Mamma! Son Finite le Scorte!

in #ita6 years ago

Non so se sia possibile scommettere sull'eventualità o meno che una certa persona possa o meno "spararla grossa" in un determinato giorno.

Se la SNAI dovesse mai decidere di istanziare delle quote in merito credo che Matteo Salvini non sarebbe neppure quotato. L'eventualità che il cazzaro verde, per usare un epiteto di Marco Travaglio, attraverso un twitt o una dichiarazione lampo possa lanciare una veloce e diretta polemica o minaccia, credo non sarebbe neppure quotata dai bookmakers.

In molti abbiamo ancora nella mente le tante "sparate" sul tema immigrazione, intervallate da una polemica sui vaccini e da vari scontri diplomatici.

Un po in sordina, però, è passata un'altra frecciata del leader della Lega (Nord).

Ad essere preso di mira uno dei bersagli prediletti del Ministro degli Interni:

Roberto Saviano


Tra il Ministro e lo scrittore di Gomorra non è mai corso buon sangue, con il primo sempre intento a tirarlo in ballo per normalizzare le sue trovate pubblicizzare e sminuire il ruolo degli intellettuali in Italia e con il secondo sempre pronto a dibattere su temi tanto cari a Salvini ma con visioni diametralmente opposte.

Nei giorni scorsi Matteo Salvini ha tuonato:

Saranno le istituzioni competenti - afferma - a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all'estero 

Dichiarazione che pare essere un avvertimento, una seria minaccia più che un punto all'ordine del giorno da affrontare nel merito.

Aldilà di tutto ciò sembra molto intempestiva la polemica

Un ministro degli Interni non dovrebbe soffermarsi su beghe personali e cacce all'uomo, indaffarato come dovrebbe essere nel risolvere problemi di ordine pubblico o combattere la criminalità organizzata oltrechè al solito tema legato ai migranti.

Venendo al merito: siamo alle solite.

Prendiamo un tema serio, molto serio e banalizziamolo. Prendiamo un personaggio pubblico di spicco e ridicolizziamolo.

Immagine priva di diritti di copyright


Avevo parlato di Roberto Saviano in questo articolo, potete trovare le difficoltà che egli affronta quotidianamente a causa della sua vita da recluso, da target della malavita.

Lo scrittore Napoletano è sotto scorta perchè ha osato sfidare in pubblica piazza, nel covo dei Casalesi, la camorra, invitando gli uomini di Gomorra a scappare, lasciare il paese o semplicemente a costituirsi.

Dopo quell'evento Saviano è stato vittima di molteplici minacce di morte, portate a volta anche a processo per preservare la sua vita e la sua dignità.

Il giovane scrittore vive da anni sotto scorta, conducendo una vita che non gli consente di vivere una vita accanto ai suoi cari o avere una fissa dimora. Per Saviano gustare un gelato in gelateria è impossibile a meno che non lo programmi giorni prima in modo da permettere la predisposizione di misure di sicurezza stringenti. Non può fare jogging, non può viaggiare se non sotto falso nome e accompagnato da forze dell'ordine. Non può prenotare un tavolo ad un ristorante. Non può affacciarsi ad una finestra per paura di essere colpito da un cecchino.

Ecco il privilegio di una vita sotto scorta.

Ecco quello che si dovrebbe tenere a mente quando si minaccia di togliere la scorta ad un uomo che combatte ogni giorno la malavita, lo fa con le parole, con i suoi romanzi e cercando di sensibilizzare e civilizzare i suoi lettori attraverso i racconti della spietatezza dei criminali del belpaese e non.

Le parole di Salvini risultano vuote, prive di senso e prive di ogni contatto con la realtà quotidiana di chi vive come Saviano.

Se c'è stata una cosa ancor più fastidiosa delle parole di Salvini però, e qui so di attirare qualche critica, è stata la finta e demagogica indignazione della cosiddetta sinistra italiana, quella che fino all'altro ieri era al governo per intenderci e di certa stampa pronta a difendere un paladino della giustizia e dimenticarsene un altro a seconda della casacca ideale che indossa.

