Hypogeum Cap. 4

in #ita7 years ago

Qui i capitoli precedenti di Hypogeum:
1 https://steemit.com/ita/@charlesx/hypogeum-cap-1-italian-crypto-fiction
2 https://steemit.com/ita/@charlesx/hypogeum-cap-2
3 https://steemit.com/ita/@charlesx/hypogeum-cap-3

Hypogeum Capitolo 4


L'illusione della libertà

Lo avevano appena spostato sul letto, il rumore della saracinesca che si chiudeva era lo stesso di prima, era di nuovo nella stanza. Rimase immobile finchè le persone che lo avevano trasportato uscirono e chiusero la sacinesca dietro di loro senza dire una parola.
La luce si accese e Alessandro iniziò a singhiozzare, si sentiva impotente di fronte a quella gente, sembrava che avessero pensato a tutto, per la prima volta si sentì privato di ogni speranza.

Mentre piangeva si portò una mano alla faccia per asciugarsi gli occhi, e in quel momento un pensiero gli attraversò il cervello come un fulmine.
< Non mi hanno legato >
Provò ad alzasi dal letto con successo, era finalmente libero dalle cinghie, lo sconforto lo aveva distratto così tanto che non se ne era reso conto.
Asciugò le ultime lacrime e si sentì sollevato, iniziò a camminare a piedi nudi per la stanza, il pavimento era dello stesso materiale delle pareti, il metallo freddo gli bruciava quasi i piedi.

Si specchiò su una parete da capo a piedi, aveva un paio di pantaloni e una maglietta che ricordavano un pigiama da ospedale. Si toccò il petto e sentì la fascia ad impulsi elettrici, si accese un led rosso sul petto che lo allarmò, tolta la mano passò qualche secondo prima di spegnersi.

Iniziò ad esplorare la stanza, per prima cosa aprì il rubinetto del lavandino, uscì un getto di acqua e con le mani si lavò le lacrime salate dalla faccia.
< Nessun asciugamano >
Si guardò intorno, niente di niente per asciugarsi, prese il lembo frontale della maglietta e se lo porto sulla faccia.

Giratosi verso la scrivania decise di provare il microfono
"C'è nessuno? mi sentite?"
Silenzio, sia dall'alto parlante che dai fori sulle pareti. Il potersi muovere gli aveva dato un piacere che non si aspettava, l'idea di essere libero faceva a pugni con il pensiero di essere rinchiuso in quella fusione tra cella, ufficio e navicella spaziale.
"Forse una pizza e una birra mi sembrerebbero come una bella vacanza alle Hawaii"
Osservò il monitor sul tavolo, i cavi finivano nella parete di metallo ma...non vedeva nessun computer, nessun tasto di accensione, nessuna tastiera, nessun mouse, solo uno schermo che occupava circa un terzo del tavolo. La prima volta avendo visto solo il monitor dal letto aveva pensato che ci fosse un computer, ma non ve n'era traccia.
Dall'altro lato fogli, quaderni e altro materiale, ma nessuno strumento per scrivere, niente penne, niente matite.

< E' come se mi impedissero di interagire, come prima mi impedivano di muovermi, questo batte di gran lunga tutti i miei incubi, peccato che non lo è >

Iniziò a controllare le pareti e il tetto, oltre a diversi fori, di cui alcuni grandi quanto le sue braccia, erano presenti dei pannelli che sembravano potersi aprire. Non vi era alcuna maniglia, avrebbe provato ad aprirli ma lo spazio delle fessure era così piccolo da non poter neanche infilarci le unghie.

< Quanto tempo è passato? >
La sua barba era cresciuta abbastanza, ma non aveva idea si quante settimane fossero passate, o mesi?
< Il tempo scorre in modo diverso a seconda di dove ci troviamo, non scorre in modo uniforme >

Si sentiva ancora debole e frastornato, e dato che non c'era altro da fare si stese nuovamente sul letto.

La stanchezza e lo stress accumulati lo lanciarono in un sonno profondo.

Fine capitolo 4.

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