LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

in #ita6 years ago

Eccoli. Li prevedi. Li senti arrivare. Li aspetti, quasi che ormai una festa non sia più una festa senza i loro commenti arguti o le puntuali domande retoriche capaci di far crollare ogni tua certezza. Le spigolature a denti stretti, la feroce critica sociale, il pessimismo cosmico, le mezze stagioni che non ci sono più.

Quelli che ”è tutta una trovata commerciale”, ”bisogna amarsi tutti i giorni, non solo a S. Valentino”, ”la Pasqua ormai è solo una scusa per mangiare”, ”bisognerebbe essere buoni tutto l’anno e non solo a Natale”, ”ricordiamo piuttosto i brogli del referendum repubblicano”, ”a me non serve un pezzo di carta per provare che amo un’altra persona”, ”è la festa della mamma, auguri a Nichi Vendola”, ”è la festa del papà, auguri a Gianna Nannini”,”questa festa è inutile”, ”quest’altra dannosa”, ecc. ecc.

Insomma, i bastian contrari.

Una lagna senza fine. Polemiche sterili e puerili. Pressapochismo e benaltrismo a go-go. Eppure ormai quasi un complemento di ogni ricorrenza, dal quale non va esente nemmeno (anzi, per certi versi soprattutto) la festa della donna.

L’8 marzo, questo tipo di commenti tendono a dividersi nettamente in due fazioni che possono essere riassunte così: da un lato la donna va amata e onorata tutti i giorni, banale, vagamente ipocrita, ma del tutto prevedibile, dall’altro lo squallidissimo e la festa dell’uomo?. Perché l’uomo, si sa, sono secoli che viene sminuito, limitato e trascurato per il solo fatto di essere uomo ed ha bisogno che i suoi sforzi per emanciparsi vengano riconosciuti e celebrati.

Insomma, mentre a dicembre sembra necessario stracciarsi le vesti perché ci siamo persi il vero significato del Natale, improvvisamente a marzo sembrerebbe fondamentale cancellare secoli di ineguaglianze e decenni di rivendicazioni e traguardi perché ormai è l’uomo il sesso debole e cosa ci sarà mai da festeggiare. Personalmente, ho intenzione di festeggiare mio padre il 19 marzo e mia madre la seconda domenica di maggio, anche se ormai sono genitori da oltre 30 anni, e se più o meno 2017 anni dopo la nascita di Gesù discutiamo ancora del vero senso del Natale non vedo perché non dedicare una giornata di celebrazione al fatto che, ad esempio, le donne hanno iniziato ad avere diritto di voto da poco più di un secolo, se non meno. D’altra parte, nemmeno tra le lagne pasquali mi è mai capitato di sentir dire vabbè ma ormai è morto e risorto da anni, che festeggiamo a fare? o e la festa di Giuda, vittima degli eventi e manovrato dai poteri forti?.

Quindi, in sostanza, di cosa stiamo parlando?

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PIXABAY
CC0 Creative Commons

Per “festa della donna” si intende, in realtà, la Giornata internazionale della donna, una ricorrenza che festeggia oggi 110 anni di vita.
Il primo Woman’s Day nasceva infatti negli Stati Uniti nel maggio 1908, quando a Chicago tale Corinne Brown, in assenza del relatore ufficiale, prendeva la parola in seno alla Conferenza del Partito Socialista per denunciare lo sfruttamento e le discriminazioni perpetrati dai datori di lavoro nei confronti di lavoratrici e operaie. Tra gli effetti di tale prolusione ci fu anche la decisione di riservare, a partire dall’anno successivo, l’ultima domenica di febbraio per la rivendicazione dei diritti delle donne, primo fra tutti il diritto di voto.
La nuova ricorrenza venne poi proposta ed approvata anche in sede internazionale, sempre ad opera delle socialiste americane, nel corso della Conferenza internazionale della donna svoltasi a Copenaghen nel 1910. I vari Paesi continuarono, peraltro, per qualche tempo a celebrarla in date diverse (es. fine febbraio negli USA, 19 marzo nei paesi di lingua tedesca e dal 1922 una domenica di marzo anche in Italia). Fu solo il 16 dicembre 1977 che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decretò che la Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale venisse ufficialmente celebrata l’8 marzo.

