Il maestro (by @kork75)

in #ita5 years ago (edited)

Il maestro

Grazie allo sconto di pena ottenuto per intercessione dell’Eccelso, dei cinque anni che Gatska avrebbe dovuto scontare ne fece soltanto tre; ad accoglierlo nel suo primo giorno di libertà, fuori dal portone del carcere di Ha c’era solo lui: Lice, l’amore della sua vita.
“Hai fatto ciò che ti ho chiesto, durante la mia assenza forzata?” chiese il maestro al suo giovane amante.
“Certo, Villa Incanto è stata venduta e la servitù pagata a dovere”, rispose Lice, che accarezzò amorevolmente la mano di Gatska prima di passargli un braccio intorno al collo, accompagnandolo al carro che li attendeva in fondo alla via.

L’aver licenziato tutta la servitù e la vendita della sontuosa abitazione in riva al mare, furono due azioni che gli costarono molto, ma il maestro aveva un assoluto bisogno di tagliare i ponti con il passato e con la città di Si. Gatska, inoltre, si sentì in obbligo con il sovrano e promise che al più presto l’avrebbe omaggiato con un’opera prima in suo onore.
“Bisogna che gli esprima formalmente tutta la mia gratitudine. Domani gli scriverò una missiva” , disse l’uomo prendendo posto sul grosso carro campagnolo trainato da una coppia di docili buoi.

“Sì, è la cosa giusta. L’Eccelso si è esposto molto per te. L’accusa di attentato all'onore del dio Kas, mediante la pratica di atti disonesti di natura omosessuale, è stata oggetto di lunghe discussioni da parte del Gran Consiglio delle Casate, e il tuo caso è stato portato all’attenzione del Consiglio Supremo, il quale ha ritenuto la condanna eccessiva. Attendevano tutti un presa di posizione del Gran Zunika, ma non c’è stata. Perciò l’Eccelso ha deciso di scarcerarti”, spiegò Lice visibilmente felice, mentre sistemava gli effetti personali di Gatska nel cassone del carro.


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“In questi lunghi anni amari ho scritto un'opera, è nella mia bisaccia. È solo una bozza, una composizione grezza, ma una volta completata la dedicherò all’Eccelso” , proferì l’uomo porgendo il voluminoso elaborato al compagno.

“Di cosa parla?” domandò curioso Lice sfogliando il fitto manoscritto.

“Parla di me e della mia vita, del mio percorso… Del sogno del diverso, dell’omosessualità clandestina: quest’ode parla dell’amore libero. Amore che può essere per una donna, per un uomo, per un cane, per un ideale: l’amore in tutte le sue forme, che spiazza e turba la società perbenista .”

“L’amore? Vedo che questo nobile sentimento ricorre per tutta l’opera”, commentò il giovane, che nel frattempo si sedette sulla panca del carro accanto al maestro, leggendo e sfogliando bramosamente il manoscritto.

“Sì, ma è un sentimento nascosto, allusivo, clandestino, vissuto con vergogna e disperazione totale, un impulso da reprimere. Solo nella parte centrale dell’opera vi è la rivendicazione di un amore omosessuale che serve come pretesto, per smuovere le coscienze di questa nostra società. Il tutto si conclude con l’accettazione dell’amore per il diverso, che conduce all’anarchia delle emozioni e al linguaggio del romanticismo”

“Quindi finisce bene, l’amore trionfa e la società cambia in meglio, vincono i sentimenti”, sentenziò Lice.

“È possibile anche che le cose cambino in peggio, d’altronde anche l’odio è un sentimento. Ora mio caro ascoltami, devi fare una cosa per me .”


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Gatska raccontò che durante la detenzione nelle buie e umide celle del carcere di Ha, maturò un’avversione smisurata unita a un totale disprezzo viscerale per il Gran Zunika. Tutto quell’odio per il suo carceriere, disse di averlo incanalato nella stesura di quel manoscritto.
“Vedi caro mio, queste sofferte parole d’amore sono frutto di un cuore gonfio di rabbia e orgoglio” , disse il maestro segnando con il dito un passo della sua opera.
“Inoltre, adesso nutro un'irrefrenabile bisogno di tornare a sentirmi vivo, libero di pensare e d’agire; per farlo ho bisogno di una cosa soltanto: mettere in musica tutto quello che è scritto su queste pagine. Per questa ragione, mio giovane amore, devi chiamare a raccolta tutti i miei vecchi orchestrali e cantanti. Lo puoi fare? Anzi, lo devi fare! La maggior parte di costoro so che è ancora in città. Abbiamo tempo fino alla luna blu per mettere in piedi la più grande opera di sempre!” disse Gatska riponendo con cura il manoscritto.

