Supereroi fragili

in #ita7 years ago


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Ore 8,15: suona la campanella dell'inizio delle lezioni. L'insegnante prende posto in classe e fa per accendere il pc per entrare nel registro elettronico, quando una ragazza chiede di andare in bagno a controllare la sua compagna A. che non sta bene. "Certo, vai subito e fammi sapere." La ragazza è appena uscita che arriva la bidella, la Signora M., uno dei pilastri portanti dell'istituto, ultimo anno di servizio prima della pensione. Ha visto crescere decine di migliaia di ragazzi, ha fatto centinaia di migliaia di fotocopie, ha versato ettolitri di pazienza amorosa insieme all'acqua per pulire pavimenti e bagni. Ma stamattina il suo viso è stravolto, pallido, non riesce a dire altro che "venga su, presto". L'insegnante lascia subito l'aula e la segue, col cuore in tormento e una domanda angosciata che non trova risposta. Fino a che arrivano al piano di sopra, ala sinistra, bagni femminili. Ci sono già un paio di docenti, fermi, impietriti: sulla finestra, con le gambe sospese nel vuoto, sta seduta una ragazza, il viso invaso di lacrime e mascara sciolto. Li ha chiamati d'urgenza una studentessa che, per caso, era entrata in bagno e che ore dopo ancora tremava e piangeva per i corridoi, sorretta da una compagna. Intanto di sotto, i piccoli della prima S, impegnati nella lezione di Scienze motorie in cortile, l'hanno vista e hanno interrotto tutto, anche il respiro. Così i suoi compagni di classe, dalla parte opposta dell'edificio che dà su quel bagno, su quella finestra.


Io quel giorno entravo alla terza ora e non ho saputo nulla fino alla ricreazione. Ero uscita dalla mia classe e mi aveva colpito una ragazza di quinta scossa da singhiozzi, in apnea, con dolori di stomaco. Una crisi di panico in piena regola. Mi avvicino preoccupata e un compagno mi spiega che il motivo è un'interrogazione di latino andata male. Possibile...? Possibile. Le parlo, cerco di farle ridimensionare la questione, siamo solo ad ottobre... etc...
La lascio, giro l'angolo e vedo in fondo al corridoio adulti in divisa e altri in camice. È stato come uno schiaffo in faccia, come un tuono improvviso, come una buca in cui il piede cade e si ferisce. Intorno, ragazzi e colleghi con gli occhi attoniti.

Poi, piano piano, dopo che A. è stata afferrata da due uomini adulti, portata in una stanza tranquilla e poi in ospedale, la ricostruzione dei fatti tra di noi, le lezioni successive che non sono riuscita a fare senza parlare di lei, per me sconosciuta, di quella finestra, del carpe diem, della vita che deve far entrare gli altri, chiedendo aiuto, senza chiudere mai le porte. Siamo tutti povere creature fragili, tutti bisognosi di abbracci che ci salvino.


Leggevo ieri il post di @danbadjar, che prendeva spunto da una serie tv per soffermarsi sulle difficoltà dell'adolescenza e per raccontarci, in particolare, la sua esperienza. Ho commentato quel post dicendo che non mi sorride il pensiero di intrattenermi di sera, sul divano, con il suicidio di una ragazza, quando ogni giorno torno a casa con la sensazione sfiancante di non avere i numeri per un compito che di anno in anno si fa più arduo. Tralascio il dato che, al momento, un adolescente ce l'ho anche in casa, dove interpreto il personaggio della madre. Quella che brontola per il caos della stanza, per i calzini trovati spaiati in salotto, che trattiene il respiro fino al rientro serale sempre più notturno, che guarda il presente e cerca di non interrogarsi sul futuro.


Però sono giorni, per non dire anni, che rifletto sulla cosa e così oggi ho preso in prestito il titolo di questo mio intervento da quello di un convegno che si è tenuto mesi fa a Rimini, in cui si è trattata appunto la questione delicatissima del disagio degli adolescenti.