E perché proprio l’8 marzo?

No, l’8 marzo non ricorre l’anniversario di alcun incendio o alcuno sciopero di camiciaie americane. Certo, gli scioperi ci sono stati, così come numerosi drammatici eventi su luoghi di lavoro in cui hanno perso la vita dei lavoratori e, ovviamente, qualora si trattasse di fabbriche in cui si svolgevano lavori tradizionalmente attribuiti alle donne (ad esempio proprio la confezione di camice ed altri indumenti), le vittime erano di sesso femminile. Ma nessuno di questi eventi è storicamente occorso l’8 marzo ed anche quando l’evento viene citato spesso mutano la collocazione della fabbrica (comunque sempre in America) ed il numero delle vittime, oltre al grado di responsabilità del datore di lavoro. Nella versione all inclusive si riuniscono sciopero e incendio e si narra che il datore di lavoro avrebbe chiuso le operaie dentro la fabbrica per impedire loro di scioperare, prima che divampassero le fiamme.
Curiosamente, risale all’8 marzo 1914 uno degli arresti di Silvya Pankhurst, fondatrice della East London Federation of Suggragettes, citata anche dall’intramontabile signora Banks nella sua canzoncina in favore del voto alle donne all’inizio del film Mary Poppins (1964). Ma questo non è un aneddoto tradizionalmente collegato alla scelta dell’8 marzo come giornata della donna.

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LA MANIFESTAZIONE DEL 23 FEBBRAIO / 8 MARZO 1917
Immagine di pubblico dominio

Potrà stupire apprendere che, nonostante l’idea originaria di una celebrazione a favore delle donne sia americana, la data dell’8 marzo si colleghi, invece, ad una ricorrenza sovietica. Durante la prima guerra mondiale le celebrazioni si erano interrotte, ma l’8 marzo 1917 le donne di San Pietroburgo insorsero nelle strade per rivendicare la fine della guerra, dando inizio alla numerosa serie di manifestazioni e proteste che divamparono in tutto la Russia, portando alla fine dello zarismo (c.d. rivoluzione di febbraio, secondo il calendario giuliano all’epoca in vigore in Russia). Successivamente, in occasione della seconda Conferenza internazionale delle donne comuniste del 1921, l’8 marzo fu individuato come Giornata internazionale dell’operaia.
La data fu poi adottata, negli anni, da molti altri Paesi e infine fissata per decisione delle Nazioni Unite, ma già dal secondo dopoguerra le connotazioni politiche e ideologiche che avevano portato alla iniziale condivisione della ricorrenza iniziavano a scemare e confondersi con principi più ampiamente condivisibili da tutto l’Occidente e iniziarono a circolare spiegazioni più simboliche e spoliticizzate. Il collegamento all’insurrezione russa femminile del 1917 contro la guerra spiega, peraltro, l’originaria titolazione della ricorrenza sia alla donna che alla pace internazionale.

In ogni caso e a prescindere dall’ideologia politica, la ricorrenza è nata ed esiste tutt’oggi per rivendicare la parità di diritti e doveri delle donne rispetto alla posizione di vantaggio da sempre riconosciuta agli uomini e per celebrare i risultati nel frattempo già ottenuti in questo campo.

