La tournée in Giappone

in #ita5 years ago (edited)

La tournée in Giappone

Incredibile che stava capitando proprio a loro, come direbbe il loro chitarrista Umberto Trevisani (per tutti il Tre), ”T’vò che un nespol e faza i fig?” (Vuoi che un nespolo faccia i fichi?) e invece li ha fatti. Dopo la tournée in Russia, il capodanno a Dubai, mancava solo il concerto a Osaka. Trent'anni di duro lavoro, quindici dischi in studio, la partecipazione a Sanremo, i Festival Bar e le migliaia di dischi venduti solo nell'ultimo anno, ecco finalmente la consacrazione internazionale. I burdél (una volta, ora l’età media supera glia “anta”) di Igea Marina son sempre loro sei. La band è composta dal Tre alla chitarra, Michele Urbinati ai fiati (gran saxofonista!), Simone Pasini al basso elettrico e i fratelli Veronesi, Silvio alle tastiere e Marco poli-strumentista. Marco suona veramente di tutto (tastiere, violino elettrico, fisarmonica e tutti gli strumenti più disparati). Qualcuno dice che una volta è riuscito a suonare un fagotto dopo solo due ore. Per gli amici romagnoli e Zudrinel (Cetriolo) ma non è dato a sapere il perché. La scheggia impazzita del gruppo è lui Samuele Vacondio, il più grande batterista di sempre, uno che il ritmo l’ha nel sangue. Prima del successo con la band Samuele (Sammy) era corteggiato da tutti i più grandi gruppi musicali nazionali, ma lui è rimasto stoicamente fedele a Walter il loro storico manager che gli prometteva il successo anche negli anni più bui. La vera star invece è lei, bella e affascinante, la rossa dagli occhi verdi e dalle lunghe gambe nello splendore dei suoi venticinque anni la “front-girl” Crystal. Note gravi, acute, virtuosismi, padronanza della lingua inglese, dal suo arrivo cinque anni orsono rinasce la fortuna della band.
Il volo da Francoforte delle 08.40 arrivò in orario, l’interprete giapponese (kakuei Sasaki) assunto da Walter per accogliere, assistere, accompagnare e fare da guida alla band, era all'uscita del terminal che li aspettava. La partenza da Milano il giorno prima, lo scalo intermedio a Francoforte e le diciassette ore di volo in economy avevano sfiancato sia nel fisico sia nello spirito i nostri “ragazzi”, mettiamoci pure che tutte quelle ore senza fumare per uno come Michele erano un record, ecco che l’umore era nero. Ritirati i bagagli e due chitarre (gli altri strumenti erano stati spediti la settimana prima e presi in custodia da Sasaki), si diressero verso l’uscita dell’Osaka Kansai Airoport. Appena fuori, era stato facile trovare Sasaki indossava la maglietta con la foto di Crystal con la scritta “Ignurantaz, fan club Bagnacavallo”. Caricando i bagagli sul van da dove scese Sasaki, si accorsero che erano in cinque. Mancava Sammy. La guida corse verso il gruppo e li saluto in giapponese, - Youco soitaliano ten !- e poi in italiano, - Benvenuti a Osaka amici italiani. Burdel! - e scoppio in una fragorosa risata. Eccolo arrivare il loro batterista, sigaretta in bocca e con la flemma di sempre cercando di scusarsi per il ritardo - Fata roba! Sono andato al bagno! Per tirare l’acqua questi hanno un tablet. Non era un cesso era un bancomat! E poi ho comprato questi! – tirando fuori da una busta una decina di manga erotici giapponesi. Accortosi di Sasaki, domandò, - E questo chi è?- interviene il Tre, -Testa bacata è la nostra guida! Andiamo che non vedo l’ora di arrivare in albergo-.


