Paure - Cap. 1 - Agorafobia // Fears - Chap. 1 - Agoraphobia [ITA - ENG]

in #life7 years ago (edited)

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Ciao amico di Steemit!
Con questo post voglio iniziare la serie sulle paure, ti premetto che seguiranno altri quindici articoli che analizzeranno altrettante fobie.....perfetto, ora partiamo per questo nuovo viaggio!

Allora innanzitutto andiamo ad analizzare i sintomi; soffri di questa paura se:

  • Tutti i luoghi affollati ti suscitano un'ansia tale che ti spinge ad evitarli.
  • Stare in fila in banca, nei negozi o negli uffici ti crea un acutissimo disagio.
  • Eviti di viaggiare in treno, soprattutto in quelli affollati e che fanno poche fermate.
  • Qualsiasi luogo lontano da casa ti fa sentire in costante rischio e preoccupazione.

Il termine agorafobia deriva dalla parola greca "agorà" (@pataxis correggimi se sbaglio, qui siamo entrati nel tuo campo, io ho frequentato il liceo classico, ma quando non ero in bagno ero in giro per i corridoi!) che significa piazza.
Generalmente si dice che questa paura è caratterizzata dal timore di trovarsi in mezzo alle folle, ma in realtà, l'agorafobia non è esclusivamente la paura dei luoghi affollati, ma anche di tutte le situazioni in cui risulta difficile scappare o ricevere soccorso.
I soggetti che ne soffrono evitano accuratamente di frequentare spazi pieni di gente.
La paura non è legata tanto al luogo in se o al terrore della presenza della gente, quanto al timore di essere assaliti da un attacco di panico, di perdere il controllo e di non poter essere soccorsi.
Chi soffre di agorafobia evita in genere anche di assistere a spettacoli con un folto pubblico, di prendere l'autobus o un mezzo pubblico, di fermarsi su un ponte o di stare in colonna.
L'individuo che ne soffre ha la necessità di farsi sempre accompagnare da qualcuno quando esce di casa, poiché l'essere in compagnia lo rassicura sul fatto di poter essere soccorso.
La situazione sopra citata può sembrare una dipendenza dall'altro ma in realtà maschera solamente la paura di affrontare spazi e situazioni che terrorizzano.
A pensarci bene l'oggetto della paura non è esteriore, ma interiore: chi soffre di agorafobia teme di perdere il controllo della situazione e di se stesso.

Spesso l'agorafobia si presenta in soggetti che si sentono legati da dovere o sensi di colpa a situazioni o relazioni verso le quali hanno un atteggiamento ambivalente: da una parte si sentono legati e bloccati, ma dall'altra temono le conseguenze del distacco.
Alla base del problema c'è comunque la sensazione di non essere al sicuro fuori dai propri spazi; se ci si ragiona su , dietro questa paura spesse volte si nasconde in realtà la volontà soffocata di andare oltre i limiti imposti dall'esterno (per questo anche nell'altro post dico che le paure hanno una loro importanza e se le si ascoltano possono essere di aiuto facendoci capire una nostra necessità....in fondo come dice anche il buon Lorenzo la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare!) ; l''energia interiore che vorrebbe "evadere" viene bloccata e si manifesta attraverso la paura, che invita a fare un passo in avanti per guadagnare i propri spazi ed esprimere in pieno le proprie potenzialità.

L'agorafobia si nutre di silenzi, isolamento e chiusura in se.
Fino a quando non ci si sente pronti a lasciare la prigione che questa paura crea, bisogna fare in modo di ampliare il nostro spazio di esperienza e di scambio col mondo.

Qualora si sia confinati tra le mura di casa e si sia tagliato fuori ogni occasione mondana sarebbe bene provare a portare la vita dentro casa.
E' di vitale importanza coltivare interessi siano essi nuovi e vecchi: lettura, scrittura, pittura ed ogni cosa possa rappresentare valvola di sfogo ed esser condivisa con altre persone.
E' bene organizzare cene o magari piccole feste coinvolgendo anche gente nuova, in modo da non perdere i legami con la realtà che i contatti sociali creano.

