L'uso strategico della comunicazione umana – parte 2

in #ita6 years ago

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Dopo aver iniziato a parlare di comunicazione vorrei proporvi altre considerazioni da fare, che possano essere per tutti uno spunto di riflessione e un esercizio mentale e fisico per vedere se attuando alcune specifiche strategie il nostro comportamento possa cambiare, facendoci stare meglio. Non sono assiomi assoluti che devono essere presi alla lettera e considerati veri per definizione (come si suol dire in matematica!) ma modelli interpretativi della realtà che hanno lo scopo di renderci più consapevoli dei nostri pensieri e dei nostri atteggiamenti.


LO SGUARDO ETNOGRAFICO




Ogni individuo ha la sua personale visione del mondo e a tutto ciò di cui abbiamo esperienza attribuiamo un significato in base ad un nostro personale filtro, definito dai nostri valori, i bisogni, le credenze, le convinzioni di cui siamo portatori: è in questo momento di attribuzione di senso che le persone mettono in gioco la propria libertà di “prenderla” dal lato giusto. Di fronte ad una determinata esperienza, infatti, gli individui esprimono una reazione emozionale istintiva: se tale reazione è positiva provoca una sensazione di benessere e non si pone nessun problema, se invece è negativa conduce a una sensazione di disagio e rappresenta un segnale su cui lavorare.

Comprendere che ognuno interpreta il mondo a modo proprio, attribuendogli significati e valori diversi a seconda della propria scala di significati e valori personali, rappresenta per gli individui una preziosa scoperta: non ci sono assoluti a cui riferirsi e soprattutto nessuno può ferirci se non noi stessi col significato che diamo ai messaggi che ci vengono rivolti.
In particolare possiamo chiederci quando vale la pena di aprire conflitti, lasciandoci coinvolgere in una lite, esprimendo aggressivamente le nostre idee, imponendo con arroganza le nostre opinioni, oppure, al contrario, dove vale la pena di non rispondere in modo automatico, fare uno sforzo per rivedere le proprie credenze riuscendo a vedere la situazione da un punto di vista diverso.



LE POSIZIONI VITALI
Come ci poniamo noi nel mondo?


In questa particolare visione del mondo mi viene spontaneo collegare il concetto delle "posizioni di vita", introdotto dagli studi di Analisi Transazionale di Eric Berne intorno agli '60. Tali posizioni rappresentano la vita di ciascuno di noi, con le nostre esperienze, le convinzioni, il valore e la fiducia che attribuiamo a noi stessi, agli altri e al mondo intero.



Le "posizioni vitali" fondamentali sono quattro:

1. Io sono OK - Tu sei OK = Posizione di valore e di stima di sé e dell’altro. Denota autonomia e rispetto. E' la posizione sana e vincente per eccellenza. Permette di costruire relazioni cooperative volte al raggiungimento di obiettivi comuni e dello sviluppo personale.

2. Io non sono OK - Tu sei OK = Posizione di dipendenza e spesso sottomissione, rappresenta una situazione di disistima di sé, si ricerca protezione e sicurezza. Posizione depressiva.

3. Io sono OK - Tu non sei OK = Posizione di superiorità e predominanza. Svalutazione dell'altro.

4. Io non sono OK - Tu non sei OK = Rappresenta un atteggiamento rinunciatario, gravemente perdente e autolesivo. Disistima e sfiducia verso sé stesso e gli altri. E'una posizione senza speranza, di nichilismo.

Ovviamente nessuno di noi è sempre e solo immobile in uno dei quattro quadranti anche se di certo ha un profilo di base "preferito", generato appunto dalle considerazioni che elabora su se stesso e il mondo. Nel quotidiano ogni soggetto può trovarsi a sperimentare diverse posizioni di vita, che possono cambiare, in tempi diversi, a seconda delle situazioni e delle esperienze vissute dalla persona. Tali cambiamenti, grandi o piccoli che siano, possono arrivare ad influenzare in modo significativo le modalità comunicative e relazionali che la persona mette in atto.



Conoscere queste posizioni e le conseguenze interpersonali che ne conseguono possono esserci molto utili. In primo luogo per analizzare meglio noi stessi e riconoscere i nostri atteggiamenti e poi per poter individuare gli stati dell'Io messi in atto dagli altri, da chi ci sta vicino, amici, familiari, colleghi. Questa attenta valutazione ci permetterà di capire l'adeguatezza o meno delle posizioni vitali vissute in quel momento ed eventualmente modificare il proprio comportamento con un altro ritenuto più idoneo. Non per caso si dice che con la gentilezza si ottiene tutto!




Fonti:
Le foto sono miei disegni rielaborati o tratte da pixabay
Il testo è ispirato alle dispense e alle lezioni della professoressa Scarpa, che sono state svolte in modo partecipativo e laboratoriale.
Un grazie alla mia compagna di studi L.Z.
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E' veramente interessante! semplice ma d'effetto. ed è proprio vero: quando capisci in che quadrante sei capisci un sacco di cose! grazie per condividere!

Proprio cosi! sono contenta che sia arrivato!! grazie per seguirci

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