Bitcoin, criptovalute e tassazione in Italia

Mentre in America ed Asia, le criptovalute sono soggette a tasse e regimi fiscali ben configurati, in Italia ci troviamo ancora (e per fortuna?) in un area piuttosto grigia della legislazione.


Immagine sotto licenza CC0

Attualmente, non esiste nessuna legge in Italia che tassi in maniera diretta le criptovalute. Secondo l'Agenzia delle Entrate, Bitcoin e criptovalute sono da equiparare a valute "straniere", non emesse da un'autorità monetaria e che si fondano sul principio che gli operatori di mercato ne riconoscono il valore e l'utilizzo per gli scambi.

Gli unici atti con una qualche valenza giuridica sono i vari interpelli che i privato hanno inoltrato all'Agenzia delle Entrate. A titolo esemplificativo ne potete trovare uno qui.

Ecco alcuni tratti salienti:

.. è pacifico che la valuta virtuale «bitcoin» non abbia altre finalità oltre a quella di un mezzo di pagamento e che essa sia accettata a tal fine da alcuni operatori.

Per quanto riguarda, la tassazione ai fini delle imposte sul reddito dei clienti della Società, persone fisiche che detengono i bitcoin al di fuori dell’attività d’impresa, si ricorda che le operazioni a pronti (acquisti e vendite) di valuta non generano redditi imponibili mancando la finalità speculativa.

Quindi, per quanto riguarda le società, i proventi derivanti da bitcoin e criptovalute sono soggette al regime di esenzione per l'IVA, tuttavia i ricavi rientrano comunque nella determinazione degli utili per le imposte dirette IRES e IRAP.

Per le persone fisiche, quando è generata una plusvalenza (quindi concretamente ho dei soldi in più sul mio conto) devo dichiararlo, ma rimane il regime di esenzione dell'IVA.

Le operazioni di acquisto e vendita di criptovalute sono assimilabili quindi ad un cambio valuta, perché è sottintesa una finalità non speculativa. Qui entra in gioco un altra definizione: quand'è che il cambio valuta diventa con finalità speculativa?

È il caso questo del trading. Qualora i movimenti, nell'arco dei 7 giorni, superino i 51.645,69€. In quel caso viene applicata la tassazione del 26% sui ricavi.

Ai sensi dell’art 67, comma 1 lett. c-ter e comma 1-ter TUIR, la tassazione delle plusvalenze realizzate a fronte di prelievi di valuta è dovuta solo a condizione che, nell’anno solare, la giacenza complessiva di tutti i depositi e conti correnti in valuta sia superiore a 51.645,69 euro per almeno 7 giorni lavorativi continui, utilizzando per il calcolo della giacenza il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento cioè al 1° gennaio.

Fonte: Articolo 67 TUIR

Non sono un commercialista ne un esperto in leggi, quindi per informazioni più precise dovreste comunque rivolgervi all'Agenzia delle Entrate. Spero tuttavia di avervi fornito una serie di informazioni utili che possano essere di orientamento per quest'area grigia della nostra legislazione.


Fonti:


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la mia più grande paura è il dimostrare la provenienza dell'investimento specie in casi bordeline come mining, steemit, airdrop, donazioni ecc.
ma anche vedere se un foglio di un exchange per loro costituisca una prova valida.
più che la tassazione in se in certi casi il rischio più grosso è il riciclaggio. specie per grosse somme.

C'è un utile video di Luca Ferrini che spiega in merito quali sono le tre strade percorribili al momento -> https://www.facebook.com/lucaferrini.dt/videos/2012843715631480/
Sempre lo stesso Ferrini aveva realizzato un Live sul tema -> https://www.facebook.com/lucaferrini.dt/videos/vl.311238186034033/1991178827797969/?type=1

La legge sui 51K la trovo interessante. Non tanto per le cripto, perché non l'hanno fatta per quello, ma per il trading "ordinario". Cioè ci sta questo buco fiscale quanto meno stucchevole. Rompono gli zebedei per cose molto inferiori, poi leggi una cosa simile e rimani quanto meno basito. Poter essere il mago di Oz e fare 50K l'anno sostanzialmente esentasse, sai che festa...

Il casino però è che le cripto sono assimilabili a conti esteri, e li cascano altre rogne da quello che ho capito, tra l'altro con multe considerevoli in caso di omissis.

Si tratta di una legge vecchissima; infatti nel testo originale come limite ci sono 100 milioni di lire, che convertiti sono circa 50k. Al momento l italia équasi un paradiso per i criptoinvestitori!

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