Viaggio in Portogallo pt.3

Ciao ragazzi, finalmente ho trovato un po' di tempo per scrivere il terzo ed ultimo capitolo del mio viaggio in Portogallo. Ho iniziato raccontandovi della coloratissima Porto per poi mostrarvi le meraviglie di Lisbona. Oggi è la volta di Sintra.

Per chi non la conoscesse Sintra è una splendida città a Est di Lisbona, facilmente raggiungibile in meno di 1 ora di treno dalla capitale. Il suo centro abitato è vertiginosamente aumentato negli ultimi anni fino a raggiungere i 377.000 abitanti. A cosa è dovuta la sua fama? Alle decine di rarità che la circondano, veri e propri capolavori architettonici.

Quello che vedete qui sopra è il Palácio Nacional de Sintra. Probabilmente è il primo monumenti che visiterete una volta raggiunto il centro di Sintra perché si trova esattamente nel centro del centro della città. La piazza sottostante la facciata del palazzo è il vero fulcro cittadino, il punto dal quale partono i cortei, le manifestazioni, i festeggiamenti, un punto di socialità. Cercando di ignorare la gru che rovina la foto e distrae l'occhio, focalizzate i due camini bianchi. Sono due enormi coni, alti 33 metri, che sormontano le grandi cucine del palazzo, in cui visse tra l'altro anche una Maria Pia di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II. Dal Palacio National, alzando gli occhi, scrutere un enorme castello, il Castelo dos Mouros.

Tra i querceti e le montagne rocciose che sovrastano e circondano la città di Sintra, si erge questo splendido castello medievale, costruito tra l'VII e il IX secolo. Come si intuisce dal nome stesso, il castello fu costruito dai mori. Dalle mura c'è una vista mozzafiato che permette di scrutare interamente la città. Anche questo, come il Palacio National, fa parte del Patrimonio dell'UNESCO.
Un altro elemento del paesaggio culturale di Sintra, anch'esso parte dell'UNESCO, è il famigerato Palácio Nacional da Pena.

Raggiungibile passando proprio dal castello, si presenta immerso in un vastissimo giardino stracolmo di specie vegetali rarissime. Il Palacio da Pena, è un castello che fungeva da residenza estiva alla famiglia reale regnante. Viene fatto costruire come regalo di nozze da Maria II di Braganza, sulle rovine di un convento.

Il palazzo è una vera perla, un intruglio di colori, un misto di stili architettonici: arabo, rinascimentale, gotico, barocco, manuelino. E' il vero simbolo di Sintra, e questo suo mix di stili lo rende veramente unico al mondo. Ogni angolazione è da cartolina.

Ogni unità architettonica all'esterno ha un suo colore e delle sculture che la distinguono dalle altre. Inoltre all'interno del palazzo ogni stanza è stata lasciata come era, con gli arredi originali (a parte qualche piccolo restauro).
Girando per il palazzo, vi accorgerete ad un certo punto in una grande terrazza con una cappella ed una vista un po' differente dalle altre, che danno tutte sui boschi. Da qui si scorge all'orizzonte, in profondità, l'oceano:

Sempre all'interno del territorio del comune di Sintra, tra le tantissime altre tappe, ce n'è una d'obbligo: Cabo da Roca.
Cabo da Roca è una sporgenza della costa occidentale, famosa per essere il punto più ad Est del Paese e di conseguenza dell'interno continente europeo.

Questo luogo è estremamente suggestivo. E' lo scenario ideale che ogni pittore paesaggista vorrebbe avere e un luogo di ispirazione per qualsiasi artista. La sua poesia non è frutto dell'uomo, come nel resto di Sintra, ma solo della sconfinata e superba creatività della natura.

Con questo poetico faro, li dove finisce la terra ed inizia il mare (cit. Luís de Camões) termina il mio "foto-racconto". Con la speranza che sia stato di vostro gradimento, e soprattutto, che vi abbia fatto venire tanta voglia di andare a visitare questi splendidi posti, unici al mondo. Vi saluto con questo piccolo inno al viaggiare di Fernando Pessoa, uno dei
maggiori poeti portoghesi:

Viajar! Perder países!

Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l’anima,
da vivere soltanto di vedere!

Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l’assenza di avere un fine,
e l’ansia di conseguirlo!

Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.

---

Tutte le foto sono di proprietà dell'autore.