Se voi o una donna a voi vicina siete andate a votare, domenica scorsa, oggi è il momento giusto per ricordare e celebrare le donne che hanno lottato per il diritto di voto e gli uomini che le hanno sostenute nella lotta.
Se voi o una donna a voi vicina avete proseguito gli studi oltre la scuola dell’obbligo, oggi è il giorno giusto per festeggiare la possibilità di farlo e di avere le stesse possibilità dei colleghi maschi di dare valore al titolo conseguito.
Se voi o una donna a voi vicina avete un lavoro diverso da istitutrice, dama di compagnia o prostituta e ricevete lo stesso stipendio o applicate le stesse tariffe di un vostro collega uomo, oggi è il giorno giusto per celebrare gli sforzi compiuti per consentirvi di adoperarvi per il vostro mantenimento e scegliere che carriera intraprendere.
Se voi o una donna a voi vicina avete scelto di dedicarvi comunque alla casa, oggi è il giorno giusto per ricordare che il vostro contributo al ménage familiare è importante e assolutamente non scontato e che, in ogni caso, avete pur sempre la possibilità di cambiare idea.
Se voi o una donna a voi vicina avete avuto rapporti sessuali prima del matrimonio e non venite, oggi, additate come merce avariata né siete state costrette a sposare il vostro primo ragazzo, oggi è il giorno giusto per rivendicare una libertà sessuale che la società fa ancora fatica a riconoscere pari a quella di un uomo.
Se voi o una donna a voi vicina avete potuto scegliere con chi sposarvi, oggi è il giorno giusto per baciare con passione quella persona e gioire di averla potuta scegliere.
Se voi o una donna a voi vicina avete potuto scegliere di non sposarvi ma condividere comunque la vostra vita con una determinata persona, aumentate la passione del bacio e la gioia della scelta.
Se voi o una donna a voi vicina avete potuto scegliere la persona con cui trascorrere la vostra vita ed essendovi accorte di aver sbagliato avete potuto interrompere quel rapporto e ricominciare, oggi è il giorno giusto per rallegrarvi di averlo potuto fare.

Sono sicura che siamo tutti in grado di continuare su questa scia.

In compenso, se a voi o a una donna a voi vicina quando vi incazzate chiedono se avete il ciclo o da quanto non scopate; se non vi fanno andare in vacanza con gli amici, mentre alla vostra età vostro fratello ci andava già da anni; se avendo fatto carriera vi chiedono con chi siete andati a letto; se vi guardano storto perché siete madri e lavoratrici; se il vostro partner di sesso maschile “vi aiuta” in casa, piuttosto che semplicemente fare la sua parte; se si pretende che siate perfette massaie e donne di casa, perché tanto i soldi poi li farà vostro marito; se commentano come vi vestite sia che siate troppo vestite sia che lo siate poco; se quando sorridete ad un complimento significa che “ci state”, se ringraziate siete presuntuose e se non rispondete siete frigide; se quando scoprite di aver avuto lo stesso numero di partner sessuali del vostro ragazzo, lui è normale e voi un po’ zoccole; se quando uscite di casa, camminate per strada, socializzate o interagite con un uomo avete sempre, in un angolo della mente, il retro-pensiero di non dare l’impressione di essere troppo a disposizione, per non rischiare che l’altra persona si senta autorizzata a mettervi le mani addosso… la ricorrenza odierna ha purtroppo ancora ogni ragione di esistere anche in prospettiva di rivendicazioni presenti e risultati futuri e non solo come memoria storica.

Personalmente, comunque, anche oggi mi sono svegliata donna. E per me, tanto basta per voler festeggiare. Anche perché ormai i Lego me li posso comprare da sola.

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LA MIMOSA DI UN CLIENTE
Foto personale

E la mimosa, vi chiederete?

Quella è una tradizione tutta italiana, iniziata su proposta di tre donne appartenenti all’Unione Donne Italiane (UDI), Rita Montagnana (moglie di Palmiro Togliatti), Teresa Mattei e Teresa Noce. Inizialmente, era stata avanzata la proposta di donare alle donne che avrebbero partecipato alla manifestazione del 1946 delle violette, fiore simbolo della sinistra europea. Le tre donne si opposero sul presupposto che a marzo le violette fossero difficili da reperire e perciò molto costose e proposero come alternativa la mimosa, molto più economica e convenientemente in fioritura proprio in concomitanza con la ricorrenza.
Credo si possa oggi dire che l’idea ebbe un discreto successo.