Può essere utile imparare degli esercizi base di rilassamento che aiutino a controllare ansia e panico; queste tecniche costituiscono a mio modo di vedere una valida alternativa ai farmaci.

Vediamo ora come affrontare la situazione; la paura passa solo se la si accetta e si comincia a confrontarsi con essa.
Occorre imparare gradualmente a gestire l'ansia di stare in un luogo affollato e recuperare pian piano l'autonomia che permette di uscire dai confini di casa; non serve aver fretta ne scoraggiarsi.

E' necessario scegliere un luogo per "addestrarsi" a stare in spazi frequentati, ad esempio un negozio bello grande che sia dotato di un'uscita facilmente raggiungibile in modo da poter andare via in fretta.
A questo punto con l'accompagno di una persona a noi cara entreremo nel negozio, l'obiettivo iniziale è familiarizzare col posto per un tempo minimo e poi via via sempre più lungo; una volta che arrivano i primi sintomi di ansia non bisogna opporre resistenza, ma neppure fuggire immediatamente.
E' possibile resistere, basta concentrarsi sul respiro e resistere per cinque minuti, poi la volta dopo un pò di più e così via.
Nel passo successivo l'accompagnatore resterà fuori ad aspettare, una volta ripetuto l'esercizio da soli tornati a casa attribuiremo un punteggio all'ansia provata, trascrivendolo su un taccuino. Ci si accorgerà che diminuisce sempre più.
Infine l'operazione appena descritta verrà effettuata da soli, senza la presenza di alcuno, magari iniziando per pochi minuti e tenendo il cellulare a portata di mano in modo che l'altro possa rassicurare a distanza e nel caso venire in soccorso.

Bene amico a questo punto credo di aver concluso il primo post di questa serie, spero possa piacere ed essere utile! Ci si becca domani, parleremo di Claustrofobia!
Come sempre grazie mille per esser passato di qui e se ti va condividi il tuo pensiero nei commenti.
Ci si legge presto!

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Hi Steemit's friend!
With this post I want to start the series on the fears, I premise that others will follow then articles that will analyze as many phobias ..... perfect, now we leave for this new journey!

So first let's analyze the symptoms, suffer from this fear if:

  • All crowded places arouse such anxiety that drives you to avoid them.
  • Being in line at the bank, in the shops or in the offices creates an acute discomfort.
  • Avoid traveling by train, especially in crowded places that make a few stops.
  • Any place away from home makes you feel constantly at risk and worry.

Hi Steemit's friend!
With this post I want to start the series on the fears, I premise that others will follow then articles that will analyze as many phobias ..... perfect, now we leave for this new journey!

So first let's analyze the symptoms, suffer from this fear if:

  • All crowded places arouse such anxiety that drives you to avoid them.
  • Being in line at the bank, in the shops or in the offices creates an acute discomfort.
  • Avoid traveling by train, especially in crowded places that make a few stops.
  • Any place away from home makes you feel constantly at risk and worry.

The word agoraphobia comes from the Greek word "agora" (@pataxis correct me if I'm wrong, here we entered your field, I attended the grammar school, but when I was not in the bathroom I was around the corridors!) means square.
It is generally said that this fear is characterized by the fear of being in the midst of crowds, but in reality, agoraphobia is not only the fear of crowded places, but also of all situations in which it is difficult to escape or receive help.
Those who suffer from it carefully avoid attending spaces full of people.
Fear is not so much linked to the place itself or to the terror of the presence of the people, as to the fear of being attacked by a panic attack, of losing control and of not being able to be rescued.
Those suffering from agoraphobia generally also avoid attending shows with a large audience, taking the bus or public transport, stopping on a bridge or staying in a column.
The individual who suffers from it has the need to always be accompanied by someone when leaving the house, because being in the company reassures him that he can be helped.
The situation mentioned above may seem to be an addiction to the other but in reality only masks the fear of dealing with spaces and situations that terrify.
When we think about it, the object of fear is not external, but interior: those suffering from agoraphobia are afraid of losing control of the situation and of themselves.

