Vacanza in Messico #Day 3 - Visita ai siti archeologici di Tulum e Coba

in #ita6 years ago (edited)

Come anticipato, oggi la giornata prevedeva una gita culturale presso alcuni siti archeologici di grande importanza per lo studio delle culture e delle popolazioni che abitarono queste terre prima dell'arrivo dei conquistadores dall’Europa. In particolare, la penisola dello Yucatan fu abitata fino al XV-XVI secolo da Maya e Toltechi, che sono tra le civiltà più conosciute di quell'epoca. Oggi abbiamo visitato la più piccola delle città scoperte, Tulum, ed una parte del complesso più grande tra quelli ritrovati nel cuore della giungla, Coba, un area che si estende per oltre 80 kmq.

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L'ingresso dell'area di Tulum

Tulum

La prima tappa è il sito di Tulum, città costruita in epoca post classica, la terza ed ultima epoca in cui viene suddivisa la civiltà Maya. La parte centrale dell’America è quella dove tutte le diverse civiltà precolombiane sono fiorite ed è detta Mesoamerica, comprendente la parte meridionale del Messico, Guatemala, El Salvador, Belize, Honduras, Nicaragua e Costa Rica. In particolare, i Maya sono una civiltà che nasce nelle zone dell’attuale Guatemala e successivamente, a seguito dell’impoverimento progressivo del terreno ed alla scarsezza di altre risorse naturali, oltre che a causa di continui conflitti tra le varie città-stato, si spostano verso nord fino a giungere nella zona dello Yucatan in un periodo stimato intorno al 900 d. C. Il sito che visitiamo rappresenta l’unica testimonianza di città circondata da mura ancora quasi del tutto intatte. Questo è dovuto al fatto che vi erano 3 categorie di abitanti al suo interno che erano separate dal resto della popolazione e che andavano quindi tenute al riparo: sacerdoti, artisti e guerrieri. I primi erano quelli che studiavano gli astri, facevano costruire i templi ed erano gli addetti alla guida spirituale e sociale della città. I secondi lavoravano per abbellire la città con statue o decorando i templi colorandoli con delle misture di sabbia e residui di pietre e conchiglie. Gli ultimi erano quelli che fornivano protezione dal resto del popolo che viveva fuori le mura, come schiavi, contadini e prigionieri di guerra.

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Alcuni resti di templi all'interno delle mura di Tulum

La particolarità di questo sito, ed in generale della cultura Maya, sta nella costruzione dei templi che venivano ingranditi, o costruiti uno sull’altro, ad intervalli di 52 anni tra loro. Questo perché i Maya avevano messo a punto due calendari che, se immaginati come due ruote di diversa grandezza di un ingranaggio, tornavano a combaciare nello stesso punto iniziale dopo 52 anni; il primo era quello che scandiva il passare delle stagioni, 365 giorni esattamente come lo conosciamo, mentre il secondo durava 260 giorni ed era usato per rituali e scopi divinatori. Per loro il momento in cui i due calendari si riallineavano rappresentava la chiusura di un ciclo che veniva celebrata con la creazione di un tempio.

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Particolare di un tempio costruito in 3 fasi: prima il nucleo interno, poi l'ampliamento con il colonnato esterno ed infine l'aggiunta di un'ulteriore camera in alto

Purtroppo per i Maya i Toltechi, provenienti da nord, invasero il loro territorio, conquistando diverse città, tra cui Tulum, che subirono la loro forte influenza. Si narra che i Toltechi fossero uno dei popoli più sanguinari tra quelli del loro tempo e che praticassero sacrifici umani di massa per il loro dio Quetzalcoatl, il serpente piumato.
I Toltechi costruirono a Tulum un tempio enorme, chiamato El Castillo, da cui avevano il dominio del territorio circostante e della costiera sottostante. El Castillo non solo è a vista d'occhio il più grande tempio della città, ma aveva anche una caratteristica molto curiosa: non riuscendo ad aggirare la barriera corallina che circondava la costa, fu scavato un canale in direzione di due finestre poste sul retro del Castillo, cosicché fosse possibile uscire in mare per la pesca e rientrare da lì senza correre rischi. Ovviamente, questo rimase un segreto a lungo, cosicché nessuno potesse effettuare attacchi dal mare. Fino all’arrivo degli spagnoli da terra, purtroppo per loro.

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Visuale di El Castillo da diverse posizioni e, nell'ultima foto, le due finestre posizionate inin relazione al canale presente in mare all'interno della barriera corallina

Dopo una breve sosta sulla spiaggia adiacente il sito archeologico, purtroppo anche questa vittima dell’incredibile ed insolito numero di alghe che si a massa sulle rive, ripartiamo per la seconda tappa.

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La spiaggia sotto la scogliera piena di alghe trascinate dalla corrente

Coba

Dopo aver visitato quella che è la città Maya più piccola scoperta, si passa all’area invece più grande. Non troppo distante sorge il sito archeologico principale di Coba, un’area di circo 80 kmq al cui interno sono state rinvenuti 7 diversi centri abitati ed oltre 3mila templi. Risulta ancora oggi incredibile come un popolo che noi oggi considereremmo arretrato tecnologicamente avesse un interesse così spropositato per gli astri, tanto da costruire innumerevoli strutture col solo scopo di studiare il cielo, almeno così è quello che si interpreta in base alle conoscenze che ci sono rimaste. Fatto sta che la zona che visitiamo comprende alcuni templi tra cui quello detto "Piramide di Nohoch Muluno", l'unico scalabile, e diversi campi da gioco di quello sport conosciuto perlopiù come "pok ta pok".
Ovviamente non potevo esimermi dalla scalata al tempio, che dal basso sembrava ripidissimo, ma che in realtà si lasciava scalare molto facilmente. In un minutino circa ero in cima ai 42m di altezza del tempio, nonostante un sole cocente che picchiava con discreta cattiveria.