Immagine CC0 creative commons

Durante i quarantacinque minuti di trasferimento in albergo, Sasaki non smise un momento di parlare in un misto d’inglese, italiano giapponese. La guida gli spiegò che l’albergo si trovava a Namba City nel centro città e che era dotato di tutti i confort. Alloggeranno in una posizione strategica, solo a quattro chilometri da una ruota panoramica che attira migliaia di turisti. In quella zona sono concentrati tutti i divertimenti, i negozi e i ristoranti. Da li si arriva facilmente alla baia d’Osaka con i suoi locali notturni. La città è grande, la terza del Giappone, quindi è facile perdersi ma da visitare assolutamente anche se fuori mano il castello e l’acquario. E poi ci sono gli Universal Studios, dove suoneranno, una Disney in terra nipponica. Il fatto di suonare tra i personaggi della Disney risveglia dal torpore Sammy - Ma sa fet a posta? A cinquant'anni a suonare alla casa di topolino?- pronta la risposta del Tre – Patacca, torna a dormire che te i ratti ce li hai in testa!- . Arrivati finalmente in albergo, e pranzato all'italiana (spaghetti con il ragù, cotoletta alla milanese il tutto innaffiato dal sangiovese), per la gioia dell’amico giapponese e la loro, l’appuntamento era stato fissato alle sedici e trenta per andare agli Universal Studios per il soundckeck. Al teatro degli Studios, avrebbero trovato tutti i loro strumenti e le attrezzature, sapientemente montate dall'esperto Sasaki. Walter, aveva scelto Sasaki, oltre per il fatto di essere un’ottima guida, anche perché è un bravo ed esperto musicista. Per anni aveva suonato in una famosa band giapponese e questo garantiva al manager italiano agganci nell'ambiente discografico nipponico. Arrivati agli Studios, l’esperienza che stavano vivendo era unica e meravigliosa, immersi nelle atmosfere di Harry Potter, Sailor Moon, Spiderman, Terminator, Jurassic Park, erano tornati bambini e si erano completamente dimenticati che erano lì per suonare. Tra selfie, foto da postare sui social, con commenti del tipo, - Te volevi fare lo sboron e andavi al parco di Savio di Ravenna, guarda qua!-. L’unico che non si divertiva era Sammy che quell'atmosfera gli ricordava i due maroni che si era fatto vent'anni prima a Parigi, in un parco simile a quello con la seconda ex moglie e i tre figli di lei. Il batterista era un lamento su tutto. – Adesso dimmi te, allo stadio Dome in città suonano gli U2, Bon jovi, e poi Muse e noi qui? Dai, dai, andiamo alle prove! Ragazzino, a ciap è sciop e at dag una sciupteda (rivolto al moccioso che gli ha pestato un piede, mentre erano in coda per le montagne russe)-. Al teatro era già tutto pronto, quando arrivarono, trovarono tutti gli strumenti posizionati sul palco secondo le loro direttive comunicate la settimana prima. Le luci erano state provate e pronte all'uso, cosi come gli effetti speciali, insomma tutto perfetto. Ad aspettarli come una mamma e un papà, Crystal e Walter. I due erano arrivati la sera prima con un volo in Business Class e alloggiavano in un mega albergo a cinque stelle, dove al mattino avevano tenuto una conferenza stampa per le TV e il tabloid di tutto il sol levante, veri vip. Sasaki intanto si stava esibendo in un mirabile assolo di batteria attirando l’attenzione di tutta la band che resto ad ascoltare sbalordita. Commentò il solo e solito Sammy, - Hey giapponese, adesso basta di pestare i miei tamburi, con quelle bacchette buone per il sushi!- Sammy si prese giustamente gli insulti di tutti gli elementi della band.