Often agoraphobia occurs in subjects who feel bound by duty or guilt to situations or relationships towards which they have an ambivalent attitude: on the one hand they feel bound and stuck, but on the other they fear the consequences of detachment.
At the base of the problem, however, there is the feeling of not being safe outside of one's own spaces; if you think about it, behind this fear often hides in reality the will stifled to go beyond the limits imposed by the outside (for this also in the other post I say that the fears have their own importance and if you listen to them can be help making us understand our need .... basically as the good Lorenzo says the vertigo is not afraid of falling but want to fly!); the 'inner energy that would like "evade" is blocked and manifests itself through fear, which invites us to take a step forward to gain their space and fully express their potential.

Agoraphobia feeds on silences, isolation and closure itself.
Until you feel ready to leave the prison that this fear creates, you must make sure to expand our space of experience and exchange with the world.

If you are confined within the walls of the house and you have cut off every worldly occasion it would be good to try to bring life into your home.
It is vitally important to cultivate interests both new and old: reading, writing, painting and anything that can represent a vent and be shared with other people.
It is good to organize dinners or even small parties, involving also new people, so as not to lose links with the reality that social contacts create.

It may be useful to learn basic relaxation exercises to help control anxiety and panic; these techniques constitute, in my view, a valid alternative to drugs.

Let's now look at how to deal with the situation; the fear passes only if one accepts it and begins to confront it.
It is necessary to gradually learn how to manage the anxiety of staying in a crowded place and slowly recovering the autonomy that allows you to leave the confines of your home; you do not need to be in a hurry or get discouraged.

It is necessary to choose a place for "training" to stay in frequented spaces, for example a big beautiful store that has an easily accessible exit so you can leave quickly.
At this point, with the help of a person dear to us we will enter the shop, the initial goal is to familiarize with the place for a minimum time and then gradually more and more; once the first symptoms of anxiety arrive, one must not resist, nor escape immediately.
It is possible to resist, just concentrate on the breath and resist for five minutes, then the time after a little more and so on.
In the next step the chaperone will stay out to wait, once the exercise has been repeated once home, we will attribute a score to the anxiety experienced by transcribing it on a notebook. We will find that it decreases more and more.
Finally, the operation described above will be carried out by itself without the presence of anyone, perhaps starting for a few minutes and keeping the cell phone handy so that the other can reassure at a distance and in case come to the rescue.

Well friend at this point I think I have completed the first post in this series, see you tomorrow and talk about Claustrophobia!
As always, thank you very much for being here, if you want to share your thoughts in the comments.
Read it soon!

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.....Del mio meglio! Pikkio82

-le immagini di questo articolo sono prive di diritti d'autore e sono stata prese dal sito pixabay.com-
Di seguito i link di ogni immagine nell'ordine in cui compaiono nel post:
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https://pixabay.com/it/folla-lego-personale-scelta-1699137/

Sort:  

Un argomento interessante.

Grazie mille!!!

Per fortuna non ho questa fobia, in una città come Londra dove ti ritrovi faccia a faccia e schiacciato dentro le metro e non sarebbe il massimo :D

Wow vivi a Londra?? Beh certo soffrire di agorafobia lì sarebbe molto complicato! Ma com'è vivere lì?? E la metro! in molti la odiano io quando vivevo a Milano o a Roma la vivevo con incazzosa serenità (nel senso che se riuscivo a sedermi e potevo leggere un pò, per me era un momento felice, altrimenti mi incazzavo! :-P) dehihihi :-)

Come è vivere qua? Ti dirò, il fatto che lavoro da casa mi AIUTA parecchio a non diventare matta.
Quando mi capita di dover andare in zone centrali nelle ore di punta mi sembra di impazzire... quanta gente! E le metro? Beh, fortunatamente quelle più frequentate passano una volta ogni due minuti ma a volte prima di riuscire a salire ne devono passare minimo tre o quattro e comunque finirai per avere l'ascella di qualcuno sulla tua faccia :D

e comunque finirai per avere l'ascella di qualcuno sulla tua faccia :D

ahahahah...