Trovo infatti inaccettabile il trattamento che è stato riservato all'ex PM Antonio Ingroia, da qualche anno in politica con movimenti e partiti indipendenti che hanno provato a mettere al centro della discussione politica la legalità e la lotta a mafie e corruzione con risultati alterni ma soprattutto negativi in termini di consenso.

Nel Maggio scorso, con il governo Gentiloni ancora in carica, ad Antonio Ingroia è stata tolta la scorta che egli aveva da ben 27 anni in seguito a svariate minacce di morte fatte pervenire dai vertici di Cosa Nostra ripetutamente.

Ingroia, nei suoi anni da magistrato fu collaboratore di Paolo Borsellino ed a lui dobbiamo l'avvio delle indagini sulla celeberrima trattativa Stato Mafia di cui ebbi a parlare in questo post qualche mese fa.

A siglare la cessazione del diritto alla scorta per l'ex PM è stato l'ex ministro Marco Minniti, deputato del PD e ministro degli interni per 5 anni.

Immagine priva di diritti di copyright

La domanda sorge dunque spontanea.

Dove erano i giornaloni di sistema quando un ministro degli interni firmò la dismissione della scorta verso un uomo di Stato conclamato come Ingroia?

Giustissimo attaccare Salvini per le sue minacce senza senso e fuori luogo.

Giustissimo difendere a spada tratta un uomo come Roberto Saviano.

Meno giusto utilizzare il solito doppiopesismo in base alla casacca che viene indossata dal bersaglio di turno.

Ingroia è uomo antisistema, lo è sempre stato. Molto vicino alla vera sinistra italiana e dal pensiero sempre indipendente è forse stato abbandonato a se stesso anche per questo.

Roberto Saviano pur essendo al di fuori della politica è da anni divenuto il simbolo di una certa sinistra e di una certa stampa, che prive di ogni idea e soluzione da fornire al paese hanno abbracciato lo scrittore Napoletano come guida spirituale in mezzo al deserto. Per questo motivo l'indipendente e antisistema Saviano, è divenuto suo malgrado un uomo delle istituzioni al contrario di Ingroia.

A mio modesto avviso tutto ciò è inaccettabile.

Uomini come Ingroia e Saviano vanno difesi, senza se e senza ma.

Uomini di stato.

Uomini di principi.

Uomini pronti a sacrificare la loro stessa libertà per provare a scardinare l'ignoranza che spesso regna nel popolo quando si parla di criminalità organizzata.

Uomini pronti a combattere le mafie, tangibilmente.

A loro va il nostro grazie più profondo.

Uno Stato non può essere considerato tale se abbandona i suoi figli prediletti, quelli che sarebbero pronti a beccarsi una pallottola pur di salvare ideali di giustizia e libertà.

La scorta per loro è una condanna ma è l'unica strada per tenerli al sicuro, è un loro diritto.

Privarli della scorta sarebbe una condanna a morte.

Non va permesso o saremo qui a piangerli prima o poi, proprio come abbiamo fatto con Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o Marco Biagi, uomini di stato sbeffeggiati da uomini di potere a cui non era stata offerta protezione da vivi ma che sono stati osannati da morti.

Osanniamo da vivi, proteggiamo i nostri uomini di stato.

Sperando che quando sentiremo dire che son finite le scorte sarà solo per parlare di pasta, tonno o cornetti bauli terminati nelle nostre credenze.

Sort:  

Caro @serialfiller, sai che ti stimo, ci siamo sentiti diverse volte e fra noi c'è una relazione che spero rimanga sempre "sincera". I giudizi su questo post, in alcuni punti, saranno duri, ma a fronte del desiderio di mantenere sempre un alto livello di onestà intellettuale, e l'unico modo nel farlo è di dire sempre ciò che si pensa, piuttosto che indossare una casacca (non tanto ideale quanto di vantaggio).

Questo post da un lato risulta impeccabile, come quasi tutti i tuoi post, dall'altro talmente impeccabile da risultare trasparente. Trasparente perché va ad aggiungersi alla marea di posizioni, articoli, interventi di una comunicazione mediatica ormai (per me, assolutamente sto parlando del mio punto di vista) morta e sepolta.

