Words of Life, Words of Music - Episodio 4. La guerra di Piero. L'inno contro la guerra di Fabrizio De André [ITA-ENG]

in Italy3 years ago

Hi guys, this is the fourth episode of the series Words of Life, Words of Music. I hope that you like this kind of post! If any of you want that I talk about a specific song, just tell me! The post has been written both in Italian and in English.

LA GUERRA DI PIERO

L’inno contro la guerra di Fabrizio De André

Si può essere in grado di denunciare la crudeltà, le atrocità e il dolore della guerra in un modo tanto poetico da suscitare emozioni talmente forti da scuotere l’animo umano? . C’è una canzone che più di tutte riesce in questo intento? . Oggi, nel quarto episodio della serie Words of Life, Words of Music, parleremo esattamente di questa canzone: La guerra di Piero, di Fabrizio De André.

Fabrizio De André è, in assoluto, il mio cantautore preferito. La guerra di Piero è una delle più grandi canzoni della storia della musica italiana e, secondo il mio modesto parere, la più grande quando si tratta di inno contro le atrocità della guerra.

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Fabrizio De André. This photo is taken from Wikimedia Commons

La canzone affronta la tematica citata (la guerra) dalla prospettiva di un semplice soldato (Piero). I dolori immensi provocati dalla guerra sono subito intercettabili nella canzone attraverso l’animo di Piero, che non ne può più di vedere “i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente”. Il soldato però è costretto ad andare avanti, fino ad arrivare al confine (“ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera”).

È qui che avviene l’incontro con un soldato nemico, definito tale solo perché indossa “una divisa di un altro colore”. Il riferimento all’inutilità della guerra è fortissimo, entrambi i soldati sono dello stesso umore, non riescono a comprendere la guerra e le sue finalità. L’umanità di Piero è talmente elevata che non riesce a sparare e uccidere il suo avversario, cortesia che però non gli viene ricambiata (“imbracciata l’artiglieria non ti ricambia la cortesia”). Così il soldato (Piero) cade a terra e muore, immerso in pensieri espressi (da De André) in una maniera immensamente poetica.

È proprio su questo tema che voglio fare le mie ultime riflessioni: la poesia in questa canzone. Credo che le parole, la metrica (i versi sono tutti endecasillabi!) e le metafore utilizzate in questa canzone siano un qualcosa di meraviglioso. Riporto le mie due metafore preferite:

  • Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po’ addosso;
  • Dentro la bocca stringevi parole, troppo gelate per sciogliersi al sole.

Vorrei concludere sostenendo che, in questa canzone, De André ci descrive (nel personaggio di Piero) un vero e proprio eroe. Ma non il classico eroe capace di compiere imprese memorabili, bensì un eroe in grado di restare umano di fronte alla sofferenza e alla crudeltà della guerra. Un eroe umano. Un eroe che non riesce, nell’animo, ad uccidere un altro uomo. Forse, mi verrebbe da dire, un eroe vero.

Termino lasciandovi il testo della canzone e una breve descrizione riassuntiva. Grazie per aver letto il post, spero vi sia piaciuto!

TheBigPas

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Testo de La guerra di Piero

Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
Ma son mille papaveri rossi

Lungo le sponde del mio torrente
Voglio che scendano i lucci argentati
Non più i cadaveri dei soldati
Portati in braccio dalla corrente

Così dicevi ed era d'inverno
E come gli altri verso l'inferno
Te ne vai triste come chi deve
Il vento ti sputa in faccia la neve

Fermati Piero, fermati adesso
Lascia che il vento ti passi un po' addosso
Dei morti in battaglia ti porti la voce
Chi diede la vita ebbe in cambio una croce

Ma tu no lo udisti e il tempo passava
Con le stagioni a passo di giava
Ed arrivasti a passar la frontiera
In un bel giorno di primavera

E mentre marciavi con l'anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore

Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora
Fino a che tu non lo vedrai esangue
Cadere in terra a coprire il suo sangue

E se gli sparo in fronte o nel cuore
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore

E mentre gli usi questa premura
Quello si volta, ti vede e ha paura
Ed imbracciata l'artiglieria
Non ti ricambia la cortesia

Cadesti in terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che il tempo non ti sarebbe bastato
A chiedere perdono per ogni peccato

Cadesti a terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che la tua vita finiva quel giorno
E non ci sarebbe stato un ritorno

Ninetta mia, a crepare di maggio
Ci vuole tanto, troppo coraggio
Ninetta bella, dritto all'inferno
Avrei preferito andarci in inverno

E mentre il grano ti stava a sentire
Dentro alle mani stringevi il fucile
Dentro alla bocca stringevi parole
Troppo gelate per sciogliersi al sole

Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi


CanzoneLa guerra di Piero
AutoreFabrizio De André
Data di uscita1966
AlbumTutto Fabrizio De André




Episodi precedenti




[ENG]

LA GUERRA DI PIERO

Hymn against the war by Fabrizio De André

Could one be able to denounce the cruelty, atrocities and pain of war in a way so poetic that it creates emotions so strong that it shakes the human soul? Yes. Is there a song that most of all succeeds in this intent? Yes. Today, in the fourth episode of the series Words of Life, Words of Music, we will talk exactly about this song: La guerra di Piero, by Fabrizio De André.

Fabrizio De André is, by far, my favourite songwriter. La guerra di Piero is one of the greatest songs in the history of Italian music and, in my humble opinion, the greatest when it comes to hymn against the atrocities of war.

The song speaks about the aforementioned theme (war) from the perspective of a simple soldier (Piero). The immense pains caused by the war are immediately intercepted in the song through the soul of Piero, who can no longer stand to see "I corpi dei soldati portati in braccio dalla corrente". The soldier, however, is forced to go forward, until he reaches the border ("ed arrvasti a passer la frontiera in un bel giorno di primavera").

It is here that the encounter with an enemy soldier takes place, defined as such only because he is wearing "una divisa di un altro colore". The reference to the uselessness of war is very strong, both soldiers are in the same mood, they cannot understand the war and its purposes. Piero's humanity is so high that he is unable to shoot and kill his opponent himself, a courtesy that is not returned to him ("ed imbracciata l’artiglieria non ti ricambia la cortesia"). Thus the soldier (Piero) falls to the ground and dies, immersed in thoughts expressed (by De André) in an immensely poetic way.

It is precisely on this theme that I want to make my last reflections: the poetry in this song. I think the words, the metrics (the verses are all hendecasyllables!) and the metaphors used in this song are something wonderful. Here are my two favorite metaphors:

  • Fermati Piero, fermati adesso, lascia che il vento ti passi un po’ addosso;
  • Dentro la bocca stringevi parole, troppo gelate per sciogliersi al sole.

I would like to argue that, in this song, De André describes us (in the character of Piero) a real hero. But not the classic hero capable of carrying out memorable feats, but a hero capable of remaining human in the face of the suffering and cruelty of war. A human hero. A hero who cannot, in his heart, kill another man. Perhaps, I would say, a true hero.

Thanks for reading the post, I hope you enjoyed it!

TheBigPas

Sort:  

Grazie che ci hai fatto venire in mente questa canzone... un capolavoro. Ho riletto il testo che hai riportato, mi sono quasi venuti i brividi

Grazie! A me vengono i brividi quasi ogni volta che la sento. Ti lascio il video di un'interpretazione incredibile della canzone che mostra maggiormente come questa sia quasi una poesia!

(se non hai molto tempo, parti dal minuto 3.45!)

caspita.... eh si, è proprio una poesia

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