E i londinesi non sono molto profumati :D

Dehihihihi ho letto i commenti dal cell e non potevo rispondere....mi arei inserito proprio in questo punto miti, leggendo mi son fatto una grassa risata!
Comunque a Londra ci son stato solo di passaggio, dovrò venire a farci una vacanza prima o poi, bisogna vedere un pò tutto il mondoooo!!!

Come non essere d'accordo!

Complimenti per il modo in cui scrivi e i temi trattati. Anche questo estremamente interessante.

Grazie mille!!!! Sono felice che piaccia sia il modo di scrivere che i temi trattati.....tra un pò si scrive di claustrofobiaaa!!!! :-)

Questa sera mi fai tirare un respiro di sollievo, credo di non essere affetta da agorafobia, se non in forma lieve! Ma se fossi invece sociopatica? La verità è che a casa ci sto davvero bene, l'idea di stare struccata in tuta mi rilassa troppo...troppo comodo, altro che uscire, soprattutto quando fa freddo! Sono pigra, questa è la verità!

Come sempre, accettare la propria condizione è il primo passo. Pur esistendo un metodo per cacciar via la paura del mondo esterno, penso che oltre all'accettazione serva anche molto aiuto da parte degli altri, perché spesso paure di questo tipo portano all'isolamento. E una persona isolata diviene debole, anche, spesso incapace di salvarsi da sola!
Penso che un confronto con @mcassani potrebbe essere un'esperienza rivelatrice, soprattutto per quanto riguarda come affrontare le paure, come agire per limitarle. Negli ultimi giorni, ha scritto un paio di articoli interessanti su memoria e time line e se non ho capito male ci sono delle modalità interessanti per alterare le emozioni associate ad un ricordo che fa scattare in noi una paura. Credo che le paure nascano dalle esperienze, se cambiamo l'emozione associata a quella particolare esperienza che ci fa tremare di paura, dovremmo essere capaci di affrontare situazioni simili, ma sono sempre convinta che serva un aiuto esterno in questi casi.

Vedremo se sarò in linea con le altre paure, stavolta sono salva!

Non sei agorafobia, ti stanno sulle palle le persone. hahahah siamo in due!

Dehihihi si ma non tutte dai, secondo me è selettiva però è davvero una persona con la quale ci si fanno belle chiacchierate se si sa parlare. Guarda che super commentoni, per me @nawamy è un mito!!!

Dimenticavo, una cosa che penso possa essere importante: Steemit! Probabilmente è una mia impressione, ma luoghi come questo, in cui nel bene o nel male occorre mettersi in gioco, potrebbero essere un buon primo passo nella via verso la guarigione, sempre che si viva la piattaforma come un luogo di comunità. Che ne pensi, pikkio?

Ciao!! Rispondo qua in unica soluzione; credo che Steemit possa essere momento importante di confronto con gli altri utenti, credo altresì che serva parecchio coraggio per mettersi in gioco anche perchè da un certo punto di vista può esser stimolo per aprire la propria mente (penso a chi magari inizialmente non crede molto in steemit ma poi via via imparando a conoscerlo capisce che esistono altre vie, strade alternative. Per quel che riguarda la via della guarigione si credo che possa essere un primo passo, resta fermo il fatto che poi in realtà è molto più compolicato di come scriviamo, credo comunque che sia sempre fondamentale farlo un passo quidni questo potrebbe andare più che bene per iniziare. Concludo dicendo che ovviamente è necessario che la piattaforma venga vissuta con spirito di comunità e luogo di scambio personale, che poi se ci pensi sempre, un pò dappertutto......l'unione fa la forza!!!!