Ma vediamo, divido gli argomenti in tre: la scorta (protezione dello Stato), Saviano e il post stesso come forma di comunicazione (giornalismo d'opinione).

la scorta
La scorta, come tutti i sistemi di protezione da dare a cittadini in pericolo per la propria vita (o salute), è uno strumento necessario e indiscutibile. Ma non c'entra nulla il valore, la fama, le qualità della persona che dovrà avere la protezione. Se Salvini dovesse essere in pericolo di vita dovrebbe essere protetto. Ricordo le tante donne uccise dai propri ex compagni che avevano già denunciato per stalking ma che lo Stato non è "stato" in grado di proteggere. Quindi se vogliamo fare appelli su questi argomenti, lo si fa seriamente piuttosto che prendere il primo nome famoso, quello sulla bocca di tutti, e diventarne paladino, fino al prossimo post naturalmente, dove di parlerà delle formiche che non trovano più la strada di casa o del cosmo in implosione o del serial killer della nuova serie tv.
Per parlare seriamente di un problema ci si occupa di quel problema, lo si fa diventare parte della nostra vita, se non si fa così facciamo pure giornalismo d'opinione scadente, quello che non leggo più nei giornali, e che nei social tutti possono praticare (democrazia come livellamento in basso).

Saviano ha diritto alla scorta, punto. Non abbiamo bisogno di osannarlo per questo. Possiamo, invece, anche avere dei punti di vista critici del suo modo di fare la lotta alla mafia, senza essere contro di lui naturalmente (contro la sua persona). Se non possiamo vuol dire che abbiamo di fronte un Dio o un Eroe, ma io non sento bisogno né dell'uno e né dell'altro. La critica a Saviano è di essere diventato un simbolo mediatico spuntato della lotta alla mafia. Come dice in un articolo, forse un po' troppo duro ma in gran parte condivisibile, @giuseppemasala [ecco l'articolo].

Il tuo post
Raccontare la politica, la società e la cultura oggi si può fare sostanzialmente in due modi:

  1. imparare la retorica (lo stile) dei giornalisti e degli intellettuali attuali e scimmiottare i loro contenuti (pensando chissà perché di avere opinioni approfondite e originali);
  2. Chiedersi sul senso che si vuole dare alla propria scrittura, e provare strade alternative.

La prima strada è più facile, si entra nel gioco delle parti e si avranno più consensi (lettori e premi, anche se di scarsa qualità - tranne per un paio di campioni).
La seconda strada è più difficile perché non garantisce il successo sociale ma più onesta e appassionante.

@anedo ti stimo anche io e ti stimo soprattutto perchè apprezzo la tua sincerità ed onestà intelluttale.
Esempio di tutto ciò è questo tuo commento che ti stupirai ma condivido quasi totalmente.
Permettimi di chiarire brevemente i 2 punti da te esposti:

1.Non credo di aver mai detto che la scorta va difesa solo per personaggi famosi come Saviano e Ingroia e non per i pesci piccoli nel mare delle minacce, dovunque esse provengano.
Non lo penso, anzi penso l'esatto contrario.
Portare all'attenzione questi 2 casi lo trovo un modo per lanciare un messaggio, sensibilizzare e informare.
Se questo intento dovesse fare breccia allora ne beneficeranno tutti i pesci piccoli.
Il compito di un giornalista, scrittore o intellettuale (che io non sono, non fingo di essere e non pretendo di essere) è anche quello di leggere l'attualità e portare alla luce verità e contraddizioni in modo da spronare le persone che leggono e ascoltano a ragionare.