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Ormai si era fatta sera. Terminate le prove e stabilita la scaletta, Walter comunicò che erano stati venduti 4500 biglietti e che probabilmente, liberata la zona della platea sotto il palco, per domani ci saranno state circa 5000 persone, un bell'incasso. Poco prima di lasciare gli Universal Studios, Zudrinel salutò la comitiva, - Oi! Cio! Noi abbiamo i nostri programmi, ci vediamo domani! Sammy andiamo?- E i due si avviarono verso l’uscita del parco. Silvio il fratello di Zudrinel non si stupì più di tanto, sapeva che l’unico con cui legava veramente Samuele era suo fratello anzi forse era meglio cosi perché come diceva lui, in due ne fanno uno che ragiona. Walter e Crystal accompagnata la band all'hotel si congedarono ricordando che sarebbero passati a prenderli il giorno successivo alle 18.00. Walter aggiunse, - Burdel! Parliamoci chiaro, non voglio casini! Già due se ne sono andati per i fatti loro e non vorrei pentirmene. Vi affido a Sasaki. Ci vediamo domani, divertitevi!- Il Tre che ormai aveva capito che tra Crystal e Walter c’era di più che un rapporto di lavoro, prese il manager sotto braccio e sottovoce gli disse. - Oggi il gallo della riviera gioca fuori casa eh? Va la Playboy, che quella ti disossa!- E si salutarono con un caloroso abbraccio. Il giapponese li portò a cena in un ristorante in centro, dove ci fu un’epica mangiata con l’immancabile zuppa (il famoso ramen), fritture varie sia di gamberi che di verdure, per finire con il polpo fritto (il takoyaki) la specialità culinaria della città. Scorrevano fiumi di sakè, birra giapponese e dell’ottimo vino locale che fece sentenziare il sempre taciturno Simone.- Cio! Questo vinello, con la piada crudo, rucola e squaquerone lo vedo proprio bene!Adesso basta son pieno! Andiamo in disco!- Seguendo le luci delle insegne al neon su e giù per il quartiere Dotombori, lungo la riva destra del fiume entrarono in un disco pub. Il Kama pub era pieno di vita, frequentato sia da giapponesi sia da occidentali, era il luogo ideale per continuare in baldoria la serata. Tra un mojto e un liquore giapponese al melone (il midori), la comitiva si trovò al centro della pista a ballare la musica dance con le hit del momento. Nel locale non poteva mancare l’angolo del karaoke. Sasaki trascinò il Tre sul palco e qui si esibirono in “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana, il locale era in delirio, la gente “pogava” come a un concerto punk. Alla fine dell’esibizione, i due esausti ma felici si distesero su un divanetto e si misero a ridere. Il Tre si rivolse a Sasaki, - Abbiamo l’anima rock noi due !- Sasaki diede un sorso al suo drink alzo il bicchiere e rispose, - Non siamo felici perché qualcosa di buono è successo, ma perché qualcosa di buono succederà. Kampai! Mentre, nel divanetto accanto, Michele e Silvio intrattenevano due giovani signorine vestite da bambole manga (Lamù e Sailor Moon).