Anche in questo articolo hai sottolineato che per superare determinati stati psichici bisogna prima di tutto accettarli e non reprimerli, un concetto poco di moda che è sempre utile ribadire :-)

Ciao, si è qualcosa che per me è importantissimo! L'accettazione è sempre il primo livello per potersi elevare ad uno stato superiore, ovviamente a mio modesto parere :-) Grazie mille per esser passato di qua e per aver lasciato la tua traccia!!!! Ci si legge presto!!!

Ho una persona molto vicina a mio marito che soffre di questa patologia, e tutto ciò che hai descritto è così. Il timore, la fobia, i medicinali, lo stare a casa. Essere prigionieri della propria mente è distruttivo. I rapporti con l’esterno diventano sempre più distaccati.
Molto interessante e descrittivo

Ciao, grazie mille per esser passata di qua, sono felice che l'articolo sia piaciuto. essere prigionieri della propria mente è distruttivo, ma esiste sempre un sistema per evadere e diventare i controllori delle nostre menti, certo non è facile ne veloce. Grazie anche per aver condiviso il tuo pensiero e la tua esperienza. :-)

Bravo @pikkio82, ottima descrizione interessante di questa patologia. Ci sono parecchi strumenti che si potrebbero utilizzare, ma bisogna sempre tenere conto della diversità e unicità di ogni persona. Non esiste uno strumento unico, una sola ricetta, ma trovare lo strumento giusto, adatto all'ecologia della persona. Complimenti ancora!

Grazie mille, i complimenti fanno davvero tanto piacere, inoltre anche tu hai scritto tante belle cose su argomenti assonanti. Concordo pienamente col tuo pensiero e sono felice che tu lo abbia espresso qui è per me fonte di orgoglio perché dai tuoi post si vede tutta la tua competenza in materia. Grazie grazie e ci si legge presto!!!!

Grazie a te, l'orgoglio è anche mio! A presto 😉

Ciao Pikkio82, è il terzo post che leggo, uno più bello dell’altro!!
Buon lavoro!

Ciao, grazie mille!!! Sei gentilissimo!!! E' importante per me che i post piacciano e magari risultino utili, è uno stimolo a fare meglio. Grazie mille ancora, ci si legge presto!!!

Ho letto tantissimo su questo argomento perché è un problema molto più diffuso di quanto si possa pensare, tante persone hanno vergogna a parlarne con gli altri, ma proprio la condivisione di uno stato emotivo puo' aiutare ad affrontarlo. Non voglio andare sul personale, ma poiché conosco molto bene questo tipo di paura mi sento di dare un contributo con una domanda rivolta a chi ne soffre: se vi sentiste male in mezzo a tanta gente, pensate che nessuno vi soccorrerebbe?
La paura spesso è più legata al timore di far brutta figura sentendosi male davanti a tanta gente e anche per questo esiste un'altra domanda: tu giudicheresti negativamente una persona che non si sente bene o ne saresti dispiaciuto e cercheresti di aiutarla?
La respirazione di pancia è fondamentale per superare questi attacchi di panico, comunque penso che non si dovrebbe sottovalutare il problema e neanche vergognarsi nel rivolgersi ad uno specialista, piuttosto che convivere con una paura invalidante.
Grazie per l'articolo!

Grazie a Te per esser passato, e per aver condiviso il tuo pensiero e contribuito! Io ti rispondo alla seconda domanda e ti dico che no, non giudicherei negativamente una persona che non si sente bene , può capitare a tutti; certo se stai male perchè hai bevuto abbestia o magari perchè hai assaggiato una varietà di droghe infinita non sarò certo dispiaciuto perchè te la sei cercata e, ciò non toglie, che ti verrò sempre in aiuto. Il soccorrere una persona in difficoltà è sempre giusto a prescinder la difficoltà, l'esser dispiaciuto per il suo disagio credo che dipenda dal disagio e comunque anche se si è dispiaciuti non credo bisognerebbe farlo pesare (non so se riesco a spiegare bene questo mio ultimo concetto). Concordo con te che i problemi non vanno mai sottovalutati ed è sempre fondamentale rivolgersi ad uno specialista! Grazie mille ancora!!!

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