  1. Dissento parzialmente. Sul secondo punto concordo che quella debba e possa essere la strada migliore .
    Detto ciò non credo che provare a fare proprio lo stile di intellettuali e giornalisti attuali sia un errore.
    Il problema di questi signori oggi non è certo la capacità e lo stile di raccontare le cose ma il metodo e soprattutto la continua politicizzazione dei loro articoli. Politicizzazione non è una parola brutta in se ma se essa determina uno scollamento dalla realtà pur di attaccare gli avversari o difendere i propri alleati allora il giornalismo diventa quello che leggiamo ahinoi tutti i giorni sui giornali.
    La Repubblica ad esempio che ospita Saviano sulle sue pagine da anni lo ha difeso giustamente a spada tratta, facendone una personale battaglia. La stessa repubblica non ha dedicato una riga di inchiostro al caso Ingroia.
    Questa discrepanza da cosa è dovuta se non dall'esigenza di adattare la realtà alla propria narrazione?
    Un giornalista per me deve raccontare la realtà a modo suo, col suo stile ma deve farlo mettendo al primo posto autonomia di pensiero, indipendenza e investigazione concreta e scrupolosa di ciò che si va a raccontare.
    Aggiungi che noi qui siamo solo dei giovani blogger che a tempo perso provano a raccontare qualcosa, non siamo giornalisti professionisti.
    Chissà come approcceremmo il tutto se avessimo una redazione da gestire e giornalisti da dirigere per la nostra linea editoriale.

Ok su alcuni punti in cui ti difendi su cose che non ho mai pensato: non ho mai pensato che tu fossi favorevole alla difesa soltanto dei personaggi famosi (ma proprio scegliere di parlare di questi e in un certo modo lo vedo come spunto di riflessione, non di accusa); non ho mai pensato che tu sia arrogante (cioè che pensi di essere già un opinionista affermato), ma io credo che tutti possono affrontare questi argomenti, anche i giornalisti in erba o semplici cittadini/persone che esprimono un'opinione, ma appunto devono affrontarli, il problema non è la scrittura (retorica) ma il senso della scrittura. Quindi per me il problema non è la capacità di saper scrivere ma di conoscere il senso del proprio fare (scrittura).

Un giornalista per me deve raccontare la realtà a modo suo, col suo stile ma deve farlo mettendo al primo posto autonomia di pensiero, indipendenza e investigazione concreta e scrupolosa di ciò che si va a raccontare.

Per me l'autonomia di pensiero passa dalla capacità di ripensare il senso del proprio scrivere (se parliamo di scrittura), del proprio fare (se pensiamo in generale). Se non si fa questo passaggio si accettano le regole della comunicazione più "formale" (ufficiale) e non si ha affatto autonomia e indipendenza. Si cerca la pagnotta, quindi: cosa devo scrivere o in che modo devo scrivere per avere più consenso? Non ti ricorda una questione etica già sollevata per la politica: il politico prima di parlare si chiede cosa deve dire e come deve dirlo per avere più consensi (voti). Noi diciamo che sbaglia... e poi facciamo allo stesso modo?

Aggiungi che noi qui siamo solo dei giovani blogger che a tempo perso provano a raccontare qualcosa, non siamo giornalisti professionisti.

Hanno più possibilità i giovani blogger che i giornalisti professionisti di essere autonomi e indipendenti, perché i giornalisti professionisti hanno qualcosa da perdere (la rendita di posizione che si sono conquistati), i giovani blogger non hanno nulla da perdere se smettessero di pensare alla favola di riuscire a conquistare la stessa posizione dei professionisti utilizzando gli stessi argomenti e lo stesso stile dei professionisti affermati.

Allora in nome dei principi etici bisogna rinunciare alla pagnotta? Io dico di no... ma questo è un altro discorso.

@anedo se ti dicessi che ogni mio post viene scritto senza stare li a pensare se potrebbe piacere o meno, tu mi crederesti?
Certo, provo a scrivere di cose che suscitano in me un ragionamento, un'emozione, una voglia di comunicare e farlo tramite queste pagine ma se volessi provare a "piacere" a tutti i costi risulterei falso.
Un conto è cercare di essere educato, rispettoso nel contenuto altro è cercare di essere "paraculi" per avere consenso.
Concordo con te sul fatto che proprio noi giovani blogger abbiamo mani e mente libere.
Detto ciò la pagnotta secondo me va guadagnata cercando di trasmettere qualcosa e non inseguendo qualcosa, la moda o lo stile del momento.
Sarò ingenuo forse ma è quel che penso.