Sort:  

Un articolo brillante, per me è stata una lettura piacevolissima! Ci sono molte leggende dietro questa ricorrenza, tu riesci a fare chiarezza. Tra l'altro, esprimi con forza dei concetti importantissimi: se oggi siamo donne libere, lo dobbiamo alle donne di ieri ed è legittimo celebrare quelle fiere combattenti che si sono battute per ottenere il diritto di voto, quello di avere una carriera, un lavoro, uno scopo che non sia solo quello di fare da riproduttore e balia. Oggi mi spiace soltanto constatare che queste lotte d'altri tempi purtroppo sono sempre attuali; certe volte leggo commenti o addirittura articoli di giornale in cui si afferma che una donna che sceglie di non avere figli, è una donna che vive a metà, incompleta, per esempio. Chi si può arrogare il diritto di sapere a priori cosa è giusto e cosa è sbagliato? Purtroppo accade e spesso sono le altre donne frustrate a dare addosso alle compagne più spavalde, non pensare che siano solamente gli uomini!

In più, il mondo non si muove in sincronia, per cui alcuni diritti che per noi occidentali sono ormai scontati, in alcuni paesi non si contemplano neppure da lontano - vedi, ad esempio, la condizione della donna in Afghanistan descritta nei giorni scorsi da @demiro86.

Personalmente, pur comprendendo il senso di questa festa, ho imposto al mio fidanzato e agli uomini che ho intorno di non venire a farmi gli auguri e di non portarmi fiori o mimose: non ho bisogno di essere corteggiata, addolcita, sedotta dalla bellezza effimera di un fiore; io ho bisogno di essere libera e che questa libertà mi sia riconosciuta in modo definitivo ogni giorno.
Grazie della condivisione, un ottimo articolo che nasconde una mente sveglia e brillante.

Ti ringrazio molto per questo commento così approfondito!! 😄

Sono contenta di essere riuscita ad esprimermi chiaramente (e, ovviamente, di aver espresso concetti condivisibili).
Come ho scritto nel post di ieri, il femminismo non è mai stato un mio pallino... ho sempre dato molte cose per scontate. Ma anch’io trovo che spesso le opinioni o i concetti espressi (spesso solo abbozzati) in commenti o articoli letti qua e là siano allucinanti. Su maternità e casalinghe, come dici tu, in genere è una lotta tra poveri di spirito: da una parte chi ritiene che una donna sia donna solo se moglie, madre e massaia, dall’altra chi ritiene che essere moglie, madre e massaia sia una schiavitù dalla quale la donna debba liberarsi. Mentre, per come la vedo io, la verità dovrebbe stare nel mezzo: ogni donna dovrebbe poter scegliere per sè quale percorso la appaghi maggiormente sia come donna che, soprattutto, come persona.

E con questo facciamo Triplete? :-)

Bellissimo post @imcesca, nonostante io possa notare che come me non hai il dono della sintesi, l'articolo scorre via leggero nonostante il tema trattato.
Pensa te, non conoscevo la storia delle mimose..

No, quello mai avuto. Ti ho detto che la cosa più difficile del tuo contest è stato il limite di parole 😜

Ti ringrazio!!

Ottimo articolo @imsesca, in questa occasione speciale per celebrare la giornata delle donne. Sono una donna e mi identifico con il tuo articolo, oggi nel mio paese e in tutto il mondo le donne nella maggior parte dei casi recitiamo nello stesso ruolo degli uomini.

Grazie, mia cara.

Non c’è di che 😊

Grazie per aver fatto chiarezza sull'argomento! Mi è stato molto utile 😊

Ciao @imcesca! L'aspetto che ho preferito dell'articolo è il modo in cui sei riuscita ad attualizzare le sfide che la donna ha avuto in passato con quelle del presente, come il giudizio altrui o l'immagine di se stessa.
Forse dovremmo tutti ricordarci delle battaglie vere che sono state combattute piuttosto che combattere a colpi di like e followers, svilendo l'immagine di donne (ed uomini) che trovano confidenza nel numerino del profilo. Non trovate?

