Tredici - I tredici motivi per i quali mi sono uccisa

Adolescenza, misogenia, cyber bullismo

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Immaginatevi adolescenti.
Una vostra compagna di scuola si uccide tagliandosi le vene.
Prima di suicidarsi però registra la sua voce su tredici cassette. Ogni cassetta raccoglie un motivo (una persona) per cui ha deciso di togliersi la vita.

Netflix ancora una volta ci regala una serie TV solo apparentemente riconducibile al solito stereotipo del dramma adolescenziale da High School.

Guardando le puntate di questa serie TV ci si accorge che gli autori vogliono scavare nel profondo. Scavare tanto.
Fino a trovare il marcio di quella bella e terribile età che è l'adolescenza.
Sappiamo che in quell'età si vivono emozioni di enorme entità, spesso non solo sconosciute, ma addirittura incontrollabili.
E' facile per un adolescente che le cose inizino piano piano a sfuggire di mano. Si fanno cose, spesso cazzate, che possono devastare l'anima dei ragazzi.
Questa serie parla proprio di questo: di come l'inconsapevolezza può portare una ragazza nell'oblio.
I ragazzi della scuola vivono vite "normali" e si confrontano con la crescita, seguendo però tutti gli stereotipi che conosciamo.
Il bisogno e la ricerca di approvazione, gli amori futili, le feste, l'alcool, la droga, il sesso, la violenza, sono tutte cose "normali" a cui i ragazzi non danno tanto peso. Le vivono e basta. Ma ogni azione ha delle conseguenze. Per noi e per gli altri.

La mia adolescenza. Qualche riflessione personale.

Il motivo per cui oggi sono qui a scrivere di questa seria e a consigliarvela senza se e senza ma è perchè ovviamente mi ci sono immedesimato.
Ho riflettuto sulla mia, di adolescenza. E la verità è che è stata un casino.
Un casino di proporzioni tali per cui ancora oggi mi sveglio di notte dopo aver sognato di essere interrogato. Impreparato.
L'impreparazione come inadeguatezza al mondo? L'impreparazione, forse, di sopportare tutto quel...tumulto? Chissà.
Penso che sia un grosso problema se non ti vuoi omologare a quello che impone il gruppo, lo è ancora di più se sei un tipo strano, diverso.
Nella mia adolescenza e in quella maledetta scuola che è l'Istituto tecnico industriale di Ferrara tra il 1997 e il 2004 (mi sono fatto 7 anni come un carcerato) non ho avuto compagni suicidi, non sono stato preso a schiaffi, ma sono stato additato, screditato, allontanato, quello si.

Ero diverso, venivo "da fuori". Preferivo starmene per conto mio ad ascoltare la musica. Andavo d'accordo solo con pochissimi amici, anche loro guarda a caso un po' emarginati.
Avevo i capelli lunghi, ce li ho ancora a dire il vero, ma non piacevano. Sono stato deriso e screditato ogni volta che se ne presentasse l'occasione. Quello si.
Mi sono fatto bocciare due volte.
La prima volta fu al secondo anno. Non sopportavo i compagni. Il mio migliore amico inoltre mi rubò la fidanzata. 15 anni.
La seconda volta fu al quarto anno. Non ricordo bene perchè, ma la situazione era più o meno la stessa.
Non è che fossi stupido. In inglese e informatica ero il migliore della scuola. Semplicemente non mi interessava. Non vedevo più il senso nelle cose. Ed era normale, quello è il problema. Solo oggi, dopo diverso tempo, mi accorgo quanto quella situazione fosse pericolosa. Lo era ancora di più quando nessuno si accorgeva di nulla e io stesso, in prima persona, non parlavo del mio disagio.
Ho visto compagni prendere di mira le ragazze ed etichettarle come puttane per i soliti futili motivi.
Ho visto gente fare a botte e fumare schifezze chimiche. Ricordo di uno con la cocaina nello zaino. 17 anni.
Io osservavo il tutto, passivo e colpevole come tutti. Sempre con le mie cuffiette e il walkman pronto a salvarmi.
Era una guerra al massacro che non risparmiava nessuno. Fossi stato uno sportivo, magari... invece no.

Poi ci si diploma, si cresce. E io sono rinato. Come svegliarsi da un brutto sogno. Solo che era realtà.

Un invito ai genitori

Nessun adolescente guarderebbe mai (penso) questa serie. Sarebbero troppo impegnati a pensare ad altro o preferirebbero ben altro tipo di spettacolo.
Il mio invito è per voi genitori o adulti. Guardatela e si aprirà un dibattito dentro di voi. Magari vi è andata bene. Magari no.
I silenzi degli adolescenti non possono e non devono passare inosservati.
Siamo tutti colpevoli. I ragazzi non parlano, i genitori non capiscono e i professori beh...nella mia memoria ce ne sono solo un paio di veramente validi. Validi dal punto di vista umano, intendo. Docenti in grado di insegnare altro, oltre alla materia.
Ricordo i loro volti freddi. Emotivamente inesistenti. Capisco il ruolo istituzionale, ma un adolescente non chiederà mai aiuto verso chi arriva come un muro.

Penso a voi genitori che vi trovate a dover affrontare problemi che i nostri vecchi non conoscono nemmeno.
Solo col dialogo possiamo migliorare e migliorarci tutti.

In bocca al lupo.