“Ti costerà tempo, fatica e denaro. Tieni presente che molti di loro hanno avuto paura quando sei stato incarcerato, e per timore di ricevere ritorsioni hanno lasciato Si”, rispose Lice, che notando una smorfia di disapprovazione da parte del maestro continuò: “Mio amato, se però questo è quello che desideri, ciò che ti renderà felice, conta come sempre su di me. Mi metterò subito al lavoro”. Con il sorriso sulle labbra, il ragazzo frustò con vigore i buoi e diresse il pesante carro fuori dalle mura di Ha.

Settimane dopo, quando finalmente Lice riuscì a rintracciare tutti i musicisti, il maestro consegnò loro con grande fierezza lo spartito della sua nuova opera: Il linguaggio romantico. Pagata un'ingente somma di denaro, utile per l’affitto del teatro e per le prestazioni e le prove dei concertisti, Gatska si ritirò insieme al suo amante, nella sua tenuta di campagna.


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Durante i cupi anni di prigionia, quello che aveva lacerato maggiormente la mente del maestro non fu la dura reclusione, ma il costante pensiero della crudeltà e della falsità delle due ex-mogli, responsabili della condanna. Le donne, interessate unicamente al ricco patrimonio di Gatska, agli sfarzi di corte e alla popolarità, si erano approfittate da subito del suo sincero sentimento, adulandolo e seducendolo, per poi costringerlo a contrarre matrimonio contro la sua volontà. Esse, resesi conto del suo orientamento bisessuale e della sua amicizia carnale con il giovane Lice, avevano cercato inutilmente di “normalizzarlo”, facendogli credere che il giusto modello da seguire fosse quello dell’eterosessualità. In realtà erano gelose, invidiose e timorose che il maestro aprisse gli occhi e le scaricasse a favore del suo nuovo amore.

Le megere escogitarono un piano fatto di menzogne atte a screditarlo: lo accusarono di abbandono e di atti contro natura, vomitandogli addosso le più oltraggiose immoralità. Lo Zunika del tempio di Si, che a suo tempo celebrò il matrimonio tra Gatska e le sue due concubine, secondo il rito della religione Kasikua, si ritrovò suo malgrado a segnalare il pernicioso caso al tempio del dio Kas, cosicché, di riflesso, la vicenda di Gatska arrivò sul tavolo del Gran Zunika. Questi, impugnando e interpretando le sacre scritture, condannò il musicista a pagare due ingenti somme di denaro: una da versare nelle casse del tempio e l’altra direttamente nelle tasche delle due donne ferite nell’onore, al fine di ricompensare la loro perdita.

Il maestro si rifiutò per principio di saldare tale debito e così, dopo un lungo processo, la pena fu tramutata in cinque anni di detenzione. Il suo amante, per evitare ritorsioni da parte degli estremisti religiosi, furiosi per un suo mancato coinvolgimento nella disputa processuale, fu costretto a lasciare la città e a rifugiarsi sotto la protezione del fratello di Gatska, un nobile e rispettato guerriero di nome Jaka. Le due mogli ottennero l’annullamento del matrimonio, ma non ebbero nessun risarcimento pecuniario, motivo per cui promisero vendetta.


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Finalmente libero, dopo aver scontato la pena, lì fra i castagni, i faggi, le fresche sorgenti dei Monti Kurska e le amorevoli attenzioni, Gatska cercò di dimenticare tutte quelle umiliazioni subite e tentò di ricostruirsi una nuova vita. Di tanto in tanto il maestro scendeva a valle, abbandonandosi a lunghe galoppate che dalle vaste pianure lo portavano fino al mare, dove suo fratello Jaka abitava con la famiglia. Ormai prossimo ai cinquant’anni, nonostante i capelli grigi cominciassero ad abbondare, Gatska conservava un aspetto giovanile; lo sguardo fanciullesco celava bene l’età biologica. Il fisico magro e longilineo gli consentiva di lavorare nei campi di giorno e di comporre o provare la nuova opera la sera, mentre le ventilate e fresche notti della valle del Kurska erano tutte dedicate al suo amore Lice.

In quella rigogliosa terra tra i monti e il mare, immerso nella campagna più ricca e verde di Kasiha, Gatska passò anche pesanti momenti di sconforto, ma grazie alla vicinanza del fratello e all’affetto di Lice, ne uscì forgiato e pronto per gettarsi nel “fuoco” di Ha. Proprio lì, nella città del Gran Zunika, suo accusatore e carceriere, avrebbe affrontato la battaglia artistica e morale più importante, in occasione della festa della luna: una rappresentazione teatrale aperta all’intera popolazione e al cospetto dell’Eccelso, suo grande ammiratore e benefattore.

