Big Data, Internet delle Cose ed etica

in #ita6 years ago

Internet of Things

Immagine CCO Creative Commons da Pixabay

Ai giorni d'oggi, l'Internet delle Cose anche abbreviato con la sigla IoT, è un termine ormai inflazionato su tutti i media.

Questo fenomeno trova applicazioni in differenti ambiti: in ambito domestico viene definito Domotica o Reti di Sensori, nel business si traduce in Social Media Marketing e nella fantascienza si dipinge come Smart City e così via. In realtà le varianti sono tantissime e in moltissimi ambiti che sono ancora da scoprire.

La Internet of Things, quindi, rappresenta una realtà in cui le cose diventano parte attiva della nostra vita e non sono più semplici oggetti.
Le luci possono accendersi da sole, le auto si guidano autonomamente, i macchinari producono senza l'ausilio degli umani se non in determinate situazioni e via dicendo fino al pagamento automatico tra oggetti proposto da alcune cryptomonete come, ad esempio, IOTA.

Siamo di fronte ad un nuovo paradigma che pervaderà le nostre esistenze in maniera sempre più pervasiva e solo il tempo ci dirà quanto.

Tutti questi oggetti interconnessi tra loro inducono delle conseguenze che andiamo brevemente ad analizzare.

Le conseguenze: i Big Data

In una prima fase della IoT la spinta maggiore l'ha avuta la raccolta dati. L'esercito di cose interconnesse tra loro immagazzina un'enorme mole di dati all'interno di database privati.
A questo fenomeno è stato dato il nome di Big Data identificando una disciplina informatica che ha modificato in molti settori le tipologie di database che non sono più solo di tipo relazionale ma anche NOSQL ed ha stimolato la nascita di profili professionali che prima non esistevano e che sono in grado di manipolare e interpretare tali informazioni grazie all'ausilio di tecniche matematiche e statistiche.

Le conseguenze: la fame di connettività

Ovviamente un altro settore che è stato fortemente spinto dalla IoT è stata la connettività. Sebbene la necessità di banda richiesta dalle comunicazioni fatte da oggetti sia piuttosto esigua rapportata, ad esempio, alla fruizione di un filmato, il numero di indirizzi IP richiesti è ogni giorno più elevato.

Ecco uno dei motivi per il quale, recentemente, è stato abbandonato il protocollo IPV4 in favore del IPV6 che permette la gestione di 3,8x10^38 indirizzi contro gli appena 4 miliardi (4x10^9) di prima!

Ovviamente anche le reti mobili hanno dovuto adeguarsi. Molti di questi oggetti si collegano tramite etere e non solo via cavo. E' così che in pochi anni siamo passati dal 3G al 4G e nel 2017 sono stati avviati i primi test per il 5G che permetterà di avere una latenza sotto i 5ms e fino a 100 dispositivi per metro quadrato.

Le conseguenze: l'intelligenza artificiale

Ben presto, però, le persone che elaborano le informazioni hanno iniziato a non riuscire più a gestire la mole di dati in arrivo secondo per secondo.

Un altro termine di cui si abusa spesso oggi è anche la intelligenza artificiale che accompagna sotto braccio braccetto l'Internet delle Cose ed i Big Data.

La tecnologia inizia ad offrire soluzioni valide ed algoritmi sempre più complessi per l'elaborazione e la diagnostica sempre più accurata delle informazioni in modo automatico.

In sostanza siamo davanti a macchine che elaborano dati di altre macchine che lavorano autonomamente. E ditemi voi se ciò non vi ricorda Skynet di Terminator.

Immagine CCO Creative Commons da Pixabay

Per concludere: l'etica

Nei prossimi anni vedremo un proliferare sempre più invasivo di oggetti connessi e con essi lo sviluppo delle tecnologie sopra citate.
Probabilmente, osservando un orizzonte temporale piuttosto ampio, questi oggetti prenderanno anche coscienza di sé come nei peggiori film di fantascienza.

