Cervelli (messi) in Fuga

in #ita6 years ago

Qualche settimana fa avevo affrontato il tema dei cosiddetti cervelli in fuga, mentre in un'altra occasione provavo a capire quanto potesse essere fertile il terreno per uno studente universitario

Provo a portare nuovamente avanti questo discorso alla luce di una notizia che mi ha sorpreso, o forse dovrei dire gelato, che nei giorni scorso ho appreso dagli organi di informazione.

La location è la Toscana o meglio la regione Toscana, non come entità geografica ma come organo istituzionale. 

Dal 10 maggio 2017 la regione Toscana ha indetto un bando mirato a disoccupati ed inattivi residenti nella regione che diede i natali a Dante Alighieri. Il bando emesso garantirà una borsa di mobilità professionale fino ad un massimo di 5000 euro per coloro i quali ricopriranno un impiego professionale con contratto garantito o apprendistato o tirocinio, e qui viene il bello, all'estero, nello specifico in un paese membro dell'UE o dell'EFTA.

Immagine priva di diritti di copyright

In pratica i disoccupati fiorentini, senesi o lucchesi verranno pagati per espatriare. 

Altro che bonus per i rimpatri! 

Altro che agevolazioni fiscali per fare breccia nei cuori, e nei portafogli, dei cervelli in fuga! 

Altro che piani di sviluppo tecnologico, aziendale o industriale per creare lavoro sul suolo italico! 

Altro che corsi di formazione professionale per aumentare le chance di impiego!

Altro che reddito di cittadinanza!

Levate ogni speranza o voi che entrate: quella è la porta, o meglio la frontiera!


Mentre i giovani di tutta Italia si dolgono con tutto il cuore mentre partono alla volta di mete straniere a caccia di un salario adeguato e gratificazioni commisurate a competenze acquisite e formazione ricevuta, i soloni toscani pensano bene di spingere i loro concittadini verso la dogana. Li accompagnerebbero con la manina in aereoporto se potessero.

Noi qui a chiederci che mosse faranno i nostri governanti per assicurarci un futuro e loro partoriscono l'idea del secolo: vi paghiamo non per restare ma per partire.

Orde di giovani accorrono agli uffici di collocamento di Massa o Carrara, altri chiedono lumi su possibili impieghi in quel di Pistoia, altri ignari laureati inattivi si incamminano verso il comune di Prato a caccia di bandi per concorsi statali solo per vedersi consegnare un modulo per la richiesta di borse di mobilità professionale per disoccupati o inattivi.

La notizia può suscitare inizialmente un minimo di interesse vero, può probabilmente anche generare un sorriso ma soffermandosi a riflettere tutto quell'interesse e quell'ilarità sfociano in vero dramma sociale.

Cosa c'è di più svilente per un giovane del sapere che lo Stato che dovrebbe risolvere i problemi ha deciso di lavarsene completamente le mani?

Immagine priva di diritti di copyright

Come dovrebbe reagire un disoccupato alla notizia che emigrare non è una scelta ormai da tanto tempo ma una costrizione e che adesso tale costrizione è incentivata dagli organi competenti?

Come potrebbe essere accettabile il fatto che quei soldi vengano investiti per portare altre menti oltre i confini nazionali anzichè stimolare i nostri cervelli a coltivare passioni e professioni entro i limiti del proprio territorio?

Si fa un gran parlare di italiani prima di ogni cosa, di uscire dall'Europa, di ridiscutere i trattati, di non farsi dettare la linea politica dalla Merkel o dai burocrati di Bruxelles, ma con che credibilità ci sederemmo ai tavoli che contano sapendo che siamo noi i primi a non credere nel nostro paese?

Come potrebbe il presidente della regione toscana, ad esempio, chiedere ad un suo collega tedesco di credere nell'Italia? Di investire a Firenze o Lucca o Pisa? Quante probabilità ci sarebbero che il governatore teutonico possa anche solo prendere in considerazione tale opzione se essa parte proprio da chi ha emesso un bando per incentivare i propri cittadini ad emigrare?

Secondo le previsioni UE dei giorni scorsi l'Italia sarà il fanalino di coda dell'intera Europa in fatto di crescita nei prossimi anni. Un'altra ottima notizia, un altro ottimo spunto per i nostri governanti per spingerli a promuovere altre iniziative che possano spingere i giovani italiani ad abbracciare mamma Europa ed emigrare, ben lontani dallo spirito da "Emigratis" che Pio e Amedeo ci han fatto conoscere in tutta la loro volgarità e crudezza, ma con un piglio molto più istituzionale, molto più responsabile, magari invocando la stabilità e il tanto abusato "perchè ce lo chiede l'Europa".

