Ehi tu, delusa!

in #ita7 years ago (edited)

Avete presente quando aspettate qualcosa da tanto tempo, avete combattuto per ottenerla e poi arriva il verdetto e rimanete tramortiti nel sentirlo?
Ecco io mi sono sentita esattamente così ieri.


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Parlo del lavoro che, metaforicamente parlando, ha assunto la consistenza del mercurio, impossibile da afferrare.

Siamo arrivati ad un punto in cui il giusto e il normale sono concepiti come qualcosa di assurdo, lasciando il posto a meccanismi che trovo a tratti inquietanti.

Appena accenno un tentativo di lamentela di solito vengo bloccata con la solita frase:

Non ti lamentare che di questi tempi devi ringraziare Dio perché hai un posto.

Per carità rendo grazie a chiunque ma questo non significa che devo infilarmi un cilicio e soffrire in silenzio e, anche se sono grata, mi sento tante volte frustrata e insoddisfatta.

Sono stata assunta due anni fa (quando ho firmato il contratto mi sembrava di avere accesso al mio personale Santo Graal) come segretaria in un’azienda per sei ore nella carta, in realtà ne erano state concordate otto. Si perché adesso ci si mette d’accordo su come sistemarla al meglio la situazione per il datore di lavoro e tu devi accettare perché altrimenti l’alternativa quale sarebbe?
Avevo le mani legate, consapevole di essere senza esperienza e ho accettato, confidando nella possibilità che le cose potessero cambiare con il tempo.

E’ un lavoro dove non esistono permessi e non so nemmeno cosa sia nella pratica chiedere le ferie, so solo il significato puramente astratto. Rimango tante volte fino a sera inoltrata (straordinari? No, grazie), ponti e feste patronali neanche a parlarne. Vado dalla commercialista o alle poste per fare delle commissioni durante la mia pausa pranzo o dopo aver staccato la sera (non negli orari di lavoro, che scherziamo?).
Sono venuta a lavorare con l’otite che, con mia somma gioia, è durata dieci giorni, con la febbre, e con tutti i malesseri possibili. Tutto questo senza mai una lamentela. Mi sono presa la croce e adagiata sulle spalle perché so che significa stare senza lavorare o essere sottopagati ancora di più, sono stata sei mesi in un bar dove venivo pagata una miseria, con orari assurdi e ritmi incalzanti.
Quindi si, lo so.

Non significa però che siccome esiste il peggio, debba sempre farmi scivolare addosso tutto quello che non trovo giusto o che mi mortifica.
Da un anno ho iniziato a reclamare un aumento di ore o, in alternativa, un po’ più di tempo libero (anche per scalare quelle ore in più che ho accumulato). La seconda opzione non è stata neanche presa in considerazione, mentre per la prima sono stata lasciata in sospeso con un “ci penserò”.


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E’ passato un anno dalla mia richiesta (tono greve di Rose di Titanic quando inizia a raccontare la sua storia con “Sono passati 84 anni”) e dopo tante peripezie e mutamenti, attese a non finire finalmente ieri sera è arrivato il verdetto.
Niente otto ore, sette manco per il cavolo, lasciamo a sei ore con un contentino vicino, una piccola aggiunta per sciacquarsi la coscienza. Il mio cervello si è spento ed è andato su off dopo aver sentito la sentenza finale perché un velo di delusione mi aveva letteralmente avviluppata. Ricordo a malapena le parole che ne sono seguite: costo del personale, vorrei ma non posso, forse un giorno, chissà.

Dopo un’ora e mezza, me ne sono andata apparentemente like a boss ma dentro di me mi sentivo like a stronz per l’ennesima fregatura, francamente speravo almeno in quel 7 che tanto viene decantato come numero magico. Invece niente.

Siccome devo essere grata e ho il lavoro nel DNA perché a casa mia se non hai un impiego non vali una cippa, ho cercato di mascherare l’immensa delusione in cui affogavo, ho annaspato per rimanere a galla e cercare di stampare un sorriso tirato.
Mi sono addormentata con un senso di amaro in bocca che non mi ha abbandonato neanche questa mattina, mi sento sconfitta.

Concludo con il sottolineare che so di essere fortunata e so quanto il lavoro copra un ruolo fondamentale nella vita di ognuno e che sto bene rispetto a tanti altri ma a volte non basta, il senso di impotenza e di ingiustizia hanno anche un valore e ho l’assoluta consapevolezza che questi meccanismi sono sbagliati.

