FAKE NEWS: tra Facebook ed abilità cognitive

in #ita6 years ago (edited)

In un passato non troppo remoto le notizie burla erano essenzialmente condensate intorno al 1° Aprile, quando la giornata dedicata al Pesce d’Aprile era fonte di ispirazione per idee originali ed al contempo per false notizie bomba. Tutto ciò che era legato all’informazione era (pressoché) veritiero, salvo distorsioni della realtà da parte dei social-media, legati molto spesso a letture filo-politiche.
Con l’arrivo del III millennio e la nascita dei social-network l’informazione è uscita, anno dopo anno, dal binario della corretta e libera informazione. Lo stesso concetto di libertà ed anonimato di chi introduce tali informazioni, ha portato ad una situazione di caos. I social network sono stati per molti versi un qualcosa di innovativo e molto spesso le false notizie (fake news) venivano percepite dagli utenti come un qualcosa di vero.

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Ciò nasce da una credenza popolare passata, in cui si pensava che ciò che fosse detto pubblicamente fosse sempre vero: la televisione per moltissimi decenni è stata considerata come massima fonte di verità, salvo poi essere smentita in alcuni casi. La causa risiede essenzialmente nel fatto che i grandi strumenti di comunicazione che permettono di raggiungere un pubblico molto vasto riescono ad influenzare le persone e quindi certe volte dire una bufala conviene. Torna vantaggioso a chi su quella bufala poi ci guadagna. Ed allora perché non portare avanti una campagna ”fake” che comunque permette a chi controlla l’informazione di guadagnarci?

Negli ultimi tempi però il trend sta cambiando ed il pubblico intelligente è cresciuto, non “abboccando” più alle fake news, che continuano comunque ad essere fortemente presenti.
Questo tipo di pubblico però si è anche stancato di leggere falsità ed è quindi migrato in luoghi dove invece la qualità (almeno per ora) sembra dominare: Steemit ne è un esempio. Io stesso sto ultimamente preferendo e mi interesso maggiormente a questa piattaforma rispetto a Facebook, che oltre alle fake news è penalizzato anche da tanti contenuti di bassa qualità.

FACEBOOK

Facebook è ad oggi il più grande social network in circolazione: solo in Italia gli utenti attivi al mese superano i 30 milioni; cioè la metà esatta della popolazione italiana ogni mese accede, legge, scrive e commenta su questa piattaforma.
La fake news sono state per il progetto di Mark Zuckerberg sicuramente una spina nel fianco: non tanto per il malumore tra gli utenti, quanto per il fatto che chi investe su questa piattaforma si sia risentito e si sia tirato indietro una volta vista la situazione in cui versava.1
Facebook riesce a supportarsi grazie infatti alle pubblicità, proposte appunto da investitori: basti pensare che Unilever, colosso mondiale nella pubblicità che lo scorso anno ha finanziato Facebook per oltre 9 miliardi di dollari, ha comunicato che sospenderà qualsiasi tipo di investimento e supporto pubblicitario dalla piattaforma, se questa non si adopererà nel rimuovere la fake news dalle proprie pagine.

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CORRERE SUBITO AI RIPARI!

Mark Zuckerberg, il grande genio che ha inventato il più potente social network del III millennio, senza i suoi investitori si potrebbe trovare ben presto dentro un grattacelo le cui basi tendono a sbriciolarsi come grissini.
L’obbligo quindi è stato quello di intraprendere una campagna con lo scopo di implementare un processo capace di “scovare le fake news”. Un procetto simile era stato già portato avanti da Twitter con il CEO Jack Dorsey, il quale attraverso un annuncio pubblico in cui richiedeva di rendere il suo social ”un posto più sano”, si adoperò proprio nel rimuovere le fake news 2. A dimostrazione di ciò quindi l’effettivo impegno da parte di Twitter di collaborare con ricercatori esperti ne dimostra un tentativo di pulizia a vantaggio della qualità dei contenuti 3.
Anche Zuckerberg ha cercato di velocizzare i tempi. E’ stato così creato un annuncio su cui inserire le le varie candidature. Le proposte poi saranno valutate e verranno selezionate le idee più credibili 4.

