Nina e Robin [theneverendingcontest]

in #ita6 years ago (edited)


Immagine CC0 creative commons

-Ehi, sono qui! Nina, Robin! La mamma è a casa! Oh, eccovi qui … un bacio, si, si. Siete stati bravi? Io ho avuto una giornata infernale: l'autobus era in super ritardo, la riunione è andata male, ho dovuto rifare mezzo progetto e così ho saltato anche il pranzo, in palestra non ho fatto in tempo ad andarci … sapete cosa vi dico? Vado a farmi una bella doccia e poi ordino la pizza, sto morendo di fame! -
Laura raccolse le sue ultime energie e corse in bagno.
-Sai Nina? Da quando la mamma è tornata al lavoro è tutto un caos, non ti pare? Sempre di corsa, vai di qua, vai di là, si dimentica mezze cose … si, lo so, è giusto cosi, ma prima aveva tutto il tempo per noi … i giochi, le passeggiate, a proposito … mi scappa la pipi! -
-Ehi, sono tornato! Nina, Robin, papà è a casa! Con le pizze: cosi nessuno litiga per cucinare questa sera! Bella idea vero? Che c'è Robin? Ti scappa … vuoi uscire, si? -
Lorenzo prese il guinzaglio e Robin volò alla porta e di corsa giù per le scale. Saltellò intorno a Lorenzo per farsi prendere e legare e poi lo tirò letteralmente in strada.
Intanto Laura uscì dal bagno già in pigiama e vedendo le pizze e non vedendo Robin, capì che Lorenzo era tornato. Mise le pizze in forno e si distese sul divano accendendo la tv mentre li aspettava. Subito arrivò Nina che le si accovaciò a lato, spingendo la sua testolina contro il suo corpo per richiedere la sua dose quotidiana di coccole. Laura non si fece pregare e la riempì di carezze e di frasi amorose finchè iniziò a fare le fusa libidosamente. Robin e Lorenzo entrarono ridacchiando e abbaiando, entrambi affamati si catapultarono uno a tavola e l'altro alla ciotola piena di riso. Laura raggiunse Lorenzo con due birre.
-Nina giù dal tavolo! Giù ho detto -la sgridò Laura.
Nina miagolava strofinandosi sulle gambe dei suoi padroni mentre Robin poggiava le zampe anteriori ora sulle gambe di lei ora sulle gambe di lui finchè non gli arrivava un pezzo di pizza al prosciutto, non la crosta no, un pezzo interno con il prosciutto, se no la lasciava lì. Come lo avevano viziato!
-Ninaaaa giuuuuu! - Lorenzo non sopportava la gatta sopra il tavolo.
Nina e Robin iniziarono a giocare rincorrendosie facendosi gli agguati, come se giocassero a nascondino. Erano cresciuti insieme. Prima Lorenzo aveva portato a casa Robin a poco meno di 4 mesi, un batuffolo bastardino e pieno di pelo, nessuno sapeva come sarebbe diventato. L'aveva preso al canile, dicevano che era malato e che non c'erano soldi neanche per il veterinario. Lorenzo pensò di fare una buona azione a portarlo dal medico, per fortuna era una forma leggera di polmonite dovuta al freddo da cui sarebbe guarito. Poi gli fece fare i vaccini e al canile non lo portò più. Laura non se l'aspettava, ma era contenta di avere un cucciolotto.
Una domenica di primavera, camminando ai giardini, Robin partì a razzo annusando tra i cespugli poi tornò da Laura trotterellando e tenendo la sua preda in bocca. Era un gattino color panna con due grandi occhi azzurri.
-Adesso arriva la sua mamma e ti uccide per aver rapito il suo piccolino. - lo sgridò.
Laura cercò mamma gatta, chiese al custode dei giardini ma nessuno sapeva niente di una recente cucciolata e quel piccoletto strillava di fame nella sua mano.
Morale della favola tornarono a casa in tre, con una lettiera per gatti e una ciotola nuova.
Nina e Robin passavano molto tempo in giardino e Nina, vista la sua agilità, spesso passava la siepe e se ne andava in giro per il quartiere. E si sa, tanto va la gatta al lardo … che ci lascia lo zampino! Fu così che circa un mese dopo il ventre di Nina iniziò a gonfiarsi e la famiglia scoprì che era rimasta incinta. Ma non fu una buona notizia; quando Laura portò Nina dal veterinario la diagnosi non fu solo quella della gravidanza ma anche della presenza di un tumore all'intestino della futura mamma. Non c'era nulla da fare, la sentenza fu terribile, il tumore era già troppo esteso e tutte le energie di Nina venivano succhiate dai due piccoletti dentro di lei.
Le settimane seguenti passarono in attesa dell'inevitabile e Robin, percependo che Nina stava male non la lasciò un momento.
Poi la malattia peggiorò e Nina venne portata d'urgenza in clinica. Il veterinario non potè far altro che far nascere i cuccioli con un cesareo, di cui solo uno sopravvisse all'operazione, mentre il secondo morì poco dopo la madre.
Laura era disperata, pianse per giorni. Robin stava accoccolato a Lorenzo con il muso tra le sue gambe. Lorenzo fece sparire tutte le cose di Nina, comese questo bastasse a non pensarci.
Due mesi dopo la clinica veterinaria chiamò Laura: il cucciolo di Nina stava bene, era stato svezzato, poteva tornare a casa.
-Nessuno può sostituire Nina ... - balbettò.
-Ha bisogno di una casa, la sua casa -.
Laura andò a prenderlo e per quanta tenerezza facesse quel frugolotto tendeva ad evitarlo, come se non volesse affezionarsi ancora a qualcuno.
Ma gli animali hanno sempre da insegnarci qualcosa: Robin decise di adottare il nuovo venuto, lo seguiva ovunque, lo proteggeva, giocava con lui, lo lavava con amore. Gli fece da madre e da padre insieme, si prese cura di lui, perchè era della famiglia. Nina avrebbe fatto lo stesso. Finchè una bella sera Oliver riuscì a salire sopra al tavolo mentre Laura e Lorenzo mangiavano.
-Oliver, giù dal tavolo - lo sgridò Lorenzo allungando la mano per farlo scendere.
-No - lo fermò lei mettendo dei pezzetti di carne su un tovagliolo - è proprio uguale a Nina, vero? -.
E finalmente il sorriso illuminò di nuovo il volto di Laura.




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In partecipazione a:
theneverendingcontest n° 7 S2-P2-I1 – Contest di @spi-storychain



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Che bella storia, nonostante al suo interno ci sia un evento terribile per chiunque abbia un pelosetto.
Una quotidianità che in parte ho riconosciuto, soprattutto il "giù dal tavolo!"

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Noi al “giù dal tavolo” abbiamo rinunciato dopo mezzo tentativo. Ora, più di due anni dopo, mi sa che è troppo tardi 🤣

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