Cari amici di Steemit,

il periodo più caldo della stagione (inteso come densità di impegni, non certo in senso meteorologico) non ferma la corsa di Milan, Inter e Juventus, che verosimilmente si contenderanno il titolo di campione d'Italia fino alla fine della stagione, in una battaglia che potrebbe rivelarsi come la più incerta dell'ultimo decennio.

Ad aprire le danze della ventunesima giornata ci ha pensato l'Inter, corsara (0-2) sul campo della Fiorentina mai realmente in partita se non sul finire del primo tempo; la semplicità con la quale gli uomini di Antonio Conte hanno superato l'ostacolo del Franchi, con un risultato netto che va persino stretto alla luce di quanto visto in campo, indica ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che i nerazzurri incarnano i veri favoriti per la vittoria finale.

Se un difetto si può trovare a Lukaku e compagni, sta nel fatto che la squadra non riesce sempre a capitalizzare la mole di occasioni che produce: anche a Firenze, come in Coppa Italia contro la Juve, l'Inter ha avuto diverse occasioni di arrotondare il bottino, e se in primavera anche questo tassello dovesse essere corretto, è facile prevedere per i nerazzurri una cavalcata trionfale che li conduca al titolo.

Nel pomeriggio di sabato anche la Juventus ha superato un ostacolo importante, come quello della Roma, ma a differenza di quanto visto a Firenze, per i bianconeri il risultato finale di 2-0 è sembrato premiarli eccessivamente nei confronti degli avversari, capaci di mantenere il pallino del gioco praticamente per tutti i novanta minuti. Pirlo ha dichiarato di aver appositamente impostato la partita in maniera prettamente difensiva, onde stroncare sul nascere le veloci ripartenze giallorosse, ma molti tifosi juventini hanno reagito storcendo il naso per questo ritorno al passato (periodo Allegri) sotto il punto di vista dell'atteggiamento.

Gran merito di questa vittoria deve essere assegnato alla prodezza di Cristiano Ronaldo, che portando in vantaggio la squadra le ha concesso la serenità necessaria per perseguire la tattica attendista studiata dall'allenatore, ma affidarsi sempre alle magie risolutive di CR7, che comunque, va ricordato, ha appena compiuto 36 primavere, non può che rappresentare un limite per i bianconeri.

Secondo il mio punto di vista, l'unico modo a disposizione dei campioni d'Italia in questa stagione per competere contro avversari più forti, sia in Italia che in Europa, deve passare dallo sviluppo di un gioco propositivo, offensivo al limite della sfrontatezza e votato al pressing feroce sui portatori di palla avversari: affidarsi agli scriteriati concetti del "primo non prenderle" che hanno caratterizzato gli anni di Massimiliano Allegri, non può che portare, in un periodo nel quale la qualità della rosa (specialmente del centrocampo) si è abbassata, ad un anno di insuccessi.

Uscita sconfitta dal match dell'Allianz Stadium, la Roma ha tuttavia dal canto suo, forse per la prima volta in stagione, destato una buona impressione in uno scontro diretto con una grande squadra, venendo punita oltre i suoi demeriti dal risultato. L'obiettivo dichiarato ad inizio stagione dalla squadra di Fonseca è la conquista del quarto posto, ultimo utile per accedere alla prossima Champions League, e per il momento il lavoro del tecnico lusitano è in linea con quanto previsto, sebbene lasci preoccupazione tra i tifosi giallorossi la mancanza di risultati nei confronti delle squadre di alta classifica (la Roma non ha battuto in questa stagione nessuna delle prime otto squadre).

Dalla partita di Torino è emerso ancora una volta che la Roma non può prescindere, specialmente nelle grandi sfide, dalla fisicità e dall'esperienza di Edin Dzeko, reintegrato in rosa ma privato della fascia di capitano. Per il buon proseguimento della stagione, sarà necessario ricucire lo strappo tra il bosniaco e Fonseca perché, nonostante l'ottimo impegno di Majoral e Mkhitaryan, la squadra con il suo centravanti titolare in campo è apparsa da subito più pericolosa.

