Mario

in #ita6 years ago (edited)




Mario e i suoi occhi grandi. Grandi e scuri. La sua vita uguale, ieri come domani. Sospeso tra il vivere ed il sopravvivere. Il lavoro fatto solo di contrasti col capoturno; Mario è un operaio, pochi diritti e troppi doveri. E poi a casa. La vita dedicata ai figli e ai pannolini sporchi, alla moglie, ormai senza sorriso, pronta solo a rinfacciare il tenore di vita insopportabile. E già! Non c’erano sorrisi e manco ricordava l’ultima volta che fu sorpreso da essi. Non se lo ricordava proprio, pur rimescolando nel fondo di ricordi, quelli dal sapore dolce della felicità. Mario e la sua vita uguale. Il giorno che fu assunto, lui lo ricordava bene. Dieci anni prima. Pensava e lo sentiva quel sorriso, ma non riusciva ad apparirgli nitido. Un ricordo logorato, opaco ma presente. Un ricordo confuso dagli affanni quotidiani. Eppure aveva poco da rimproverarsi. Mario aveva lottato. Mario aveva dato tutto se stesso. Aveva anteposto al suo bisogno quello della famiglia, del primogenito maschio che adesso aveva 6 anni e quello della piccolina di casa che di anni ne aveva 2. La sua gioia. Il suo peso.

baby-22194_960_720.jpgImage CC0 Creative Commons – Pixabay

Quello di dover affannarsi a cercare soluzioni per tirare avanti. Il mutuo per la casa, le bollette e qualcosa anche per i figli e la moglie. Per lui l’immenso dei sorrisi dei bambini, quelli rari e sbiaditi della compagna e null’altro. Lavorare per campare era diventato campare per lavorare. Anche nei week end. Aveva trovato un ristorante che necessitava personale. Cameriere per 50 euro a sera, sabato e domenica, nei giorni del riposo, che a lui non spettavano, si era detto allo specchio guardandosi con estrema dignità.
La dignità. Mario e il suo segreto. Ogni sera ritrovava il suo esistere nell’unico posto dove si sentiva libero da ogni peso e svincolato da ogni responsabilità e assillo. Stanco come era, trovava riparo davanti al mare. Quel senso di libertà ubriacava i suoi sensi e vomitava via la sua stanchezza, violentava il corso dello scorrere uguale delle ore.
Mario e i suoi occhi sulla battigia, sempre, in inverno come in estate. Le onde ad accavallarsi violente e lui, libero e perso nella spuma bianca.
Io ero lì. Come stasera. Come ogni sera.
Schiavo di questo mare come lui, e forse, come altri cento noi.
Noi che affoghiamo le ansie che ci tengono prigionieri. Noi e quel senso di libertà che colora la vita nel buio di una notte in spiaggia.
Io e Mario seduti in riva parliamo ogni sera ed ogni sera ancora, sollevandoci l’anima a vicenda.
L’anima che senza una voce amica annegherebbe nel mare delle ansie.
Il mare, il mio giaciglio, il mio urlo nel silenzio, la mia culla di libertà.


Mario and his big eyes. Big and dark. His life always the same, yesterday as tomorrow. Suspended between living and surviving. Work done only with contrasts with the boss; Mario is a worker, few rights and too many duties. And then at home.

mason-694271_960_720.jpgImage CC0 Creative Commons – Pixabay

The life dedicated to children and dirty diapers, to the wife, now without a smile, ready only to reproach the unbearable standard of life.
Really!. There were no smiles and not even remembered the last time he was surprised by them. He did not remember it, even though he was stirring in the bottom of memories, those with a sweet taste of happiness. Mario and his life always the same.
On the day he was hired, he remembered it well. Ten years before. He thought and felt that smile, but could not seem clear. A worn, opaque but present memory. A memory confused by daily worries. Yet he had little to reproach himself. Mario had struggled. Mario had given all of himself. He had prefixed to his need that of the family, the first-born son who was now 6 years old and that of the little house-girl who had two years of his own. His weight. That of having to scramble to look for solutions to get by. The loan for the house, the bills and something for the children and the wife. For him the immense smiles of the children, those rare and faded of his wife and nothing else. Working for life had become living to work. Even on the weekends. He had found a restaurant that needed staff. Waiter for 50 euros a night, Saturday and Sunday, in the days of rest, which did not belong to him, he had said in the mirror looking at himself with extreme dignity.
Dignity. Mario and his secret. Every evening he rediscovered his existence in the only place where he felt free of all weight and freed from all responsibility and worry. Tired as it was, he found shelter in front of the sea. That sense of freedom drunk his senses and vomited away his weariness, rape the course of the same flow of time.
Mario and his eyes on the shore, always, in winter as in summer. The waves overlap violently and he, free and lost in the white foam.
I was there. Like tonight. Like every evening. Slave of this sea like him, and perhaps, like another hundred of us.
We who drown the anxieties that keep us prisoners. We and that sense of freedom that colors life in the darkness of a night on the beach. Mario and me, we sitting on the shore, we talk every night and every evening, raising our soul to each other. The soul that without a friendly voice would drown in the sea of anxieties.
The sea, my bed, my scream in silence, my cradle of freedom.

izmir-1943101_960_720.jpgImage CC0 Creative Commons – Pixabay




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Mi hai ricordato molto "Eroe" di Caparezza. Bella storia, molto amara e molto vera...

ci sono molte persone che vivono questa condizione, purtroppo. Occorre anche raccontare la vita uguale.
Grazie del complimento.

Per fortuna in questa storia c'è la speranza, speranza che aiuta a sopravvivere alle difficoltà del giorno.
Uno spaccato di vita uguale per molti e, purtroppo, sono in pochi ad avere il mare disponibile

E si! io per fortuna il mare me lo porto dietro per lavoro. Grazie per il commento.

Quanto dolore silenzioso in questa storia....bravo Tommaso!

E si, ci sono storie silenziose e dignitose nella loro miseria economica, altre che splendono sulla miseria della loro umanità. Grazie per il complimento.

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Citazione su postit - GRAZIEEEE

Grazie il tuo post mette in luce quello che siamo, un po' tutti. Questo dilemma tra il cieco sacrificio e lo strappare un briciolo di felicità da ogni giornata.

Grazie a te per l'interesse mostratomi.

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