Leila si presenta (seconda e ultima parte)

in #ita6 years ago (edited)

Dov'eravamo rimasti? Alla scelta delle scuole superiori. ecco qui la prima parte nel caso ve la foste persa.

I giorni passava, si tramutarono i mesi, e dopo l'ennesimo litigio subentrò mio nonno paterno.
Con tutta calma gli disse: "Senti, quando ti arruolasti nel'esercito volevi poi fare il concorso per le forze armate, giusto? Bene, che ti dissi io? Di non farlo, erano tempi difficili (erano gli anni 60/70 e c'erano problemi di rivolte), ma tu eri ostinato e decisi comunque di farlo il bando, senza il mio consenso. Se non vuoi che tua figlia faccia quello che vuole, mi prendo io l'incarico di farle finire l'istruzione. Se poi capirà che questo non è quello che vuole, non importa, è il suo percorso ed è giusto che ognuno di noi lo intraprenda, giusto o sbagliato che sia!"

Quindi mio nonno, il mio nuovo tutore in facente funzioni, mi iscrisse alle scuole superiori. Mi iscrisse ad uno dei migliori licei scientifici: l' Albert Eistein.

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scuola americana, immagine libera

Subentrò un piccolo problemino, mio nonno viveva in provincia di Alessandria, il che non era vicinissima a Torino. Circa un ora di treno, sia all'andata che al ritorno. Ciò importava poco, l'istruzione era importante.

Arrivò il momento dell'esame di terza media, giorni abbastanza piovosi e io con la febbre a 40.9, da ospedale in parole povere.

Nonostante tutti dicevano di stare a casa e rimandare a settembre, io andai a fare gli esami di nascosto, facendomi venire a prendere da un mio compagno, i genitori del mio compagno erano ignari che io stessi male.

Feci le tre, o erano due, prove scritte e l'orale, tutto in segreto totale. Fino a quando non ebbi finito l'orale.

Mi ricordo un calcio nel sedere, che solo al ricordo mi fa male ancora ora, e mi ritrovai nella macchina di servizio di mio padre, XD.

Era un po' tanto arrabbiato, ma si placò quando andò, con mia madre a vedere i risultati. Il massimo in tutte le prove e il consiglio di istituto parlarono con lui, parlavano a tutti i genitori in realtà, per dare l'ultimo consiglio per le superiori, e rimase invariato.

O il liceo classico, che a me greco e latino fanno venire i conati, o il liceo scientifico e che erano vivamente sconsigliati gli istituti tecnici, non per la mole in meno di lavoro, ma per la semplicità dell'insegnamento.

Per una volta, mio padre mi fece i complimenti e che forse era lui a sbagliare (papà togli il forse, hai torto, stop).

Era giunto il momento di fare i bagagli e di trasferirsi in una nuova casa, ad Alessandria con i miei nonni. Dato che avevo molto tempo libero, mio nonno no invece, dedicai la maggior parte del mio tempo all'orto e alla vigna, prodicevamo il barbera.

Il_Palazzo_Municipale_di_Alessandria_durante_il_Consiglio_Comunale_-_DSC00888.JPG
comune di Alessandria

Arrivò il giorno del mio ingresso alle superiori, pensai relativamente peggio, erano presenti i truzzi, ma da quell anno decisi di non farmi sospendere. Incominciai a farmi delle amicizie, anche se pur non potevo coltivarle dopo la scuola.

Quando appresi che per i primi due/tre anni dovevo fare per forza latino, mi augurai ogni sorta di malattia, specialmente quelle infantili, dato che io non le feci a suo tempo. Invece no, mi ammalo nei mesi estivi, mannaggia a me.

Come vi accennavo nell'articolo scorso adoravo le materie scientifiche, un po' meno quelle letterarie, tranne storia.
Infatti la mia media in matematica e biologia non era mai inferiore al 10, in italiano era un 7 stiracchiato (manco la studiavo, i libri di testo delle altre son ancora incelofanati negli scatoloni, quasi tutti lo sono, tranne matematica, biologia, chimica e fisica).

Dall'età di 16 anni mi complicai la vita, ancor di più. Volevo lavorare, oltre che a studiare e la vita in campagna mi stava leggermente stretta, non mi bastava più.