Non voglio sperarci più, piuttosto accetto e guardo oltre, cercando di apprezzare al 100% quello che ho, non guardando quello che manca e di mettere a tacere la voce dentro di me che mi dice quanto tutto questo sia profondamente ingiusto.


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Great post! I've learned that people will forget what you said, people will forget what you did, but people will never forget how you made them feel.

Leggo queste tue parole e rivedo una generazione di italiani ed italiane nei tuoi stessi panni... Purtroppo la realtà lavorativa nel nostro paese è avvelenata da chi si sente furbo e sfrutta gli altri, li prosciuga fino all'osso, poi li butta via e li sostituisce.
L'amarezza più grande è che sprechiamo i migliori anni della nostra vita in una condizione di frustrazione, sfruttamento, insoddisfazione che si cronicizzano.
Io non ho resistito e ho cambiato paese, ho conosciuto un'altra realtà dove se ti impegni vieni premiato, in cui è possibile fare progetti perché i contratti sono normali e veritieri, non nascondono ore rubate forzatamente. In Italia mi sono ridotta a fare lavori stressanti pagata meno di 3€ l'ora, qui a Malta non si può fare. Ci sono delle situazioni di sfruttamento anche qui, per carità, ma si può dire basta senza pensare che il licenziamento sia la fine della vita; addirittura, il licenziamento può essere un'opportunità per trovare un lavoro migliore.

Credimi, ci sono passata anche io - ci siamo passati quasi tutti, in realtà - e sono giunta ad una conclusione: chi non apprezza non merita; se il mio paese non mi mette nelle condizioni di avere una vita normale, di progettare il mio futuro con serenità e con qualche certezza, allora il mio Paese non mi merita.
Con questo non voglio generalizzare, ci sono belle realtà sicuramente anche in Italia, ma sono perle più uniche che rare.

Tieni duro e non avere paura! Siamo troppo abituati a chinare il capo e a farci calpestare, ecco dove ci ha portato la disperazione. Però dovremmo imparare ad avere maggior rispetto per noi stessi e a non temere per il nostro futuro. Ti mando un sentitissimo in bocca al lupo, fatti rispettare!

Grazie per le tue belle parole, arrivano al momento giusto.
A volte evito anche di lamentarmi perché mi sento addosso le frasi più banali e più stupide che non fanno che aumentare il mio nervosismo.
Sto in un momento di rottura, sai quando non ce la fai più? Quando senti di non riuscirci più?
Sono a quel punto lì.
Per tre anni sono andata a lavorare con il sorriso perché mi piace, mi piace sul serio.

Purtroppo la paura di trovare di peggio o di non trovare affatto mi paralizza perché quando pensi che potrebbe andare peggio, potrebbe. Non sfidiamo la sfiga.

Spero di avere quel pizzico di fortuna e di ricaricare le pile, devo resistere un altro po’, per forza.

Crepi e grazie ancora 🌺

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Ho tolto il voto automatico per darti quello manuale, ma più che la reward voglio darti un consiglio.
Non ucciderti di lavoro, fai quello che devi fare e renditi libera di pretendere ciò che ti spetta, l'auto demansionamento del proprio lavoro è il motivo per cui tutti poi ti assumono per 6 ore e ne lavori 8+straordinari, quando hai la febbre o stai male, più lo fai e più diventa una cosa dovuta, più il mondo del lavoro viaggia verso questo e più sarà considerato normale farlo.
Voglio anche ricordarti che il sogno del posto fisso e contratto a tempo indeterminato e 40 anni nella solita azienda è una cosa del tutto italiana, in posti dove stanno meglio considerarsi arrivati è la tomba dell'ambizione, non adagiarti mai su quello che hai ma cerca sembra di avere amibizione a migliorare il tuo status, sia nel posto di lavoro (chiedendo ciò che ti spetta) sia a cercarne altri a condizioni migliori, anche se magari dovrai spostarti, sei giovane (credo :P ) quindi hai mille strade davanti, non rimanere sempre su una, che il contratto a tempo indeterminato (anche quelli vecchi con l'art 18) non vale nulla, tutto può finire sempre da un momento all'altro e se ti sei lasciata sempre le porte aperte sul tuo futuro avrai opportunità soddisfazioni e guadagni che ora non puoi immaginare.