Ancora un successo per il Milan, al quale era riservato l'impegno più semplice della giornata, contro il derelitto Crotone dell'ex giocatore rossonero Giovanni Stroppa; un'altra doppietta di Zlatan Ibrahimovic, insieme a quella messa a segno da Rebic, ha liquidato la pratica, giunta con la sicurezza della grande squadra. La pressione portata dall'Inter per il momentaneo sorpasso in classifica di venerdì, non ha fatto tremare le gambe agli uomini di Pioli, tuttavia facilitati nel compito dall'inguardabile difesa calabrese.

Gli scontri diretti persi con Inter e Juventus hanno paradossalmente evidenziato come quest'anno il Milan stia facendo un percorso straordinario, andando ben oltre le sue reali possibilità. Continuo a non riuscire a visualizzare l'immagine dei rossoneri festanti a fine anno, ma non sempre nel calcio vince la più forte, e in ogni caso andranno fatti i complimenti a Pioli, che in un anno e mezzo è riuscito a rigenerare l'ambiente come nessuno in precedenza.

Si ferma ancora l'Atalanta, che cede completamente di testa dopo essersi portata sul 3-0 nella gara interna contro il Torino, facendosi così raggiungere sul pareggio; la squadra di Gasperini conferma la sua completa imprevedibilità e la sua capacità, unica in Europa, di trasformarsi da rullo compressore in banda del buco (e viceversa) con facilità disarmante. Gli ultimi passi falsi però stanno cominciando a creare qualche piccolo malumore dalle parti di Bergamo e l'allenatore ha cominciato, per la prima volta in cinque anni, a finire nel mirino delle critiche, a segnale di come nel calcio non sia mai possibile vivere di rendita.

La squadra del momento è pero la Lazio, che giunta alla sesta vittoria consecutiva ha ora agganciato i cugini della Roma al quarto posto, inserendosi nuovamente nella lotta per le prime posizioni, dalla quale sembrava tagliata fuori fino a poco tempo fa. Il momento che i capitolini stanno attraversando è eccezionale soprattutto da un punto di vista fisico, cosa che sta restituendo a tutti i protagonisti in campo la stessa fiducia nei propri mezzi e la stessa convinzione viste nella prima parte di campionato dello scorso anno.

All'estremo opposto invece il Napoli, la cui storia con Gattuso sembra ormai giunta al capolinea. La sconfitta contro l'ottimo Genoa, rigenerato dalal cura Ballardini oltre ogni più rosea aspettativa, ha fatto raggiungere ai partenopei il poco invidiabile primato del record di sconfitte, che ora hanno raggiunto la quota di 7 in venti partite giocate, più di un terzo.

Che Gattuso non fosse un allenatore vincente, nè che nelle sue corde ci fosse la possibilità di far rendere una rosa più del suo reale valore, questo lo si sapeva fin dal momento del suo ingaggio; a pensar male si fa peccato, diceva Giulio Andreotti, ma spesso si indovina: non sarà che l'attuale allenatore del Napoli sia stato scelto apposta per scaricare su di lui le colpe di un progetto tecnico evidentemente non in grado di andare oltre al sesto o settimo posto? Dopo Ancelotti sembra quasi sia stata scelta appositamente una figura minore, sulla quale scaricare le responsabilità di investimenti poco adeguati, poiché far passare un grande allenatore per improvvisamente in declino sarebbe anche potuto risultare facile, farlo con due di fila, evidentemente no.

In coda si fanno sempre più difficili le posizioni di Cagliari e Parma, ma attenzione a dare in ripresa il Torino, che da quando è arrivato Davide Nicola ha sì mosso sempre la classifica, ma non ha ottenuto ancora nemmeno una vittoria, seppur abbia giocato più volte in condizioni favorevoli. Il pareggio raggiunto a Bergamo è un'impresa che potrebbe dare finalmente un po' di fiducia al gruppo e la sensazione è che molto della stagione dei granata passi dalla sfida della settimana prossima col Genoa.

La ventiduesima giornata rischia di essere ancora una volta favorevole al Milan, che dovrà vedersela in Liguria con lo Spezia, mentre Inter e Juventus, dopo la semifinale di ritorno della Coppa Italia, sono attese rispettivamente da Lazio e Napoli, in quelli che si presentano come i match più incerti della giornata.

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