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Foto del tempio dal basso e dalla cima. I 42m di altezza possono essere scalati in meno di un minuto, ma la discesa è la parte complicata

La cosa che mi ha stupito è che dall’epoca Maya ad oggi la visuale non deve essere cambiata molto: giungla a non finire, una distesa verde a perdita d’occhio; non credo che molti luoghi sulla terra abbiano conservato intatto il fascino dell’epoca in cui furono costruiti, oltre che la propria struttura ed una certa genuinità, essendo esso stesso e tutte le altre costruzioni che abbiamo visitato circondati da una fitta foresta dove a fatica sono stati creati degli spazi per il passaggio dei visitatori, a piedi o in bici.

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L'infinita distesa verde visibile dall'alto della piramide

Una delle interpretazioni più accreditate del gioco è che ci fossero due squadre da 5 persone, due che giocavano sul lato obliquo del campo e tre ai piedi. I primi usando gomiti (o avambracci), ginocchia e fianchi dovevano cercare di mandare la palla dentro un cerchio posizionato in alto sulla struttura, mentre i secondi dovevano correre lateralmente facendo in modo che la palla non cadesse per terra; qualora fosse successo, il gioco si spostava dall’altra parte. Chi avesse fatto “canestro” per primo avrebbe vinto la partita ed avrebbe avuto l’onore, sempre secondo interpretazione, di essere sacrificato al volere del loro dio. Insomma, chi vinceva moriva, ma con onore.

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Immagini del campo di gioco da diverse angolature

La guida ci ha raccontato che gli studiosi sono riusciti ad individuare circa 620 geroglifici maya sparsi sulle numerose steli trovate nei vari tempi. Di questi, solo un terzo sono stati interpretati, rendendo quindi impossibile dare qualunque tipo di certezze sullo stile di vita e le abitudini di questa e delle altre civiltà prima dell'invasione spagnola.

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Esempio di stele: era come un registro e ne esistono a centinaia di tutte le dimensioni, i segni venivano incisi direttamente nella pietra

Cenote Tankach-Ha

L’ultima parte della gita prevede, dopo l’escursione ai templi sotto il caldo sole messicano, una visita ad un “cenote” nei paraggi. Questa volta c’è poco di culturale, ma il fascino è comunque quello di qualcosa di unico nel suo genere (anche se in realtà sono numerosi in Messico): una conca sotterranea in cui si è formato un bacino idrico che è possibile raggiungere tramite una ripida scalinata. Una sorta di piscina al coperto naturale. Avendo accumulato una mezz’oretta di ritardo a causa dell'impuntualità di alcuni compagni di gita, ci è stato permesso rimanere circa 40 minuti, non di più, per non fare tardi al rientro.

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La scalinata di accesso al cenote

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Immagini dall'interno del cenote e del fondale

Una volta tornati a casa, relax, doccia, cena e passiamo un po' di tempo ad assistere agli spettacoli d'intrattenimento. La giornata è stata stancante ed abbiamo camminato tanto sotto il sole, domani ci aspetta una fase di recupero energie.

Tutte le immagini, salvo dove diversamente indicato, sono da intendersi di proprietà dell'autore

Puntate precedenti
► Day 1 - Arrivo a Playa del Carmen
► Day 2 - Un giorno di relax in spiaggia

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Ciao @djluka14, deve essere veramente entusiasmante visitare il Messico. Ti va di fare un post sulla cucina messicana? :)

Beh, non sono un esperto o appassionato di cucina, conosco ben poco al di fuori delle pietanze ampiamente esportate e modificate in Europa. Però se ci dovessero l'occasione, proverò qualcosa. Escluderei la cucina dell'hotel: per quanto ci sia l'angolo messicano, non sono sicuro che rispetti usanze e tradizioni del luogo :)

Escluderei la cucina dell'hotel

Concordo con te, è molto meglio provare le pietanze del luogo in qualche piccolo locale messicano. :)

i due migliori piatti tipici delle cucina messicana sono sicuramente la Tequila (Don Julio Reposado) e il Mezcal!

Il bello della cucina messicana è la sua piccantezza. :P

E allora niente, io non sopporto il piccante :P

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Che fico mi è venuta una nostalgia di Age of Empires tra Maya ed Aztechi..
Comunque quanto è bello viaggiare...

Ahahah, a cosa mi hai fatto pensare mo :P
Eh si, viaggiare e vedere tante cose nuove è davvero bello, lo sai benissimo e presto potrai applicare la teoria alla pratica 😊

@djluka14 grande belisssimo. Avokoochu nice post 😚

Grazie 😊

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Sembrano dei posti incredibili 😀. Ti invidio.

Sembrano posti da vedere nei libri di storia, ed invece esistono ed hanno delle particolarità davvero uniche! Se potessimo solo conoscere la metà della sapienza che avrebbero potuto tramandarci, non solo loro ma tutte le antiche civiltà del pianeta, chissà dove sarebbe l'umanità oggi

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We can do that, it's ok 😉 yes, it's a nice holiday and it isn't finished yet :)

Posti davvero affascinanti, pregni di storia , unici!

Cos'è che ricordo di aver visto nei libri di storia ed ho pensato "che fico, questo davvero costruivano ste piramidi per studiare il cielo e non avevano um millesimo della nostra tecnologia attuale". L
Ed eccomi sopra una di quelle, poco più di mezzo secolo dopo, mettere piede dove solo i sacerdoti Maya avevano accesso... Bella sensazione 😊

wow very amazing location . It's very excellent .

Really amazing ;)

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