Mala tempora currunt

in #steemit6 years ago (edited)

Oggi, a un mio amico, nel corso di una discussione è stato detto "torna dai cammelli". Peccato che questo mio amico sia cittadino italiano dalla nascita, padre esemplare di tre figli italiani e sia titolare di un'impresa nel settore ICT che dà lavoro a dodici persone italiane.

La sua "colpa" è quella di essere nato in Somalia da una meravigliosa famiglia cosmopolita e avere un'ascendenza yemenita che è riconoscibile nei suoi tratti somatici e nel suo terzo nome.

Ho paura che, d'ora in poi, molte persone si sentano autorizzate a dire "torna tra i cammelli", o forse "torna tra le scimmie", ad altri miei amici italianissimi, come per esempio L. e M., che ho rivisto qualche giorno fa dopo anni, nipoti meticci di italiani ed eritrei al tempo dell'Africa Orientale Italiana; oppure R., etiope adottata da una famiglia composta da un belga e un'italiana; oppure S., figlia di un militare afroamericano e di una donna italiana; oppure M., moglie di uno dei miei più cari amici, proveniente da una famiglia per metà zimbabwese e per metà maltese.

Ho paura che l'odio per la complessità e per la diversità, covato per molto tempo in segreto, ora esca alla luce del sole e faccia danni alla cieca.

Ho paura che, dividendo tra "noi" e "loro" in categorie fittizie e semplicistiche, prima o poi chiunque possa diventare parte di un "loro" da discriminare, forse solo per il nome che porta o per la faccia che ha.

Ho la pelle bianca, ho nome e cognome italiani, sono battezzato, sono maschio e sono eterosessuale; per ora ho paura per gli altri, non per me. Per ora...


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Today, a friend of mine, during a discussion was told "come back among the camels". Too bad that this friend of mine is a born Italian citizen, an exemplary father of three Italian children, and he's the owner of an enterprise in the ICT sector that gives work to twelve Italian people.

His "guilt" is to be born in Somalia from a wonderful, cosmopolitan family, and having a Yemeni ancestry that is recognizable in his somatic features and in his third name.

I am afraid that, from now on, many people feel entitled to say "back among the camels", or maybe "back among the monkeys", to other Italian friends of mine, such as L. and M., whom I have met again a few days ago after years, mulatto grandchildren of Italians and Eritreans in the time of Italian Eastern Africa; or R., Ethiopian adopted by a family composed of a Belgian and an Italian; or S., daughter of an African-American military and an Italian woman; or M., wife of one of my dearest friends, born in a family half Zimbabwean and half Maltese.

I am afraid that hatred of complexity and diversity, hatched for a long time in secret, now comes out in the open and blindly does damage.

I am afraid that, dividing between "us" and "them" in fictitious and simplistic categories, sooner or later anyone can become part of "them" to be discriminated, perhaps only for the name he bears or for the face he has.

I have white skin, I have Italian names and surnames, I am baptized, I am male and I am heterosexual; for now I am afraid for others, not for me. For now...



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Provo la tua stessa paura... Io ho vari amici, cittadini italiani e ottimi professionisti, ma con la pelle del colore 'sbagliato'. Ho paura della deriva che il nostro paese ha preso. Paura e rabbia e una profonda tristezza.

Molti diranno che siamo arrivati a questo punto perché esasperati e messi in condizione di pericolo e di povertà, io invece penso che questa sensazione di pericolo sia stata coltivata ad arte, non stiamo poi così male come pensiamo di stare. Siamo vulnerabili alla paura e siamo manovrabili, purtroppo non vedo una soluzione a questo problema, perché le voci della ragione vengono messe a tacere dalle urla di chi "parla alla pancia". Invece, io stimo chi ancora riesce a parlare alla testa, perché è con la testa che si ragiona, non con la pancia.

Concordo su tutta la linea. E' vero, non siamo messi così male, per capirlo basterebbe veramente aprirsi al mondo (e non solo alle piccole cerchie "amicali" coltivate su Fb o ascoltando le trasmissioni tv ). Tutti noi abbiamo tra le mani uno strumento potente che ci rende veramente vicini ad ogni parte del mondo, ma preferiamo (forse è più semplice, sicuramente meno impegnativo) ascoltare le urla di chi parla alla pancia. Come facciamo noi qui su steemit, che leggiamo, chattiamo, conosciamo persone diverse, storie di situazioni lontane, vediamo foto di strade così diverse dalle nostre, sembra che la stragrande maggioranza dei nostri connazionali si stia letteralmente aggrovigliando su se stessa, dimenticandosi di avere una testa propria.

Contro la stupidità umana neanche gli Dei possono nulla.

Ho paura anche io.
Ma se i tempi peggiorassero credo che, rispetto al passato, quelli simili a noi per modalità di pensiero potrebbero trovarsi più facilmente grazie alla tecnologia, quindi organizzarsi e provare a cambiare le cose.

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