[ITA/ENG] The Smell of a Dumpster / Odore di morte - Day 45 of the 5 Minutes Freewrite

Foto e storia tratte da un'esperienza vera / Photos and story taken from a real happening

English version

I clearly remember that day, an April made of promising summer whispers, hints of twilight were already stretching our shadows. We were quite talented, me and my colleague, in mixing small moments of discovery and poetry with our working activities. There, during one of our many surveys, a church appeared behind a hill, on the left of the small building the old vestiges of a castrum kept her company, further up we found the relics of a Roman water collection cistern nearby a cemetery. Small rituals of old curvy women, changing the water, new flower replacing old ones. Our curious gaze, lost admiring the horizon but focused at the same time, suddenly catched a detail: some stairs, a passage under the church, a crypt. Strangely open and.. inviting. Me and my colleague didn’t think twice and, after the consumed stairs, we found ourselves in a huge room under the church, the barrel vault and the obscurity swallowing us with avidity. The smell of a dumpster surprised us, almost solid, maybe a smell of death that our minds refused to recognise. We found in the penumbra a small plastic table, out of tune, then cigarette butts, then I had to turn on the torch. And like in those nightmares, when horror anticipates discovery like a clairvoyant fear arising, there it was that mask. A demon staring at me in a twisted grin. The thing was there in a recess where the tabernacle should have been placed. We escaped, do I have to add it?

That is how, sometimes, life appears to me: an ancestral horror waiting and lurking, an obscene open mouth, right behind the corner of our apparent normality.

Versione italiana

Ricordo bene quel giorno, accenni di crepuscolo in un aprile che già sussurava di estate. Io e il mio collega eravamo abili nel ricavarci parentesi di avventurosa scoperta, pur senza mai smettere di lavorare. Eccoci, durante i nostri tanti sopralluoghi, in quel luogo inaspettatamente silente, senza tempo, di quiete solenne e incantata. La strada si inerpicava sulla collina, svoltata la curva ci appare una chiesa antica, le antiche vestigia di un castrum, i resti di una cisterna romana vicino ad un cimitero, i ritmi lenti di vecchine ligie ai loro riti, cambi di acque e fiori nuovi. Lo sguardo si perde nell'aria tersa, fino ad incontrare un dettaglio curioso, una cripta. Stranamente è aperta. Io e il mio collega non ci pensiamo due volte e, scesi gli scalini, ci troviamo in una stanza ampia, sotto la chiesa, la volta a botte e l'oscurità che ci inghiotte avida. Un'odore di spazzatura ci sorprende, quasi solido, forse un odore di morte che la mente rifiuta di agganciare. Troviamo in penombra un tavolino da baretto sul lungomare, stonato e sinistro. Poi mozziconi di sigaretta, poi il buio prevale e devo accendere la torcia. E come negli incubi, quando l'orrore anticipa la scoperta, quasi una preveggente solida paura, ecco quella maschera. Un demone mi fissa in un ghigno distorto. Là da una nicchia, dove dovrebbe esserci un altare, dove dovrebbe esserci il tabernacolo. Ecco, così, a volte, mi appare la vita: l'orrore in attesa, l'oscena bocca aperta, dietro i nostri angoli di falsa normalità.