Da anni oramai puntiamo il dito contro l'unione Europea e la sua austerità, tanta demagogia e strumentalizzazione per provare a sentirci puliti, per cercare di scaricare il barile del fallimento su burocrati di cui non conosciamo i nomi e i volti ma che odiamo come se fossero vicini di casa maleducati pronti a rubarci il posto auto o a gettare spazzatura nel nostro giardino.

Quando riusciremo a farci un bell'esame di coscienza?

A quando una bella dose di umiltà in questo paese?

Quando assisteremo ad una presa di responsabilità vera da parte di chi regna e soverchia da anni e che ha causato questo disastro economico, politico, sociale e morale?

Chi è causa del suo mal pianga se stesso si soleva dire, eppure non sento spesso persone autoaccusarsi degli errori che ci hanno portato ad essere gli zimbelli d'Europa, al massimo sento persone piangere e accusare l'Europa stessa di averci portato ad essere cosi perdenti e soprattutto cosi perduti.

Chi parte sa che cosa lascia ma non sa che cosa trova diceva Lello Arena a Massimo Troisi in Ricomincio da tre, forse il duo non avrebbe immaginato che di lì a 35 anni sarebbe stata proprio quella regione Toscana che ospitava i Gaetano e Lello del film a chiedere ai suoi giovani di partire, questa volta consci di lasciare un paese senza futuro, senza più speranza.

Fonte:

http://www.regione.toscana.it/-/lavorare-all-estero-borse-di-mobilita-professionale-per-disoccupati-o-inattivi

Sort:  

Ciao! Sono andata ad informarmi e pur condividendo la tua preoccupazione per un paese che spinge sempre di più i giovani ad abbandonare la nave (io, per prima, vivo fuori), in questo caso penso che l'iniziativa non sia tanto negativa. Intanto perché nasce in collaborazione con il progetto EURES, per cui non può non rivolgersi all'Europa; poi perché si rivolge ai disoccupati che vogliono fare un'esperienza di lavoro all'estero, soprattutto un tirocinio per arricchire la propria esperienza professionale. Tempo fa' ho parlato con una ragazza francese che si occupava di marketing nell'azienda presso cui lavoravo (stava facendo un tirocinio all'estero, qui a Malta, per l'appunto); ebbene, mi spiegava che in Francia è normale che in alcuni ambiti professionali si facciano delle esperienze all'estero, perché serve per crescere e confrontarsi con il mondo; non solo è normale, ma non fare tale esperienza fuori viene considerato un malus in alcuni ambiti professionali (credoc he lei vivesse questa cosa come "obbligatoria", non so se per regola imposta o per convenzione o abitudine diffusa). Insomma, credo che creare un'alternativa praticabile per chi ha già voglia di fare un'esperienza fuori, ma magari ha delle difficoltà economiche, sia un aiuto incredibile. Sai quanto pesa, se devi farcela da solo in un paese straniero, dove magari la vita costa cara e non puoi andare da mamma e papà a farti aiutare neanche per le piccole cose? Farlo senza un buon fondo di sicurezza è follia pura e non tutti possiamo materialmente disporre delle risorse economiche. Quando sono partita per Malta, tra il viaggio, caparre e affitto, nel primo mese sono volati via più di mille euro, volatilizzati...e senza contare la spesa per cibo e beni di prima necessità. Insomma, rendere possibili esperienze di lavoro all'estero è fondamentale per aprire il paese all'Europa, perché se tutti mettessero il naso fuori - per poi rientrare - l'esperienza sarebbe una ricchezza sia per il singolo che per la collettività. Il problema di fondo è che chi parte, difficilmente poi rientra, se non per amore sconfinato per la propria terra o per spirito di sacrificio. Parallelamente a queste soluzioni si dovrebbero studiare anche piani di sviluppo ma su base nazionale oltre che locale, mirati a far uscire il nostro paese da questa situazione di crisi e di impasse culturale che lo sta lentamente ammazzando. La tua analisi è sensata, non fraintendermi, ma penso seriamente che si debba guardare questo provvedimento da un punto di vista diverso: da quello di chi sta cercando un'apertura ed una crescita, di chi sta offrendo un'opportunità a chi già cerca all'estero (chi non cerca fuori, di sicuro non farà domanda) e di chi spera (forse sta qui l'ingenuità) che chi coglierà il frutto, poi ritornerà e arricchirà il paese con l'esperienza maturata.

