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in #ita6 years ago

Questo racconto è stato scritto per partecipare a Theneverendingcontest n° 33 S3-P7-I1 di @spi-storychain sulla base delle indicazioni del vincitore precedente @tommasobusiello

Tema: Colloquio surreale
Ambientazione: Zoo

Aquileonte

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“Di che colore?” “Alle 27 e 54"

“Molto male. Daremo di nuovo il pesce palla ai delfini, così si sballeranno abbastanza”
“Però blu e giallo e tagliatele la testa!”

“Lo Struzzo ha sempre ragione e l’Alchimista ha deciso. Portatela qui subito!”

Le capre la spingevano con la testa, le scimmie la presero per mano. I ghepardi sorvegliavano le sue mosse, testa bassa incassata fra le spalle, zampe a scatto e zanne pronte.

Il pavone la guardava dall’alto della collinetta, aprendo la maestosa ruota viola mentre il suo harem di femmine bianche, nascondendosi dietro di lui, allungava la testa fra le penne e sotto per guardare meglio il mostro.

“Sciocchi pennuti, domani andranno in pasto alle zebre.” Decretò lo Struzzo.

“Alle zebre! Alle zebre!” Approvarono in coro i pinguini. “Uccello decide per uccello, e struzzo ha sempre ragione!”

“Silenzio, bestie!”Garrì l’Alchimista. “Parla l’Essere!”

“Chi comanda qui?” chiese l’Essere.
“Alchimista! Alchimista!” gridarono i pinguini in coro

L’elefante si fece avanti. “Io sono l’Alchimista. Cosa sei tu?”

“Mi hanno chiamato Aquileonte. Sono una chimera, non esistono altri come me. Nessuno sa come né perché, ma sono qui e mi rispetta persino l’Uomo, perché mi teme”.

Testa d’aquila, corpo squamato dai colori cangianti, zampe e coda di leone e grandi ali dorate. Un nuovo Essere era arrivato fra loro, e sembrava nato per dominare gli altri.

“Alchimista, tu che sei potente ed anziano e ricordi ogni cosa mai successa nella storia del mondo, cosa sai di questo scompiglio piombato fra noi?!” Chiese il rinoceronte.

“Chiamate le balene!” Garrì l’Alchimista.

Dopo pochi minuti, da lontano si udì il suono dei cetacei, in ascolto dalle loro vasche lontane. L’anziano elefante garrì forte, in una lingua sconosciuta, con un suono acuto e prolungato che si modulò in canto. Ad esso rispondevano le balene ad intervalli di pochi secondi. Durò solo alcuni minuti, ma tutto lo zoo si fermò ad ascoltare questo canto a contrappunto.

Quando tacquero entrambe le creature l’Alchimista aspirò dell’acqua col possente braccio, ed innaffiando il terreno cominciò a modellare la creta. Quanto ebbe formato delle antiche sagome, le scagliò contro il cielo, dove, afferrate in volo da falchi rapaci, furono trascinate via.
“Proprio come pensavamo” sussurrò fra sé e sé il pachiderma. Un ultimo, profondo garrito, e le balene risposero in coro possenti. Poi tacquero del tutto.

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“Il nonno di mio nonno" riprese l'Alchimista, "ci narrò la storia che aveva appreso dal nonno di suo nonno. In un tempo lontano, nacque una creatura alata squarciando il ventre alla madre leonessa. Il suo corpo squamoso era cangiante come un camaleonte ed astuto come un serpente, così la creatura si nascose agli occhi dei grandi felini finché non fu in grado di spiccare il volo. Del leone aveva la testa, del serpente la coda, dell’aquila zampe ed ali. Era malvagio e soggiogò uomini e bestie con la sua astuzia. Quando il mondo stava per finire, inghiottito tra le avide fauci del mostro, giunsero altri come lui ma diversi da lui, con testa d’elefante, o di zebra, o di lepre, con ali o con pinne, con manti o con penne, con zampe o con chele. Portarono via la chimera senza dire una parola e non riapparvero mai più. Gli elefanti c’erano, gli elefanti ricordano. Le balene bloccarono la malvagia creatura nel suo ultimo tentativo di fuga verso le acque, mentre le altre chimere lo braccavano per portarlo via. Le balene c’erano, le balene ricordano.”