Un saluto!
Luca

PS anche te sei amante di LEGO? Io sono un collezionista! Oggi esce un altro articolo su una nuova costruzione che ho fatto, nella mia introduzione puoi vedere invece la mia migliore città 😄

Ti ringrazio e sono d’accordo con te. Anche se in realtà, per quanto concerne il mostrarsi per i big like sono ambivalente. Perché da una parte mi sembra triste e vacuo, dall’altra penso anche che con con il proprio corpo ciascuno dovrebbe poter fare ciò che vuole (entro i limiti di legge)... se hai un bel culo (che è attributo unisex) e facendolo vedere raccogli abbastanza follower da farti pagare solo per quello, buon per te. Non è che per tirare calci ad un pallone ci voglia tanta intelligenza in più, d’altra parte. E le paghe, in quel caso, sono anche maggiori.
Insomma, tra chi si mostra e chi segue chi si mostra (legittimandolo) tendo a pensare peggio dei secondi. Un po’ come se dovessi scegliere tra prostituta e cliente.

I LEGO erano una mia fissazione da piccola, perché a una femmina nessuno lo regalava. Però ad esempio andavo forte con i puzzle, che sono una cosa molto simile, quantomeno come intrattenimento (a me piaceva l’idea di costruire seguendo uno schema, non di creare).
Mio moroso, in compenso, era un vero e proprio appassionato ed ha anche vinto svariate gare di creazione, da ragazzo. Poi è passato a computer, automobili e adesso pure miner 😂😂

Il mio discorso sui like potevo svilupparlo meglio, ma non essendo l'argomento di conversazione non mi sono dilungato. Non giudico assolutamente come si guadagni denaro, visto che il 90% di noi sta usando una tecnologia sconosciuta a pressoché tutti fino a poco fa, a me in primis che sono entrato tardissimo.
Io trovo denigrante per la donna, e forse ancor più per l'uomo che spinge questa corsa, quella gara all'optimum femminile (e maschile) continuamente mostrateci dalle televisioni. Perché se non sei 90/60/90 non vai bene, oppure perché ci devono essere continui interventi di chirurgia per migliorare "difetti" quanti nell' 80% del mondo non si ha accesso a chirurgia di base per vivere?
Spero di avere espresso meglio il mio punto di vista sulla direzione che stiamo prendendo 😁

Bello, veramente, originale, un po' fuori dalle righe ma apprezzo molto la schiettezza e l'andare diritto al bersaglio, senza mezzi termini, ed il tuo monologo finale è decisamente da incorniciare.
Come ho accennato in un post, io sono un uomo, mi ritengo maschilista ma nel senso che sto dalla mia parte, e l'8 marzo purtroppo ha tantissime ragioni di esistere, perché se da una parte è vero che il sesso forte siete realmente voi, care donne, dall'altra parte noi uomini facciamo di tutto per negarvi la vostra più che legittima parità sociale ed economica a tutti gli effetti, per non parlare della violenza e di tutte le angherie a cui siete costantemente sottoposte.
Hai perfettamente ragione quando dici, intelligentemente e con il tuo stile personale, che se un uomo ed una donna hanno lo stesso numero di partner, lui è normale, anzi, è uno stimato play-boy di successo, voi al contrario siete un po' zoccole, ed altro non è se non una rivisitazione del diffusissimo retrograda concetto che lui può fare anche un cesto di corna alla moglie e va tutto bene, la moglie se fa anche un solo sorriso ad un uomo, sono dolori, e grossi.
La donna va rispettata, sempre e comunque, per tantissimi motivi, a parole e soprattutto a fatti, perché non se ne può più di sentir parlare di stupri, omicidi, e violenze di ogni genere, sono fatti che fanno vergognare di essere uomini

L’analogia più tristemente riassuntiva del concetto che mi sia mai capitato di sentire è la chiave che apre tutte le porte è preziosa, il lucchetto che si fa aprire da tutte le chiavi è inutile.

Non l'avevo mai sentita, oggi ho imparato un'altra cosa, ma non c'è da esserne fieri, nella maniera più categorica...

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