CONTRACCEZIONE: IL PILLOLO &Co.

in #ita6 years ago

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Fino ad oggi gli unici metodi contraccettivi per l’uomo erano il preservativo, metodo sicuro anche contro le malattie veneree, e la vasectomia, una piccola operazione chirurgica che va a tagliare i dotti deferenti dell’uomo rendendolo sterile (vedi foto). Oggi però la scienza farmaceutica sta studiando e sperimentando una nuova preparazione farmaceutica tutta al maschile che si aggiunge agli altri metodi in caso di rapporto a rischio di gravidanza: il pillolo. Prima di entrare in merito all’argomento, è bene fare una veloce introduzione alla fecondazione e agli elementi coinvolti.

Il concepimento: dai gameti allo zigote

L’apparato riproduttivo femminile è formato dalle ovaie (o gonadi femminili), dall’utero, dalle tube di Falloppio (chiamate anche tube uterine), dalla vagina e dalla vulva. L’ormone che stimola le gonadi è detto gonadotropina e la loro secrezione è regolata dall’ipotalamo. Le gonadotropine sono prodotte dalla parte anteriore dell’ipofisi (follicolostimolante FSH, luteinizzante LH e prolattina LTH) ed in casi di gravidanza anche dalla placenta. La fertilità di una donna (durata max 6 giorni), coincide con l’ovulazione ovvero con il rilascio di un ovulo maturo da parte dell’ovaio, che scende lungo le tube di Falloppio. Le ovaie sono deputate inoltre alla produzione di ormoni sessuali, che sono:

• Estrogeni
• Progesterone
• Androgeni

Questi ormoni vanno a regolare tutti gli aspetti della vita riproduttiva femminile (funzione endocrina).

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A rapporto avvenuto e quindi dopo l’eiaculazione, gli spermatozoi presenti nello sperma (circa 300 milioni) iniziano il viaggio verso l’ovulo, che si trova in una delle due tube di falloppio. Questo viaggio può durare alcuni giorni. Infatti nei giorni vicino al periodo ovulatorio, le condizioni presenti nell’ambiente uterino permettono la sopravvivenza degli spermatozoi fino ad una settima dal rapporto. Gli spermatozooi che raggiungono l’ovocita maturo devono superare come ultimo ostacolo alla fecondazione un barriera, la zona pellucida. Si tratta di un rivestimento della cellula uovo, che la rende quasi impenetrabile agli spermatozoi. Il primo spermatozoo che arriva nei pressi della zona pellucida, inizia una reazione chiamata reazione acrosomiale, nella quale la porzione più esterna della testa si fonde, rilasciando enzimi litici in grado di creare un varco per l’interno della cellula uovo. Quando avviene il passaggio di materiale genetico all’interno della cellula uovo, la zona pellucida si altera e diventa inattaccabile (reazione corticale), creando un meccanismo per la quale la cellula uovo, ormai diventata zigote, non può essere fecondata da altri spermatozoi. A volta capita che due spermatozoi riescano a fecondare nello stesso istante la cellula uovo: avremo in questo caso dei gemelli dizigotici.

Cos’è il “pillolo” e come funziona

Questa nuova preparazione farmaceutica, presentata nel corso di “Endo 2018” (meeting annuale dell’endocrine society) è uno strumento di contraccezione maschile molto simile a quello femminile già noto. Questo nuovo farmaco si basa su una combinazione di testosterone e progestinico. Il farmaco è stato sviluppato dai National Institutes of Health e dall’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development. Uno degli scienziati responsabile della scoperta è il Dott. Christopher Smith che ha dimostrato la manegevolezza nell’uso del farmaco, espressa in termini di efficacia e di ottima ripresa della condizione di fertilità dopo la sospensione del pillolo. Il farmaco sperimentale, il dimentandrolone undecanoato (DMAU), attualmente in fase III di sperimentazione in Cina va a legarsi sui recettori androgeni e progestinici, andando a sopprimere le gonadotropine. Il DMAU agisce come profarmaco: una volta assunto, nel nostro corpo diventa dimetrandolone, un ormone in grado da funzionare da agonista (e attivare) sia il recettore degli ormoni androgeni che quelli del progesterone. La conseguenza principale è una inibizione della spermiogenesi, con pochi effetti collaterali legati alla debole attività estrogenica (acne, alopecia, iperplasia prostatica).