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"Gli adolescenti di oggi sono sempre più supereroi fragili: all′apparenza forti e invincibili, nascondono insicurezze, debolezze e vulnerabilità che spesso non consentono loro di gestire in modo efficace e funzionale quella carica di energia turbolenta che li travolge. L′adolescenza rappresenta da sempre un passaggio lungo, complesso e avventuroso. È il tempo delle grandi metamorfosi e delle trasformazioni continue, è un viaggio tutto da scoprire per chi lo vive, ma che appare sfuggente e inafferrabile all′adulto che lo osserva."

Se arrivo in classe con in mano i fogli di una verifica preannunciata settimane prima, non devo più stupirmi se una o due persone sono già in lacrime per l'ansia, prima ancora di controllare che diamine io ci ho messo dentro e se loro sono o no in grado di affrontarla. Eppure io continuo a stupirmene e a lavorarci su, cercando di spiegare fin dall'inizio che un voto è una valutazione data alla prova e non alla persona, che siamo tutti nella stessa barca, tutti ad aver bisogno di verificare il nostro lavoro, loro di qua e io di là. Di là dal fossato coi coccodrilli che tutti tendono a scavare tra il primo banco e la cattedra. Tutti abbiamo scavato quel fossato e lo fanno anche loro, anche se pensarli seduti sui banchi della mia scuola, davanti ai miei insegnanti, per non dire agli insegnanti delle generazioni precedenti, mi sgomenta.

Dopo più di vent'anni di scuola, quello che vedo dal mio osservatorio particolare è un panorama inquietante. Famiglie sconclusionate, bambini perduti nella solitudine delle loro camerette, adulti pieni di sensi di colpa, ragazzi sempre meno attrezzati per gestire la minima frustrazione. Il mondo, tutto dentro a un telefonino.


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Mi hai fatto tornare in mente un ricordo che avevo volontariamente eliminato dalla mia mente. Nella caserma di Roma dove prestai servizio, vi fu una scena simile, terrificante. L'esito però, purtroppo, fu diverso! Non ci fu nessuno a prendere il ragazzo che si affacciava dalle finestre dei bagni, pronto a metter fine alla sua breve vita. Mi son venuti i brividi a leggere questo post. È una problematica fin troppo diffusa a cui andrebbe data la giusta importanza, senza sottovalutarla.

Noto ciò di cui parli quando vedo miei coetanei farsi problemi e "seghe mentali" che proprio non comprendo. Ormai conta davvero tanto il giudizio degli altri, e da quello che dicono/pensano dipende la propria felicità o tristezza... Felicità che secondo me è relativa, se dipende esclusivamente dagli altri. Ed internet, come dici tu, contribuisce a creare dei filtri, che portano a vedere gli altri come "perfetti" ed evidenziano le proprie debolezze ed imperfezioni, che invece tutti hanno.
Comunque, essendo io nel target d'età dei tuoi studenti, sarei davvero molto curioso di partecipare ad una tua lezione.
Sarebbe molto bello!
Che materie insegni? Latino e italiano giusto?

Latino, greco, italiano e geostoria. Dai, vieni, che ti nascondo in fondo all'aula ;)

Eheh il greco mi creerebbe problemi, non l'ho mai fatto... Ma posso sempre intrufolarmi in una prima, cosí inizio il programma insieme a loro!! Nessuno noterà la mia presenza, no?😜😂

Post molto interessante, ora devo leggere anchr quello di @dambadjar, che presumo parli di 13 reasons why..

@pataxis. Nice post and very educative. Adolescence is not easy at all especially for parent who has one at home. Have been doing some campaign on bullying and have looked at it from different perspectives. You can check it out. All this terrible things are the reasons why we have terrorist, suicide bombers, rapist even serial killer and what a view. Thanks for sharing this .
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Bel post. Tanti ricordi e immagini del mio passato.
Oggi si grida al bullismo, mi ricordo la mia lotta quotidiana, proletario in una scuola di borghesi. Le tante volte in cui la rabbia si trasformava in dolore e viceversa.
Periodo complesso l'adolescenza.
Oggi prenderei tutti a calci nel sedere senza troppi problemi.

