Se a ciascun l'interno affanno...
"Se a ciascun l'interno affanno/si leggesse in fronte scritto/ molti ancor/ che invidia fanno/ vi farebbero pietà".
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Questo celebre aforisma in rima è stato scritto da Pietro Metastasio, vero nome Pietro Trapassi, nato nel 1698 e morto nel 1782, poeta, drammaturgo e librettista.
E' una sola frase, a mio parere estremamente suggestiva.
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Cosa sappiamo noi degli altri? Molto poco, in realtà.
Spesso solo ciò che ci appare dal ruolo in cui li conosciamo.
Ma la vita è ben più di una definizione.
La complessità strutturale dell'uomo, ma anche l'infinito intrecciarsi delle vicende umane, rendono mal definibile ciascuno di noi se non attraverso una personale interpretazione.
L'invidia poi, innegabile, è connaturata con la natura umana e, in parte, positiva.
Positiva quando spinge ad emulare in senso buono, migliorandosi, studiando, impegnandosi fortemente in qualcosa.
Ma in realtà questa è la forma meno frequente di invidia.
Quella consueta ( e tutti ne siamo colpiti, chi dice di non conoscerla, mente) riguarda qualcosa che appartiene ad un altro (bellezza, ricchezza, fama, amore, famiglia ... o anche questioni molto meno importanti) e che noi non possediamo.
Il punto è : ciò che noi vediamo è reale oppure è una nostra proiezione?
Nella ormai lunga esperienza di vita, tra l'altro molto varia e trascorsa in ambienti diversi tra loro, sono giunta alla conclusione che aveva proprio ragione il Metastasio : ognuno ha dentro di sè aspetti che non mostra, a volte che neppure lui conosce.
Con questo, certo, ci sono situazioni oggettivamente preferibili di altre, è meglio avere un lavoro sicuro che non averlo, godere di affetti sinceri che essere solo.
Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, ogni sorriso può celare molte lacrime, ogni apparenza di felicità nascondere molti compromessi.
Per cui : limitiamoci ad invidiare "positivamente", per migliorare noi stessi e cerchiamo di evitare il livore gratuito, se non altro, ne avrà beneficio il nostro umore e sprecheremo meno energie inutilmente.
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Spero di essere ritenuto sincero, quando ti dico che se per invidia positiva tu intendiamo l'aspirare a stare meglio, a poter godere di una posizione di relativa tranquillità e comfort, allora possiedo un'invidia positiva, nel senso che cerco di migliorare il mio tenore di vita, ma l'invidia negativa, fine a se stessa, quella che viene definita uno dei sette peccati capitali, quella non ce l'ho, non rientra nei miei canoni, ho altri difetti certamente, ma è un sentimento per me semplicemente ripugnante, mi fa schifo quando vedo le manifestazioni gratuite di questa natura.
Ottimo post, cara @fulviaperillo, complimenti
Grazie! Certo che ti credo 😊
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Ciao Fulvia! Certo l'invidia è una brutta bestia, come si suol dire, però penso sia naturale quando desideri tanto qualcosa che non hai e il tuo vicino si (si potrebbe ricollegare qui anche il proverbio "l'erba del vicino è sempre più verde"). E' anche vero come dici tu, che se nulla si fa per raggiungere i propri desideri allora l'invidia è fine a se stessa, è pura lamentela. Devo dire purtroppo, che a volte mi capita di provarla!!
Per il resto del discorso penso che la realtà che vediamo sia totalmente una nostra interpretazione: non possiamo mai essere sicuri su cosa pensa l'altro, a meno che non chiediamo informazioni più precise e, soprattutto finchè non gli chiediamo con un feed back se ciò che abbiamo capito è proprio quello che lui voleva dire! se ti va leggi il mio post https://steemit.com/ita/@road2horizon/l-uso-strategico-della-comunicazione-umana-parte-2
Ciaooo