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Dopo la notte da leoni, il risveglio fu traumatico. Tirati giù dal letto da Walter, che aveva cominciato a fargli suonare il telefono in camera da parte della reception alle nove del mattino. Riuscì ad averli tutti e quattro davanti a se, alle dieci e trenta all'ingresso dell’hotel . Il manager parti subito all'attacco, - Ma sa fet a posta? Si! mi volete morto! Lo sapete che cosa hanno combinato quelle due Patacche? Sono ricoverati in ospedale!- Parlava di Sammy e Zudrinel che dopo una cena a base di sushi si sono senti male, in preda a dolori addominali, vomito e dissenteria hanno chiamato Walter. Il manager, corso subito in loro aiuto e costatando la gravita ha chiamato un’ambulanza. Nel frattempo entra nella hall Crystal, salutando porta le ultime novità, - I dui quaiòn! Sono fuori pericolo! Volevano fare gli sboroni e si sono mangiati l’impossibile, pensando di essere in un mangia fin che puoi, inoltre bevendo come due spugne! Ero al telefono con Sasaki. Mi ha detto che gli hanno fatto la lavanda gastrica e che a parte una notte passata sul water, si esclude qualsiasi parassita, tipo Anisakis. Il locale dove erano a cena è sicuro sotto tutti i profili sanitari, per il pesce crudo è uno dei migliori di Osaka. Inoltre è il più caro! A Milano Marittima mangiamo in dieci con quello che hanno pagato in due. Le patacche! Devono restare comunque in osservazione ventiquattro ore-. Silvio prese la parola, - Bene, allora vuol dire che si torna a casa? Se le cose stanno cosi, vado in ospedale a vedere come sta, quello svarnaza di mio fratello. Già che vado, do due a pugni in testa a Samuele. In sostanza siamo senza qualcuno che suoni la batteria. Concerto saltato.- Ribatte Crystal, - Ciò!No, ci esibiremo ugualmente! Statemi a sentire, questa è un’occasione che non mi faccio scappare per colpa di voi, zimbelli! Ha risolto tutto Walter, Sasaki suonerà la batteria. Stasera si va in scena!- E senza dire altro, sfidando tutti con il suo sguardo, giro di spalle, e ancheggiando sul suo tacco dodici se ne andò.
Alle ore 21.15 il teatro degli Universal Studios ribolliva d’entusiasmo, i 5000 fans accorsi da tutto il Giappone, scandivano il nome dei nostri artisti battendo le mani a ritmo. I “ragazzi” dietro le quinte erano impazienti di fare il loro ingresso. Indossati gli eleganti e lucenti abiti da scena, aspettavano che Crystal uscisse dal camerino per entrare tutti insiemi, intanto si caricavano a vicenda dandosi il cinque. Il Tre con la sua inseparabile chitarra cercava la concentrazione con dei semplici esercizi di tecnica. Walter intanto dava le ultime indicazioni agli addetti alle luci e al tecnico del suono, spiegando in un inglese alternato da qualche parola in giapponese (hai (si) e arigato-arigato) quali erano le sue intenzioni, in altre parole voleva uno show epico da ricordare. Poi ci furono “oh” di stupore e un caloroso applauso da parte di tutti gli addetti, quando di sorpresa si apri la porta del camerino riservato alle star. Né usci una Crystal stupenda come sempre, in un vestito color smeraldo che metteva in risalto tutte le sue forme. L’assistente gli mise il microfono, lei si sistemò per l’ultima volta i suoi lunghi capelli rossi, scatto due selfie per i suoi profili social e consegno il telefono a Walter. Sorridendo e abbracciando calorosamente tutti, s’incamminò verso l’ingresso al palco, con la band al seguito. Crystal si avvicinò al Tre, si afferrarono per mano si guardavano negli occhi si sorrisero e con cenno del capo fecero di sì, erano pronti per entrare in scena.Lo speaker giapponese in un boato fece il suo ingresso in un elegantissimo smoking e annuncio, - (こんばんは Konbanha) Buona sera popolo del ballo, finalmente dall'Italia! Li aspettavamo da tanto tempo, loro l’unica e sola orchestra “Vecchia Romagna”! Vai con la liscio Osaka!- Le luci stroboscopiche crearono l’effetto giusto, mentre l’orchestra entrava e il pubblico in abiti da ballo riempiva la pista. Il Tre arrivato sul palco, saluto il pubblico e si diresse verso Sasaki che aveva occupato il suo posto dietro la batteria e gli disse, - Non siamo felici perché qualcosa di buono è successo, ma perché qualcosa di buono succederà. Noi si! abbiamo l’anima rock! Sasaki!-. Mentre Crystal, raggiunto il microfono, - Ciaooooo! Ora incominciamo Osaka! E sulle note di Romagna mia, everybody...!() “Sento la nostalgia d'un passato, dove la mamma mia ho lasciato. Non ti potrò scordar casetta mia, in questa notte stellata la mia serenata io, canto per te. Romagna mia, Romagna in fiore, tu sei la stella, tu sei l'amore. Quando ti penso, vorrei tornare dalla mia bella al casolare. Romagna, Romagna mia, lontana da te non si può star!”


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E tutto il teatro, ondeggiava come il mare dell’Adriatico. (by Kork75)

Con questo post partecipo al contest settimanale indetto da @spi-storychain con tema ed ambientazione decisi da @deathrays
Tema : Musica
Ambientazione : Giappone
Saluti Kork75

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Sono assolutamente certa che quando @deathrays ha proposto come tema la musica e il Giappone l'unica canzone a cui ha pensato è stata “Romagna mia” 😂👍🏼

😂Grazie di aver letto il mio racconto...poi un po'tutti sentiamo la nostalgia d'un passato(anche i giapponesi 🤔).😉 Saluti Kork75 🤗

La mia cultura sul liscio è pari a quella di un giapponese sul lampredotto 😂

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Comunque non è mai tardi.....per il giapponese intendo😂Saluti kork75🤗

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bellissima atmosfera @kork75! ero proprio li nella balera giapponese e via col lissio!!!

😂grazie!

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