Vacanza in Messico #Day 5 - Chichen Itza
Dando un’occhiata alle previsioni meteo per i prossimi giorni, Tati ed io abbiamo deciso di trascorrere il weekend in spiaggia quando dovremo essere sui 30 gradi di temperatura, mentre oggi abbiamo anticipato la gita a Chichen Itza, antico sito Maya e forse uno dei più importanti associato a questa civiltà.
Murales rappresentante la penisola dello Yucatan
Tra l’albergo ed il sito archeologico ci sono due ore e mezza circa di viaggio da affrontare in pullman, durante le quali la guida ci istruisce per la maggior parte del tempo sulle basi della cultura Maya. Innanzitutto, sfatando il mito dell’estinzione dei Maya ad opera degli spagnoli: ci sono diversi milioni di persone che discendono dalle popolazioni indigene e molti di loro vivono ancora in tribù isolate nella giungla profonda, con scarsi contatti con il mondo moderno. Ci spiega in maniera approfondita il funzionamento del calendario solare e lunare dei Maya, che avevamo già ascoltato due giorni fa; il ciclo solare e quello lunare avanzano a velocità diverse e si riallineano dopo 52 anni. Ci racconta inoltre di come nacquero i conflitti con gli spagnoli: i Maya vedevano questi uomini bianchi provenire dal mare con abiti, armi, animali che loro non conoscevano e li ritenevano degli dei venuti dall’oceano, venerandoli e mostrando loro le ricchezze che possedevano. Gli spagnoli, alla ricerca di tesori da riportare a casa e consegnare alla regina, ci misero poco ad individuare le ricchezze in oro e gemme presenti nelle città: in particolare, furono ingannati dall’ossidiana, una pietra scura che alla luce mostra riflessi color oro e che molto probabilmente venne scambiata come una sorta di "pietra contenente oro". L’avidità dei conquistadores porto ben presto agli scontri con le civiltà locali, non solo Maya, ma l’esito favorevole agli europei era scontato, a causa dell’armamentario nettamente superiore di questi ultimi. Vengono così sottomesse numerose città, interi abitati distrutti ed uccisi tutti coloro che si fossero ribellati. La civiltà Maya, così come tutte le altre pre-ispaniche, subì un rapido e deciso declino e si persero molte tradizioni ed usanze che venivano tramandate da secoli e millenni.
*Esempio di calendario maya. Immagine priva di copyright. Fonte
Esempio di punte e strumenti da taglio fatti in ossidiana, che se ben lavorata e levigata non ha nulla da invidiare ai moderni strumenti da taglio. Fonte
Chichen itza
Facciamo una breve tappa in un mercato organizzato e gestito da un’associazione a sostegno della popolazione Maya, dopodiché inizia il nostro tour.
Appena entrati, siamo subito ai piedi del famoso tempio detto Piramide di Kukulkan (o Castillo), quello per cui Chichen Itza è famosa, considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno. Costruito tra il IX ed il XII secolo, questo tempio è il più alto della zona, costituito da 3 strutture sovrapposte e dedicato al dio serpente piumato, che presso di loro era chiamato Kukulkan.
Immagini del tempio, impropriamente chiamato piramide
Allo stesso dio deve la sua fama: la sua struttura e la sua esposizione sono fatti in modo tale che due volte l’anno, il 21 marzo ed il 21 settembre in concomitanza con gli equinozi, l’ombra proiettata dagli spigoli del lato sud sulla scalinata principale del lato ovest renda visibile il corpo di un serpente, il quale si unisce alla sua testa in pietra scolpita al termine della scalinata. Dove sta la particolarità di questo gioco di ombre? Non è riproducibile in nessun altro luogo sulla terra: prendete la stessa piramide e spostatela dove volete sul pianeta e non otterrete mai lo stesso risultato. Peccato essersi trovati qui con un paio di settimane di anticipo.
Il serpente di luce visibile sulla scalinata principale del tempio. Solo due volte all'anno è possibile assistere a questo spettacolo. Immagine libera da copyright. Fonte
Questa è una notizia più o meno nota, ma c’è dell’altro di cui non ero al corrente: battendo le mani con forza e ripetutamente di fronte ad ognuno degli ingressi, dall’interno della camera al di sopra del tempio si ode ìì un suono che viene descritto come simile a quello di un uccello in via d’estinzione che all’epoca dei Maya era molto diffuso, il Quetzal; in realtà è un effetto sonoro di straordinaria complessità.
Il Quetzal, il cui verso si ritiene sia quello riprodotto dall'effetto acustico presente nel complesso di Chichen Itza. Immagine priva di copyright. Fonte
Poco più avanti vediamo il tempio dei guerrieri, con ai piedi una serie lunghissima di colonne, che al tempo erano la piazza del mercato; all'epoca di certo sostenevano una copertura, crollata nel tempo. Qui si svolgeva quello che noi chiameremmo il mercato, dove gente proveniente da tutte le città-stato maya si riuniva per acquistare e vendere prodotti alimentari ed oggetti di vario tipo. Le principali “monete di scambio” erano sale e semi di cacao, anche se in generale si poteva barattare di tutto. Perché parliamo di mercato e tempio per lo stesso luogo? In alto è possibile vedere due colonne nella zona centrale; ciò che non è possibile vedere è che al termine di quel percorso, sul lato posteriore, vi è la statua di una dea che rappresenta la fertilità. Il 6 febbraio di ogni anno, all’alba, il sole si trova esattamente in mezzo a queste due colonne ed è quello il momento in cui veniva offerto un sacrificio di sangue come buon auspicio per la riuscita della semina e del futuro raccolto, che iniziavano proprio in quel giorno. Anche in questo caso, non c’è niente di casuale in quello che i Maya costruivano.
