Scansiamoci e Partite

in #ita6 years ago

In principio fu "Armiamoci e partiamo" ovvero una frase utilizzata nell'accezione comune per ironizzare sulle persone che dopo aver perorato una causa e aizzato le folle si sottraggono agli eventi, fuggendo dall'azione da essi stessi promossa.

Negli anni questa frase è stata utilizzatissima in sketch di cabaret o in scene di film comici, fino a diventare abusata nel giornalismo e nelle classiche chiacchierate da bar tra amici.

Un'aforisma che forse ha fatto il suo tempo e che quindi potremmo pensare di modificare e sostituire con un più attuale: 

Scansiamoci e Partite!


Lo spunto è facile da intuire ma proverò ad allargare il discorso a quel che resta dello spirito combattivo che alberga in noi, cittadini inermi di fronte ad un degrado civico che ha pochi precedenti nella nostra storia ma che ci contraddistingue nostro malgrado.

Nell'annata calcistica che sta per concludersi è stato coniato un nuovo termine che via via ha preso piede nelle menti di tifosi e giornalisti di tutto il belpaese: Scansopoli.

Con questo termine si suole indicare la sudditanza psicologica di alcune società di calcio nei confronti della F.C. Juventus, una sudditanza derivante da un controllo del mercato e delle sorti di alcune società medio-piccole da parte della vecchia signora. La fama di questa parole è andata via via crescendo durante il campionato ed è legata in particolar modo a 2 società come Atalanta e Sassuolo che hanno dimostrato con i fatti di scendere in campo preventivamente molli e senza pretese nelle partite con i campioni d'Italia.

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Per i bergamaschi l'aggravante è stata dettata da un ritiro della formazione titolare nella sfida con i bianconeri per lasciare spazio alle riserve, proprio mentre la Juventus era stanca per i troppi impegni ma in gran rimonta sul Napoli. Un atteggiamento inaccettabile che sa di resa a priori e che ha rischiato di falsare quella partita e indirizzare 3 punti fondamentali per la corsa al campionato. Per il Sassuolo la tesi è molto più confutabile ma chiunque abbia giocato a calcio 5 minuti capirà che i giocatori neroverdi abbiano impiegato zero energie contro la Juventus e non abbiano opposto resistenza neppure per un'istante.

In pratica la Juventus ha ottenuto un doppio risultato riuscendo a vincere agevolmente senza stancarsi, giocando in pratica una partita di allenamento in un momento della stagione in cui non poteva permettersi sprechi di energie in vista dei tanti impegni sui 3 fronti.

Ad allungare la lista dei sospetti si son messi poi piccoli eventi quali le dichiarazioni del portiere del Cagliari Cragno che dichiarava di voler battere il Napoli per fare un favore alla Juve, e guarda caso Cragno pare essere promesso alla Juve. 

Ovviamente non voglio insinuare che ci sia una collusione fra le società o un grande complotto dietro ma esistono vari indicatori che mirano in quella direzione. 

Il motivo di tale sudditanza è da intercettare, oltre che nel blasone della Juventus, soprattutto nella sua totale egemonia sul fronte del mercato calcistico italiano. La rete di procuratori, osservatori e uomini di mercato che si aggirano negli stadi e gli hotel della penisola è talmente vasta e potente da annichilire qualunque avversario. Oggi una piccola squadra vede nella Juve un grande serbatoio denaro contante e giovani calciatori da assicurarsi in prestito per poter competere. La Juve in cambio ottiene opzioni sui calciatori più talentuosi, vedi Spinazzola o Caldara, Orsolini o Mandragora, Pellegrini o Barella, Cragno o Leali ecc ecc. Tante promesse future che la Juve opziona per poi capire se portare in Rosa negli anni avvenire. Nel frattempo i Sassuolo, i Cagliari di questo mondo provano a salvarsi grazie a investimenti e giocatori a rimpinguare le proprie fila. Non stupisce poi che nelle partite fra i campioni d'Italia e le piccole squadre ci sia una non partita, con tutto gia deciso prima di iniziare, con orde di giocatori avversari pronte a scansarsi all'avvento dell'Higuain di turno.

