Besiktas is a continuous up and down, a maze of streets laid on craggy hills. The place is really nice and it soon becomes familiar and welcoming. Life seems to pass peaceful. The views of the Bosphorus. The historical buildings. The cozy bar with tables outside. Besiktas is my home in Istanbul.
The evening is looming. Taksim is a surprise. The beating heart of a cosmopolitan metropolis. A flood of people, including Western and Middle Eastern tourists.
The road that starts from central square is pedestrianized and large, broken in the center by tram tracks. A historic tram provides relief to those who is tired of walking. Venetian-style palaces, alleys full of restaurants with tables that restrict to a minimum the space available to walk. The Raki flows freely, the beers, locals with live music. Every 10 meters the soundtrack of the walk, it changes.
A terrace welcomes us. Dine in typical turkish style. The Raki. Similar to our anise, characterizes all the tables. Diluted in water is able to quench the thirst. The body and the soul.
The river continues to carry me even sitting at the table. Club, disco. Taksim sounds and brightens the night in Istanbul.
It is late and the flight at 9 am the next day requires the return home.
Contradictions walking sideways, brushing. Western and Arab tourists. Women with skimpy outfits to discover the body, others with only the eyes free in long black robes. I thoughtfully observe trying to understand. Obviously I can not hide my thoughts or to mask them and in fact my host asks me what I was thinking. I explain to him and his response was immediate. He smiles and tells me that we should not pay much attention to the way of life because "the path may be different but the goal is one." The power of these words disarms me. My face lights up in a smile.
I was born 1400 km to the west, the same longitude, seaside towns and towns of thought. I'm here as my home.
Besiktas è un continuo saliscendi, dedali di strade appoggiati su colline scoscese. Il posto è veramente gradevole ed ha un aria di familiare ed accogliente. La vita sembra scorrere serena. La vista sul Bosforo. I palazzi storici. I bar accoglienti con i tavolini all'aperto. Besiktas è la mia casa ad Istanbul.
La sera incombe. Taksim è una sorpresa. Il cuore pulsante di una megalopoli cosmopolita. Un fiume in piena di gente, tra turisti occidentali e mediorientali.
La strada che parte dalla piazza centrale è pedonale e larga, rotta al centro da binari tramviari. Un tram storico offre sollievo a chi è stanco di camminare. Palazzi in stile veneziano, vicoli pieni di ristoranti con i tavolini che restringono al minimo lo spazio utile alla camminata. Il Raki che scorre a fiumi, le birre, i locali con la musica dal vivo. Ogni 10 metri la colonna sonora della passeggiata cambia.
Una terrazza ci accoglie. Si pasteggia in stile tipicamente turco. Il Raki. Simile al nostro anice, caratterizza tutte le tavole. Diluito in acqua riesce a dissetare il corpo e l'anima.
Il fiume continua a trasportarmi anche seduto al tavolo. Club, discobar. Taksim risuona ed illumina la notte di Istanbul.
L'ora è tarda ed il volo alle 9 del mattino del giorno dopo impone il ritorno a casa.
Contraddizioni camminano di fianco, sfiorandosi. Turisti occidentali ed arabi. Donne con abiti succinti a scoprire il corpo, altre con solo gli occhi liberi in lunghe tuniche. Osservo pensieroso cercando di capire. Evidentemente non riesco a nascondere i miei pensieri o a mascherarli ed infatti il mio ospite mi domanda a cosa stessi pensando. Gli spiego e la sua risposta non si fa attendere. Mi sorride dicendomi "non bisogna prestare molta attenzione al modo di vivere in quanto il cammino può essere diverso ma la meta è unica." La potenza di queste parole mi disarma. Il mio volto rischiara in un sorriso.
Sono nato 1400 chilometri ad ovest, stessa longitudine, città di mare e di pensiero. Mi ritrovo qui come a casa mia.
Eri in ferie?
no per lavoro, viaggio abbastanza