Il tempio dei guerrieri e la piazza del mercato. Da notare in alto le due colonne centrali, tra le quali il sole si allinea perfettamente ogni anno il 6 febbraio
L’altro pezzo forte di questo sito è un campo dove si giocava con la pelota, simile a quello visto a Coba, ma con altre caratteristiche: manca il ripiano di gioco obliquo, l’anello in cui fare centro è collocato più in alto, lo spazio tra i due lati del campo è più grande e si giocava 7 contro 7, il capitano in alto con il compito di fare centro e gli altri 6 in mezzo.
Immagini del campo da gioco, diverso da come lo avevamo visto a Coba
Anche qui, non è chiaro cosa succedesse alla fine delle partite: si dice che venisse offerto in sacrificio solo il capitano della squadra vincente, che avrebbe avuto l’onore di essere donato agli dei, ma l’ipotesi che si tende ad accettare maggiormente è che fosse il capitano dei perdenti ad essere ucciso. Un bassorilievo ai bordi del campo ci mostra infatti quello che dovrebbe essere il capitano di una squadra con in mano un coltello ed una testa umana, mentre dall’altra parte c’è un corpo privo di testa.
Prima il basso rilievo originale, poi la stessa foto con le figure evidenziate: quello che è certo è che si tratta di una decapitazione e dovrebbero essere i due capitani delle squadre. Se a morire fosse il vincente o il perdente non è ancora chiaro. Ignoto è anche il destino dei compagni di squadra
Quello della “pelota” non era uno sport, ma un rituale ben definito che parte dalla leggenda dei due eroi gemelli che sfidarono il dio della morte nel tentativo di salvare loro padre attirato in una trappola con suo fratello, rapito e ucciso nel regno degli inferi, proprio mentre giocava a palla. A loro è dedicato probabilmente questo tempio all'ingresso del campo:
Il piccolo tempio accanto al campo di gioco
Accanto a queste costruzioni, numerosi altari e resti di templi minori riempiono la zona. Qui si facevano sacrifici, talvolta anche umani, specialmente in caso di gravi calamità come siccità e carestie, per ingraziarsi il favore degli dei.
Immagini di altari dedicati ai sacrifici
Cenote Xcajum
Nel 2015 si è scoperto che la piramide di Kukulcan fu costruita sopra un cenote, probabilmente collegato ad altri 4 situati in direzione dei punti cardinali, rendendo ancora più ricco di significato il luogo in cui il tempio fu costruito.
A proposito di cenote, il tour si conclude con una visita ad un altro di questi ad una ventina di minuti da Chichen Itza. Questa volta la cava è molto più grande ed è ben visibile anche dall’alto, permettendo ai raggi solari di illuminare in parte la profonda vasca naturale che si viene a creare. Restiamo circa un’oretta, me la godo tutta nuotando nell’acqua fresca per riprendermi un po’ dal forte caldo presente durante la gita a Chichen Itza.
Il cenote visto dall'alto
Il cenote dall'interno
Io durante la nuotata
Ripartiamo belli freschi verso l’albergo, dove arriviamo verso le 19.30 dopo esser partiti alle 7 del mattino. Soddisfatti della giornata, trascorriamo una serata tranquilla in hotel con cena e passeggiata.
Il programma del weekend è relax in spiaggia, magari visitando un po’ i dintorni ed impiegando il tempo in qualche attività offerta dall’albergo, meteo permettendo.
Tutte le immagini, salvo dove diversamente indicato, sono da intendersi di proprietà dell'autore
Puntate precedenti
► Day 1 - Arrivo a Playa del Carmen
► Day 2 - Un giorno di relax in spiaggia
► Day 3 - Visita ai siti archeologici di Tulum e Coba
► Day 4 - Un giorno di pioggia
Sono stato a Chichén Itzá 2 volte.veramente stupenda!
Complimenti, due volte :) se ci dovessi mai tornare, cercherò di farlo per vedere il serpente sulla scalinata. È un peccato che lo manco per un paio di giorni :(
Extraordinario post @djluka14
Saludos desde #Venezuela
Muchas gracias. Saludos desde Mexico :D
Beh, che dire? Grazie di portarci con te in questo tuo viaggio. Il mondo Maya è pieno di meraviglie e curiosità e te ce le stai raccontando molto bene! Grazie.
Per me è un piacere, sono sempre curioso quando si tratta di tematiche storiche, forse mi sarebbe piaciuto lavorare in questo settore se non avessi studiato economia 😂