Sono state testati tre diversi dosaggi della preparazione, ovvero da 100, 200 e 400 mg. Il suo meccanismo d’azione, osservato meglio nel dosaggio da 400 mg, è sopprimere i livelli di FSH (ormone follicolo stimolante) e LH (ormone luteinizzante), ormoni che sono necessari per la produzione dello sperma. C’è una piccola differenza però con la sua “collega” pillola femminile, ovvero il paziente che inizia ad assumere regolarmente il pillolo inizierà a beneficiare della sua azione contraccettiva soltanto dopo 3 mesi dalla prima somministrazione, contro invece l’immediatezza descritta prima della pillola del giorno dopo. Un altro gruppo di ricerca sta lavorando invece per rendere il pillolo più “utile” in termini di immediatezza da imprevisto. Infatti si sta sperimentando una pillola composta da dosaggi non ormonali ed in grado di bloccare direttamente l’eiaculazione. Ancora un altro studio invece sta lavorando per la composizione di una pillola che è in grado di neutralizzare una specifica proteina rendendo gli spermatozoi incapaci di fecondare l’ovulo femminile; più semplicemente la pillola svolge un azione che “stordisce” gli spermatozoi rendendoli praticamente inefficaci nel loro viaggio fino all’ovulo. Essendo in via di sperimentazione ancora i tempi di attesa sono lunghi, ma in un futuro non troppo lontano si potrà avere un metodo contraccettivo aggiuntivo, rendendo il rapporto sessuale possibilmente ancora meno a rischio di una gravidanza inattesa.

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Effetti collaterali:

Anche se ancora presto per dare delle vere risposte riguardanti il pillolo nonostante la somministrazione su oltre mille volontari, si ipotizza che così come per la donna, anche per l’uomo gli effetti collaterali e le controindicazioni siano le stesse. Trattandosi sempre di un farmaco che potenzialmente deve essere poi espulso dall’organismo, va ad incidere sul metabolismo epatico. Quindi, in caso di una prolungata somministrazione, si potrà andare incontro ad epatotossicità, ovvero un danno al fegato di varia entità a seconda del tempo di somministrazione, della dose e della predisposizione del paziente. Sono state evidenziate, anche se non con particolari dati rilevanti, piccole problematiche legate alla funzionalità renale e all’assetto lipidico. E’ stato notato inoltre, in tutti i volontari che hanno preso parte al progetto, una diminuzione del testosterone, risolta però da una somministrazione dell’ormone per via orale, che riporta i valori ad una condizione di normalità. Il farmaco inoltre non ha riscontrato nessun problema sulla potenza e sul desiderio sessuale. Una delle domande principali che viene posta è se la pillola può portare un rischio di infertilità, impedendo quindi la corretta fecondazione e la successiva gravidanza. Bene, sembra proprio di no, soprattutto per la preparazione che blocca gli spermatozoi. Infatti una volta sospesa la terapia, tutto torna come prima e si ritorna ad una condizione spermatozoica normale. Si ricorda inoltre che non essendo un metodo contraccettivo barriera, il pillolo non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili, quali HIV, condilomi, epatite, sifilide ecc.. pertanto se ne consiglia l’uso in associazione con il preservativo in caso di rapporti occasionali.

Altri metodi di contraccezione maschile

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Sicuramente il più sicuro e antico metodo di contraccezione è il preservativo, utile sia per lui che per lei anche per la protezione da malattie veneree, come la gonorrea, l'AIDS, l'epatite B e la clamidia. Il profilattico è costituito da lattice, ma ne esistono di svariate composizioni in caso di allergia a tale materiale. La sua invenzione è attribuita ad un medico italiano, Gabriele Falloppio, che già nel 1550 aveva ricavato il primo profilattico da un budello di un animale.

Un altro metodo contraccettivo è un nuovo gel che va a bloccare momentaneamente la produzione degli spermatozoi. Il gel funziona grazie alla composizione e all'azione di testosterone, che regola gli squilibri, e di progestina, che va ad inibire la produzione di spermatozoi. Questo gel tutto americano, è stato sviluppato dal National Institute of Child Health and Human Development ed è ancora oggi in via di sperimentazione. Questo vuol dire che tra qualche anno sarà possibile reperirlo facilmente in qualsiasi farmacia.

La vasectomia la reputo l'ultima spiaggia della contraccezione. E' una piccola e semplice operazione che non rende l'uomo meno uomo, ma semplicemente si diventa definitivamente sterili. L'operazione consiste nel taglio dei vasi che sono deputati al trasporto degli spermatozoi.

Contraccezione femminile

La pillola del giorno dopo è il nome “comune” che viene dato ad un contraccettivo d’emergenza utilizzato in caso di rapporto a rischio di gravidanza. Questa pillolina a base di levonorgestrel deve essere assunta dalla donna entro e non oltre le 72 ore dal rapporto. La pillola del giorno dopo agisce ritardando o bloccando l’ovulazione. La donna, a seguito della somministrazione, potrà notare delle piccole perdite, dovute appunto all’azione del farmaco che va a impedire il rilascio dell’ovulo impedendo di conseguenza la fecondazione, una sorta di mestruazione programmata. Da ricordare che più è immediata la somministrazione, più l’efficacia e la funzione del farmaco ha effetto, fino a diventare praticamente nulla con l’avvicinarsi delle 72 ore. Il farmaco fino a qualche anno fa era dispensato dal farmacista dietro prescrizione medica, dal 2016 invece la situazione è cambiata. Infatti, se la donna è maggiorenne, può richiedere la pillola direttamente in farmacia, mentre se minorenne permane l’obbligo di prescrizione da parte di un medico. Questa doppia modalità è stata pensata al fine di tutelare la minore illustrandole i pro e i contro della metodica.
Le pillole anticoncezionali sono un’opzione di trattamento cronico e vanno assunte giornalmente e in modo rigoroso al fine di non inficiarne l’efficacia. Le confezioni si vendono con pillole alloggiate in degli slot che vanno a ricordare facilmente il ciclo giornaliero da seguire. Oggigiorno esistono due tipologie di pillola anticoncezionale: quella combinata e la minipillola.