Come sottolineava il Direttore della Lazio Ighli Tare qualche mesa fa, la Juve ha spostato la propria interferenza dai campi di calcio ai tavoli delle trattative, innalzando indirettamente i prezzi dei giocatori nelle mire delle competitor e mettendo gli occhi e l'inchiostro sui giocatori più promettenti. Un caso emblematico di tutto ciò è senza dubbio alcuno quanto successo a gennaio fra Politano e il Napoli. Un giocatore che sarebbe potuto essere determinante per i campani per la corsa scudetto e che non arrivò sotto il vesuvio per colpa di una presunta mail mai arrivata nonostante ci fosse un accordo fra le parti. La verità presunta è che Marotta & co avessero chiesto al DS del Sassuolo di non vendere Politano ai concorrenti napoletani e di provare a scoraggiare l'acquisto innalzando follemente il prezzo di un giocatore la cui valutazione reale era di 15 milioni di euro e il cui prezzo fatto al Napoli fu di 32 milioni + 2 presti di Ounas e Maksimovic. Il Napoli accettò quell'offerta ma non se ne fece nulla. La cosa grave fu che il Napoli convinto che la parola del Sassuolo contasse qualcosa non trattò altri giocatori, convinta di portare a casa Politano. In un sol colpo la Juventus riusci a non rafforzare il Napoli con Politano e addirittura ad impedirgli di fiondarsi su altri obiettivi.

Sembra fantascienza o becero complottismo eppure potrebbe essere l'amara realtà.

Ma l'obiettivo vero di questo post non è screditare i campioni d'Italia o fare del complottismo spicciolo bensì quello di provare a portare avanti un paragone avventuroso fra questa presunta tendenza calcistica allo scansarsi e la ahimè comprovata tendenza, sempre più marcata, di noi italiani a farlo nella vita di tutti i giorni.

Quante volte abbiamo evitato di confrontarci con le nostre colpe?

Quante volte abbiamo provato a fare un serio esame di coscienza sul nostro futuro, e il nostro presente?

Quand'è stata l'ultima volta che ci siamo sentiti civicamente responsabili per qualcosa che non andava nel verso giusto nella vita di tutti i giorni?

L'amara verità è che ci stiamo abituando sempre più a "scansarci" dalle nostre responsabilità, a preferire il comodo rifugio della nostra comfort zone piuttosto che avventurarci in nuove esperienze, in nuove sperimentazioni.

Preferire la sopravvivenza a livello lavorativo anzichè osare potrebbe essere definibile come scansopoli autoindotta?

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Accettare orari lavorativi folli per stipendi miseri non rappresenta forse una scansopoli clamorosa per un'intera generazione?

Non ribellarsi ad una situazione che ci vede fanalino di coda tra i 28 paesi UE per il tasso di crescita non è forse una vera collusione, un vero scansarsi dalle cose che potremmo ottenere provando a rivoluzionare il nostro tempo, il nostro spazio, nel nostro piccolo?

Siamo cosi apatici da non riuscire a cambiare rotta o la rotta è talmente compromessa che non basterebbe una tempesta telecomandata ad invertirla?

Siamo noi che ci stiamo scansando o è la nostra società che ci sta costringendo a farlo?

Aspettative sempre più basse e noi abbassiamo la testa e proviamo ad andare avanti.

Una società sempre più divisa e noi felici per la nostra strada come se non fossero fatti nostri.

Un razzismo sempre più dilagante e fatto di piccole cose, piccoli gesti, piccole frasi buttate li e noi voltiamo lo sguardo dall'altra parte.

Il bullismo avanza tra i nostri ragazzi e noi li pronti ad indulgere sulla loro violenza verbale e talvolte fisica, pronti a definire certi atti delle marachelle e piccoli errori di gioventù.

Lo Stato e la Mafia sempre più uniti e noi lì inermi ad alzare la nostra soglia di tolleranza verso il malaffare.