Come sempre carissima @nawany i tuoi interventi sono una manna dal cielo!
Il tuo commento è più che sensato, più che logico e ti dirò di più mi trova totalmente daccordo.
Però mi tocca fare un distinguo.
Io credo fortissimamente nel fatto che oggi sia indispensabile e necessario fare delle esperienze formative o professionali all'estero. Esse ti arrichiscono personalmente, professionalmente e culturalmente.
Spingere i giovani a scegliere questa strada, portare avanti questi percorsi è fondamentale, è un atto di responsabilità che università e istituzioni dovrebbero sempre perseguire e che ognuno di noi dovrebbe valutare seriamente.
Questo è quello in cui credo fortemente da sempre e che mi rammarico di non aver sperimentato direttamente. Rimpiango molto non aver fatto un erasmus o non aver cavalcato un'esperienza, anche di pochi mesi, all'estero finora.
Quello che però cozza fortemente con questa linea è il contesto.
L'aspirazione di provare la strada estera deve essere una scelta consapevole e non disperata. Le istituzioni prima di fornirci strumenti per andare via e farlo con serenità dovrebbero prima fornirci la sicurezza di poter valutare percorsi anche entro i nostri confini.
In un Italia cosi disastrata e cosi priva di speranza questo bando, secondo me, rappresenta una resa, una sconfitta delle istituzioni.
Lancio una provocazione:
un ragazzo che dalla Sicilia va in Lombardia non riscontra le stesse criticità di cui giustamente parli tu?
Non avrebbe anch'egli diritto ad un assegno o un aiuto?
Sembra poco normale solo a me che in questo paese si è obbligati ad emigrare? Emigrare vuol dire spostare tutta la propria vita altrove per 1000 euro, 1200? Senza aiuti o persone a darti operativamente una mano un neolaureato si trova a pagare 400-500 euro di affitto, 100-200 euro per cibo ecc, tasse da pagare, extra eventuali e zero tempo a disposizione.
A me non sembra etico in un paese cosi devastato puntare su un sostegno all'estero quando non abbiamo un sostegno al nostro interno.
Il senso del post voleva essere questo.
Su quello che tu dici non ho eccezioni da fare, la penso perfettamente come te.
Grazie!

Grazie per questa tua risposta! Hai perfettamente ragione e sono d'accordo con te nel dire che la scelta di andare all'estero deve essere dettata dal desiderio e dalla consapevolezza, non dalla disperazione (come oggi avviene, nella grande maggioranza dei casi). Però una manovra di risoluzione di questo problema dovrebbe essere effettuata su base nazionale e non locale. Nel senso, che ragione avrebbe la Toscana per mandare i suoi giovani nelle regioni vicine? Ha più senso mandarli all'estero (finanziandone l'esperienza da tre a sei mesi, con un tetto massimo di spesa a testa). Per la Sicilia il discorso è diverso e più complesso, forse, perché la crisi che la mia regione sta affrontando è di proporzioni gravissime ed è forse peggiore delle altre regioni italiane, a causa della mentalità della gente.Ci sono stati in questi anni dei provvedimenti per i giovani desiderosi di svolgere esperienze formative e tirocini in Italia (non ricordo il nome, credo fosse qualcosa del tipo Garanzia Giovani...sfociato nel famoso "clic day", in cui io, per prima, ho perso un'opportunità di tirocinio retribuito solo per aver fatto un clic di conferma qualche secondo dopo rispetto agli altri).
Continuo a sostenere l'iniziativa toscana, ma continuo, come te, a pensare che siano necessarie misure per spingere noi giovani a non emigrare per disperazione ma per scelta e a tornare - non per masochismo - nel nostro paese dopo la formazione fuori.
Purtroppo, però, a me sembra che non esista soluzione a breve e medio termine; sono molto negativa, in questo senso, purtroppo.

Su questo sono pessimista anche io devo dire.
Garanzia Giovani mi è sembrato nel complesso un gran bel buco nell'acqua, ma non ho approfondito a sufficienza per essere certo che sia stato cosi.
Sulla Sicilia stendo un velo pietoso ma ahimè è tutta l'Italia a soffrire le medesime pene, al sud assumono certi connotati al nord altri ma i problemi sono evidenti e di difficile soluzione.
Vedremo...anche se mi sono un po stancato di sperare sinceramente.

Come posso non essere d'accordo con tutto quello che dici, dalla prima all'ultima parola.

Aggiungo delle considerazioni personali.

Il problema della disoccupazione (non solo in Italia) è un problema molto serio, talmente serio che io non ho trovato ancora nessuno (politici, economisti, intellettuali, filosofi, ecc.) in grado di dare una soluzione credibile.