Quanto hai ragione!!!
Spero di poter cambiare e andare oltre perché così non ne posso più.
Per fortuna in un futuro abbastanza vicino mi dovrò spostare e sono nell’attesa di un'opportunità sperando di migliorarmi!
Grazie per le belle parole 😊

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Ti posso dire, per esperienza personale, che la gente che dice "ringrazia che hai un posto di lavoro" è la stessa che si dimentica che quel lavoro lo Devi fare, che DEVI andarci anche quando non ne hai voglia, per settimane, mesi, anni. Che Devi accettare condizioni a te sfavorevoli. Loro pensano SOLO al fatto di dover TROVARE un lavoro. Parlano solo di quell aspetto. Dimenticando che DOPO quel lavoro devono svolgerlo e che la vita non è fatta solo di chiacchiere.

Hai veramente ragione.
Ma tanto poi mica sono loro che si sentono prosciugati giorno dopo giorno e avviliti.
No no sei tu con i tuoi malesseri.

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Mi sembra di rivivere certe situazioni. La frase "ringrazia che hai un posto di lavoro", me la dissero più o meno in questo periodo (febbraio/marzo del 2013), in seguito ad una mia richiesta di informazioni sugli ultimi 4 stipendi e tredicesima non ancora pagati...ovviamente, di li a breve, la situazione è diventata non più tollerabile.

Si poi quando si arriva all’estremo tocca andarsene, mica si lavora per la gloria!

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se hai un posto di lavoro è solo perchè te lo sei sudato...
e con 2 anni di esperienza non ti puoi rimettere sul mercato?
e appena trovi qualcosa te ne vai dando il benservito a questo cialtrone?
Io, che per fortuna ho molto meno problemi lavorativo rispetto a te, sto facendo esattamente cosi...se tutto va bene a giorni rassegno le dimissioni con preavviso minimo.

Si perchè non se lo meritano un preavviso più in là con i tempi visto che loro non hanno rispetto.
Spero di avere la possibilità di andarmene a breve e aspettare l’ultimo giorno utile per comunicarglielo!

occhio che le dimissioni sono un pò complicate a livello burocratico...se hai bisogno di chiarimenti sentiamoci in discord

Grazieee come no, meglio essere preparati per quando sarà. 🤓

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Ci sono passata anche io. Contratto part time, cioè 4 ore giornalieri, effettivi circa 12, anche di più a volte. E si, perché il datore di lavoro paga tasse, contributi etc etc. C'è la crisi e ti devi accontentare, perché i posti di lavoro sono pochi e la disoccupazione è alta. Lavori con la febbre, certo perché non c'è il sostituto. Il lavoro deve andare avanti comunque. Show must go on, e se ti lamenti o fai una richiesta ti senti dire che se non ti sta bene,siamo tutti utili ma nessuno è indispensabile.

Si perchè tu non hai diritti, hai solo doveri.
E se provi a farti sentire, la risposta è sempre la stessa: quella è la porta.
Vogliono comprensione quando ti spiegano del costo del lavoro ( macchinoni e super vacanze quelle le ignoriamo!) ma quando provi a far notare che le cose non vanno, soffiano come i gatti!
Prima delle macchine e delle vacanze devi essere giusto con i dipendenti, poi puoi anche acquistare un grattacielo per quanto mi riguarda!

Lo so, è così purtroppo. Io dopo cinque anni senza ferie mi sono sentita dire che se voglio delle ferie devo dare le dimissioni. Cosa che ho dovuto fare per questioni familiari. Altro che ferie e vacanze... Non mi sono pentita, perché ho trovato un lavoro migliore e più retribuito.

Senza parole. Non c’è mai fine al peggio.

