both in Italian and in English.

LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE 68’

Parlare di calcio per parlare di vita, con Francesco De Gregori

Ogni volta che ascolto delle canzoni parlare di sport, nella mia mente affiora sempre la melodia di quella che ritengo una delle mie canzoni preferite: La leva calcistica della classe ’68, di Francesco De Gregori.

Se si vuole provare a descrivere nel modo più sintetico e semplice possibile la canzone La leva calcistica della classe ’68, si può dire che questa parla dell’ansia e della paura di Nino, un ragazzino di 12 anni che gioca a calcio. Tuttavia, non posso fermarmi qui. No, questo brano è molto di più.

De Gregori riesce a descrivere tutti i sentimenti e i valori del calcio in una maniera unica, giungendo ad oltrepassare l’ambito esclusivamente sportivo fino ad arrivare a descrivere per analogia la vita di ogni uomo.

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Photo of Francesco De Gregory taken from Wikimedia Commons, by Gorupdebesanez.

L’ansia e la paura di Nino di deludere il proprio allenatore, di sbagliare un calcio di rigore, possono essere intesi come l’ansia e la paura di tutti noi. Sono sentimenti che proviamo spesso quando non ci sentiamo pronti per fare qualcosa, quando ci apprestiamo a fare cose nuove, quando si presentano occasioni importanti e quando intraprendiamo nuovi progetti di vita.

Il cantautore invoca Nino a “non aver paura di tirare un calcio di rigore”, invoca tutti noi a non aver paura di sbagliare. Tutti possono commettere errori, anche i migliori. Ma bisogna stare tranquilli, perché “non è mica da questi particolari, che si giudica un giocatore”. Solo convivendo con questa concezione si può essere in grado di vivere come si desidera, senza aver paura di sbagliare.

De Gregori sottolinea che un giocatore lo si giudica “dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. Forse proprio in queste espressioni l’analogia con la vita diventa sempre più forte. Nino lo ha capito e tira “senza guardare”, in un’espressione dove il cantautore forse ci vuole far intendere di non guardare troppo al futuro, alle ansie e alle paure.

L’ultimo riferimento che voglio fare è al titolo. Il riferimento alla classe ’68 da un’aria più malinconica al testo. Molto probabilmente De Gregori riprende per analogia i movimenti e gli ideali del ’68, ideali fondamentali per la storia e pieni di speranza che però non hanno avuto il finale desiderato. Riferimento al titolo importantissimo per comprendere l’inserimento di un brano come questo nell’album Titanic, nome della celebre nave che, proprio come gli ideali citati, è affondata.

Per concludere, ritornando al testo in sé, credo che in fondo tutti noi siamo (o siamo stati) Nino. Tutti noi abbiamo avuto momenti dove l’ansia e la paura hanno prevalso. Ma, riprendendo De Gregori, se viviamo con coraggio, altruismo e fantasia, anche noi giocheremo “con la maglia numero sette”.

Termino lasciandovi il testo della canzone e una breve descrizione riassuntiva. Grazie per aver letto il post, spero che vi sia piaciuto!

TheBigPas

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Testo de La leva calcistica della classe ‘68

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione
Sole che batte sul campo di pallone
E terra e polvere che tira vento
E poi magari piove

Nino cammina che sembra un uomo
Con le scarpette di gomma dura
12 anni e il cuore pieno di paura

Ma Nino non aver paura
Di sbagliare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore

Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall'altruismo e dalla fantasia

E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai
Di giocatori tristi che non hanno vinto mai
Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
E adesso ridono dentro al bar

E sono innamorati da dieci anni
Con una donna che non hanno amato mai
Chissà quanti ne hai veduti
Chissà quanti ne vedrai

Nino capì fin dal primo momento
L'allenatore sembrava contento
E allora mise il cuore dentro alle scarpe
E corse più veloce del vento

Prese un pallone che sembrava stregato
Accanto al piede rimaneva incollato
Entrò nell'area, tirò senza guardare
Ed il portiere lo fece passare

Ma Nino non aver paura
Di tirare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore

Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall'altruismo e dalla fantasia

Il ragazzo si farà
Anche se ha le spalle strette
Questo altr'anno giocherà
Con la maglia numero sette


CanzoneLa leva calcistica della classe ‘68
AutoreFrancesco De Gregori
Data di uscita1982
AlbumTitanic




Episodi precedenti




[ENG]

LA LEVA CALCISTICA CLASSE ‘68

Talking about football to talk about life, with Francesco De Gregori

Every time I listen to songs talking about sport, the melody of what I think is one of my favorite songs always emerges in my mind: La leva calcistica classe ‘68, by Francesco De Gregori.

If you want to try to describe in the simplest and simplest way possible the song La leva calcistica classe ‘68, it can be said that this one speaks of the anxiety and fear of Nino, a 12-year-old boy who plays football. However, I cannot stop there. No, this song is much more.

De Gregori manages to describe all the feelings and values of football uniquely, going beyond the purely sporting sphere to describe the life of every man by analogy.

Nino's fear and anxiety of disappointing his coach, of missing a penalty kick, can be understood as the anxiety and fear of all of us. These are feelings that we often feel when we do not feel ready to do, when we are about to do new things, when important occasion arise and when we undertake new life projects.

The singer-songwriter invites Nino to "non aver paura di tirare un calico di rigore", he invokes all of us not to be afraid of making a mistake. Everyone can make mistakes, even the best. But we must rest assured, because "non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore". Only by living with this concept can you be able to live as you wish, without being afraid of making mistakes.

De Gregori emphasizes that a player is judged "dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia". Perhaps it is precisely in these expressions that the analogy with life becomes stronger and stronger. Nino understands this and shoots "senza guardare", in an expression where the singer-songwriter perhaps wants us to understand not to look too much into the future, anxieties and fears.

The last reference I want to make is the title. The reference to the 1968 class gives a more melancholy air to the text. Most likely, De Gregori takes up by analogy the movements and ideals of 1968, fundamental ideals for history and full of hope which, however, did not have the desired ending. The reference to the title is very important to understand the inclusion of a song like this on the album Titanic, a famous ship which, just like the ideals mentioned, sank.

To conclude, returning to the text itself, I believe that basically all of us are (or have been) Nino. We have all had moments where anxiety and fear prevailed. But, taking up De Gregori, if we live with courage, altruism and imagination, we too will play "con la maglia numero sette".

Thanks for reading the post, I hope you enjoyed it!

TheBigPas

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