Erano passati otto mesi dalla scarcerazione. Ad assistere alla prima del linguaggio romantico accorse una folla oceanica, che si estendeva dal teatro all’aperto costruito appositamente sul lungomare, addirittura fino alla battigia del chilometrico arenile di Si. Un pubblico che per tutte e tre le ore di spettacolo, seguì l’opera in religioso silenzio, interrompendo l’esibizione solo per prodigarsi in sinceri e assordanti applausi.


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“Avremmo mai potuto scegliere un teatro più ampio, per ospitare tutti? Guarda che spettacolo mia regina, il lungomare di Si illuminato a giorno, il mare, la luna blu... È tutto meraviglioso, non trovi?” domandò l’Eccelso, applaudendo soddisfatto al termine dell’ultimo atto.

“Hai ragione mio signore, dove avremmo mai potuto trovare lo stesso calore e le stesse emozioni che sanno regalare questa città e le sue genti? Il maestro, poi, si merita proprio tutto questo” , ribatté la regina.

Quando Il tenore si lanciò nel suo ultimo assolo e la sua voce lirica e nobile dai chiaroscuri beffardi e forti, si levò alta nel cielo notturno, qualcuno tra il palco reale commentò: “Certamente queste parole d’amore libero, trasportate dalla leggera brezza marina, staranno arrivando come tuoni alle orecchie ottuse del Gran Zunika”.
“Mi sa tanto che avrà chiuso le finestre del palazzo, per non udire simili frasi”, ironizzò Kama rivolgendosi ai due guerrieri Sike e Make. “Sai Sike, avevo uno zio famoso che cantava”, continuò Kama, seduto a pochi metri dal palcoscenico.

“E denaro ne faceva? Cugino, guarda che questi sono i migliori artisti di Kasiha. Jaka mi ha detto che il fratello ha dilapidato una fortuna per ingaggiarli” , ribatté il guerriero.

“Secondo me questi sono solo dei paraculo… Se mio zio guadagnava? Mica tanto, ma sai perché? Perché era bravo davvero, non come questi cani!”

I tre si passarono una borraccia di vino blu, tra fragorose risate.


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Quando lo spettacolo si concluse, un applauso interminabile e grida di giubilo si alzarono dal pubblico entusiasta. Il maestro cercò più volte di prendere la parola per ringraziare tutti i presenti, ma invano.
“Questi applausi sono tutti per te. È la voce della ribellione e del riscatto, la senti mio amato?” gli sussurrò Lice in un orecchio.
Gatska, ancora frastornato dall’enorme successo, non fece in tempo a stringere la mano e a complimentarsi con tutti i suoi musicisti, che la regina in preda all’emozione scese fra gli artisti e lo abbracciò calorosamente, prendendolo alla sprovvista. Anche l’Eccelso, visibilmente emozionato, commentò:

“ Maestro, stasera siete entrato di diritto nella storia di Kasiha. Un’opera stupenda in una serata magnifica, al cospetto della luna blu. Il vostro cuore è puro e sono convinto che il dio Kas…”

Il regnante non fece in tempo a terminare la frase, che Gatska si accasciò ai suoi piedi, urlando di dolore: un dardo di cerbottana lo colpì alla giugulare; restò visibile agli attoniti presenti per una decina di secondi, per poi sparire incredibilmente, lasciando un rigagnolo di sangue viola che fuoriusciva dalla ferita sul collo dell’ esanime Gatska.


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Continua...


La Luna Verde di Smeraldia by @itegoarcanadei
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Cap. 2: La prigionia
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La Luna Blu di Kasiha by @kork75
Cap. 1: Un anno prima...
Cap. 2: L'osteria il corallo blu
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La Luna bianca di Alfhild by @acquarius30
Cap. 1: Concentrazione e addestramento
Cap. 2: Gelido come il cuore del Marchese


Selenya: Le sei ombre della Luna [PRESENTAZIONE e CONTEST]

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Ammazza Kork, grandioso!!!👏

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Grazie😜! Continua a seguire il regno di Kasiha...Saluti kork75 😁

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Quando le storie della Luna Blu si tingono di Giallo... chi sarà l'assassino? Il Maestro si salverà? Qual'è il movente?
Grande @kork75 ;)

Belle domande. Kasiha è un posto strano aperto a mille scenari. Gente che voleva male al maestro nel regno c'ène e pure tanta...Un vero giallo tinto di "viola" 😁

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