Laureati a rimpinguare i call center e tutti tranquilli che almeno qualcosina si muove.

La politica diventa un covo di avidità e incompetenza e tutti a rifugiarsi nel non voto o nel meno peggio.

Con la laurea ci si puliscono le mani unte e che sarà mai, almeno avremo più chance di lavorare in un call center.

I musei chiudono e i cinema si svuotano ma che ci frega tanto non abbiamo neppure più il tempo di gustarci un bel quadro o un buon film, e se proprio dovessimo averne possiamo sempre starcene a casa a riposare.

Gli affitti si impennano, i mutui sono sempre più infidi e inaccessibili ma non importa tiriamo a campare in qualche modo.

Gli italiani vivono la guerra come fosse una partita di calcio e vivono una partita di calcio come se avessero appena perso la guerra diceva Winston Churchill.

Siamo talmente impegnati a pensare a cose che ci inducano a non pensare che ormai siamo assuefatti a condurre una vita lavorativa che anni fa avremmo temuto di avere, avremmo sperato di non dover mai vivere sulla nostra pelle. Certe cose che dovremmo reputare inaccettabili sono diventate il nostro standard. Viviamo al ribasso, costantemente al ribasso ma poi riacquisiamo tutta la nostra vitalità quando ci toccano la squadra del cuore o non ci fischiano un rigore.

Siamo fatti cosi. Siamo proprio fatti cosi, un po come sentenziava Ennio Flaiano:

 L’italiano ha un solo vero nemico: l’arbitro di calcio, perché emette un giudizio. 

E cosi ci scansiamo perennemente da ogni giudizio, quello altrui ma soprattutto il nostro, quello più temuto, quello che potremmo emettere guardandoci allo specchio scoprendo, soli con noi stessi, che mentre noi ci scansiamo i nostri giovani partono, emigrano, scappano, alla volta di nuove mete da scoprire, costretti a farlo e senza alcuna scelta, seguendo il silente consiglio di chi dall'alto gli sussurra:

Scansiamoci e Partite ragazzi!


Sort:  

la seconda parte dell'articolo, quella non legata allo sport, è ampiamente condivisibile; sulla prima.... che dire? Mi chiedo, se pensi questo, perché guardi ancora le partite? Se è tutto truccato o stabilito non è meglio il wrestling, è più divertente no?
Allora, cominciamo a smontare le teorie complottiste:
Juve-Atalanta, quella che fu rinviata per neve, era programmata tre giorni dopo Atalanta- Borussia Dortmund di Europa League e tre giorni prima di Juve-Atalanta semifinale di coppa Italia; secondo te avrebbero dovuto fare tre partite in 7 giorni sempre con gli stessi uomini o fare rotazioni? (Aspetto una risposta in merito, che non sia ladri, dopati ecc, nel merito)
Gasperini optò per far riposare i titolari nella partita meno importante, quella di campionato. Polemica comunque sterile dato che la partita non si giocò e nel recupero schierò (perdendo lo stesso) tutti i titolari.
Sul Sassuolo hai stabilito che non si impegnarono, vabbè, può essere, ma volendo aggiustare una partita non credi ci si fermerebbe ad un 3-0 invece che un 7-0?
Su Napoli-Benevento 6-0 invece nulla da dire scommetto? E Inter-Atalanta 7-1?

Cragno ha detto che vuole fermare il Napoli? Infatti il Cagliari perse 0-5 in quella partita, in uno dei momenti più difficili della stagione del Napoli.

Ovviamente delle dichiarazioni di tutti quelli che speravano quest'anno nello scudetto del Napoli (uno su tutti, Diaconale prima di Lazio-Napoli o Vigorito prima di Benevento-Napoli) non ne parliamo, non fanno notizia.

Politano... eh, quello si che avrebbe spostato gli equilibri! In ogni caso altra inesattezza colossale: trovarono un accordo troppo tardi, mancarono i tempi tecnici per le firme, colpa delle due società.