ABILITA' COGNITIVA DI FRONTE ALLE FAKE NEWS

Un caso emblematico sono state le elezioni 2016 per la presidenza americana, che hanno visto Donald Trump prevalere: è stato rilevato dalla società di analisi del web Buzzfeed che le 20 fake news più celebri della campagna elettorale hanno generato circa 1.3 Milioni di condivisioni, discussioni e riflessioni. Una tra tutte sicuramente quella che Papa Francesco avesse supportato ed assecondato la vittoria dello stesso Trump. 5
Questo fenomeno e la forte insistenza delle fake news per un evento importante a livello mondiale come le elezioni per il presidente USA hanno mosso molti ricercatori: la rivista Intelligence ha pubblicato uno studio nel quale viene dimostrato come le persone molto spesso tendano a non accettare che una notizia sia falsa, pur essendone stata dimostrata l'effettiva non autenticità.6

Il tutto molto probabilmente dipenderebbe dalle abilità cognitive che ogni soggetto avrebbe: è stato dimostrato da uno studio della Ghent University 7 che alcune tipologie di persone tendono ad avere un'opinione di una persona indipendentemente da quale sia la verità, ma basandosi esclusivamente sulle informazioni date inizialmente, siano queste false o vere. Anche informando le persone esposte al test della non-affidabilità delle informazioni date, l'opinione tende a rimanere la stessa nel caso delle persone con basse capacità cognitive. Al contrario quelle con una buona capacità cognitiva sono più propense a rivalutare la loro idea.
I ricercatori, si sarebbero aspettati che indipendentemente dalle capacità cognitive, le persone evrebbero comunque percepito la notizia come falsa e di conseguenza rivalutato la loro opinione: un concetto come la scarsa apertura mentale è stata associata alla bassa abilità cognitiva, dato che il non voler cambiare idea spesso spingeva proprio a credere come vera una notizia falsa.
Questa ricerca ha quindi esposto seri fattori di rischio per la invulnerabilità delle fake news: tali infatti, pur essendo dimostrate e valutate come false, potrebbero continuare ad avere effetto su determinate tipologie di persone.

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Cercando di andare oltre gli psicologi Lynn Hasher e Rose Zacks hanno collegato la bassa capacità cognitiva ad un effettiva abilità del cervello nell'eliminare informazioni non più utili per lasciare spazio ad altre invece importanti. L'inibizione delle fake information si è dimostrata la "chiave di volta": comprendere un informazione come falsa e capire quale fosse la verità, ha permesso alle persone di poter cambiare opinione e soprattutto dimostrare una cognizione migliore. L'età in tutto questo rappresenta un fattore dominante, in quanto la capacità cognitiva e l'abilità di scindere il giusto dallo sbagliato tendono a calare con l'avanzare degli anni. Non a caso nelle elezioni americane è stato rilevato come a livello statistico chi avesse votato Trump fosse mediamente più anziano rispetto agli elettori di Hilary Clinton.8


Filtrare le informazioni a livello cognitivo


Le nostre abilità cognitive, capaci di far interagire il nostro cervello e quindi il nostro corpo, con il mondo esterno sono come un muscolo: si sviluppano dall'età infantile e devono essere continuamente mantenute allenate negli anni perché risultino performanti ogni volta che vengono chiamate in causa. La loro funzione è essenzialmente quella di filtro: avere la capacità di riconoscere quali siano quelle informazioni di cui fidarsi e quindi valutare come vere, e da quali invece mantenere le distanze in quanto false.
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Essenzialmente le abilità cognitive sono differenziate a livello neuro-scientifico in tre tipologie: selettive, sostenute e divise.

