Armamenti autonomi

in #ita6 years ago (edited)

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Foto di mia proprietà

Con un bellissimo giro di parole i robot militari vengono definiti generalmente e genericamente "Autonomous Weapons" armi autonome.
Anche se, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, questo genere di robot è ancora a livello di progetto anche se avanzato ed è quindi, per ora, un problema futuro, su questo argomento si è scritto e detto molto.

Qualche anno fa fu redatta una "Open Letter Autonomous Weapons"(https://futureoflife.org/open-letter-autonomous-weapons)
Tra i firmatari, oltre a scienziati di spicco del settore AI anche personaggi molto noti (ad esempio: Stephen Hawking, Elon Musk, Steve Wozniak, Jaan Tallinn, Noam Chomsky, Jack Dorsey... tanto per fare qualche nome)

L'approccio però di questa open letter e di molte altre prese di posizione ed iniziative su questo argomento è, a mio parere , tragicamente sbagliato per la sua impostazione utopistica, tipica degli "addetti ai lavori".
Da un punto di vista etico sicuramente chiedere a tutti i potenziali attori di NON sviluppare armamenti che possano prendere decisioni autonome (cioè, in pratica, armi robotiche) può essere un approccio assolutamente condivisibile, fa però a pugni con gli ultimi millenni di storia umana.
Da quando l'uomo è diventato un essere senziente, ha sempre fatto qualuque cosa fosse tecnicamente in grado di fare.
Non ha fatto anche le cose più nefaste, ha fatto soprattutto quelle più nefaste, figuriamoci poi se l'argomento sono gli armamenti.
D'altra parte, in generale, quale che sia l'ambito, se una cosa si può tecnicamente fare, qualcuno sicuramente la farà.
L'approccio dovrebbe essere, a mio parere, molto più pragmatico.
Qualunque sia l'argomento, la strada più vincente è sempre quella di governare un fenomeno, mettere dei paletti, escogitare dei sistemi di controllo, piuttosto che ignorarlo oppure cercare di eliminarlo totalmente.
Questo approccio non evita i rischi, al massimo permette di circoscriverli, ma la storia ci insegna che non si è mai risuciti a fare nulla di più, mentre spesso, cercando inutilmente di reprimere ciò che si riteneva sbagliato o pericoloso, si è finiti per renderlo incontrollabile, generando danni ben maggiori.
Nel caso specifico certamente il problema dei controlli e dei paletti è di non facile soluzione, infatti il 99% del problema è legato allo sviluppo di software di controllo e porre dei paletti in questo campo è quanto mai difficile.
Onestamente non ho la minima idea di come si potrebbe progettare e realizzare un sistema di controlli in questo campo, caratterizzato dalla segretezza e dall'intervento diretto degli stati.
Sappiamo quanto sia difficile, ancora oggi, tenere sotto controllo gli arsenali atomici, anche se per produrre armi nucleari sono necessarri impianti che non è facile nascondere e reperire materie prime e know-how non alla portata di tutti.
Penso però che questo problema sia da affrontare e non con proclami utopistici, ma con un approccio operativo e pragmatico che renda possibile un controllo o, perlomeno, un ostacolo alla proliferazione di queste armi.

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Ciao @ilnegro

Che struttura è rappresentata nella foto?

Grazie!

Si tratta di una struttura che fa parte del Memoriale del genocidio in Armenia, periferia di Yerevan.

Oh grazie, ho trovato con google e direi che è un luogo molto suggestivo!

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