Spinazzola è di proprietà Juve in prestito all'Atalanta, così come Caldara

Orsolini è di proprietà Juve in prestito al Bologna, Mandragora al Crotone e ti sei dimenticato se vuoi allungare l'elenco Kean al Verona

Tutti questi non sono opzionati, sono giocatori in prestito. Pensa che Caldara ha addirittura segnato in Atalanta-Juve 2-2, pensa come sono condizionati!

Pellegrini, Barella, Cragno non sono né prestiti né opzionati, sono semplicemente di altre società.
Mi piacerebbe discutere di questo, se ti va ovviamente, ma con i fatti eh, non con generalizzazioni o offese!

Bravo! Risposta di testa e non di pancia. Hai nominato fatti e non solo parole (o meglio illazioni).

Sinceramente mi rifiuto di parlare di calcio.
Il nostro paese è alla deriva anche da questo punto di vista.
Il mio fioretto sarà quello di uscire fuori dal tunnel. Le ultime 2 settimane non hanno fatto altro che testimoniare quello che in fondo tutti sappiamo ma che nessuno può dire perchè i 10 milioni di tifosi fanno cassa, fanno vendere i giornali e guardano le inguardabili trasmissioni sportive di questi tempi.
Dopo le ultime 2 settimane questo post assume un significato e un collegamento ancora più profondo.
Accetto amaramente che la situazione è questa.
Altro buon motivo per provare a cambiare passo.

10 milioni fanno cassa ma i restanti 20 milioni ( i non juventini) fanno ancora più cassa. Poi creare teatrini per mettere gli uni contro l'altro fa la fortuna dei giornalisti e delle trasmissioni sportive e di tutto il circo mediatico che ci sta dietro.
Hai preso riferimento le ultime due settimane di campionato, perfetto, si è parlato solo del secondo giallo mancato di Pjanic contro l'Inter, ma i due rigori negati a favore della Juve sono passati quasi in sordina perchè sennò come si faceva a polemizzare!? Si è parlato della mancata espulsione di Rugani sul rigore del Bologna e li hanno fatto figuraccia commentatori, ex arbitri, super esperti di calcio (e ciò la dice lunga sull'informazione che ci arriva), perchè col nuovo regolamento se si da calcio di rigore, seppur fallo da ultimo uomo, c'è solo l'ammonizione (data) e non espulsione. Koulibaly del Napoli è stato espulso perchè fallo da ultimo uomo fuori area quindi niente rigore. E proprio l'altro giorno ho letto da una testata neutrale le sviste arbitrali di Napoli e Juve, risultato: Il Napoli al contrario della Juve ha avuto SOLO sviste a favore, mentre la Juve anche CONTRO ma soprattutto le sviste a favore del Napoli sono state maggiori...
E' vero che il tuo post non è focalizzato solo sul calcio, però se le premesse fanno lacune da tutte le parti...

Fanno lacune da tutte le parti se a leggere è uno juventino. Questo te lo concedo.
Comunque mi sono promesso di non polemizzare sul calcio.
Non ne vale la pena.
Ho la mia idea, cosi come in molti avevano delle proprie idee prima di Calciopoli e venivan chiamati matti o in malafede salvo poi avere avuto la ragione da quel galantuomo che è il tempo.
Grazie come sempre del contributo :)

Non è essere juventini o meno...è essere obiettivi o meno! Guardare TUTTO senza paraocchi e non focalizzarsi su singoli episodi (quelli che ci fanno comodo) e soprattutto non farsi trarre in inganno da chi specula su queste cose e cosa altrettanto importante conoscere almeno il regolamento... ogni riferimento al mancato rosso di Rugani è puramente casuale ;)

L'obiettività, è un paradosso, ma è una cosa molto relativa.
Per me quello che hai detto tu in precedenza sembra partorito da chi guarda quegli eventi nella sua totalità con i paraocchi, per te il contrario.
E' il bello della democrazia, ognuno può esprimersi liberamente e condividere la propria idea.
L'importante è essere convinti delle proprie idee restando in ascolto verso il mondo esterno, cercando sempre di trovare spunti per migliorare il proprio punto di vista e renderlo più completo.