L’alchimista riprese fiato. Fece una pausa per guardare la platea, che inorridita osservava Aquileonte e man mano se ne allontanava, impaurita.

“Tu sei una creatura diversa, Essere Aquileonte. Non hai altri simili da cui discendi, e non avrai alcuna discendenza. Gli antenati narrano che una volta ogni mille anni nascono tre chimere nel mondo, ma solo una di loro si unisce alle immortali chimere eterne esistenti. Le altre due le sbranano per preservare la Vita.” Terminò l’Alchimista.

Ci furono lunghi minuti di silenzio.

Senza alcun preavviso, mentre ancora lo zoo attendeva il verdetto dell’elefante, parlò ancora lo Struzzo:

“Vivrà fra i rapaci!”. E detto ciò, infilò la testa sotto la sabbia, sottolineando col gesto la solennità definitiva della decisione.

“Lo struzzo ha sempre ragione!” Esclamarono in coro tutte le bestie. “L’Alchimista ha parlato e lo Struzzo ha sempre ragione!” Rinforzarono a suon di ruggiti i felini presenti: leoni, tigri e ghepardi. Le pantere erano a caccia.

“Ciascuno ritorni al proprio posto, lo zoo riprende vita. Che i pavoni accompagnino l’Aquileonte dai rapaci. Farà la sua strada. E non dimenticate di far abbracciare il pesce palla a quella ragazzina, che ha visto e sentito tutto.” Concluse l’elefante spruzzando acqua dalla proboscide dritta fra i cespugli.

Alice, colpita in pieno dallo spruzzo, sgranò gli occhi. Non credeva che qualcuno la vedesse nascosta lì, rannicchiata fra le siepi. Tutte le creature, indifferenti a quest’ultima osservazione, quasi sapessero bene della presenza di Alice ma non se ne preoccupassero affatto, iniziarono a muoversi verso le proprie aree dello zoo. Il cielo, che sembrava essersi rapidamente rannuvolato mentre avveniva quel bizzarro raduno, d’improvviso si schiarì, tornando ad essere azzurro. Le scimmie corsero incontro alla ragazza stridendo il suo nome, la afferrarono per le mani e per le gambe, trascinandola allo scoperto e mettendola a pancia in giù sull’erba. I fenicotteri rosa volarono via. Ne tornò uno, con un pesce palla nel becco, e lo lasciò cadere sulla schiena della ragazzina. Tanti piccoli aghi sembrarono trafiggere la piccola Umana, fra le grida delle scimmie che dicevano il suo nome “Alice! Alice! Alice”.
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“Alice! Alice! Alice” la scuoteva la zia, “Alice, bevi un sorso d’acqua! Stai male, Alice?! Andiamo in ospedale…ti sei addormentata sul prato e t’è venuta un’insolazione! Sei pure rotolata fra le spine! Hai la schiena tutta graffiata! Meno male che quell’elefante ti ha spruzzato di acqua, così ho sentito la tua voce che delirava e ti ho trovata! Ma cos'è un Aquileonte?!”.

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Posso dire che è un racconto psichedelico?!
Grande!
...quella bambina potrei essere io! :P

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AHAHAHA!!! Ma l'hai già letto?! La steemians più veloce del west!!!

...quella ragazzina potrebbe essere una qualsiasi sognatrice di noi, ecco perché si chiama Alice.
L'Alchimista ha deciso, e lo Struzzo ha sempre ragione. ;-D

Ottima scelta del nome, si si davvero!
..lo struzzo ha sempre ragione! XD

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Continuo ad essere Alice, prendo insolazioni molto spesso, anche con la birra.
Bellissima!

Nasconditi meglio di lei, però, magari con una bella coda di pavone, circondato da uno stuolo di bianche pollastre!

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Sempre particolare e originalissima quando scrivi, complimenti

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