Brava Paola, bellissima riflessione... sai quanto ti capisco.
Un gran saluto e un grande abbraccio da un tuo collega
L.

Ma quanta vitalità ci danno, anche, 'sti pupazzetti? ❤️

Eppure io continuo a stupirmene e a lavorarci su, cercando di spiegare fin dall'inizio che un voto è una valutazione data alla prova e non alla persona

Neanche a farlo apposta ieri ho preparato un articolo che contiene una parte di questa espressione. Lo pubblicherò domani.
Per quanto mi riguarda la scuola ha fallito nel suo suo senso latino di tempo libero ed ozio produttivo. L'argomento mi suscita parecchia rabbia.

Mi dispiace sempre molto quando questo accade.

Ti ringrazio per la menzione.
Ho letto con piacere queste tue riflessioni.
Penso che un tempo era più facile un po' per tutti. Genitori, figli, insegnanti, non lo so perchè non sono genitore...ma è un'impresisone.

È così. Tutto era più semplice per tutti perché le regole erano condivise. E le regole servono per contenere, per rassicurare.

Penso e stavo per scrivere la stessa identica cosa. Quindi mi limito a confermarla qui sotto al tuo commento. Forse a noi adolescenti di qualche decennio fa, il mondo sembrava meno malato di quanto invece gli adolescenti di oggi avvertino.

Il suicidio oggi è considerato un tabù, a volte interpretato giustamente come un'estrema richiesta di aiuto e di sofferenza, a volte una cosa che non si trova il coraggio di fare fino ad un certo punto.

Eppure vedo la società di oggi come impotente, sia a livelli alti come le istituzioni sia a livelli base come la famiglia. I ragazzi tengono le proprie esperienze e i propri traumi per se stessi, perchè viviamo in tempi dove la reputazione e l'apparenza dominano sulla figura che ci rappresenta e sulla sincerità.
Le nuove generazioni probabilmente non sperimentano quello delle vecchie, che sono state costrette a vivere in famiglie molto rigide, in cui l'educazione era un punto fondamentale e dove il figlio o la figlia non avevano nessun diritto di controbattere. Oggi si è passati da un estremo all'altro, sono i figli che decidono come vanno le cose, e sono completamente liberi di fare quel che gli pare, guidati da quella sensazione di immortalità che si ha da giovani.
persi in una società che non è nè carne nè pesce, senza uno scopo nella vita(l'idea del lavoro e della famiglia stabili ormai sono più una favoletta che la realtà), e con poca voglia di confrontarsi con le altre persone in uno dei paesi dove più che le abilità contano le amicizie, più delle idee e della morale contano la corruzione e il potere.

A questo bel tortino dovete anche aggiungere l'uso di internet da una giovanissima età, mentre le generazioni precedenti erano tenute "al riparo" da certe realtà e da un'interpretazione più realistica della vita, quelle attuali si scontrano con dati e fatti che non combaciano per niente con quello che gli viene raccontato faccia a faccia.

Insomma, io non mi stupisco dei suicidi e nemmeno dell'aumento delle dipendenze, della voglia di fuggire da questo mondo, in fin dei conti se la maggior parte delle persone decidono di non partecipare questo aiuta tantissimo a mantenere lo status quo.

Analisi amara, la tua. In parte la condivido ma resto convinta che gli adulti devono cercare di fare il loro mestiere, contenendo e guidando. Ti assicuro però che il mondo che vedo oggi intorno ai ragazzi è infinitamente più complesso da decifrare e che essere gli adulti in questo mondo è una fatica immane.

...ci vole un gran coraggio per auto-eliminarsi saltando da un palazzo. possibile che lo stesso coraggio manchi per affrontare la quotidianità? Non ci capisco proprio.

A volte le strade sembrano chiuse.

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