Ero indeciso se risponderti. Alla fine ho deciso di farlo ma proverò a non dilungarmi.
Tu credi che le mie parole siano dette dalla pancia, dalla testa cotta di un tifoso qualsiasi o dallo spirito di una persona che non sappia perdere.
Io credo che siamo una generazione di "losers" e lo siamo proprio perchè siamo disposti ad affilare le spade per i vincitori di turno ma ammaniamo subito le bandiere quando sentiamo la parola sconfitta. Andiamo con i vincitori per natura noi italiani e poco importa se i vincitori siano scorretti, immorali, approfittatori, potenti (nel senso dispreggiativo del termine), abusatori del loro potere o semplicemente privilegiati grazie alle loro posizioni acquisite.
Siamo cosi noi italiani, pronti a far salire al colle un condannato per frode fiscale e cofondatore di un partito che ebbe in un condannato in associazione mafiosa uno dei suoi padri, pronti a farci insegnare morale sportiva da una società che da anni imperversa con ruberia dimostrate e presunte, pronti a indulgere se scudetti giudicati non validi vengano comunque appuntati sulle magliette, pronti a tutto pur di avere una fetta di vanagloria.
Da sportivo e non da tifoso tutto ciò mi amareggia e mi ha sempre amareggiato. Siamo conigli mannari pronti a prendere lo scalpo del singolo ma mai abbastanza coraggiosi da denunciare i veri torti.
Da vero sportivo quale mi reputo mi sono sentito interista quando Iuliano affossava Ronaldo nella partita decisiva, mi sono sentito Milanista quando Muntari segnava in una partita decisiva salvo non vedersi convalidare un gol, mi sono sentito bolognese quando un rigore non veniva accompagnato da sacrosanta espulsione sabato sera, mi sono sentito tifoso a turno di un po tutte le squadre tranne che tifoso della juventus, quello mai e chissa perchè. Forse semplicemente non mi è mai stata data occasione di empatizzare per i bianconeri, anche se avessi voluto con tutto il cuore. Tra arbitri insensibili e spazzatura al posto del cuore ci ritroviamo qui a celebrare i più forti ancora una volta, rispettando la tradizione che ci vuole intellettuali spuntati, pronti a gonfiare il petto quando vinciamo e pronti a trattare gli sconfitti come se fossero i più deboli.
L'amarezza è tanta ma non sa di sconfitta, il sospetto è che prima o poi ci sveglieremo tutti dal nostro sonno placido e capiremo a quanto sia stato vano parteggiare per chi in fondo se ne frega del nostro destino e ha giocato da sempre una partita sporca, ma a quel punto ci saremo gia scansati, saremo gia partiti verso le nostre comfort zone sentendoci forti con il debole di turno e orgogliosi di essere dalla parte giusta, ogni sera, ogni giorno, giorno dopo giorno.

Caro amico, hai postato un qualcosa di vero e crudo, davvero molto forte! Ormai l'Italia sembra affondata del tutto, a partire dallo sport, che dovrebbe ESSERE una cosa sana e veriteiera. Ma la cosa che mi fa più paura è che tutti ci lamentiamo, ma nessuno ha più la forza per ribellarsi. Ci hanno tolto il senso della critica e quella di reagire. Ognuno pensa i cazzi suoi, dai politici ai cittadini, e quei pochi che si sono stancati di questo sistema di merda, sono lì a fare casino da soli. E' brutto dirlo, ma credo che l'unica cosa che ci rimane da fare è quella di riunirsi tutti e partire da zero. Regredire per progredire. Far parte di qualche partito che fa solo false promesse, per me è da stupidi. Ricordiamoci che lo Stato è lo specchio del popolo e viceversa. non sono anarchico, ma non vedo altre alternative.

