"Essere umano dilettante" - la mia presentazione su Steemit

Ho creato il mio account di Steemit oltre due mesi fa, ma mi sono reso conto di non aver ancora scritto un post di presentazione. Eccomi qui per cercare di colmare questa lacuna.

Quando ho compilato i campi del profilo, alla voce “about” ho scritto di getto: “amateur human being”. Questa piccola definizione autoironica mi ha tolto più di una volta dall’impaccio di definire me stesso in rete. Sembra una bizzarria – e io amo molto le bizzarrie verbali – ma mi piace pensare che sotto ci sia di più. Mi definisco un “essere umano dilettante” perché mi diletto in moltissime cose, cercando di sentirmi vivo e soprattutto umano in un mondo che percepisco come spersonalizzante a vari livelli. Non vorrei che questo discorso vada a sfociare in uno sconclusionato ribellismo anti-sistema, quindi non dettaglierò ulteriormente il pensiero. Vi basti sapere che spesso ho avuto, e tuttora ho, la sensazione di sentirmi fuori posto nella vita e di percepire tutte le mie energie mentali ed emotive soffocate dalla monotonia e dalla grettezza quotidiane. Da qui l’esigenza di fuggire, “dilettandomi” per l’appunto di un po’ di questo e un po’ di quello. Il rovescio della medaglia dell’essere un dilettante è lo scarso approfondimento. Siccome ho tanti interessi, tendo a saltare dall’uno all’altro senza la costanza necessaria a padroneggiarne a fondo uno. “Jack of all trades, master of none”, dicono gli anglofoni, che suona un po’ come dire “fa un po’ di tutto, ma non fa bene niente”.

Parlando di fare un po' di tutto, una volta ogni tanto riesco a fare una foto decente

Quando il mio carissimo amico @f3nix (che strano chiamarlo così, ma non sono sicuro che sarebbe d’accordo se usassi il suo vero nome su questa piattaforma) mi ha parlato di Steemit, ho creato un account senza sapere bene quello che stavo facendo, agendo ancora una volta da “dilettante”. Per questo, non ho avuto la sua stessa accortezza nella scelta dello username e ora appaio con il mio vero nome, Marco Riccardi. Col senno di poi, ho trovato un bel nickname, MyEye, che si accorda all’immagine del profilo (tautologicamente, una foto rielaborata del mio occhio, che riciclo pigramente da anni per account di ogni genere), ma Steemit non mi permette di cambiare più il nome, oppure, nella mia esplorazione erratica del mezzo, non ho ancora scoperto come si fa.

Non sono un esperto di criptovalute. Questa è la mia prima esperienza con la blockchain. Quello che mi intriga di Steemit è il fatto che ogni passaggio del processo di mining sia legato a una sorta di interfaccia umana, cioè ai post che gli utenti scrivono. Perdonatemi se sto scrivendo qualche strafalcione, non sono interessato a impressionare nessuno dimostrando chissà quale superiorità di conoscenze e dialettica.

Ho notato che moltissimi qui pubblicano post creativi: racconti, poesie, ricordi di vita anche molto significativi, foto, illustrazioni, ricette… Non c’è solo “arida” finanza, e questo mi piace. Quando mi sono iscritto, il mio amico f3nix era entrato in un giro di utenti americani o scriventi inglese, quindi è stato abbastanza naturale per me pubblicare in quella lingua e farmi conoscere nella stessa cerchia. Questa è la seconda volta in oltre venti post che scrivo nella mia lingua madre, e la prima si trattava comunque di un post bilingue. Penso che tradurrò anche questa presentazione e la pubblicherò in un secondo post di presentazione. Mi chiedo se Steemit lo percepirà come spam e la mia reputazione ne risentirà, ma lo scoprirò alla mia maniera “dilettante”: facendolo.

Gli utenti con i quali ho instaurato un rapporto di lettura e commento reciproco -non parlo degli upvote, perché il mio potere in tal senso è ancora nullo, ma pian piano sto facendo delle mosse per progredire, per ora sono un “pesciolino” (minnow) molto piccolo ed errabondo – sono impegnati in un challenge giornaliero chiamato #freewrite, che consiste nello scrivere di getto, senza pensare, per cinque minuti, seguendo una traccia iniziale che può essere una singola parola o una brave frase. Questo dà vita a post che variano dal flusso di coscienza, al breve racconto, alla poesia estemporanea. Quindi, questo è il principale genere di post che scrivo qui.

Dori, una tipologia di "minnow" a cui sento di appartenere

Ho intenzione di parlare anche di giochi di ruolo, perché ne sono appassionato da sempre e sono anche un autore, sviluppatore ed editor, con otto pubblicazioni che portano il mio nome a vario titolo negli ultimi dieci anni. Il gioco di ruolo a cui mi sto dedicando da un paio d’anni a questa parte si chiama Shintiara e parla di paradossi temporali in un mondo magico. Sono uno dei tre autori e mi sto divertendo molto a vedere fino a dove riusciremo a spingere questa autoproduzione. Ne ho già parlato nel mio primo post, e in quest’altro. Credo che ne continuerò a scrivere diffusamente, perché sono convinto che questo hobby, così creativo e stimolante per la mente, così socializzante, non abbia la fama che merita. Inoltre, più egoisticamente voglio usare tutti i canali possibili per far conoscere Shintiara, di cui sono molto orgoglioso.

Sette delle otto pubblicazioni di gioco di ruolo che portano il mio nome (la mia copia dell'ottava attualmente è in prestito a mio cognato)

La mia parte creativa non finisce qui. A volte sento il bisogno di esprimere quello che sento in forma poetica. Ho scritto un discreto numero di poesie nel corso degli anni e, in particolare, mi sono avvicinato allo studio degli haiku (俳句) e dei senryu (川柳) giapponesi. Non sono in grado di leggere il giapponese, ma grazie alla fervente comunità dell’Associazione Italiana Haiku, di cui sono stato un membro fino allo scioglimento (ahimè), il mio “dilettarmi” e giocare con queste forme poetiche ha potuto svilupparsi in una personale contaminazione italiana e non solo (ne ho scritto anche qualcuno in spagnolo e in inglese), simile alla corrente gendai (現代), cioè “moderna”. Qui potete trovare un articolo introduttivo a tale corrente, scritto dall’ottimo Luca Cenisi, allora presidente dell’AIH.

Tutte queste poesie, come alcuni brevi racconti e altre stupidaggini non meglio definibili finivano su una mia pagina di blogspot, in stato di abbandono da tempo. Ora potrebbero finire qui, in futuri post.

Penso che come presentazione possa bastare. Non ho scritto nulla di strettamente biografico, non ho sconfinato nel piano della filosofia di vita o delle riflessioni profonde, non ho una frase ad effetto per concludere. Ho scelto di scrivere semplicemente cosa sto facendo e cosa ho intenzione di fare qui:

dilettarmi e, spero, dilettarvi!

Marco "MyEye"