  • SELETTIVA: questa branca conferisce a l'uomo la capacità di focalizzare l'attenzione, come uno "zoom", sulle informazioni più importanti da prendere in considerazione. In questa sezione avviene quindi il primo filtraggio e la grossa scrematura che permette già una prima selezione;
  • SOSTENUTA: ovviamenta l'attenzione ed il focus su una determinata informazione può essere mantenuta solo per un certo periodo e questa branca delle abilità cognitive permette di mantenere l'attenzione alta per un periodo più o meno prolungato. Ciò aiuta l'uomo a comprendere, anche attraverso una lettura prolungata, se effettivamente quanto letto sia vero o meno: è logico intuire che un'attenzione che tende a diminuire con il tempo non risulti essere più lucida dopo un o' e quindi facile da raggirare;
  • DIVISA: in questo caso il cervello impiega tutti gli elementi sensoriali per percepire se quanto gli venga posto di fronte risulti essere un'informazione veritiera o meno. La parte visiva, svolge chiaramente un ruolo fondamentale nel campo delle fake news sui social, ma se pensiamo alla vita reale di tutti i giorni, anche altri sensi possono svolgere un ruolo fondamentale.9

Si intuisce quindi come queste tre sfaccettature delle abilità cognitive svolgano un ruolo chiave nell'identificazione dell'effettiva veridicità di una informazione. I sensi, uniti ad una capacità di selezionare le informazioni più importanti, prima, e di mantenere alta l'attenzione, dopo, rappresentano le "armi" per l'uomo del III millennio per non trovarsi impreparato quando accede a social network e filtrare in modo autonomo le notizie vere da quelle false, che vengono così eliminate.


Bibliografia
1 Le fake news fanno scappare gli investitori da Facebook – fonte Il sole 24 ore
2 L’appello pubblico di Jack Dorsey per Twitter – fonte Wired
3 Il comunicato stampa di Twitter – fonte Blog Twitter
4 La campagna di prevenzione sostenuta da Facebook - fonte Wired
5 Articolo sulla fake news che il Papa sostenesse Trump per la presidenza USA nel 2016
6 Lo studio pubblicato su Intelligence
7 L'abilità cognitiva come strumento di valutazione
8 Età elettori elezioni 2016 negli USA
9 Le tre abilità cognitive: selettive, sostenute, divise



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Diciamo che un po' tutte le abilità tendono a calare con l'avanzare dell'età, compresa quella cognitiva, non so se si perda la capacità di distinguere il giusto dallo sbagliato; sicuramente si fatica ad accettare i cambiamenti. Quindi posizioni più conservatrici possono avere successo su popolazioni in cui l'età media è sempre più alta.

Giustamente l'avanzare dell'età comporta una diminuzione dell'attività e dell'elasticità delle abilità cognitive. I social network allo stesso tempo non sono neppure uno strumento proprio degli adulti oltre i quaranta anni, i quali hanno subito l'invasione di questi SN, senza distinguere chiaramente cosa si celi di buono e non, dietro di essi. I giovani invece ne fanno ampio uso e sono cresciuti con essi, sapendo riconoscere il bene dal male.
Molto da anche questo e lo sa bene chi sceglie di usare i SN anche per motivi di influenza sulla popolazione.

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E' certamente un grosso problema quello delle fake-news, anch'io sono tra quelli che, ciclicamente, mi allontano da Facebook, senza assolutamente sentirne la mancanza, ho sempre fatto una grande fatica a digerirlo, troppo futile, banale, popolato da persone idiote che inviano post che fanno letteralmente cagare, è il termine corretto.

Qui su Steemit non è tutto oro quello che riluce, ma ancora c'è molta più qualità rispetto a tanta concorrenza....

Esistono progetti che garantiscono e favoriscono che questa qualità non cali: mi viene in mente @utopian.io, che della qualità ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Ma la stessa@steempostitalia, nostra madre generatrice, con un ottimo sistema permette che nulla cali quotidianamente.
Grazie Mad per il tuo feedback!👍

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