La prima volta

in #writing5 years ago

La prima volta.

La prima volta che hai detto una parola.

La prima volta che hai detto una parola importante.

La prima volta che hai detto ti amo.

La prima volta che sei andato al cinema.

La prima volta che hai visto la neve cadere.

La prima volta che hai visto il mare.

La prima volta che hai udito un uomo parlare una lingua diversa dalla tua.

La prima volta che hai visto un uomo con la pelle di un colore diverso dalla tua.

La prima volta che sei scivolato.

La prima volta che ti sei rialzato.

La prima volta che hai subito un lutto.

La prima volta che hai visto un bambino nascere.

La prima volta che hai visto un bambino crescere.

La prima volta che hai provato disagio.

La prima volta che sei stato a tuo agio.

La prima volta che hai riso a crepapelle.

La prima volta che hai pianto disperatamente.

Siamo la somma delle persone che incontriamo dicono.

Siamo la somma delle prime volte che viviamo.

E cosi fu difficile scegliere quale sarebbe stato il primo viaggio di Sasha e Ryan lontano dall'Italia sin da quando le adottammo.

Avevamo pensato di portarle in Sudan per proiettarle nel luogo in cui hanno mosso i primi passi. Sarebbe stato un modo per renderle coscienti delle proprie radici. Abbiamo preferito rimandare a quando saranno ancor più grandi e più in grado di capire.

Immagine priva di diritti di copyright

Volevamo portarle ai tropici o in un luogo caldo ed assolato. Sarebbe stato divertente e rilassante ma forse troppo luminoso e raggiante per la loro prima esperienza altrove.

Poi come spesso capita a volte basta il trafiletto di un giornale o una news sul cellulare per trarre ispirazione.

A Berlino ci sarebbe stato un mercatino di antiquariato durante quasi tutto il mese di Novembre. Tra le altre cose ci sarebbe stata una mostra dedicata ai collezionisti. Vi sarebbe stata una ricca esposizione di polsini e cavigliere dei tennisti più forti della storia. McEnroe, Federer, Lendl, Panatta, Agassi, Borg, Connors, Sampras. Tutti questi eroi sarebbe stati riuniti all'interno dello stesso mercatino seppur con i loro "cimeli" inseparabili.

Uno strano collezionista sono lo so. Ma non lo sono forse tutti i collezionisti?

Ho sempre pensato che dentro quegli elastici che ponevano alla caviglia e ai polsi fosse racchiusa l'energia, la passione, il sudore di quei fenomeni.

Un modo per essere in contatto con quei grandi idoli.

Non è l'unica "mania" che mi compete ma di certo la più particolare.

Corsi a casa la sera e proposi Berlino.

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Sarebbe stata una 5 giorni perfetta.

Avremmo potuto conciliare divertimento, arte, memoria, storia e ricordo in un'unica meravigliosa vacanza.

Avremmo visitato il museo della memoria cogliendo l'occasione per sensibilizzare Sasha e Ryan sul tema. Avremmo frequentato localini Jazz e diner club la sera al ritmo di una musica che non c'è più. Avremmo vagato per i quartierini tra mercatini e artisti di strada.

Avremmo visitato il parlamento ed il checkpoint Charlie e vagato nel verde che si mescola a palazzi nuovi, innovativi, futuristici con lo sfondo di qualcosa che non c'è più.

Una città che ha distrutto il mondo solo pochi decenni fa e che ora rinasce, che ora è la patria della tolleranza.

Un bell'esempio, un bel segnale che Sasha e Ryan ameranno.

E poi potrei trovare la cavigliera di Maria Sharapova...



Con questo episodio continuo la mia corsa verso il romanzo in 10 capitoli ispirato alle tracce di @spi-storychain. Questa volta è il turno di @sbarandelli come ispirazione.

Ecco di seguito i capitoli precedenti per chi fosse interessato:


[Capitolo 1](https://steemit.com/ita/@serialfiller/attendiamo-la-prossima-grazie)
[Capitolo 2](https://steemit.com/writing/@serialfiller/sono-diventato-bes-m3kzp8lh) [Capitolo 3](https://steemit.com/writing/@serialfiller/umm-rawaba-rygpunje)
[Capitolo 4](https://steemit.com/writing/@serialfiller/organismi-cellulari-rdcd8ljx)


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