Probabilmente, l'unica soluzione che verrà praticata (in quanto sensata, ma non certo pensata per i disoccupati, per gli svantaggiati del mondo) nascerà tra quelle ipotizzate (dagli economisti) nel tentativo di mantenere in equilibrio il sistema capitalistico una volta che ulteriori posti di lavoro si perderanno attraverso l'automazione, cioè quando la disoccupazione colpirà in modo molto forte anche paesi quali la germania e gli stati uniti. Per mantenere l'equilibrio si ha bisogno di consumatori e una persona che non guadagna perché non lavora non può comprare il nuovo modello della apple. Poi c'è il problema di come sostenere lo sviluppo dei paesi emergenti che si trovano in fase di crescita (ma ora si sa qual è la fase finale).

Noi qui a chiederci che mosse faranno i nostri governanti per assicurarci un futuro...

La politica oggi (se vogliamo qualcosa che vada a nostro sostegno) non consiste più nel votare e delegare ad altri il compito di trovare soluzioni, questo va bene quando sei in un nave che prende acqua da un piccolo foro, non quando la nave sta affondando.

Come dovrebbe reagire un disoccupato...

Guardarsi intorno, parlare con altri disoccupati, parlare con chi un lavoro ce l'ha ed è insoddisfatto perché avere un lavoro oggi non garantisce una qualità di vita sufficiente, e questo parlare è già politica, per capire prima. Non per protestare: perché a che serve protestare? i politici non è che non trovano soluzioni per danneggiarci, loro non sono capaci di trovare una soluzione, perché non c'è ad oggi una soluzione. Questa soluzione va trovata. Ecco perché a parlarsi devono essere coloro che in primo luogo "vogliono" trovare una soluzione. I privilegiati non hanno alcuna voglia di fare questo, hanno solo la necessità di risolvere eventuali problemi sociali che possono scaturire dal problema della disoccupazione e di garantire l'equilibrio al sistema capitalistico..

E quando qualche soluzione esce fuori da questo confronto, qualche idea da sperimentare, bisogna proporla in modo da farsi sentire, in modo insistente, in modo da colpire i loro interessi semmai volessero star fermi con le mani in mano. Ma la soluzione dobbiamo trovarla noi, se non vogliamo essere presi in giro.

Caro @anedo la tua è la strada giusta e mi trova daccordo. Ma è percorribile? Siamo disposti a seguirla?
Ci sono abbastanza persone disposte anche solo ad ascoltare?
Io vedo un apatia e una rassegnazione strana, che sfocia nella cattiveria fra ceti poveri o quasi poveri.
Anzi ti dirò di più, noto che se si prova a parlare e riparlare di questi problemi alla lunga vieni considerato un lavativo, un filosofo nel senso più dispregiativo del termine. La gente vuole sopravvivere non vuole vivere meglio. Siamo condannati?
Speravo di no, ma mi convinco sempre di più che forse lo siamo.

sono d'accordo con quello che dici, ma proprio per questo dobbiamo abbandonare l'idea di convincere la maggioranza, dobbiamo scovare (in ogni piccola parte del mondo) chi ha la nostra stessa motivazione, la nostra energia e lavorare insieme per creare qualcosa. Sarà sufficiente per cambiare la società? Non lo so, probabilmente non sarà sufficiente, però almeno vivremo una vita, come dice Tarkovskij nel mio ultimo post, seguendo il sentimento della propria dignità.

Hi LOVE YOUR POST MAN!!! LIKE MY POST TOO!!!!! HERE IS THE LINK: https://steemit.com/bots/@abusereports/last-minute-upvote-list-2018-05-02

Garibaldi e Mazzini sono morti una seconda volta!!!!

Hi LOVE YOUR POST MAN!!! LIKE MY POST TOO!!!!! HERE IS THE LINK: https://steemit.com/bots/@abusereports/last-minute-upvote-list-2018-05-02

Hi LOVE YOUR POST MAN!!! LIKE MY POST TOO!!!!! HERE IS THE LINK: https://steemit.com/bots/@abusereports/last-minute-upvote-list-2018-05-02

Hi LOVE YOUR POST MAN!!! LIKE MY POST TOO!!!!! HERE IS THE LINK: https://steemit.com/bots/@abusereports/last-minute-upvote-list-2018-05-02

Coin Marketplace

STEEM 0.20
TRX 0.14
JST 0.030
BTC 64870.15
ETH 3489.66
USDT 1.00
SBD 2.54