L'uomo all'inizio sarà il centro del sistema ma gli argomenti etici che si stanno sviluppando intorno a questi fenomeni evidenziano come la fantascienza non sia così lontana come pensiamo.

Ci sono domande alle quali già oggi è difficile rispondere.

  • E' giusto che molte persone siano tracciate continuamente dal proprio GPS presente sullo smartphone o sull'auto?
  • Nel caso in cui un'auto che guida in modo autonomo debba fare una scelta tra la salvezza del passeggero a bordo o di un bambino che inseguendo un pallone si trovi davanti alla sua traiettoria, a chi darà la priorità?
  • Può un'intelligenza artificiale decidere cosa proporti come risultato a fronte di una ricerca che effettui su un social network o un motore di ricerca in base alla rilevanza che pensa sia più adeguata a te?

Non possiamo trascurare tali questioni.
Come citano diversi spot pubblicitari: the future is now. Sta solo a noi capirlo prima che sia troppo tardi.

Le domande che dobbiamo porci sono tante e sempre più pressanti.
Ma dobbiamo essere prima di tutto consapevoli che la tecnologia avanza. Sempre. Non è possibile rinnegarla ma solo capire quale sia il modo migliore per incanalare le conseguenze.

E voi cosa ne dite? Vi siete mai posti questi interrogativi? Vi spaventa, vi affascina o vi lascia indifferenti tutto ciò? Fatemelo sapere nei commenti.

Sort:  

Si, mi interessano molto. Grazie mille!

Questo è un articolo che vale la pena leggere!
Per provare a rispondere alle tue domande:

  • No, probabilmente non è giusto essere tracciati dallo smartphone, ma molti fanno un ragionamento del genere:

tracciatemi pure, tanto non ho nulla da nascondere

questo ovviamente fin quando non avranno qualcosa da nascondere...

  • Quello dell'auto è un quesito al quale non avevo mai pensato...
    Bisognerà settarla in anticipo?

A) Nel dubbio scegli sempre me - B) Scelta casuale - C) Scegli sempre il bambino

Inquietante...

  • La terza domanda è apparentemente la meno "spaventosa", ma riflettendoci bene il rischio che si venga condotti ad una sorta di pensiero unico è quanto mai reale

Ottimo, complimenti!

Grazie davvero per il commento.
Sono domande effettivamente inquietanti e bisogna affrontarle con spirito critico al più presto.

La domotica e l'IOT sono una risorsa incredibile a mio avviso.
Ben diverso il discorso sui dati e la tracciabilità dei dispositivi e quindi di noi stessi.
Su quello ho paura, molta paura.
Ottimo articolo.
Complimenti.

Grazie @serialfiller i tuoi commenti valgono molto per me.
Anche i dispositivi tutto sommato vanno sotto il cappello della IoT: per questo li ho citati.
Sono interrogativi importanti da affrontare con attenzione.

Questi aspetti che hai ottimamente rilevato tu sono tutt'altro che irrilevanti, e non sono assolutamente da sottovalutare, perché possono nascondere diverse insidie, appena accennate dai tuoi chiari ed intuitivi esempi, ma saranno tante le possibilità di incertezza e le sfumature che dovranno essere attentamente calibrate, per evitare spiacevoli sorprese.
Ottimo post, complimenti.

Assolutamente vero.
I miei erano semplici esempi che ad oggi riusciamo immaginare ma cosa ci serva il futuro?
Davvero non si sa ed è per questo che bisogna iniziare a pensarci oggi!
Grazie @mad-runner i tuoi commenti sono sempre preziosi

Questioni davvero interessanti e importanti. A me personalmente mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo. Ma d'altra parte, indipendentemente dalle risposte alle domande che hai posto, mi sento anche un po' indifeso, quasi "costretto" ad adattarmi all'avanzare della tecnologia....

Penso che l'adattamento sia d'obbligo. Non ci si può esimere ma solo comprendere anche se a volte fa paura.

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