Grazie del prezioso commento.
Condivido ogni frammento del tuo intervento.
Che male ci sarebbe ad essere anarchico?
Non potrebbe essere che forse siamo a questo punto proprio perchè siamo stato troppo poco anarchici e troppo propensi a diventare automi, consumisti, robot, filogovernativi, qualunquisti?
Dobbiamo regredire forse a livello sociale ma quello che abbiamo dimostrato è di aver fatto enormi passi indietro a livello mentale, psicologico, intellettuale e decisionale.
La forza di ribellarsi chi dovrebbe averla? Guardandomi intorno vedo gente disposta al massimo a ribellarsi al semaforo o contro un ragazzo della vodafone che sottopagato chiama da un call center per l'ennesima promozione.
La penso come te se devo estremizzare, ma credo che in Italia almeno la battaglia sia persa.

Diciamo che in Italia, come nella maggior parte degli altri stati. c'è l'ILLUSIONE della democrazia, della libertà. Sul discorso anarchia, la penso PERFETTAMENTE come te.. Bisognerebbe lavorare innanzitutto sulla cultura, perchè i passi avanti sono stati fatti solo sulla TECNOLOGIA e gli AGI, ma mentalmente, siamo sprofondati.. Comunque ammiro tanto il tuo coraggio di aver creato questo post. Per me sei esemplare!

Grazie @giocondo83, davvero esageratamente buono nei miei confronti. Spero che in futuro si possa trovare sintonia e magari portare avanti insieme dei discorsi "anarchici"!

AHAHAHA.. Certo amico mio, come e quando vuoi..

Un canale "anarchico" ci starebbe proprio bene!

interessante serialfiller. Mettere in chiaro alcune dinamiche, non necessariamente dolose, ma certamente politiche, rende ragione di livelli di disparità del calcio italiano che sono, francamente, insopportabili anche se inevitabili. Te lo dice una povera romanista :)

Aldilà del tifo la cosa abbastanza evidente è la riverenza che si ha nel calcio come nella vita verso figure che reputiamo superiori politicamente, economicamente e a livello di potere. Questo atteggiamento danneggia ogni ambito della nostra società e soprattutto noi stessi. Il calcio è la cosa più evidente visto che noi italiani siamo particolarmente attenti e feroci nell'analisi calcistica, spero che con questo confronto abbia spinto voi che avete avuto voglia di leggere a chiedervi quanto la nostra vita sociale e professionale sia debole e in pericolo, anche a causa di noi stessi.

Hai fatto veramente tante affermazioni che purtroppo, a denti stretti, devo ammettere che non sono assolutamente fuori luogo, da quelle calcistiche fino a quelle riguardanti la vita quotidiana, perché il malessere presente nella nostra società è spesso la manifestazione concreta di quanto da te ottimamente evidenziato.
Complimenti per questo post molto diretto e preciso, bravo @serialfiller

Grazie dei complimenti.
Quello calcistico era solo uno spunto. Sono cose, attualmente, indimostrabili ma che credo diano fastidio a più di uno sportivo (quelli veri come io mi reputo) ma quello che sicuramente voleva essere il cuore del mio articolo era la nefandezza che alberga nel nostro mercato del lavoro e nella nostra vita politica e sociale. Siamo ormai un discount di idee e opportunità.

Bellissimo post!

Rispondo a qualche domanda:

Preferire la sopravvivenza a livello lavorativo anzichè osare potrebbe essere definibile come scansopoli autoindotta?

Bella domanda, che induce ad un vero e proprio esame di coscienza, risponderei amaramente di sì.

Accettare orari lavorativi folli per stipendi miseri non rappresenta forse una scansopoli clamorosa per un'intera generazione?

Sì, però bisogna imparare il giusto modo per non accettare più qualsiasi cosa (e ancora stiamo imparando a farlo).

Siamo cosi apatici da non riuscire a cambiare rotta o la rotta è talmente compromessa che non basterebbe una tempesta telecomandata ad invertirla?

Io non so se possiamo (siamo capaci) di cambiare rotta (a livello sociale non individuale, perché individualmente secondo me si può fare), ma comunque è vero che siamo apatici, e questo non va bene a prescindere.