Andai a cercare lavoro nelle carrozzerie, non ridete una donna può far tutto. Finché uno non era disposto a farmi far la prova di 1 settimana. Mi disse: "Se riesci a capire cos'ha che non va questo mezzo, il lavoro è tuo.".

Iniziai subito a vedere cosa c'era che non va, il proprietario evidentemente lo sapeva già. Sogghignava quel panzone dall'alito di birra. Senza toccarla e guardano solo il motore e la parte sotto della macchina gli dissi: "l'avviamento non funziona, i dischi dei freni son danneggiati, manca una parte della pompa del motore, manca l'acqua per i tergicristalli, probabilmente le pastiglie dei freni vanno sostituito, l'olio sa di bruciato e va drenato per poi sostituirlo".

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fonte pixabay

Con me c'era sia mio padre che mio nonno, soddisfatti e ridacchiavano compiaciuto, il mio futuro capo un po' meno, che dovette assumermi fino ai 18 anni.

Infatti dopo la scuola lavorai, i voti erano sempre quelli, anzi in alcune materie migliorai anche parecchio, o ne imparai di nuove, dato che lavoravo con macchine straniere.

Nel corso di questi 5 anni di superiori solo qualche compagna si fece detestare. Una perché voleva mettersi in competizione con me, cosa che a me non interessava, dato che studiavo per me stessa e non per vincere un montepremi; le altre invece per la stessa dinamica delle medie. Cioè cambiare lo stile e andare nella fantomatica via d'èlite.

Stavolta decisi di rispondere in un'altra maniera: "quando vorrò amalgamarmi a voi, sarete le prime che avviserò!"

Erano soddisfatte, ma non sapevano delle mie reali intenzioni. Appena tornai a casa alla sera, telefonai a mio fratello maggiore e chiesi se aveva ancora dei vestiti da metallaro, ovviamente li conservava e me li recapitò il week end successivo. Tirai fuori i miei stivali da cowboy e il lunedì andai a scuola come una teppista e dissi alle mie compagne: "tenetevi pure la vostra robaccia da due soldi, io preferisco mettermi la roba usata di mio fratello a costo zero!".

Una soddisfazione enorme, ma erano abbastanza intelligenti da non andare oltre alla rabbia, momentanea.

Purtroppo nel febbraio del 2005 io e la mia famiglia ricevemmo una brutta notizia.

Mio nonno materno venne a mancare. Un dolore atroce, ero legata anche a lui. Ogni estate andavo da lui, insieme alla mamma e a mio fratello minore, e ci preparava una mousse al cioccolato che era uno spettacolo; non mancavano le uscite, le gite, i viaggi estivi. Non immaginavo che qualche mese dopo si sarebbe spenta anche la nonna. Tutto in così poco tempo e preavviso. Dal 2005 fino a quest'anno non misi più piede in Belgio, nonostante avessi zii e cugini. Non era lo stesso senza i nonni, rivedere Anversa era troppo doloroso, rivedere qualla casa o entrarci era come violare qualcosa di sacro, come varcare e e disturbare il sonno altrui.

l'ultimo anno e mezzo di scuola procedette alla bene e meglio, ero giù di morale, ma cercavo di non far abbassare troppo i miei voti, e arrivai alla votazione prima del esame con la media del 9.

Puntavo al 10 all'uscita della maturità, era difficile, ma non impossibile, mi ricordo che solo all'ultimo anno apriì ogni singolo libro e incominciai a prendere appunti. Studiai nei momenti liberi, nei viaggi di andata e ritorno, studiai fino a notte inoltrata.

Mi ricordo la paura per le prove degli invalsi, ma non della maturità dove ero frastornata anche per via dell'ennesima influenza estiva, ma stavolta era leggermente più bassa, solo 38,8.

Ero li, nelle prime tre prove, a guardare i fogli, li vedevo solo bianchi, non vedevo tracce, non vedevo scritte o altro. nell'ultima ora di tutte le prove capiì tutto e scrissi tutto alla veloce e ragionando, ero come un fulmine, che Flash o Bolt levateve de mezzo.

Mi ricordo la tesina, anzi era quasi una tesi di Laurea. Portai una cosa mai portata prima, il Titanic, con cui collegai geografia, storia, fisica, chimica, le lingue straniere e filosofia. Peccato che non era inclusa ingegneria meccanica, avrei inserito anche quella, senza dimenticare l'astronomia.