Ci crederei... alla tua domanda... ma sono meccanismi culturali (e psicologici)... Paolo Nori, uno scrittore italiano che fa un corso di scrittura creativa a Bologna la prima cosa che consiglia è di disimparare quello che abbiamo imparato a scuola (l'approccio scolastico)... dello scrivere bello e corretto... oltre la scuola... dico io... è quello che impariamo come lettori di giornali... dai professionisti che poi applichiamo in modo apparentemente istintivo, è un modo per sentirci più sicuri... è lo stesso motivo per cui nello stile cosiddetto aziendalese si infarciscono le frasi di parole difficili e pseudo importanti, perché si pensa che è così che si fa per avere autorevolezza... e ti assicuro lo fanno in modo quasi istintivo... semplicemente perché li rassicura... spesso vanno a vedere i siti delle aziende concorrenti... per copiarne lo stile... ripeto è un fatto culturale... va al di là delle giustificazioni personali...

ne riparleremo...

Ok...mi preparo al linciaggio ma mi chiedo, Saviano è ricco sfondo, la scorta non se la potrebbe pagare da solo?

Ciao @camomilla. Trovo che lo Stato debba garantire la scorta a chi, come Saviano e altri, hanno messo in pericolo la loro vita per sconfiggere il cancro del nostro Paese. Penso che negargliela perché "potrebbe pagarsela da solo" sarebbe come non pagare lo stipendio a una persona perché é ricca di famiglia... Non avrà bisogno di soldi, ma lo stipendio non rimane comunque un suo diritto?
Scusate se mi sono intromessa ma volevo dire la mia.
Bel post @SerialFiller!

Ciao Lymph! Capisco il tuo punto di vista ma non vedo la scorta come uno stipendio...avrò sicuramente torto, per carità. Se fossi Saviano, offrirei io stessa di pagarmi la scorta visto che, appunto, lo Stato non puo' garantirla a tutti quelli che ne hanno bisogno mentre lui avrebbe i mezzi per farlo.

Siamo quasi sempre allineati come pensiero cara @camomilla ma stavolta dissento da quel che dici.
Uno Stato è tale quando garantisce diritti uguali per tutti.
Nel caso particolare se Elon Musk o Murdoch o Bezos fossero in pericolo lo Stato dovrebbe pagargli e garantirgli la scorte e tutta la sicurezza necessaria.
In Italia garantiamo la scorta a Berlusconi che la procura milanese ha definito "delinquente naturale" e facciamo gli schizzinosi per un uomo che la Camorra vuole morto da 10 anni o per un PM che ha sbattuto in carcere centinaia di mafiosi nel corso dei 27 anni da magistrato?
Mi trovo dunque molto daccordo con @lymph07 stavolta non me ne volere :)

Ecco uno dei motivi per cui mi piace steemit: poter dire la propria opinione e trovare persone come voi che discutono con educazione di temi su cui non si trovano d'accordo. :)
Buona giornata @SerialFiller e @camomilla!

Grazie e anche a te!

Ma figurati se te ne voglio! Anzi, è sempre costruttivo confrontarsi con pareri discordanti. E la penso un po' come te...in un mondo ideale, si dovrebbe poter dare la scorta a tutti quelli che ne hanno bisogno...ancora meglio, in un mondo ideale, della scorta non ci sarebbe bisogno perchè i soldi si investirebbero invece per eradicare mafie e criminali vari. Purtroppo, questo mondo non è perfetto e penso che qualcuno che ha i mezzi, certe cose se le potrebbe pagare da solo, se non altro per fare un gesto nei confronti di quello stato che si predilige voler proteggere. Io, personalmente, al posto di Saviano mi vergognerei un po' a farmi pagare la scorta. Così come se fossi Berlusconi. Ma non perchè non se la meritano...ma perchè c'e' gente che ne ha ancora più bisogno, che non la riceve perchè non ci sono i fondi e non se la può manco pagare. Non ti preoccupare che Musk, Bezos e Murdoch, la scorta ce l'hanno eccome e se la pagano loro ;)