Sono contenta tu abbia trovato di meglio 😊

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Ciao, non sai quanto mi sono immedesimata nelle tue parole, io ho avuto un esperienza simile e mi fa rabbia ancora oggi anche se ormai da due anni non lavoro più in quel brutto posto. Purtroppo io ho notato che quando lavori in piccole ditte, con pochi dipendenti a conduzione familiare e magari anche artigiane, il trattamento di super sfruttamento è questo. Io all'inizio ho subito parecchio, poi negli ultimi anni ho deciso che era arrivato il momento di non farmi più umiliare e trattare male, ma le cose sono cambiate di poco, soprattutto il sopraggiungere delle gravidanze ha creato grossi problemi, non tanto dopo la prima, ma al rientro della seconda per raggiungere il culmine con la terza. Alla fine come ho avuto l'occasione gli ho restituito ogni male, licenziandomi invece di rientrare dopo la terza gravidanza. Non scendo troppo nei particolari, ma ormai era oggetto di discussione anche su dove parcheggiavo la mia auto nel loro immenso cortile. La cosa più cattiva che mi sono sentita dire è stata in riferimento ai miei primi due figli all'asilo dalle 7.30 del mattino fino alle 18.15 di sera per non creare scontento con il mio titolare. Nemmeno il mio titolare, ma quella "buona donna"(ironico) della madre mi disse: "ma non te li possono tenere all'asilo fino alle 19.00?così resti in ufficio" Pregoooo???? Le ho risposto: "Facciamo allora che li lascio anche dormire li e me li prendo solo il sabato e la domenica se me lo consenti!". Ti capisco fino in fondo e mi viene l'ansia per te perché so benissimo come ci si sente e non si può definire. Ti auguro di trovare un giorno serenità magari con un altro impiego.

Mi dispiace tantissimo per la tua brutta esperienza.
Sembra che fare i figli sia un reato, già lasciarli dalle sette e mezza alle sei mi sembra tantissimo, che avresti dovuto fare?
Si nelle aziende piccole ti spremono come un limone e sembra non sia mai abbastanza.
Mai una gratificazione.

Si me lo auguro anch’io e grazie per le tue parole ❤️

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Non si deve acettare nula ,ci sono delle leggi che devono rispettare ,non fatti trattare cosi ,in italia la maggiorparte delle persone sopporta si fa trattare male solo x paura di non perdere il lavoro,non ci si fa cio che si vuole ma si fa cio che x forza devi fare !!non siamo schiavi e non devono aprofittare cosi delle persone ,Ribellati ci sono leggi ,in italia tutti sopportano nessuno dice nulla x questo mai nulla cambiera !!Italiani ribellatevi !non lasciatevi trattare da schiavi!!!pultroppo non ce unita ognuno pensa a se stesso questo e il problema !!mi dispiace !!che non fate nulla !!!

Guarda è difficile quando hai bisogno e non hai un’alternativa.
Non dovrebbero esistere certi meccanismi ma ci sono e ci vediamo tante volte costretti ad accettare per puro bisogno. Il problema è alla base del sistema perché non accetto io accetterá qualcun altro.
Dovremmo essere tutelati e non lo siamo.
Spero nella fortuna di trovare di meglio.

capisco questa cosa che se non accetti tu, accetta qualcun altro/a x questo non cambiera mai nulla .ma la legge non fa nulla ? questa cosa non capisco ,qui in germania nessuno si puo permettere una cosa del genere ,e normalmente l italia l Europa dovrebbero esserci stesse leggi !!
chissa con le criptovalute ,e tutte queste cose nuove in internet ,che danno possibilita di guadagnare soldi potrebbero cambiare le cose anche x te e tutte le persone in italia senza lavoro !! e poi arrivano i stranieri e vengono trattati megli dell italiani triste questa cosa !!

Purtroppo in Italia c’è una realtà molto diversa dalla Germania, anche la scuola è organizzata molto meglio e così il lavoro.
Mmm non sono molto d’accordo sugli stranieri che vengono trattati meglio da noi, vedo solo dei disperati che rischiano la vita scappando da realtà drammatiche.
Il problema è a monte.

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Purtroppo in molti posti di lavoro, grandi o piccoli che siano, funziona così: il tuo contratto prevede di dare "uno", io ti chiedo per favore di fare "1 e mezzo" una volta, due volte, tre volte, finchè non diventa la normalità; a questo punto passo a chiederti di fare "due" e così via, mentre il tuo stipendio ovviamente vale sempre 1.
Io per un po' ci sono stato, poi ho capito che fare favori sul posto di lavoro sperando in gratificazioni economiche o personali non serve praticamente mai a nulla! Sono tornato a fare il mio e basta e da quel momento in poi come per incanto basta rotture di paxxe... Certo ho avuto qualche piccola ritorsione, ma poi passa e rimane la serenità di sapere che da quel momento in poi sanno che con te non attacca! Ti auguro il meglio.

Eh già ma è difficile perché per certi aspetti sei ricattato e ti tengono in pugno.

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