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Entrambe queste pillole hanno una composizione ormonale, fatta da estrogeni e/o progesterone. La differenza tra le due sta nel fatto che la pillola combinata è composta con una versione sintetica sia di estrogeni che di progesterone, la minipillola invece ha soltanto una versione sintetica del progesterone. La prima va assunta per 21 giorni consecutivi seguiti da una pausa di 7 giorni; la minipillola, invece, di continuo.

La pillola estroprogestinica agisce bloccando FSH e LH, pertanto inibisce lo sviluppo del follicolo e il rilascio dell’ovulo dall’ovaio inoltre addensa il muco all’interno della cervice uterina e altera l’endometrio in modo da diminuire la probabilità di impianto dell’uovo fecondato. L’effetto della minipillola è simile a livello uterino (addensazione del muco cervicale e alterazione dell’endometrio) e meno efficace a livello ovarico. La differenza con la terapia anticoncezionale estroprogestinica consiste in una diminuzione degli effetti collaterali legati agli estrogeni, quali ritenzione idrica e conseguente aumento di peso, aumento della pressione arteriosa, spotting intermestruale e cefalea spesso riferite dalle giovani donne; inoltre si può assumere durante l’allattamento. D’altra pare però bisogna essere molto fiscali con l’assunzione al fine di assicurarne l’effetto anticoncezionale.

La terapia ormonale ha anche altre modalità di assunzione, non solo per via orale. Infatti il cerotto contraccettivo e l’anello vaginale agiscono rilasciando gradualmente, per via transdermica e per via locale, un quantitativo costante di ormoni. Ciò che cambia quindi è solo la farmacocinetica, ovvero il modo in cui il farmaco si distribuisce e diventa biodisponibile all’interno dell’organismo. Il cerotto ha una formulazione analoga alla pillola estroprogestinica, con il vantaggio che bisogna ricordare di applicarlo solo una volta a settimana per 3 settimane consecutive, poi una di pausa. Ha forma quadrata con una dimensione di circa 4 cm e va applicato sulla cute sana e pulita. Bisogna avere cura di applicarlo nel giusto modo, al fine di non rovinare la parte adesiva che contiene il farmaco e di farlo aderire adeguatamente. Qualora si stacchi è consigliato utilizzare un metodo barriera quale il preservativo.

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L’anello vaginale è un metodo contraccettivo che agisce a livello locale. Viene inserito direttamente sul fondo della vagina dalla donna e cambiato ogni 30 giorni circa. Rilascia una bassa dose di ormoni che impedisce l’ovulazione; va infatti ad agire localmente sull’apparato riproduttivo femminile, evitando i problemi dovuti all’assunzione sistemica della terapia orale. Nella maggior parte non sono stati riscontrati problemi legati alla presenza dell’anello durante il rapporto sessuale e la presenza costante dello stesso all’interno del canale vaginale non causa particolari sintomi.

Lo IUD (Intra Uterine Device) è un dispositivo (spirale) che viene inserito all’interno dell’utero da un medico ginecologo. Può essere medicata al progesterone o, semplicemente costituita da un sottile filo di rame. In entrambi i casi impedisce la fecondazione oppure ostacola lo sviluppo dell’embrione in utero. La sua efficacia si esplica proprio attraverso un’azione meccanica. Questa infatti viene inserita attraverso la cervice uterina sul fondo dell’utero grazie a un applicatore transvaginale che può essere più o meno doloroso a seconda delle caratteristiche della donna. La sua efficacia si estende fino a 10 anni, ma c’è bisogno di un controllo da parte del ginecologo almeno 2 volte l’anno.

Quando si pensa avverrà il lancio del pillolo?

Di norma una casa farmaceutica, tra progettazione, sperimentazione, accertamenti della sicurezza e altre prassi, impiega circa 10 anni, oltre milioni e milioni di dollari (700/900 milioni) per lanciare sul mercato una nuova preparazione farmaceutica. Si stima che tra circa 5/6 anni potremo trovare sui banconi delle nostre farmacie il nostro nuovo alleato in amore.

Partecipazione alla sperimentazione in Italia

Per candidarsi come volontario alla sperimentazione del farmaco è necessario avere un colloquio informativo presso la I* Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi di Bologna. Per maggiori informazioni riguardo orari, numero di telefono, mail ed altre indicazioni cliccare qui


fonti

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