Siamo noi che ci stiamo scansando o è la nostra società che ci sta costringendo a farlo?

La società tenta in tutti i modi di condizionarci, anche con strumenti molto potenti di ricatto, ma noi non è che facciamo molto per reagire (anzi, quasi niente).

Secondo me bisogna imparare a dire di no, questo non significa che dobbiamo dire di no, ma che bisogna imparare a farlo, cioè bisogna trovare il giusto modo di dire di no.

Dire di no! Che atto eversivo! E invece no, dire di no e capire come dire di no sarebbe l'atto costruttivo necessario in questa fase!
Ma in quanto hanno voglia di dire di no?
Sembriamo tutti dei conigli mannari, pronti ad essere rivoluzionari ai tavoli del caffe ma ad essere codardi alla prima occasione utile, pronti a pugnalare alle spalle il pesce più piccolo per avere in cambio magari un po di visibilità o qualche spicciolo in più.
Come fare allora?
La tua strada è condivisibile, ma è percorribile?
Dove trovare i soldati per questa "guerra"?

Ti assicuro, sono (siamo) in tanti che vogliono dire di no..., non la maggioranza certo, ma non è facile, perché non sanno (sappiamo) ancora come farlo, come dici tu non è sufficiente fare i rivoluzionari ai tavoli del caffe o durante un corteo per poi tornare il giorno dopo alla solita vita, ma chi è pronto a pugnalare alle spalle il pesce più piccolo per avere in cambio qualche spicciolo in più o un po' di visibilità non è sicuramente una persona che vuole dire di no.

Non è una guerra, anzi la guerra in corso deve finire, parlo della guerra come sistema culturale (ecco uno dei condizionamenti della società) che fa sì che due ragazzi, due professionisti, due persone si considerino concorrenti alla ricerca di un posto di lavoro, di un'occasione di lavoro, pronti a farsi la scarpa l'uno con l'altro. Nessun giusto no può scaturire se continuiamo a fare la guerra, a pensare di imporre un'idea, anche se pensiamo sia la migliore del mondo, anche se è la nostra.

Non è una guerra ma in fondo lo è. Siamo disposti a farci le scarpe l'un l'altro e quando non lo facciamo siamo complici con il nostro silenzio delle sventure altrui. Danneggiamo la comunità anche e soprattutto stando fermi.
Non basta cessare la guerra, serve creare alternative.

Complimenti per il post,come non darti ragione! È uno dei motivi principali per cui ora vivo in Germania.. l'atteggiamento dei miei connazionali. Qualcuno potrebbe dire che sono un codardo perché andandomene ho scelto la via più breve, ma non potevo mica lottare da solo per persone che mi remavano contro .

Codardo?
Sei un eroe!
Sei andato via perchè costretto e hai potuto constatare quanta differenza fra questi 2 mondi. Chi meglio di te può confutare o validare queste tesi?
E da quel che mi pare di capire sembra impossibile poter confutare questa tesi...

No hai ragione vista da fuori l'Italia capisci tante cose che da dentro non vedi..

Io invece ho notato che le squadre che giocano contro la Juve si impegnano di più perché lo stimolo a giocare e provare a battere gli “invincibili” è molto alto, senza contare le rivalità storiche tra squadre e tifoserie! Esempio squadre di media fascia tipo Toro, Fiorentina, Genoa, Samp, ecc... contro la Juve danno di più che contro qualsiasi altra squadra! Mentre le squadre piccole, soprattutto in casa danno, danno il massimo perché vogliono tentare di fare l’impresa e mettersi in mostra! Infatti tranne rari casi, dove l’avversaria della Juve nel turno successivo giocava contro una diretta concorrente, non si è mai scansata!

Non sono d'accordo e soprattutto questo voleva essere un post "sociale" e non sportivo ma ben vengano tutti i commenti e i vari punti di vista.
Grazie del commento.

Hai ragione, ma essendo nella fase cruciale del campionato mi sono soffermato di più sul lato sportivo.

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