Il divano più ospitale al mondo

Nuovo arrivo, nuova città, nuova ricerca. Ci lasciamo alle spalle l'ennesimo autobus, mentre un formicaio di passeggeri si accalca per recuperare il proprio bagaglio e cerca di orientarsi tra cartelli stradali e mappe sul cellulare. Noi invece proseguiamo sicuri e non perdiamo tempo, abbiamo indicazioni precise ed in pochi minuti siamo di fronte al nostro temporaneo tetto sulla testa.

Edificio a due piani, tetto rosso (l'unico della città), cancello di legno ed un grosso mansueto terranova di nome Lex giusto di fianco all'ingresso. Apriamo il cancello con circospezione, una carezza al cagnolone per instaurare un rapporto amichevole ed apriamo la porta con la chiave già infilata nella toppa. Ci accoglie un giovane ragazzo con la stessa aria mansueta del cane. Ci fa accomodare e si scusa perché deve concludere una telefonata, quindi sparisce al piano di sopra.

Ce ne stiamo nel salotto come fossimo nella sala d'attesa del medico, non sapendo cosa fare, inibiti dal curiosare in casa altrui. Poco dopo entrano due ragazze spagnole con le mani infilate in un sacchetto di plastica, al cui interno una lattina di birra esplosa vorrebbe gocciolare ovunque. Ci guardiamo perplessi pensando che forse non siamo gli unici ospiti. Già, questa volta niente ostello, siamo ospitati a titolo gratuito in una casa cilena con relativo proprietario. E' il nostro debutto ufficiale nella comunità dei surfisti di divani o meglio del couchsurfing.

Ospiteresti uno sconosciuto a casa tua, condividendo il contenuto del frigo ed offrendo libero accesso? La mia casa è la tua casa. Non un modo di dire, ma una predisposizione d'animo. In un certo qual modo è una filosofia di vita ed anche un'alternativa per viaggiare assieme ai tuoi ospiti ma standosene nel proprio salotto. Si condividono le esperienze di vita, la cultura del proprio paese, ci si mette a disposizione per far conoscere la propria città al di fuori dei percorsi turistici.

CC0 creative commons

Vittorio, il padrone di casa, è un pezzo di pane e ci accoglie come fossimo suoi vecchi amici. Come sistemazione ci offre un'intera stanza da letto tutta per noi, quindi per questa volta niente divano scomodo da surfare. Si premura perchè non ci manchi nulla, dal fare il bucato alla connessione wifi.

La serata è un inno alla condivisione multi culturale che inizia con un ottimo pisco, tipico aperitivo cileno, a seguire antipasto madrileno sivigliano e come piatto forte una sostanziosa amatriciana. De Andrè e musiche di balli folcloristici locali si spartiscono il sottofondo musicale, mente si accendere una vivace discussione sulle nostre differenze linguistiche e le sfumature lessicali. Nella maniera più spontanea si instaura un'atmosfera rilassata e complice, non siamo a migliaia di km da casa, qui ed ora è casa. E sorprendentemente la cosa non ci stupisce per niente.

Tamara, Vittorio, Natalia, Alessandra, Brian. Chi è l'ospite e chi l'ospitante? Chi viene da quel paese e chi da quell'altro. Chi la pensa in modo e chi in un altro. Tutti al medesimo tavolo con la voglia di conoscersi e confrontarsi, partecipi nell'ascolto e disposti ad accogliere le differenze senza troppe preclusioni. Alla fine siamo e ci sentiamo tutti cittadini di questo stesso piccolo e variegato pianeta.

Grazie a Vittorio e Lex per l'ospitalità, la disponibilità e l'amicizia.

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