Vidi lo stupore negli insegnanti, non era da programma, e pensarono che li sfidassi, invece no. Non era una sfida, ogni cosa importante deve essere riportata e portare alla luce.

C'era il presidente della commissione che forse gli ero un tantino antipatica, era un docente di francese, e vedendo che ero belga per metà pensò che il francese non lo conoscessi, dato che dalle mie parti si parla Fiammingo (che è uguale all'olandase) e fa: "Cette fille est une chienne" la traduzione è più o meno cosi: **questa ragazza è una cagna/stronza".

Gli dissi di rimando: "povez-vous répéter en italien, afin que vous collègues puissent comprendre? Elle doit aussi savoir que vous devez sortir rapidament, parcque mes parents ne la tuent"

In parole poche non si aspettava che fossi tri-lingue e che parlavo da madre lingua il francese. gli risposi di dir ai colleghi l'insulto e di correre immediatamente via, dato che ai miei prudevano le mani. Ovviamente è stato denunciato, per l'insulto gratuito.

Dopo questo uscì dalla maturità con la lode. Durante gli anni scolastici presi anche i diplomi del Goethe insitute e al british Institutes, con entrambi attestati C2.

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Fonte pixabay

Dopo questa esperienza liceale, partì il giorno seguente del diploma e mi diressi verso l'Austria, volevo mettermi in gioco e cercare lavoro altrove. Era il 2007 ed era appena subentrata la crisi in Italia. Appena arrivata mi misi subito a cercare impiego, partendo dalla periferia. Soprattutto negli hote, dove potevano garantire almeno l'alloggio per i primi mesi.

Non dovetti aspettare molto, il giorno dopo venni chiamata da un hotel, cui mandai i primi curricula. Andò bene, dato che ci lavoro ancora tutt'ora come Direttrice generale.

il mio percorso austriaco non fu facile, ma son molto testarda e a volte paziente. Nei primi mesi di lavoro c'erano delle colleghe che cercavano in tutti i modi di screditarmi, io non dicevo nulla proseguendo il lavoro come mi era stato insegnato anche a casa. Sta di fatto che il mio ex datore andava a controllare le stanze di mia competenza e le loro.

In quel posto ci andarono loro, e persero il lavoro.

Semmai del mio posto di lavoro e di come mi trovai a Vienna ci faccio un post a parte, se lo vorrete.

Grazie per la pazienza.

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All the Best!!!

Certamente non sei una persona che perde tempo, molto dinamica e propositiva, complimenti per il tuo ottimo percorso e per averlo sottoposto alla nostra visione, e benvenuta su Steemit

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no, anche perché si sa, dopo un po' si vuole anche acquistare qualcosa coi propri soldi, tipo una semplice pizza e chiedere all'unica persona che porta lo stipendio non mi pareva tanto il caso. In famiglia uno stipendio in più faceva anche comodo.

Il viaggio nella tua vita è un bel viaggio. Io sono di Alessandria e vedo che qualche tappa importante l'hai fatta nella mia/ nostra città. Certo Vienna è un'altra cosa.

Si ad Alessandria ho fatto poca roba, più che altro il week end con la vigna, di più non tanto. Sono poco aggiornata di come va l'andazzo sia ad Alessandria che ad Asti

Grazie a te per raccontarci queste cose ^^ Io ancora non ti avevo dato il benvenuto, benvenuta tra noi!!! Toscana pure tu vero?

non vorrei risultare sgarbata, ma ti conviene leggere sia la prima che la seconda parte. Non ho mai citato né la Toscana né tanto meno una sua provincia. :)

Bella e corposa questa seconda parte, complimenti Leila..sono stato piu volte in quella zona, precisamente a Gavi Ligure che è sotto alla provincia di Alessandria, anche se contiene la parola "ligure"

Si, Gavi l'ho vista, ma non ha nulla di che, tranne i dolcetti :)

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la parte in carrozzeria è la mia preferita, mi sono immaginata la faccia del titolare mentre davi spiegavi i problemi della macchina :D

ovvio che voleva mettere alla prova. generalmente è una professione nettamente maschile. Di sicuro avrà pensato: "una donna non ci capirà una mazza di motori e carrozzeria!"

Come metterglielo in quel posto. ahahahah

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