Mi trovi in totale accordo con te praticamente su tutto.
Chi ha il coraggio di mettere a rischio la propria vita, la propria famiglia per lottare per i suoi ideali e per la libertà del proprio paese merita tutto il mio rispetto.
Ed è così triste che lo Stato si dimentichi di loro e anzi faccia discorsi di pessimo gusto come quello di Salvini.
Per quanto riguarda il tuo discorso sulla sinistra italiana, sono fermamente convinta che dopo gli storici uomini come Berlinguer e Sandro Pertini, che mancano così tanto, la sinistra italiana si sia sgretolata ed è veramente uno schifo chi dice di rappresentarla ora.
Non dimentichiamoci come Berlinguer spalleggiò Moro.
Non scordiamoci di chi è vivo e lotta per noi, non facciamo in modo che anche anche per colpa nostra, oltre che per la mafia, persone come Saviano o Ingroia non abbiano più una vita.
La loro si è ridotta a sopravvivenza e non credo possa esistere niente di peggiore.
Bel post Phil, tutto il mio rispetto.

Grazie @acquarius30, come sempre troppo buona con me.
La sinistra italiana più che sgretolarsi è diventata inesistente sia numericamente che ne contenuti.
Senza un'alternativa seria a sinistra temo che ci si possa aspettare un vulnus che sarà riempito se ci va male dalla destra se ci va bene dai cosiddetti populismi, e nel secondo caso non è detto che possa essere un male dopo tanti anni di degrado.

Non sono qui per discutere della scorta di Saviano, o di qualche altra figura, ma ritengo, come accade in mezzo mondo, che se si é una carica dello stato di debba aver diritto ad una scorta composta da agenti di una forza pubblica.
In caso contrario, con sovvenzioni o detrazioni, la scorta deve essere privata è gestita direttamente dallo scortato.

I Poliziotti, o i Carabinieri, hanno una istruzione diversa e devono fare un lavoro ben preciso, che non é quello della scorta.

Teoricamente potresti aver ragione ma culturalmente il nostro paese ha bisogno che sia lo Stato a porsi come garante supremo di quelle persone comuni e non che lottano contro le mafie.
Siamo il paese della mafia, della camorra, della ndragheta e chi più ne ha più ne metta.
Pensare che possa essere il singolo a muovere le acque senza avere l'appoggio delle istituzioni è follia secondo me.
In questo modo nessuno si ribbellerebbe al pizzo ad esempio, nessuno denuncerebbe illeciti.
La scorta deve essere a mio avviso sempre garantita in caso di pericolo per la propria vita.
E' solo un mio parere, da italiano e da osservatore.

Non ero a conoscenza di questo fatto, cioè dell'uscita di togliere la scorta a Roberto Saviano.
Concordo con te che concedere la scorta a questo valente e temerario scrittore è indiscutibile, ed ho trovato molto indovinato anche il rilievo mosso al riguardo dell'altro grande nome che hai tirato in ballo, il Signor Ingroia, ed i "due fenomeni", che tali non sono affatto, che rispondono ai nomi di Gentiloni e Minniti, hanno fatto davvero una gran bella cosa, complimenti, mi eravate poco simpatici prima, adesso siete definitivamente passati nella categoria di quelli che mi stanno sulle palle.

Concordo.
Con questo articolo mi premeva svelare l'arroganza al potere dimostrata da Salvini e l'ipocrisia di chi al potere c'è sempre stato e ora giudica fatti simili a quelli compiuti pochi mesi fa ma girando la frittata.
Spesso ci indignamo per alcune parole senza guardare a fatti ancor più gravi e tangibili.

C'è da dire che talvolta la scorta non basta.

La scorta andrebbe garantita a chiunque ne abbia necessità (che sia un giudice, un giornalista, ecc.). Purtroppo come è evidente le risorse sono limitate, e se consideriamo che della scorta avrebbero bisogno anche tutte quelle donne vittime di stalking, che nonostante le denunce devono prima morire, converrete che sarebbero limitatissime.
Credo che prima di tutto in Italia bisognerebbe rivedere due cosette:

  1. La certezza della pena
  2. L'inasprimento delle pene (e non i buoni sconto condotta) per alcuni reati e per i recidivi

Decreti svuota-carceri, permessi premio, domiciliari a chi ha barbaramente ucciso.. ma scherziamo? Con i beni sequestrati ai mafiosi si potrebbero pagare più scorte e creare altri carceri, e senza celle di lusso.

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